Lezione Raffaele 22 maggio 2018 PDF

Title Lezione Raffaele 22 maggio 2018
Author Maria Strati
Course NEUROLOGIA
Institution Università degli Studi dell'Aquila
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Summary

Riassunto completo ottimo per superare l'esame a pieni voti....


Description

22Maggio 2018 Raffaele ultima lezione

A proposito di emozioni piacevoli ci accingiamo a fare oggi l’ultima lezione di questo corso che non casualmente ho voluto fare su questo argomento. Sapete che sono arrivato a limite del ricatto per affrontare un argomento a me molto caro verso il quale sono estremamente affezionato come alla memoria o alla corteccia frontale. Ma certamente fra i fremori mentali c’è certamente questo capitolo. Ma lungi dall’essere fondamentale il capitolo sulla psicoscienza è una cosa strettamente relata al momento odierno. Ora vedete in realtà questa diapositiva porta ad un titolo errato ed è la prima con cui apro. Perchè sapete che mi piace aprire con qualche cenno di storia. Più volte ,vi ho detto che se io fossi deputato ad un organigramma didattico a far materie nuove e fondamentali, obbligherei gli studenti nella fattispecie per quanto mi riguarda gli studenti di medicina a fare una materia inerente alla storia di noi stessi. E soltanto tramite la memoria, la storia si capisce, con quanta nonchalance si sono dette le più grandi fandonie e si sono fatte le più perpetue e incredibili catastrofi della storia. L’altra giorno vi faccio l’esempio della lobotomia pre-frontale a proposito dell’approccio neurochirurgico nel periodo del Novecento positivista. E in realtà perché dico che la questione positiva è errata perché ai tempi di questi signori eccetto Freud , la parola emozione non esisteva ed è un termine abbastanza neo appartiene quasi a neologismi di fine Ottocento, perché era assolutamente in sinonimia con una parola che fin dall’antichità mi ha rappresentato un significato, altrettanto tale ripeto per gli antichi, che era quello di “passione” Qualcuno si è impegnato a capire cos’è un emozione o al suo tempo una passione e ovviamente non è che tutti fossero dotati di strumenti specifici per capire un meccanismo così semplice a vederlo e invece così complesso da spiegare anche dal punto di vista neuronale. Cos’era per Sofocle? Sofocle l’avete studiato tutti a scuola magari un cenno vi sarà rimasto. Una sorta di forza aliena, una sorta di situazione spiazzante che appartiene quasi all’extraterrestre. Ovviamente Sofocle che era un uomo estremamente intelligente sentiva in sé un implicito all'interno di passione/emozione una sorta di spiazzamento per cui gli sembrava qualche cosa che prevaricasse la natura umana immediatamente intellegibile. La stessa cosa faceva Euripide guardate cosa c'è scritto lì, le emozioni sono delle forze che io non assolutamente controllare e questo era molto intelligente perché se in questo momento voi aveste un’ emozione e adesso arriveremo al fatto più importante per definirlo, ovvero la traduzione somatovegetativa dell'emozione, io non sono in grado di controllare. Se mi si annuncia qualche cosa di estremamente spiazzante ed emotivo non posso totalmente tradire con delle reazioni somatovegetative e quindi fisiche osservabili dalle altre persone. Platone fa allusione alla passione

semplicemente nella sua opera più famosa il Fedro e lo chiama addirittura un tipo di follia strana che pervade la nostra vita nel momento in cui meno c'è lo si aspetta. Il primo a dare un senso piuttosto umano forse rendendosi conto di appartenere alla specie umana e quindi evidentemente qualche cosa che poi non è cosi metafisico o trascende da chissà dove fu proprio Aristotele, estremamente intelligente ( pochi sanno che fu il primo uomo a radersi) lui comprese perfettamente che non c'è chissà che di celestiale e trascendentale in questa (l’emozione) che era la cosa più ovvia che potesse capitare ad un uomo e la riteneva una forza umana intrinseca. Freud non ha mai voluto approfondire l'emozionalità con speculazione scientifica e neuronale ma in termini di psicodinamica e psichiatria tradizionale. Per emozione si intende: Un’esperienza emotiva violenta quanto fugace, scatta una percezione insolita che è accompagnata da un’espressione sul volto e qua potrebbe stare il primo limite di questa definizione con delle modificazioni attuate dal sistema nervoso vegetativo, quindi autonomo.

