Lucrezio: analisi dei testi PDF

Title Lucrezio: analisi dei testi
Author Samantha Bellato
Course Latino - Anno 5 - Classico
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Virgilio: analisi dei testi...


Description

BUCOLICA, I MELIBOEUS! Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi! silvestrem tenui musam meditaris avena;! nos patriae finis et dulcia linquimus arva; > caricati del valore affettivo di chi li sta per abbandonare! nos patriam fugimus; tu, Tityre, lentus in umbra, > comportamento tranquillo di chi non ha pensieri! formosam resonare doces Amaryllida silvas.! 1. Melibeo si rivolge direttamente a Titiro con un vocativo che esprime lo struggimento di un saluto ancorato. (Il nome compare anche negli Idilli di Teocrito).! 2. Metonimia > Musam = canto, poesia pastorale / avena = zuffolo, strumento a fiato che accompagnava i pastori.! 3. Nos > plurale maiestatis, indica chi, come Melibeo, deve abbandonare i propri campi. In contrasto con il Tu del v.1 = contrapposizione tra chi può godere ancora della serenità della campagna e chi ne è stato escluso per sempre, come Melibeo! 4. Patriae/ patriam = poliptoto, Fugimus/linquimus come esuli, senso di angoscia, abbandono.! 5. Amaryllida > acc. singolare con desinenza greca (compariva in Teocrito) e significa “la luminosa” > riferimento alla donna amata da Titiro.

TITYRUS! O Meliboee, deus nobis haec otia fecit:! namque erit ille mihi semper deus; illius aram! saepe tener nostris ab ovilibus imbuet agnus. > anastrofe! Ille meas errare boves, ut cernis, et ipsum! ludere quae vellem calamo permisit agresti. > callida iunctura ( mondo dei pastori + musica)! 1. Deus > figura in evidenza, gli ha concesso quella condizione privilegiata di ozio, ribadendo come sarà sempre il suo dio. Ottaviano qui è visto come un salvatore, che ha concesso all’età sua un senso di pace.!

MELIBOEUS! Non equidem invideo, miror magis: undique totis > totalità del disastro! usque adeo turbatur agris! En ipse cappellas! protinus aeger ago; hanc etiam vix, Tityre, duco: > fatica fisica e morale di Melibeo! hic inter densas corylos modo namque gemellos,! spem gregis, a, silice in nuda conixa reliquit.! Saepe malum hoc nobis, si mens non laeva fuisset,! de caelo tactas memini praedicere quercus.! Sed tamen iste deus qui sit, da, Tityre, nobis. > imperativo forte prima del vocativo.! 1. I due verbi, uno riferito al parto e l’altro all’abbandono, si dispongono tragicamente contigui a fine verso. Melibeo e la carretta sono accomunati nella sofferenza > uno ha dovuto lasciare i propri campi, l’altra i piccoli appena partoriti sulla nuda pietra! 2. Periodo ipotetico dell’irrealtà: manca l’apodosi, conferisce una sfumatura desiderativa. ! 3. Si credeva che quando la quercia, essendo la pianta consacrata a Giove, veniva colpita dai fulmini, erano imminenti sciagure e carestie come segno della volontà divina.!

TITYRUS! Urbem quam dicunt Romam, Meliboee, putavi! stultus ego huic nostrae similem, quo saepe solemus pastores ovium teneros depellere fetus.! Sic canibus catulos similis, sic matribus haedos noram, sic parvis componere magna solebam.! Verum haec tantum alias inter caput extulit urbes! quantum lenta solent inter viburna cupressi.!

> enjambement! > parallelismo!

1. Stultus > spiega il motivo del suo essere stultus, poiché si avvale solo della propria esperienza di pastore, e i cuccioli sono sempre simili ai genitori.! 2. Viburna > cespugli bassi che si distinguono per la loro bassezza, al contrario del cipresso che svetta verso l’alto.! MELIBOEUS! Et quae tanta fuit Romam tibi causa videndi?

> Romam: posizione centrale, enfatica.!

