migranti di seconda generazione nuovi cittadini in cerca di una identità PDF

Title migranti di seconda generazione nuovi cittadini in cerca di una identità
Author Giorgia Calafiore
Course Scienze e tecniche psicologiche
Institution Università degli Studi di Catania
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riassunti del testo migranti di seconda generazione...


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migranti di seconda generazione: nuovi cittadini in cerca di una identità Sociologia Università degli Studi di Catania 19 pag.

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MIGRANTI DI SECONDA GENERAZIONE= INTRODUZIONE DAHER Il termine Seconde generazioni, indica i figli dei migranti che risiedono stabilmente nel nostro paese. I quali vivono e portano i segni della migrazione, che hanno vissuto un percorso migratorio e sono arrivati in Italia da piccoli e vivono in un contesto familiare dove gli effetti della migrazione li coinvolgono. Sono numerosi i riveli critici riguardo l’espressione seconde generazioni:  

Sayad sostiene che parlare di immigranti di seconda generazione è un contraddizione, dato che non si può imputare a tali soggetti la scelta di migrare, implicita invece nel termine. Altri invece sostengono che tale espressione favorirebbe la catalogazione di tale categoria di giovani in base alle loro appartenenze familiari.

È nata a Roma la rete G2, fondata da figli di immigrati e\o rifugiati e\o cresciuti in Italia, che si autodefiniscono seconde generazioni. Seconde generazioni sono tutti quei giovani arrivati nel paese di accoglienza in età prescolare, i minori adottati e quelli non accompagnati. Le richieste dei giovani stranieri sono diverse da quelle degli adulti immigrati di prima generazione, sono una generazione involontaria sospesi tra due culture differenti, in bilico tra appartenenza ed estraneità. Nel caso delle seconda generazioni possiamo parlare di Doppia appartenenza e doppia etnicità, cioè sentono di appartenere ad entrambe le culture e molte difficoltà nascono proprio da questa doppia posizione culturale, oltre che da oggettivi ostacoli istituzionali e burocratici. Analizzare l’odierna condizione dei giovani immigrati di seconda generazione in Italia e in Sicilia nel tentativo di evidenziare le problematiche avvolte attorno a questa categoria sociale sia da un punto di vista istituzionale che culturale, con particolare riguardo al tema della richiesta della cittadinanza rappresenta un elemento di stabilità per il minore straniero, un punto di riferimento istituzionale per la sua inclusione civica e per il suo riconoscimento sociale, sia da un punto di vista giuridico che relazionale. Parlare di cittadinanza in riferimento ai figli degli immigrati significa delineare delle sfide significative intrinseche a tale formulazione (culturali-giuridiche-istituzionali). Lo status della cittadinanza entra in correlazione con altre due dimensioni: partecipazione ecologica e conformità culturale. Le migrazioni  costruzioni sociali complesse agiscono 3 attori: la società di origine, il migrante e la società ricevente. La presenza della comunità di riferimento sul territorio è spesso da ostacolo al completo inserimento nella comunità d'accoglienza. Le varie differenze di fede, abitudini, comportamenti quotidiani dei migranti di prima generazione aumentano quindi la distanza sociale, e rendono difficile il percorso identitario dovuto al conflitto tra i due mondi. Inoltre, il difficile ottenimento della cittadinanza amplifica il divario. I figli degli immigrati, anche se nati in Italia non nascono italiani. Il quadro legislativo nazionale prevede che: 



Per i nati in Italia: possono diventare italiani se: registrati all'anagrafe hanno risieduto in Italia regolarmente fino a 18 anni, e per acquisire la cittadinanza italiana devono fare richiesta entro i 19 anni altrimenti dovranno attendere ulteriormente. Per i figli di immigrati non nati in Italia non è previsto nessun percorso privilegiato, dovranno seguire il percorso dei genitori ovvero per residenza oppure per matrimonio con cittadino italiano.