C'è poi un modo di intendere l'emozione un po' più in modo neurobiologico che potreste notare da questa seconda diapositiva e deriva da un’ interazione tra un fattore soggettivo e oggettivo in cui partecipa sia il network neuronale che il sistema endocrino, in generale tutto questo deve essere tenuto insieme da qualcosa che ci spiazza improvvisamente che viene definito una sorta di antecedente emozionale e che è capace di dare una percezione cosciente dell'emozione che stiamo vivendo causando un arousal di cui vi ho parlato nella lezione sulla coscienza e quindi stiamo parlando di una sensazione esterna con un antecedente emotivo che si traduce in una attivazione neuronale che implica sinergie di network che poi vedremo includendo delle strutture specifiche. Forse c'è una cosa piuttosto vecchiotta in questa definizione. Io, fossimo nel 2018, toglierei il termine endocrino e neurale scindendolo e facendo la

dicotomia tra le due cose, per un motivo molto semplice poiché pian piano, in questo sono presuntuoso, sono convinto che il termine endocrinologia scomparirà anche nella medicina poichè l'endicronologia sarà studiata e sostituita dai nostri colleghi che si occupano di PNEI in cui neuronale ed endocrino fanno parte di stesse strutture all'interno di un cervello profondamente chimico e non esclusivamente elettrico fatto di neuro-peptidi e quindi fatto da messaggeri chimici con flussi che creano stati d'attivazione neuronale in tutti i sensi e che non vertono più su semplici molecole di neurotrasmettitori, ma su delle molecole molto più estese e molto più numerose che spesso vanno tutte su alcuni recettori creando poi delle risposte che non derivano solo da un input colinergico, noradrenergico o dopaminergico ma da un pluri-input che ovviamente sarà molto più complesso e difficile da studiare. La terza definizione è quella che piace a me ed è quella che elogia un aspetto più selvaggio e primordiale della specie. l'emozione, rivelatrice di un' aspetto primitivo della natura umana, volontà indipendente (che poi è un po’ il bello della vita, il non sapere che ci capiterà un qualcosa che prescinde dalla nostra volontà), tradisce la struttura profonda, non accessibile direttamente dalla coscienza, della personalità, rappresentando la conseguenza di una discordanza improvvisa e inaspettata nel campo della cognizione o della percezione. Voi avete una consapevolezza quindi un fatto agnosico ma appartiene ad una cronicità e ad un aspettativa che è implicita nella vostra memoria che è già instaurato un condizionamento in quello che stiamo facendo in questo momento, se invece vi capitassero un uomo o una donna che avete sempre amato e spuntasse uno dei due di fronte alla porta e vi spiazzasse nettamente a questo punto si creerebbe quella discordanza inaspettata nella cognizione e nella percezione rispetto a una cosa verso cui non siete pronti e non siete fortunatamente, dico io, preparati. Perché dico sempre è un argomento che ritengo di spaventosa e profonda attualità forse anche molto da un po' di tempo perchè credo che molti poveri al mondo in questo momento non si stiano rendendo conto che alimentare le nostre capacità di percezione emotiva non sia soltanto un fatto godereccio (?) e simpatico di vivere la vita, ma anche l’esperienza del dolore si deve esperire, ha una sua profondità. Senza emozioni la specie umana, così come altre, non sarebbe perfettamente auto conservate, autoconservazione biologia. 

Quando parliamo di percezione e di riconoscimento esplicito o implicito, il riconoscere un volto non vuol dire capire se quella persona ha un’emozione oppure no ma amplifica le capacità visuo-percettive emotive, ci torneremo.



La memorizzazione sopratutto implicita dell'emozioni è quella che condiziona le esperienze rudimentali e i vari studi hanno sempre confermato che l'emozione è una cosa strettamente

legato al concetto di Agnosia quindi al concetto di coscienza consapevole e quindi di memorizzazione implicita per poter percepire più o meno qualche cosa. 