TITYRUS! Libertas, quae sera tamen respexit inertem,! candidior postquam tondenti barba cadebat;! respexit tamen, et longo post tempore venit, > ripresa chiastica! postquam nos Amaryllis habet, Galatea reliquit. > libertà legata all’abbandono di una donna per un’altra ! Namque, fatebor enim, dum me Galatea tenebat, > proposizioni incidentale, tono di pentimento, vergogna! nec spes libertatis erat, nec cura peculi.! Quamvis multa meis exiret victima saeptis,! pinguis et ingratae premeretur caseus urbi,! non umquam gravis aere domum mihi dextra redibat > metonimia che indica il denaro (monete in bronzo)! 1. Respexit > sottolinea la personificazione della Libertas, divinità che si volge indietro a guardare l’uomo, rimasto inertem, fermo nella schiavitù.! 2. Tondenti barba: la rasatura del volto è un gesto rituale cui si sottoponevano gli schiavi prima di essere affrancati dal loro padrone. La barba candidior (“assai bianca”) indica che l’attesa della libertà è durata molti anni.! 3. Galatea > negli Idilli di Teocrito è la ninfa capricciosa che si prende gioco del ciclope Polifemo.! 4. Speranza di affrancamento dal padrone + cura del patrimonio, in virtù del quale uno schiavo poteva ottenere l’affrancamento.! 5. Ingratae > (Mantova) non fornisce ricompense adeguate al lavoro del pastore, rapporto economicamente ostile tra città e campagna!

MELIBOEUS! Mirabar quid maesta deos, Amarylli, vocares,! cui pendere sua patereris in arbore poma:! Tityrus hinc aberat. Ipsae te, Tityre, pinus,! ipsi te fontes, ipsa haec arbusta vocabant. > poliptoto! 1. Maesta: l’aggettivo, tipico del linguaggio amoroso, indica la tristezza di Amarilli per la momentanea assenza di Titiro. La partenza di quest’ultimo per Roma è tuttavia necessaria per garantirsi un futuro di protezione e serenità a differenza di Melibeo, vittima delle circostanze e della propria inazione.! 2. La sofferenza della Natura per le pene d’amore di un essere umano diventa un vero e proprio topos della poesia bucolica e poi della lirica d’amore (Solo e pensoso i più deserti campi di Francesco Petrarca).!

TITYRUS! Quid facerem? Neque servitio me exire licebat, > congiuntivo dubitativo riferito al passato! nec tam praesentis alibi cognoscere divos. > fisicamente vicini, e propizi secondo il linguaggio liturgico! Hic illum vidi iuvenem, Meliboee, quotannis > Ottaviano, allora ventitreenne! bis senos cui nostra dies altaria fumant.! Hic mihi responsum primus dedit ille petenti: > anafora che conferisce centralità a Roma! "Pascite, ut ante, boves, pueri; submittite tauros.”! Comincia il lamento dell’esule interrotto da Titiro per dividerlo in due:! 1 parte > descrizione del felice status di Titiro! 2 parte > prefigura per contrasto il proprio incerto destino! MELIBOEUS ! Fortunate senex, ergo tua rura manebunt! > proclamazione di felicità + anafora, Titiro consapevole ! Et tibi magna satis, quamvis lapis omnia nudus di essere in una condizione privilegiata! limosoque palus obducat pascua iunco;! non insueta gravis temptabunt pabula fetas,! nec mala vicini pecoris contagia laedent.! Fortunate senex, hic inter flumina nota. > qualsiasi corso d’acqua, acqua che scorre vs stagnante! et fontis sacros frigus captabis opacum. > credenza secondo cui le fonti sono la dimora delle divinità! Hinc tibi, quae semper, vicino ab limite saepes > anafora che caratterizza il luogo ! Hyblaeis apibus florem depasta salicti! saepe levi somnum suadebit inire susurro;! hinc alta sub rupe canet frondator ad auras; > antitesi di mondo minaccioso vs quello conosciuto di prima! nec tamen interea raucae, tua cura, palumbes, > callida iunctura: accostamento ardito, fa pensare al suono! nec gemere aeria cessabit turtur ab ulmo.! 1. Fetas > riferito alle pecore che attendono o hanno partorito > sentendosi appesantite (gravis) cercano erba nei pascoli stranieri, rischiando così la morte.! 2. Gli animali di Titiro non correranno il rischio di malattie dovute a cibo o contagi con animali infetti perché non andranno in esilio, ma rimarranno sulle loro terre.! 3. Saepes > forma di protezione che circonda e limita lo spazio angusto, qui circonda il locus amoenus che appartiene solo a Titiro.! 4. Hyblaeis apibus > Virgilio allude al miele della località siciliana di Ibla, identificabile secondo alcuni studiosi con l’attuale Megara Iblea, presso Siracusa. Nell’antichità era il luogo per antonomasia di produzione di un miele puro e prezioso. L’allitterazione della lettera S riecheggia il ronzio delle api > all’apicoltura Virgilio dedicherà poi il 4 libro delle Georgiche.! 5. Cura > concetto di abitudine quotidiana all’interno del mondo fatto di cose amate e conosciute, curate e espresse pur nella loro idealizzazione.! 6. Qui il contesto è quello del tipico locus amoenus (la siepe, l’ombra, i ruscelli, le piante e gli animali). Dominanti vista e udito. Mondo ideale che Melibeo deve lasciare, immagine concreta legata alla fatica del quotidiano, alla difficoltà di gestire il mondo naturale.! TITYRUS ! Ante leves ergo pascentur in aethere cervi,! et freta destituent nudos in litore piscis,! ante pererratis amborum finibus exsul! aut Ararim Parthus bibet aut Germania Tigrim, > chiasmo + metonimia (germanus)! quam nostro illius labatur pectore voltus. > forte, volto di Ottaviano! 1. Sineddochi > nome dei fiumi per indicare le acque degli stessi! 2. Adynata > figura retorica > asserire l’impossibilità di un fatto (che Titito dimentichi il volto del benefattore) con eventi assurdi contrari alle legge di natura: i cervi, animali terreni, diventerebbero creature d’aria, i pesci, da marini a terrestri. Cosi come i persiani finirebbero per stanziarsi sulle sponde dell’attuale Saône e i Germani sulle sponde del Tigri.!

