Le tre fiere di If I, interpretazione politica PDF

Title Le tre fiere di If I, interpretazione politica
Author Silvia Bogoni
Course Laurea in Lettere
Institution Università degli Studi di Verona
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Summary

interpretazione politica sulle tre fiere dantesche...


Description

LONZA = Firenze; per tre ragioni: 1. bellezza della «gaietta pelle»: libidine, lussuria (in Virgilio le seguaci di Venere sono vestite di pelli di lince), che è vizio di Firenze deplorato da Cacciaguida in Pd XV, 97-129; 2. prestezza e leggerezza: incostanza politica (così Dante apostrofa Firenze alla fine di Pg VI, 145-151: «Quante volte, del tempo che rimembre, / legge, moneta, ifficio e costume / hai tu mutato, e rinovate membre! / E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te simigliante a quella inferma / che non può trovar posa in su le piume, / ma con dar volta suo dolore scherma»); 3. pelle maculata, cioè screziata: frode (anche Gerione, emblema della frode, ha pelle arabescata: «lo dosso e ’l petto e ambedue le coste / dipinti avea di nodi e di rotelle. / Con più color, sommesse e sovraposte / non fer mai drappi Tartari né Turchi»: If XVII, 14-17), e divisione politica di Firenze tra Bianchi e Neri LEONE = Francia, il regno di Francia nella persona di Carlo di Valois, che, inviato a Firenze come paciere tra Bianchi e Neri da Bonifacio VIII (che però favoriva segretamente i Neri), finì con il tradire i Bianchi. Di lui in If VI, 70 si dice che «alte terrà lungo tempo le fronti», come il leone «con la test’alta» (superbia, quindi). La «rabbiosa fame» alluderebbe inoltre all’avarizia di Carlo di Valois. Filippo il Bello, poi, fratello di Carlo di Valois, è «il mal di Francia» ( Pg VII, 109), la «mala pianta» che «la terra cristiana tutta aduggia / sì, che buon frutto rado se ne schianta» (Pg XX, 43-45) LUPA = Roma, la Curia pontificia (come potentato abusivamente temporale): il fatto che «molti son gli animali con cui s’ammoglia» la mette immediatametne in relazione con il canto dei simoniaci (If XIX), in cui si dice – alludendo al rapporto tra la Chiesa e Filippo il Bello re di Francia – che «puttaneggiar coi regi a lui fu vista» (v. 108). In antitesi alla «mala pianta» di Filippo il Bello, la Curia Romana sarebbe la «buona pianta» seminata da s. Pietro, che avrebbe dovuto diventare vite, ma si è invece mutata in «pruno», soprattutto a causa di Bonifacio VIII. I versi di If I vanno messi in rapporto con questi di Pg XX, 10-12: Maladetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l’altre bestie hai preda Per la tua fame sanza fine cupa.

Conseguentemente, il VELTRO è Cangrande della Scala, avversario dei Guelfi (e dunque del cesaropapismo romano). Questa interpretazione si inquadra in una più ampia lettura di If I, che il Marchetti stesso così riassume: La selvosa e deserta valle significa la miseria di Dante privato d’ogni cosa più cara nell’esilio; il dilettoso monte , la bramata pace e consolazione; lo andare di lui dalla selva al monte , il crescere della speranza nell’animo suo; la luce del nuovo dì, i conforti ch’egli ebbe allo sperare; la lonza, il leone e la lupa che il suo salire impedirono, Firenze, Francia e Roma che alla sua pace si opposero; l’apparire di Virgilio, mandatogli da Beatrice, l’alleviamento agli affanni recatigli dalla dolcezza degli studi; la via, per la quale Virgilio promise trarlo di quella valle, il mirabile lavoro di un poema onde gli verrebbe tal gloria, che la sua patria, per vaghezza d’ornarsi di lui, trarrebbelo dell’esilio; e la scorta avuta per quella via da Virgilio, la virtù necessaria a tanto, derivatagli dal meditare le opere dell’altissimo Poeta....


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