Luoghi che curano riassunto libro PDF

Title Luoghi che curano riassunto libro
Author Gaia Magni
Course Psicologia sociale e ambientale
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

L’avvenire di un’illusione> Freud. La cultura postula dei limiti alla totale autodeterminazione dell’individuo. Società e cultura svolgono un ruolo preponderante nella salute mentale dell'essere umano. Pratiche educative che minimizzano certi istinti (rabbia, aggressività, desiderio di morte) inn...


Description

L’avvenire di un’illusione> Freud. La cultura postula dei limiti alla totale autodeterminazione dell’individuo. Società e cultura svolgono un ruolo preponderante nella salute mentale dell'essere umano. Pratiche educative che minimizzano certi istinti (rabbia, aggressività, desiderio di morte) innate secondo Freud nell’essere umano. Norme sociali e libertà individuali devono essere considerati dal punto di vista dell’appartenenza culturale . Tenendo conto di tutte queste regole, qual è il margine di doversi adeguare e dover subire le regole della società e cultura per ottenere sicurezza, protezione, e la sensazione di appartenere a una famiglia /gruppo? Farmer > parla di violenza strutturale. In qualunque società c’è una costrizione “violenta” indiretta per indirizzare i comportamenti del singolo all’interno del gruppo. Non è data da una persona specifica, ma dal’organizzazione stessa della società. Questa obbedienza totale alle “istituzioni” può portare l’individuo a stare male e fare azioni orribili (vedi SS ed esperimento di Miligram a Yale). La presenza di garanti sociali permette di attivare i garanti psichici e un regolare sviluppo del se > al contrario se le figure istituzionali o culturali sono in crisi o mancanti, questa attivazione non ha luogo e nasce un disagio psichico. Un Io “equilibrato” sembra essere derivante dalla presenza di elementi esterni strutturanti e vincolanti > la nostra libertà deriva dalla cultura e dai limiti che incontriamo nella nostra crescita. IO DIVISO / FRAMMENTAZIONE IO CULTURALE Siamo esseri sociali, questa socialità parte fondamentale di noi stessi (mente e corpo) > tutto questo alimentato dalle esperienze. Siamo anche i luoghi che ci sono famigliari e oggetti > prendiamo mezzi, lavoro, colleghi, persone care > il nostro è un IO CULTURALE> secondo alcuni psicologi il nostro cervello si forma proprio in base a queste relazioni culturali> cultura di appartenenza. HIGGINS parla di : - sè ideale > parte di noi con le aspirazioni più profonde , quello che vorremmo essere e diventare. - Sè attuale > concezione che abbiamo di noi tuti i giorni nella vita quotidiana (efficienti o no, forti/deboli, capaci di stare con altri o da soli ) - Sè imperativo > componente normativa, il modo in cui dobbiamo comportarci . Queste tre parti per H. Possono essere coerenti o discrepanti in base al luogo, benessere, senso di integrazione, ansia sociale, depressione. Spesso chi ha più problemi sono i figli di seconda generazione > quelli che migrano in un paese diverso da quello di origine (il loro o dei genitori), che devono cercare di mettere assieme tutti questi culturali diversi. Le diverse culture, le diverse pratiche educative portano a costruire nel sé un ideale dell'io che contribuisce sia allo sviluppo di se stessi sia a quello dei gruppi e della cultura a cui si appartiene. Questo senso del modo in cui si deve essere è diverso rispetto ai veri desideri e ci vincola/opprime, diventando causa di malessere psichico, una insoddisfazione patologica, dolore esistenziale. LA SOCIETÀ ATTUALE IN CRISI Viviamo in un mondo aperto e globalizzato, i confini sono molto porosi, poco definiti e instabili. Tutto ciò incrina e spezza i nostri schemi cognitivi di interpretazione della realtà e ci priva di sicurezza e della garanzia che la società possa proteggerci. È come se la violenza strutturale di cui si parlava prima ci chiedesse tanto sforzo di assoggettamento senza darci niente in cambio. Nei processi contemporanei c’è un senso e direzione, ma noi non siamo in grado di controllarli > c’è mescolamento di culture, meccanismi transnazionali, forze istituzionali, Internet > il singolo dove lo colloco? Come si