MELIBOEUS! At nos hinc alii sitientis ibimus Afros,! pars Scythiam et rapidum cretae veniemus Oaxen > accusativo alla greca! et penitus toto divisos orbe Britannos. > paese nell’estrema punta settentrionale ( confini ultimi dell’Impero)! En umquam patrios longo post tempore finis,! pauperis et tuguri congestum caespite culmen,! post aliquot, mea regna videns, mirabor aristas?! > campi lasciati a riposo e campi messi a coltura! Impius haec tam culta novalia miles habebit? Barbarus has segetes? En quo discordia civis > contrasto ideologico ! produxit miseros! His nos consevimus agros!! Insere nunc, Meliboee, piros, pone ordine vitis!! > imperativo che accentua la tragicità della situazione! Ite meae, felix quondam pecus, ite, capellae: non ego vos posthac, viridi proiectus in antro, > sottolinea la distanza tra ciò che era e la triste realtà! dumosa pendere procul de rupe videbo;! carmina nulla canam; non me pascente, capellae,! florentem cytisum et salices carpetis amaras.! 1. Nos > non parla in 1° persona, ma a nome di tutta una comunità di esuli, divisa dal caso e non dalla scelta, nessuno sa con chi né dove andare.! 2. Domanda: accusativi posti tutti a fine verso, ad indicare mondo conosciuto dato da elementi tangibili, reali, che danno sicurezza. Queste sono certezze di Titiro, consapevole di averle perduto, contrastano con ciò che non si conosce ed inquieta.! 3. Ossimoro > accostamento di realtà contraddittorie, condizione del soldato che devasta le terre e quelle del contadino che le possiede e le cura. Riferimento esplicito alla cause dello sconvolgimento di quella campagna: assegnazione di terre ai veterani. Coloro agli occhi di Melibeo diventano “impius miles”: empio è colui che tocca l’altare (ossia i campi che Virgilio vede in tutta la loro sacralità) per compiere il sacrificio. Si contrappone a “barbarus”.! 4. Barbarus > il termine - che normalmente designa chi è estraneo alla cultura romana e non parla latino - è utilizzato qui perché il soldato cui andranno le terre di Melibeo non sa nulla di agricoltura e coltivazione: ai suoi occhi si approprierà di qualcosa che non è suo, comportamento non appartenente agli antichi valori > smarrimento di Melibeo, non si riconosce in questo mondo, percepisce l’estraneità.! 5. En quo.. > Civis romanus che grida la sua protesta contro le guerre civili e le loro conseguenze rovinose. Poi con tragica ironia si rivolge a se stesso, esortandosi a compiere lavori agricoli.! 6. Felix > condizione di fecondità che il gregge non potrà più conoscere.! 7. Proiectus > indica la posizione di chi giace a riposo a pancia in giù; si contrappone a “recubans” (v. 1) e mette in antitesi l’otium produttivo di Titiro, che compone poesie e musica col flauto, a quello improduttivo di Melibeo.$ L'ultima battuta dell'egloga spetterà proprio a Titiro che, mentre calano le tenebre della notte, offre un ultimo riparo accogliente a Melibeo, destinato ad un triste esilio.! 8. Carmina… > abbandono del mondo bucolico = abbandono del canto e della poesia.