Le capacità intellettive (a cui dedicheremo le ultime3 diapositive). Emozionarsi vuol dire tradurre in intelletto qualcosa che cresce da un punto di vista non solo delle percezioni ma anche della capacità empatica e quindi della capacità di poter percepire un messaggio nella sua complessità e risolvere un problema, questa è la capacità intellettiva, ed è per eccellenza una capacità intellettiva associativa ove dati più input io devo risolvere un problema, in questo senso una certa esperienza e predisposizione se ho un minimo di intelletto emotivo mi serve a far crescere le mie capacità intellettive che vuol dire non solo risolvere problemi ma sopratutto portare una sorta di capacità di programmazione e pianificazione, detto in termini più volgari una capacità decisionale, ecco perché lungi dai parametri vuol dire che tutto sommato da questo punto di vista avere un’ emozionalità intensa diventa anche autoconservazione e quindi stiamo parlando di una funzione adattativa che riguarda la sopravvivenza dignitosa a tutti gli effetti.

Ogni emozione ha le sue componenti che sono distinte in componenti oggettive e componenti soggettive. Le componenti soggettive sono piacevolezza, sgradevolezza e coscienza, ma quello che è stato il tassello della concezione delle emozioni dalla seconda metà dell’800 sono le componenti oggettive ovvero le componenti motorie (espressione facciale, tremore) e le componenti somatiche (cardiache,vasomotorie) che sono quelle che avete già fatto in struttura e riguardano orto e parasimpatico e tutto il sistema nervoso vegetativo e in questo argomento ha un’ importanza nevralgica con tutte le manifestazioni somatoformi che potete ovviamente collegare. Tutti quanti possiamo avere delle emozioni di qualsiasi tipo (potrei avere un’ emozione per una tenda blu su una parete bianca) ma dopo circa 2 secoli di ricerche in questo senso, gli uomini hanno deciso tramite studi specifici di raccogliere qualche emozione cosiddetta primordiale piuttosto che fondamentale, che sono ritenute tali per il semplice fatto, che sono appunto assimilabili ad altre specie animali. Se io avessi un forte attacco di nausea e fossi in procinto di vomitare, avrei un espressione che sarebbe sovrapponibile a quella che potrebbe avere in una qualsiasi situazione il cane vostro a casa se sta rigettando, quindi e adesso non mi metto a spiegarvi tutte le muscolature specifiche, ma emozioni fondamentali come la rabbia e il disgusto non hanno delle traduzioni somatiche e mi riferisco sopratutto all'espressioni facciali