autodetermina? Molte persone provano un senso di ESPROPRIAZIONE DEL SE, che porta a una fragilità dell’identità e insicurezza. KAES > definisce le origini del malessere contemporaneo > il disordine del mondo porta a una cultura del controllo che produce una violenza incontrollata (terrorismo) oppure violenza controllata (ampliamento delle forma di controllo sociale da parte delle istituzioni). Cultura dell’illimitato > superare i limiti, drogarsi di lavoro o sostanze, ricerca del pericolo, Cultura dell’urgenza > l’orizzonte temporale si restringe al presente, è difficile fare progetti. Cultura della malinconia > idea che il futuro sia precario. Una cultura senza GARANTI > scompaiono figure che possano rispondere alle nostre domande. Nakamura sottolinea la mancanza di mentori > di figure capaci a guidare le persone (coerenza mentale e decifrazione della realtà). LA PERDITA DEI BENI COMUNI: IL SENSO DI IMPOTENZA, LA DEPRESSIONE Il bene comune è ciò che appartiene a tutti . - acqua, terra mare, beni che ci permettono di nutrirci, risorse naturali . Da qui però ne deriva anche una conoscenza culturale > tecniche e forze economiche che permettono l’uso di questi stessi beni e la nascita dei prodotti (agricoltore, allevatore, pescatore, commerciante). Un bene racchiude comunque conoscenze e dinamiche sociali. Si indende anche la capacità di godere di questi beni comuni. - Luoghi (fiumi, mari…) risultato dell’azione collettiva > qualità dell’atmosfera, il clima, la sicurezza alimentare, la pace, il patrimonio culturale, le città . Tutto questo ha un senso grazie all’azione umana> non per forza devono essere regolate dalle istituzioni, ma se la comunità intera ritiene che quel luogo quel bene sia una cosa positiva lo preserveranno a prescindere > se soddisfa i desideri e le motivazioni della popolazione e ne soddisfa i bisogni, sono artefatti che possono dare senso / appartenenza / attaccamento e benessere. La mancanza di beni comuni può fare stare male, in quanto porta ad avere patologie mentali.

BENI COMUNI, AMBIENTE E MALESSERE PSICHICO È possibile che sia in corso un attacco ai beni comuni (in particolare quelli ambientali?) indubbiamente i cambiamenti climatici e ciò che ne comporta sta mettendo in crisi l’umanità . C’è la sensazione che l’ambiente sta diventando un nemico > il ghiaccio sottile, tormente più violente , incendi> SOLASTALGIA (coniato da Glen Albrecht) significa dolore causato dall’assistere ai cambiamenti climatici. Per la nostra costituzione e per l’OMS la salute mentale è un bene collettivo > diritto alle cure. Non sempre è uguale e gratis per tutti anche nei paesi più sviluppati (vedi Stati Uniti). La consapevolezza di non aver garantito questo diritto ad essere curati genera sicuramente ansie e depressione alle persone più povere. Fa poi una serie di riflessioni su quanto siamo disposti a perdere la nostra libertà per il bene collettivo > vedi caso pandemia in Italia. Concetto di casa > appartiene a tutta l’umanità da sempre> luogo fisso o temporaneo che appartiene a noi, è il nostro luogo dove si deposita la memoria, i ricordi, affetti. Per certi punti di vista (il fatto che raccolga memorie) è un luogo psichico. Teoria dell’attaccamento di John Bowlby > alcuni effetti sono fondamentali per la nostra identità, si collegano a fasi della nostra vita (esempio del pentolino da tè difeso dalle popolazioni in Cambogia costrette a migrare dalla città alla campagna). Seguendo il ragionamento di René Kaes la casa rappresenta un garante sociale, che permette l’attivarsi di funzioni psichiche basilari. Perdere la casa mette alla prova la psiche che potrebbe diventare un altro fattore dello stare male oggi. CAPITOLO 2 : PERCHÈ NON STIAMO TROPPO MALE Tutti i disturbi citati colpiscono molte persone (264 milioni secondo OMS, 2019), ma comunque non la totalità (7 miliardi). Come mai non tutti stanno male e riescono a condurre una vita normale? Harari> Sapiens. Da animali a Dei. Breve storia dell’umanità > indica fasi della storia umana > dai primi sapiens a noi . Si passa da una prima rivoluzione cognitiva (il cervello sviluppa pienamente le capacitò linguistiche e si creano forme di comunicazione evolute), si sviluppa capacità di