La loro è una situazione problematica sul piano giuridico che grava la loro “sospensione” culturale. Per risolvere questi e altri problemi sono state fondate diverse associazioni (come la rete G2, yalla italia) Il terreno d’azione non può essere solo giuridico, ma anche istituzione e culturale. e quale istituzione sociale e culturale meglio della scuola dove seminare una nuova idea di cittadinanza interculturale.

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La scuola che dovrebbe essere luogo di integrazione sociale e culturale purtroppo spesso diventa luogo di delusione fallimento spingendo i giovani figli di immigrati ad abbandonare gli studi entrando così nei circuiti della illegalità. Il giovane rischia quindi di rifiutare sia la cultura d’origine a causa della assimilazione alla cultura ospitante, oppure la rifugiandosi nella comunità di origine resisterà alla cultura ospitante. Oppure si potrebbe opporre ad entrambe le proposte culturali. Una scelta sulla doppia appartenenza sarebbe invece l'ideale perché andrebbe ad armonizzare entrambe le culture NUOVI ITALIANI: i giovani immigrati cambieranno il paese? GIAMPIERO DELLA ZUANNA (1) Dal 1° gennaio 2010 la popolazione straniera residente in Italia è cresciuta in modo notevole. Questo fenomeno deve portarci a comprendere in che modo ciò possa influenzare la società, ma di analizzare anche il rapporto che si viene a creare tra i giovani immigrati o i figli degli immigrati che vivono in Italia L'indagine nazionale ITAGEN2 ha preso in esame due vasti campioni di alunni italiani e stranieri alla scuola media inferiore. Gli obiettivi dell’indagine erano due: politici e conoscitivi Il metodo di indagine proposto era di tipo quantitativo, questionario a risposte chiuse, uguale per tutte le sedi. Grazie a tale indagine è stato possibile comprendere quanto sia importante attuare politiche volte a migliorare il processo di integrazione, ed accrescere la conoscenza di tale fenomeno migratorio poiché in rapida espansione, inoltre è stato possibile osservare quanto i giovani stranieri socializzati in Italia siano simili ai coetanei italiani più di quanto non lo siano ai coetanei del loro paese ma arrivati in Italia da più grandi. Da questa indagine si evince un processo (convergenza) di avvicinamento degli stranieri verso gli italiani. Il problema della scuola: Il problema che emerge dall’indagine è scolastico, i risultati scolastici degli studenti stranieri sono peggiori rispetto a quelli degli italiani, ciò non è dovuto al fatto di emigrare, perché ad esempio gli italiani figli di immigrati in Australia hanno avuto risultati migliori rispetto ai giovani australiani. Ciò è dovuto a causa di un sistema scolastico italiano non pensato né per gli immigrati, né per chi proviene da famiglie con genitori POCO istruiti (dal momento che il sistema scolastico è basata su svolgere i compiti a casa), semplicemente è pensato solo per chi possiede gli strumenti economici e sociali affinché il figlio segua lo stato sociale del genitore, quello che gli immigrati di fatto non possiedono. I giovani stranieri tendono infatti ad abbandonare il percorso di studi per cercare lavoro. Ma se questo diritto gli venisse privato potremmo assistere al processo di downward assimilation integrazione dei ragazzi di seconda generazione nei circoli viziosi della criminalità. Il sistema scolastico diciamolo chiaramente non aiuta l'integrazione di questi giovani e spesso crea diseguaglianze. Inoltre, molti italiani temono che gli immigrati possano danneggiare l'evoluzione del paese, questa è una banalità. Il timore che le migrazioni snaturino la società italiana è infondato perché si è dimostrato come i giovani immigrati siano spinti dalla voglia di migliorarsi di realizzazione socio-lavorativa che è più evidente rispetto ai giovani autoctoni. Semmai il rischio è l'opposto e cioè la perdita di identità culturale da parte dei migranti. Una società interculturale fatica a nascere, sia per gli atteggiamenti di forte diffidenza nei confronti dei migranti, sia perché i giovani stranieri tendono ad assimilare gli aspetti culturali della società italiana.