TITYRUS ! Hic tamen hanc mecum poteras requiescere noctem! fronde super viridi. Sunt nobis mitia poma,! castaneae molles et pressi copia lactis;! et iam summa procul villarum culmina fumant,! maioresque cadunt altis de montibus umbrae.! Ritorna il pedaggio nel quale Titiro riposava in un omaggio indiretto a chi ha permesso ciò.! L’ombra che cade, cade anche sulla vita di Melibeo, viene meno quella luce che rappresenta il conforto del calore domestico.!

IV ECLOGA Grazie a quest’ecloga avrà fame nel Medioevo di essere “profeta e mago” > dichiara in questi versi di volersi elevare ai temi che contraddistinguono il genere bucolico per cantare le lodi di quel PUER divino la cui nascita sarebbe stata occasione di rinnovamento, che si identifica nel ritorno ad una nuova età dell’oro.! Il suo discorso inoltre deve divenire solenne per adeguarsi al titolo del destinatario, Asinio Pollione (Pollio), nominato consul nel 40 a.C in occasione dell’accordo di pace momentanea di Brindisi tra Ottaviano e Antonio. > ecloga scritta a ridosso del 40! Virgilio riprende il tema che si andava diffondendo nelle religioni in Oriente, legato al mito dell’eterno ritorno che la stessa Sibilla aveva predetto = un giorno la storia dell’umanità sarebbe tornata alle origini > alba di un nuovo mondo con grande ambizione di pace dopo l’orrore delle guerre civili.!

> omaggio al modello: Sicilia patria Teocrito, inventore genere pastorale!

Sicelides Musae, paulo maiora canamus; > devono ispirare il canto e innalzare il tono, sempre nel genere bucolico! non omnis arbusta iuvant humilesque myricae: > humus, semplice! si canimus silvas, silve sint consule dignae.! PROFEZIA. Combinazione tra:! - Profezia della Sibilla cumana, sacerdotessa di Apollo! - Teoria del Magnus annus > il sole, gli astri e i pianeti del Sistema solare tornano tutti alla posizione iniziale dopo aver percorso l’intera loro orbita > dopo un certo numero di anni la storia del mondo sarebbe ricominciata da capo.! - Mito delle età di Esiodo ne “Le opere e i giorni” > la stirpe aurea originaria (sotto regno di Saturno) sarebbe stata soppiantata da una d’argento (Zeus), a sua volta sostituita da una di bronzo, a cui succede una stirpe di eroi (guerra di Troia), fino a giungere a quella del ferro attuale, vertice della decadenza umana.! = per affermare che sta iniziando una nuova età dell’oro, caratterizzata da giustizia, pace e abbondanza.! Ultima Cumaei venit iam carminis aetas;! magnus ab integro saeclorum nascitur ordo.! Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna; > anni in cui regnava Saturno = epoca aurea di abbondanza! iam nova progenies caelo demittitur alto. > stipe che discende dal cielo, di origine divina, comprende il puer! 1. Cumaeum carmen > uno degli oracoli della Sibilla di Cuma, conservato all’interno dei Libri sibyllini, un’antichissima raccolta di responsi oracolari (scritti sulle foglie, di difficile comprensione) custoditi da un collegio sacerdotale per ordine del senato, che venivano consultati prima di prendere decisioni importanti.! 2. Virgo > Astrea, figlia di Giove e della dea della giustizia che aveva abbandonato la terra per ultima alla fine dell’età dell’oro, sdegnata con il genere umano, e che ora, al ricominciare del ciclo, per prima torna tra gli uomini. Anche allusione alla vergine maria.! Tu modo nascenti puero, quo ferrea primum desinet ac toto surget gens aurea mundo,! casta, fave, Lucina: tuus iam regnat Apollo.!

> ricalca gli stilemi della preghiera alla divinità!

1. Lucina > epiteto di Giunone/Diana, dea della luce, della caccia e delle partorienti. Casta perche rifugge il matrimonio.! 2. Primum > si spiega con la concezione ciclica della storia: la fine dell’età del ferro è la prima conclusione di un ciclo temporale che si ripeterà nuovamente nel futuro.! 3. Tuus > perchè fratello di Diana, sotto il suo regno si conclude il ciclo delle età, come profetizzato dall’oracolo della Sibilla.!