operare attraverso i simboli, nascono idee di religione e mito. Tutto questo apre un periodo caratterizzato da una sussistenza (caccia, raccolta di vegetali o piccoli animali come molluschi). È una fase in cui non esiste una netta distinzione tra tempo libero e tempo di lavoro. Mentre si raccolgono tuberi le donne parlano o giocano con i figli, gli uomini cacciano e parlano delle vicende del gruppo. In questo periodo un sapiens incontrava nell’arco della sua vita al massimo un centinaio di persone, quasi tutte imparentate. Secondo Buss abbiamo ancora caratteristiche nella nostra mente che sono modellate a quegli antichi meccanismi (conflitti psicologici, capacità di adattamento) > la tendenza alla cooperazione o ad esprimere le nostre potenzialità possono rappresentare ancora quelle forme di organizzazione psichica. Dopo la rivoluzione cognitiva c’è stata la rivoluzione agricola > controllo della natura e degli animali. Nascono città, monete, idee di accumulo delle risorse e di proprietà privata. Nascono gli imperi e le prime forme di capitalismo > nasce quello che abbiamo definito il “disagio della civiltà” , la violenza strutturale e il rapporto tra assoggettamento e soggettivazione . 500 anni fa abbiamo avuto la rivoluzione scientifica a industriale, poi quella finanziaria e tecnologica che ci porta ad oggi > in tutte queste fasi il rapporto tra sapiens e società trova forme di regolazione attraverso le istituzioni sociali / economiche e religiose . Secondo Harari in tutto ciò un filo conduttore è da un lato la ricerca della sopravvivenza, e dall’altro la ricerca della felicità > le diverse forme storiche di regolazione sociale hanno tenuto in considerazione e permesso la realizzazione di alcune tendenze psicologiche fondamentali e sono state fondamentali per la nostra sopravvivenza, consentendo lo sviluppo delle culture e di una vita dotata di significato per le persone: cooperazione, altruismo, messa in atto delle proprie potenzialità e capacitò, ricerca e senso di felicità. Pinker> Illuminismo adesso. In difesa della ragione, scienza, umanesimo e progresso> posizione positiva sulle risorse della specie > in particolare per uso razionalità umana. Tentativo di riformulare gli ideali dell’illuminismo con il linguaggio e concetti del XXI secolo > questa corrente di pensiero si sviluppa negli ultimi due terzi del settecento, primato della ragione, fede nel progresso. Tutto questo ha portato a miglioramenti evidenti nei sapiens (si è allungata la prospettiva di vita, aumento delle calorie disponibili, diminuzione di malattie infantili, diminuzione povertà) > con la globalizzazione questa ricchezza ha portato a delle disuguaglianze . Diminuzione mortalità infantile ha permesso la chiave di volta indubbiamente (secondo lui l’oggettività è che si sta bene, non ha senso dire che stiamo male) > secondo lui la razionalità e la scienza sono efficaci per lo sviluppo dei sapiens perché si accompagnano alla spinta alla cooperazione, tendenza umana che per Pinker si manifesta con la funzione regolatrice delle istituzioni sociali e internazionali . La cooperazione è di due tipi > altruistica (quando si agisce per gli altri subendo un costo), mutualistica (quando si agisce per ottenere vantaggi per se e per gli altri)> l’aspetto fondamentale della mutualistica è la coordinazione, la quale comporta che si compiano scelte e si prendano decisioni per benefici reciproci (divisione del lavoro, le norme legali). Dunque tornando alla domanda iniziale tutto sommato stiamocene perché possiamo dire che la specie umana è caratterizzata da una serie di fattori che rappresentano un vantaggio evolutivo e permettono un costante adattamento anche dal punto di vista psicologico > cognizione legata alla cultura (riusciamo a costruire e riprodurre artefatti) > istituzioni, valori, norme, luoghi, obblighi, libertà, capacità ematiche (e quindi riusciamo a cooperare). UNA MENTE LEGATA ALLA CULTURA Il nostro mondo interno si costruisce giorno dopo giorno in relazione al mondo che ci circonda >la nostra mente si riempie di contenuti in base alle esperienze che facciamo. Altri autori pensano che il nostro cervello ha già contenuti nella sua mente, capacità innate (Per Chomsky avevamo già biologicamente il linguaggio)> una specie di “grammatica universale”, a prescindere dalla lingua parlata . Un altro