come la percezione estetica soprattutto, condizioni di estrinsecazione differenti che riguardino noi e altre specie classiche. In questo senso dopo tanti studi si è arrivati a coniare quelle che furono fondamentalmente le prime soprattutto cinque emozioni fondamentali su cui tutta la comunità è sempre stata d'accordo che sono : GIOIA , TRISTEZZA, PAURA, RABBIA,DISGUSTO queste sono le emozioni fondamentali, primordiali per eccellenza. Ormai viene anche inserita la SORPRESA laddove subentra quel concetto di spiazzamento su cui io sono ossessivo. Qui si fermano le emozioni riconosciute fondamentali soprattutto per la comunità scientifica occidentale e di tre quarti del pianeta. Va anche rispettato che a prescindere dovete assimilare altre culture. Nel caso della cultura orientale e in particolare i giapponesi sono ossessivamente fissati con un’ altra emozione che loro hanno chiamato AMAE e si riferisce ad un concetto molto radicato in tutte le specie ed è quell'attaccamento e della protezione. I giapponesi non concepiscono che tra le emozioni fondamentali non ci sia innato il senso della protezione, devo dire che lungi dall'esempio ovvio di un bambino che può godere in maniera primitiva e primordiale dell'attaccamento alla madre e quindi di essere protetto e qui c'è il concetto dell'affidamento che conoscete bene ci sono delle cose che spesso in cui gli umani sono abbastanza istintivi all'interno di quest'aula potrebbero esserci persone molto cattive e persone molto buone e altre un po' buone e un po' cattive, ma se tutti quanti uscissimo e vedessimo 4 micini sotto una macchina totalmente straziati dalla fame è possibile che il 98% del nostro campione porti una ciotola di latte ai micini, però ci sono certamente dei temi piuttosto protettivi selvaggi e primordiali che a memoria della specie umana non dico che sono codificabili ma ravvisabili quanto meno si. Sempre a proposito di storia il pensiero antico è molto vicino a quello odierno. Parla di Spinoza e Cartesio e di come il primo si interrogava sulla mente molto prima che lo facesse Cartesio con il suo Cogito ergo sum. Egli alluse ad una modificazione somatica/corporea per primo. Successivamente fa riferimento a Darwin che cominciò a viaggiare e attinse agli studi di Duchenne quello delle distrofie, per intenderci, e che fece degli esperimenti particolari e fu lui nel trattato a dire che vi era una universalità delle emozioni. Quindi quando nel 2018 si parla di emozioni primordiali, parliamo di Darwinismo neuronale perché ci è arrivato tanto tempo fa se vedo un alieno, una tartaruga, una scimmia, io vedo delle cose unificanti da un punto di vista della situazione somatica e comportamentale quindi non ho più questa concezione per cui l'emozione è qualcosa di esclusivamente umano guardate che questo è un passo fondamentale nella storia sapete chi è affezionato molto a queste cose i Veterinari poiché essi molto spesso scelgono questo mestiere perché si arrabbiano con gli umani che sono antropocentrici che sono sempre convinti che la specie umana sia l'unica cosa

centrale del pianeta e l’unica specie che abbia diritto a vivere ma chi non è antropocentrico sa benissimo che l'universalità dell'emozioni è stata un passo storico fondamentale. Darwin e l'universalità dell'emozioni non erano molto amati dalle persone facenti parte della corrente del creazionismo per i quali tutto viene da un entità superiore e quindi le modificazioni emotive che avvengono sono dettate da un disegno metafisico che condurrà ad una fine. Ma non è cosi poi se verrà dimostrato saremo ben contenti di acquisirlo il dato ma per ora accontentiamoci del dato darwiniano. E fu un dato talmente importante storicamente che permise alla teoria di JAMES/LANGE dell'emozioni primordiali di fine 800 e che ripeto fu un dato che permise agli studiosi di arrivare a quella concezione dell'emozioni, perché si fissarono sul dato somatico sulla traduzione vegetativa. Quindi una persona è triste perché piange o piange perché è triste? Piange perché è triste (risposta corretta) ecco per la teoria dell'emozioni di LANGE era tutto il contrario io ho un’ emozione spiazzante questa si traduce in una modificazione somatovegetativa mi rendo conto che esce una lacrima, a quel punto io associo la tristezza ad un tipo fenomenico-vegetativo che sto vivendo, quindi è la mia modificazione somatica che dà luogo all'estrinsecazione del meccanismo riflessivo che è quello del provare ed esperire tristezza. Molto attuale è il lavoro di Sherrington/Goldz hanno fondamentalmente ablato la corteccia con degli esperimenti sugli animali quindi è come se avessero fatto ha difatti deaferentato il tronco encefalico dalla cortex quindi pluri-modale e hanno notato che parecchi animali su cui fecero questi esperimenti continuavano ad avere delle traduzioni somatiche assolutamente ovvio che potevano essere di aggressività anzi a maggiore ragione particolarmente aggressivi, particolarmente arrabbiati, iracondi e quindi scusatemi se questa è l'emozione è un comportamento particolare dettato da una rivendicazione vegetativa che mancano lo stesso di un espressione facciale, una modificazione somatica in cui c'è l'abbiamo anche in questo senso e a questo attinsero CANNON/BARD per dire signori noi abbiamo una sensibilità profonda in questo caso ancestrale-emotiva, se noi fossimo uomini senza quella benedetta cortex plurisensoriale noi potremmo estrinsecare il nostro comportamento più primordiale senza alcun tipo di controllo e se non ho controllo se sono arrabbiato tiro un pugno a tutti, invece di contare fino a 10 e dire non è il caso di tirare un pugno e quindi è a mia volta la corteccia in particolare frontale e nello specifico il giro frontale inferiore ma sopratutto corteccia orbito-frontale (Phineas Cage) un uomo assolutamente mite che poi diventa particolarmente aggressivo, disinibito, disforico e fatuo quasi inconsapevole del suo comportamento. paradossalmente proprio perché la traduzione emotiva era garantita da una parte bassa del cefalo si cominciò a capire che fondamentalmente quello che reggeva tutto il sistema che era responsabile dell'attivazione era sopratutto la cortex, perchè rende intellegibile l'antecedente emotivo di cui parlavamo, mi fa leggere un’ emozione e regola un comportamento susseguente, ma al tempo stesso mi fa anche capire che non è vero come dicevamo nella prima definizione (nessuna delle tre è perfetta) che io devo avere per forza traduzione vegetativo somatica. Ci sono delle persone che hanno dell'emozioni assolutamente spiazzanti che sono capacissime di non avere nessuna modificazione espressiva proprio per un potentissimo controllo corticale. Una mente assolutamente controllata può GESTIRE le proprie emozioni. Tutto questo ha iniziato a dare luogo a coniare le teorie anatomiche attorno i circuiti emotivi, il primo fu Papez, lo stesso dei circuiti mnestici interni ippocampo, corpi mammillari,, talamo in realtà non cambiavano molto le cose perché anche qui sono comprese le formazioni ipotalamica i nuclei anteriori, la sensibilità protopatica a tutti gli effetti, ovviamente il giro dell'insula quindi il