Teque adeo decus hoc aevi, te consule, inibit, > ripetizione del pronome + enallage = innalza il tono! Pollio, et incipient magni procedere menses! te duce. Si qua manent sceleris vestigia nostri, > ablativi assoluti! inrita perpetua solvent formidine terras.! 1. Sceleris > colpa che pesa sul popolo romano e che sarà cancellata dalla nascita del puer, emblema d’innocenza. Potrebbe alludere al fratricidio commesso da Romolo, o ai conflitti civili degli anni successivi alla morte di Cesare.!

Ille deum vitam accipiet divisque videbit. > forme poetiche + poliptoto! permixtos heroas et ipse videbitur illis > chiasmo + poliptoto! pacatumque reget patriis virtutibus orbem > destino eccezionale: riportare pace, facendo rivivere le virtù dei padri e governare il mondo ! ! 1. Heroas > grecismo, identifica quelle figure semidivine che possono essere accolte sull’Olimpo.!

At tibi prima, puer, nullo munuscula cultu > non valore avversativo, ma passaggio ad un pensiero diverso! errantis hederas passim cum baccare tellus > pianta sacra al dio Bacco ed utilizzata nelle corone di laurea poetica! mixtaque ridenti colocasia fundet acantho. > grecismi per nomi di piante! Ipsae lacte domum referent distenta capellae! ubera, nec magnos metuent armenta leones;! ipsa tibi blandos fundent cunabula flores.! Occidet et serpens, et fallax herba veneni! occidet; Assyrium volgo nascetur amomum.! 1. Come la terra dà i suoi frutti senz’alcuna coltivazione, così gli animali offrono sostentamento agli uomini spontaneamente, senza nessuna forma di allevamento = qui la pace è intesa come armonia che pervade il mondo animale.! 2. La natura nella sua benignità non genererà più nulla di nocivo per uomini e animali, ma moltiplicherà ciò che è prezioso e raro.!

At simul heroum laudes et facta parentis! iam legere et quae sit poteris cognoscere virtus,! molli paulatim flavescet campus arista,! incultisque rubens pendebit sentibus uva, > ribadisce la generosità della natura che produce frutti senza agricoltura! et durae quercus sudabunt roscida mella. > secondo un’antica credenza il miele cade dal cielo e si deposita! come rugiada sui fiori, dove viene raccolto dalle api!

1. Heroum laudes et facta parentis: chiasmo (heroum > rimanda al genere epico) > il padre del fanciullo è innalzato al livello degli eroi e le sue imprese sono considerate espressione della virtus al pari di quelle eroiche.! 2. Virtus > filosofia, stile di vita che dilaga a Roma in questi tempi.!

Pauca tamen suberunt priscae vestigia fraudis,! quae temptare Thetim ratibus, quae cingere muris > Dea del mare, per metonimia il mare stesso! oppida, quae iubeant telluri infindere sulcos.! 1. Vestigia > violazione ordine naturale: l’uomo è costretto a cingere di mura la città per un senso di protezione e a tracciare solchi nella terra.!

Alter erit tum Tiphys, et altera quae vehat Argo > nocchiero della mitica nave Argo, la 1° a solcare i mari ! delectos heroas; erunt etiam altera bella, > poliptoto / usato perché gli eventi sono già accaduti una 1° volta! atque iterum ad Troiam magnus mittetur Achilles.! 1. Menziona le vicende degli Argonauti (alla ricerca del vello d’oro solcarono per la prima volta il mare) e di Troia, che si collegano rispettivamente ai temi della navigazione e della guerra, riprendendo gli eventi dell’età eroica cantata dai grandi cicli epici.!

Hinc, ubi iam firmata virum te fecerit aetas,! cedet et ipse mari vector, nec nautica pinus > metonimia per nave (materia per oggetto, alberi di pino)! mutabit merces; omnis feret omnia tellus. > inciso breve e incisivo, con poliptoto! 1. La maturità del puer coincide con la piena realizzazione dell’età dell’oro, la cui prima caratteristica è l’assenza dei commerci marittimi e della navigazione stessa, non necessari perché la terra produrrà ogni tipo di bene. Lo stesso accadrà all’agricoltura e all’allevamento.!

Non rastros patietur humus, non vinea falcem;! robustus quoque iam tauris iuga solvet arator;! nec varios discet mentiri lana colores,! ipse sed in pratis aries iam suave rubenti! murice, iam croceo mutabit vellera luto;! sponte sua sandyx pascentis vestiet agnos.! 1. Elementi...


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