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SETTE TESI SUL FUTURO DELLE SECONDE GENERAZIONE IN ITALIA STEFANO MOLINA (2) Questa ricerca si sviluppa in 7 tesi cercano di far capire come si sta sviluppando l'integrazione delle seconde generazioni In Italia. 1°TESI: Le seconde generazioni ci obbligano a cambiare e adottare precise terminologie lessicali. Dobbiamo fare chiarezza sui termini:  



I termini immigrato e straniero veniamo spesso usati come sinonimi, invece bisogna distinguere tra la condizione di immigrato che è permanente, e la condizione di straniero che è transitoria I termini di nazionalità e cittadinanza: il termine cittadinanza rinvia all’insieme dei diritti che uno stato riconosce ai propri cittadini e all’insieme dei doveri a questi correlati; la nazionalità fa invece riferimento all’appartenenza a una comunità con un comune denominatore culturale. Vanno distinti anche i canali di accesso alla cittadinanza. La concessione della cittadinanza (art5 legge91) avviene da parte delle autorità competenti mentre l'acquisizione (art4 legge91) si ottiene se si posseggono determinati requisiti. Questa acquisizione automatica la ottengono le seconde generazioni nate in Italia che faranno richiesta entro il 18 anno di età.

2° TESI: il futuro delle seconde generazioni sarà plurale Il futuro delle seconde generazione in Italia sarà un vero e proprio mosaico di combinazioni tra diversi territori, ognuno con la propria identità culturale, e diverse comunità immigrate. Il fenomeno migratorio non è per nulla omogeneo 3° TESI: il futuro sarà plurale perché le diverse classi generazionali assumeranno un ruolo fondamentale. In tale ricerca individuiamo diversi gruppo di stranieri: -

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Sono stranieri, ma non sono immigranti e non sono stranieri  la loro prima lingua è l’italiano, anche se a casa parleranno una seconda lingua Non sono stranieri e non sono nemmeno immigrati  vivono il conflitto familiare all’interno delle mura domestiche Generazioni 1.75 (G 1,75): sono quei bambini nati all'estero e giunti in Italia in età prescolare, hanno vissuto un'esperienza migratoria pur non avendola scelta sono stranieri ed anche immigrati. Generazione 1.5 (G 1,5): ragazzi che hanno iniziato la scuola nel paese di origine e la proseguono in Italia, cambiando insegnanti, amici, ritrovano con difficoltà una forma di adattamento e nutrono perenne nostalgia per il paese di origine. Generazioni 1.25 (G1.25): sono i ragazzi giunti in Italia dai 13 ai 17 anni, il loro profilo si avvicina a quello degli immigrati di prima generazione, si trovano in una fase molto delicata, vivranno tensioni molto forti con i genitori e difficoltà nella socializzazione e nell'apprendimento della lingua italiana.

4° TESI: il numero dei figli dell’immigrazione sui banchi di scuola è destinato a crescere ulteriormente Il numero di bambini stranieri nelle scuole italiane è destinato a crescere sempre più non tanto per i nuovi arrivi ma per la stabilizzazione lavorativa nel nostro paese che ha provocato una impennata di nascite. Grazie anche alla “grande regolarizzazione” 5° TESI: l’integrazione scolastica delle seconde generazioni sino a oggi si è basata sul rallentamento I ragazzi stranieri accumulano ritardi nel percorso scolastico, di ciò si parla poco perché si ritiene che questo ritardo sia fisiologico: un prezzo da pagare da parte di chi ha cambiato sistema scolastico. I risultati delle prove invalsi, dimostrano come i giovani stranieri ottengono punteggi inferiori rispetto ai coetanei italiani. 6° TESI: con le seconde generazioni il fallimento scolastico sarà sempre meno tollerato