esempio è dato dal concetto di “schema culturale” > gli schemi sono rappresentazioni mentali o modelli del mondo che ciascun individuo possiede, i quali ci permettono di organizzare esperienze, eventi, situazioni, relazioni della nostra vita. Secondo la psicologia culturale esistono degli schemi che in grado di mettere velocemente in relazione quello che avviene in un certo momento con le nostre conoscenze pregresse e di rispondere prontamente con un’azione adeguata > seguendo tutto questo si può dire che la mente umana si costruisce in modo coerente e adatto rispetto al mondo esterno> siamo in grado di risolvere problemi e prenderete decisioni in modo funzionale alla cultura che ci circonda. LA MENTE NELLE COSE E IL POTERE DEI MEMI Elemento di protezione e vantaggio della specie > capacità di depositare memorie e informazioni al di fuori di noi e metterle a disposizione degli altri e delle generazioni future . Artefatto culturale > prodotto dell’azione umana , incorpora memorie e significati che danno comportamenti > tutto questo ci lega ad altre persone che conoscono come noi il funzionamento di quel dato artefatto (alleanza psichica) , sono una garanzia che non si è soli al mondo. Dawkins> biologo teoretico, nel libro “Il gene egoista” chiama gli artefatti “mesi”, cioè unità base della cultura, come i geni per la biologia. I meni rappresentano tutta l’informazione disponibile all’apprendimento, dalla tecnica per accendere il fuoco alla coltivazione per il grano, come costruire un telefono… Memi replicatori > informazione che viene trasmessa e si replica. Memi veicoli> sono i vettori dell’informazione (concetti della Bibbia sono un meme replicatore che viene trasmesso su un meme veicolo , il libro). Il meme replicatore può assumere diverse forme simboliche e trasportare significati diversi a seconda del punto di vista di chi usa quell’artefatto > lalettura automatica cognitiva e affettiva degli artefatti ci dà efficenza cognitiva e sicurezza però può portare ad errori / incomprensioni/conflitti. Comunque per i membri appartenenti a aquella stessa cultura il meme ha un valore importante perché ci fa sentire membri della stessa comunità, la consapevolezza di non essere soli, e di essere capiti. IL GRANDE VANTAGGIO DI AVERE EMPATIA Rizzolari, So quel che fai, il cervello che agisce e i neuroni specchio ; Nella mente degli altri. Neuroni specchio e comportamento sociale; Specchi e cervello. Come comprendiamo gli altri dall’interno > capacità biologica innata di comprendere gli altri. Rizzolati e il suo gruppo hanno scoperto che alcuni neuroni motori si attivano non solo quando il soggetto fa un movimento, ma anche quando osserva lo stesso movimento eseguito dallo sperimentatore: per questo sono chiamati neuroni specchio. Ipotizza che esista un “network” di cellule cerebrali che comprende aree parietali frontali inferiori e promotore del cervello, deputato al riconoscimento delle azioni non solo quando le osserviamo mentre un’altra persona le esegue, ma anche quando leggiamo un testo che parla di un’azione o ascoltiamo una parola associata a quell’azione. C’è una capacità innata a comprendere l’altro e le loro emozioni (altruismo, comportamento cooperativo). Simon Baron - Cohen “La scienza del male. L’empatia e le origini della crudeltà” sottolinea come l’empatia sia un processo in due fasi : - riconoscimento di uno stato psicologico in un’altra persona - vivere la stessa esperienza L’empatia è composta dai processi mentali della nostra psiche: quello cognitivo (riconoscere e valutare stato mentale altrui) e quello emozionale (provare lo stesso stato dentro di se). Se manca uno di questi due fattori non si ha empatia. Baron- Cohen per far capire quanto sia importante evidenza alcune situazioni in cui l’empatia è totalmente assente e fa vedere quanto si stia male. Perché manca empatia? - danno biologico che colpisce il cervello (es. bambino autistico/sindrome) . Le parti lese potrebbero essere l’amigdala , frontale inferiore (riconoscimento delle emozioni), corteccia prefrontale mediale (permette elaborazione punto di vista altrui), malfunzionamento neuroni specchio (se non riusciamo ad attivarli non capiamo l’altro). - Psicologico/relazionale > grave carenza rapporto genitori-figli non si realizzano forme di attaccamento . Se la famiglia è ben funzionante. IL cinema cerca di studiare tutto questo, la mancanza porta a una DEUMANIZZAZIONE cioè considerare l’altro come non umano > considerare l’altro come un oggetto e manipolarlo. Il blocco ematico in alcune situazioni può essere però necessario > medico (protezione del carico emozionale) . TENDENZA INNATA DI CERCARE ESPERIENZE CHE FANNO SOFFRIRE DI MENO RESILIENZA > capacità di reagire a situazioni negative con comportamenti positivi. La nostra mente possiede capacità di riorganizzarsi e di cambiare lettura della propria esistenza (bebe vio, Alex Zanardi). Bruno Bettelheim> psicanalista austriaco “sopravvivere” descrive la strategia di sopravvivenza psichica dopo che fu internato nei campi nazisti > sentirsi uno psicologo e non un numero. Un altro, Frankl, descrive come inizialmente abbia cercato di dimenticarsi del sé (dereflessione), pensarsi al di fuori di se stesso , e poi continuo pensiero sul futuro. Anche Liliana Segre descrive bene questo meccanismo > è un qualcosa innato che ci porta a difenderci e pensare ad altro in situazioni estreme. LA BUONA ESPERIENZA NELLA CULTURA, NEGLI ARTEFATTI, NEI LUOGHI: IL FLUSSO DI COSCIENZA Nasciamo in un mondo già costruito . La psicologia sociale e culturale ci dicono che siamo frutto della evoluzione culturale, che è un processo storico di accumulo di informazioni in sedi extra-individuali> nei prodotti delle azioni umane, negli artefatti o mesi. Ognuno di noi cresce in questa cultura ereditata , ognuno di noi ne interiorizza una parte e costruire il se> la psicologia culturale chiama questo processo selezione psicologica individuale. L’interazione con il mondo esterno suscita dentro di noi vissuti, emozioni, pensieri, esperienze ( che possono essere positivi o negativi) . Un’esperienza positiva farà si che cercheremo di ripeterla.

Buona esperienza > da cosa nasce? Come si mantiene? Non esiste una regola assoluta, esistono teorie diverse. Una di queste è la teoria del flow of consciousness, o flusso di coscienza. Tutti gli umani condividono emozioni di base: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa. C’è uno stato esponenziale positivo in cui la persona impegna tutta la sua attenzione in quell’atto e il resto del mondo, non attira più l’attenzione > flow. Si tratta di un’esperienza complessa, chiamata esperienza autotelica (auto = sé), (telos=scopo) in alcuni casi l’obiettivo delle azioni compiute dagli uomini è contenuto nell’attività stessa e non ha bisogno di altra ricompensa esterna. Gli studi confermano che questa esperienza è comune a tutte le culture, e questo stato mentale ha esperienze simili: - concentrazione totale e piena attivazione cognitiva: gli stimoli irrilevanti scompaiono dalla coscienza, tutta l’attenzione è focalizzata su ciò che sta avvenendo in quel momento. Il futuro viene annullato - Gli scopi sono chiari > la persona sa cosa deve essere fatto senza sforzo - Feedback immediato > la situazione fornisce la percezione di come stiano andando le cose. - Non mi auto osservo> non sento il bisogno di controllare il mio comportamento che va libero. - È presente un’immersione tra azione e consapevolezza, fusione tra ciò che c’è in me e che mi attornia - Pieno controllo della situazione (automatico, avviene senza sforzo). - Il tempo passa più lento o più veloce del normale. - Sensazione che esista un equilibrio tra richieste esterne e se stessi > le sfide sono percepite in equilibrio con le proprie capacità psicologiche e comportamentali o solo leggermente superiori (il che rende la situazione attraente). - Presenza di motivazione intrinseca > esperienza diventa motivo stesso del comportamento, la persona rimane nella situazione o svolge quell’attività perché è ripagata pienamente. Motivazione profonda e autodeterminazione - Stato emozionale positivo, la persona si sente bene, coinvolta e socievole. - Assenza di noia > situazi...


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