sistema limbico e l'ippocampo laddove c'è ippocampo c'è memorizzazione che ovviamente per percepire qualche cosa dobbiamo mettere inconscio (?) e questo presuppone una memoria di ciò che stiamo osservando. Questo permise a MCLEAN di tripartire il nostro encefalo con uno stato limbico-emotivo assolutamente primordiale con un secondo step che era quello talamico/ipotalamico e quindi uno step assolutamente diencefalico che include già il concetto di percezione sensoriale, ma ancora assolutamente protopatico quindi non criticamente consapevole e con un terzo step che invece delle cortex plurisensoriali che è invece la discriminativo a questo livello. Fino alle fine del 900 ci hanno lavorato molto gli psicanalisti ma senza risultati scientificamente rilevanti cosi come fece GREGORY BATESON che aggiunse una cosa fondamentale alla storia in questo senso ma lui disse è vero tutti possiamo essere spiazzati da un’ emozione ma questo non lo possiamo scindere da un ambiente socioculturale in cui viviamo e dal tempo in cui abbiamo imparato ad essere spiazzati da qualcosa. Faccio un esempio: se io adesso prendo uno di voi e lo porto a fare un check-in sarà molto più veloce di me, per tutti voi è un meccanismo acquisito più che altro vi viene la noia ma pensate ad un neuroantropologo che negli anni 20 va in Nuova Guinea trovarono delle popolazioni allo stadio assolutamente tribale. Ora voi trovereste queste persone piuttosto indigene che avranno il telefonino e faranno il check in, noi siamo figli della storia e siamo figli di una generazione che piano piano ha imparato a fare un check in, mentre mettetevi nei panni di un popolo che negli anni 20 era allo stadio tribale e negli anni 60 avevano gli aeroporti. Questa popolazione neuroantropologicamente ha fatto un salto generazionale in 40 anni che noi abbiamo fatto in secoli è chiaro che è un approccio e che quel tipo di contesto culturale potrà essere territorio di estrinsecazione emotive probabilmente molto differenti da come le possiamo vivere noi, perché per tu c'è un livello socio-culturale c'è un tempo e uno spazio all'interno del quale le emozioni vivono perché non ne sono scisse ma sono implicite al contesto di cui vi dicevo. Tutto questo ha provocato due - tre cose che tutt'ora trovate sui vostri libri. Io sarei andato a lavorare da Le Doux che ha avuto una trovata bellissima quello di fare un istituto che verte su una sola emozione (es. paura strumento di manipolazione internazionale delle masse). La paura è l’emozione più studia...


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