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Sono necessari dei cambiamenti nella scuola e nel paese che riguardano i comportamenti e le competenze professionali degli insegnanti che dovrebbero evitare di proiettare sulle seconde generazioni pregiudizi. Per le seconde generazioni e per le loro famiglie la scuola rappresenta l’unica speranza di promozione sociale. una scola estremamente soffice finisce per confondere democratizzazione con demeritocratizzazione. 7° TESI: con il passare del tempo molti rappresentanti delle seconde generazioni diventano statisticamente invisibili. Un fenomeno importante è anche la scomparsa delle seconde generazioni perché progressivamente assorbite dall’insieme della popolazione italiana Dobbiamo impegnarci a far loro più spazi soprattutto nelle nostre mappe mentali, aiutarli a crescere ad esprimersi senza soffocarli con pregiudizi e paura. SECONDE GENERAZIONI: una sfida culturale, giuridica e istituzionale al tema della cittadinanza MAIA TERESA CONSOLI (3) La cittadinanza è un tema di fondamentale importanza. Fonda la costruzione dello stato nazione, assume una prospettiva unitaria: nel tentativo di tenere insieme il tema dei diritti soggettivi e le ragioni collettive dell’appartenenza; indica sia l’inclusione che l’esclusione da alcuni processi civili, politici e sociali. I migranti devono andare in contro a delle sfide riguardanti i problemi di funzionamento delle agenzie di socializzazione, di accesso al mondo del lavoro, il difficile equilibrio tra soggettività e stato: SFIDA CULTURALE: il meccanismo attorno al quale si possono osservare i flussi migratori è rappresentato dall’accesso al mondo del lavoro e dal progressivo istituirsi del rapporto tra amministrazione e persone  rende possibile definire alcune persone cittadini. Il lavoro rappresenta uno strumento di libertà individuale dai rapporti servili, in cui si viene tutelati . Il lavoro svolto da questi migranti può essere denominato “le 3 D”  Dirty, difficult, dangerous; svolgono infatti i lavori più umili occupano posizioni precarie e poco gradite. Questo produce effetti devastanti:   

Perché rende cieche molte istituzioni dinanzi un fenomeno emergenziale Perché rende molto difficile considerarsi in una società polietnica Perché sembra rimandare alla società migrante la responsabilità di integrarsi . Ed è proprio la scarsa integrazione genera quindi illegalità, mancata socializzazione e contrasti tra scuola e famiglia.

È sbagliato attribuire alla famiglia e alla scuola responsabilità inerenti all’integrazione senza che lo stato offra criteri e condizioni funzionali per gestire il fenomeno. La sfida culturale è una sfida che riguarda tutti i processi di socializzazione e tutte le nuove generazioni. Non può essere circoscritta ad una sfida educativa a carico dell’istituzione scolastica, ma attiene tutte le agenzie di socializzazione ed implica una riflessione più generale sui ruoli adulti ai quali vengono socializzate tutte le nuove generazioni, sulle modalità che vengono offerte di accesso al mondo del lavoro e sulle aspettative che vengono alimentate. SFIDA GIURIDICA: In Italia vige lo ius sanguinis,  per cui i nati in Italia da genitori non italiani otterranno la cittadinanza solo se iscritti all'anagrafe e se avranno risieduto sul territorio nazionale fino alla maggiore età.  Per i figli di immigrati non nati in Italia non esiste alcun percorso preferenziale per cui possono ottenere la cittadinanza per residenza, o per matrimonio, anche se ultimamente entrambe le possibilità sono state ristrette.  O ancora lo status di legalmente soggiornante: che richiede un accesso regolare al lavoro, la disponibilità di sufficienti requisiti reddituali e abitativi. Questi vincoli favoriscono l'illegalità del soggiorno, la cittadinanza quindi è collegata anche alla situazione dell'intera famiglia. Il quadro entro cui prende forma l’acquisizione della cittadinanza non è strettamente

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connesso alle condizioni del ragazzo, ma dell’intera famiglia. La cultura giuridica affronta il dilemma inerente alla distinzione tra persona e soggetto diritto, tra persona e cittadino. SFIDA ISTITUZIONALE: il tema della cittadinanza non indica solo uno status giuridico ma è collegato al processo di costruzione dei moderni sistemi di welfare. Come abbiamo visto ai migranti è offerto poco e le loro scelte finiscono per accettare l’illegalità in tutti i fronti. I migranti e le loro famiglie non godono del diritto di voto passivo o attivo, ricoprono ruoli marginali e precari. Tale sfida implica la necessità di individuare nuove forme di solidarietà da progettare e costruire sui territori a fronte di una strutturale assenza d’interventi di programmazione. COSTRUIRE NUOVE FORME DI CITTADINANZA A SCUOLA alunni italiani e stranieri a confronto DAHER (4) In Italia la cittadinanza è intesa come status giuridico al quale cittadino vengono riconosciuti diritti e doveri. La cittadinanza diventa così un’attribuzione dei diritto positivo che divide i presenti sul territorio in cittadini e stranieri. Tale concetto, molto complesso, dovrebbe basarsi su capisaldi che tengano conto delle trasformazioni sociali ormai irreversibili. Dalla presenza di differenti gruppi emergono nuovi contesi a carattere multiculturale. Bisogna dunque riformulare il concetto di cittadinanza in modo da permettere l’inclusione dei nuovi gruppi che si insediano sul territorio. La scuola rappresenta il luogo da cui partire per tale riformulazione. Già da tempo nelle scuole italiane si insegna l'educazione alla cittadinanza, disciplina che dovrebbe azzerare le disparità, agevolare la tolleranza, la multiculturalità e la sana convivenza. Nella società multi-culturale e multi-religiosa è indispensabile convivere civilmente. Educare alla convivenza civile significherebbe aiutare gli alunni a vivere, scoprire ed interiorizzare gli alfabeti del convivere, basati sull’incontro e sul dialogo, sul confronto e sulla critica costruttiva, sulla partecipazione, sul riconoscimento dei valori comuni. Il passaggio da un progetto di cittadinanza multiculturale a quello di cittadinanza interculturale appare tutt’altro che agevole. Tuttavia, nella scuola italiana vengono adoperate delle strategie come:  Assimilazione: che incoraggia i ragazzi stranieri ad abbandonare la loro cultura d'origine a favore di quella italiana.  Ghettizzazione: sostiene l’idea della pluralità culturale, considerando le culture in conflitto. È necessario dunque evitare contaminazione tra le culture e mantenerle separate  modello di autosegregazione al fine di preservare l’identità culturale originaria. Emergono di versi errori dal metodo utilizzato dagli insegnati:  

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un approccio soft, frutto di multiculturalismo sentimentale, basato sull’agevolazione a tutti i costi degli allievi immigrati un buonismo che trascura di fornire ai minori le competenze e le conoscenze necessarie per il loro futuro, spesso tale trattamento finisce per produrre una maggiore marginalizzazione del soggetto, proprio perché rimarcato per diverso. Interpretare gli scarsi risultati come fallimento della sua integrazione Basare il proprio intervento come multiculturalismo profondo taglia fuori i giovani migranti dalla partecipazione alla vita sociale Avviare programmi di educazione bilingue senza cautele rischia di emarginare i figli degli immigranti

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Bisognerebbe introdurre pratiche riferite ad un’idea di i nterculturalità, sia all’interno delle istituzioni che ai comportamenti sociali diffusi. Il progetto scolastico dovrebbe superare i vecchi programmi di educazione civica modificandoli, conciliando le problematiche sociali, con il tentativo di rafforzare l’identità e l’apertura al pluralismo HANNOUN sostiene che l’assimilazione e la ghettizzazione non rappresentino la via giusta. La soluzione sarebbe l’interculturalismo è centrato sulla garanzia della pluralità, sul dialogo, cooperazione, solidarietà. Questo modello potrebbe anche rendere possibile la ridefinizione del concetto di cittadinanza in chiave interculturale. Ricerca sulle seconde generazioni nelle scuole catanesi In una prima fase della ricerca sono state somministrate interviste a docenti e dirigenti i quali affermavano di essere focalizzati sul tema dell'accoglienza, e della integrazione, ma in realtà si limitavano a fare scoprire le...


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