Nathan der Weise PDF

Title Nathan der Weise
Course Letteratura tedesca I
Institution Università degli Studi di Trento
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Nathan il saggio (Nathan der Weise) – Zusammenfassung und Analyse Autore -> Gotthold Ephraim Lessing Ambientazione -> Gerusalemme all'epoca della terza crociata (1192) Pubblicato nel -> 1779 Personaggi principali -> Nathan, saggio mercante ebreo, sultano Saladino e un templare Nathan il saggio (Nathan der Weise) è un dramma scritto da Gotthold Ephraim Lessing e pubblicato nel 1779. Ambientato a Gerusalemme durante la terza crociata, il dramma descrive in che modo il saggio mercante ebreo Nathan, l'illuminato sultano Saladino e un inizialmente anonimo templare riescono a colmare il loro divario tra Ebraismo, Islam e Cristianesimo. La sua rappresentazione fu proibita dalla Chiesa durante la vita di Lessing ed insieme ad un'altra sua opera, Gli ebrei (Die Juden), fu bandita anche sotto il regime nazista. Atto I Nathan, mercante ebreo, torna a Gerusalemme da Babilonia dov’era per affari e Daja, dama di compagnia cristiana di sua figlia Recha, gli dice che la sua casa è bruciata. Recha si è salvata solo grazie all’intervento di un templare misterioso che poi non si è fatto più trovare. Questo templare era stato prima catturato e poi liberato da Saladino. Recha sostiene che chi l’ha salvata fosse un angelo mentre Nathan la convince che era un uomo intervenuto per miracolosa coincidenza. Arriva Al-Hafi, ex derviscio e ora tesoriere di Saladino nonché amico di Nathan. Lui chiede a Nathan di aiutarlo col suo incarico ma Nathan, oltre a rifiutare, lo consiglia invece di tornare alla libertà del suo mestiere precedente. Il templare incontra un frate inviato dal patriarca che gli dice che deve portare una lettera a re Filippo contenente informazioni per tendere una agguato a Saladino. Ma lui rifiuta perché Saladino gli ha salvato la vita. Atto II Saladino gioca a scacchi con sua sorella Sittah e perde. Comanda a Al-Hafi di darle la vincita ma lui confessa che i soldi delle casse sono finiti e che da tempo è la sorella a mantenere la corte. Saladino ordina a Al-Hafi di andare da Nathan a chiedere un prestito. Nathan insegue il templare per ringraziarlo. Trovatolo Nathan gli dice quanto è giusto che gli uomini siano buoni e fratelli, nonostante la provenienza o la religione. Il templare gli risponde che il popolo che per primo si è proclamato eletto, che ha imposto il proprio Dio come migliore al mondo intero e la cui superbia, poi passata a cristiani e musulmani, ha contagiato il mondo intero è proprio quello ebraico. Nathan risponde che il templare ha ragione ma che egli non vuole vedere in lui un cristiano ma un uomo come lui e gli chiede di fare lo stesso. Lui e il templare diventano così amici ed egli gli confida di chiamarsi Curd von Stauffen, nome che risveglia a Nathan dei ricordi. Arriva Daja che comunica a Nathan di essere stato convocato da Saladino ed egli asserisce di voler fare tutto ciò che lui gli chiederà perché egli ha salvato colui che ha salvato sua figlia. Arriva Al-Hafi che gli comunica il motivo per cui Saladino l’ha convocato, gli dice di non farcela più a fargli da tesoriere e che sta per partire per l’India dove tornerà a fare il derviscio. Atto III Recha e Daja parlano di Dio. La serva cristiana vuole che il templare porti Recha in Europa. Vuole che “il suo Dio, il Dio per il quale combatte la porta alla terra alla quale appartiene”. Recha la redarguisce perché Dio non appartiene a nessuno e non ha bisogno di nessuno che combatta per lui. Giunge il templare che, fissando Recha, se ne innamora mentre lei affievolisce il desiderio che aveva per lui. Il templare poi si reca dal sultano a prendere Nathan. Saladino, nel frattempo, chiede a Nathan non soldi ma – per testare la sua saggezza – gli chiede quale sia la fede più vera. Nathan risponde con: la parabola dei tre anelli (Ringparabel): Vi era una volta in Oriente un uomo che possedeva un anello che aveva il potere di rendere grato a Dio e agli uomini chi lo portasse con fiducia. Egli lasciò l’anello al figlio più amato e così via finché uno dei discendenti non ebbe tre figli che amava in egual misura. Egli promise, in vita, l’anello a tutti e tre e così, quando morì, fece costruire due copie identiche e diede ad ogni figlio un anello. I tre anelli sono identici, impossibile provare quale sia quello vero, così come per noi è impossibile sapere quale sia la vera fede. I tre fratelli litigarono e andarono da un giudice. Egli lesse questo gesto paterno come atto d’amore e consigliò loro di agire come se ognuno di essi avesse il vero anello, aiutando le sue virtù naturali con carità e devozione a Dio. Quando le virtù degli anelli appariranno nei nipoti dei nipoti il giudice li invita a tornare da un suo successore perché egli, più saggio di lui, possa decidere la questione. Detto questo fu Nathan a proporre a Saladino di prestargli del denaro, Saladino ringrazia e convoca il templare. Il templare incontra poi Nathan e gli chiede la mano della figlia ma lui tentenna

volendo sapere a quale ramo degli Stauffen egli appartenga. Il templare si incontra poi con Daja che gli confessa che Recha, in realtà, è figlia di cristiani e non è quindi né ebrea né figlia di Nathan. Atto IV Il templare si reca dal patriarca a chiedere consiglio sul da farsi e questi gli dice che, se ciò fosse vero, l’ebreo in questione andrebbe messo a morte sul rogo per induzione all’apostasia. Il templare si reca poi da Saladino che sta ricevendo il denaro di Nathan, lo ringrazia per la vita donata e gli giura fedeltà. Poi racconta a Saladino, un po’ irato, che Recha è stata allevata come ebrea a sua insaputa e lui chiede di convocarlo. Partito il templare Saladino chiede a sua sorella Sittah di portare al suo cospetto. Nel frattempo Nathan incontra il frate e questi gli confessa che fu lui, diciotto anni prima, a consegnagli la bambina la cui madre era morta e che gli fu affidata dal padre militare, Wolf von Filnek, prima di muovere verso Gaza e di morire presso Ascalona. Il frate non condivide la rabbia del patriarca in quanto, sostiene, in giovane età l’amore di un padre è più utile del cristianesimo. In fondo, sostiene, il cristianesimo si basa sull’ebraismo e Gesù stesso, in fondo, era un ebreo. Nathan racconta a sua volta che, poco prima di incontrare il frate diciotto anni prima i cristiani avevano ucciso sua moglie e i suoi sette figli. Passata però la rabbia contro i cristiani egli accolse la ragazza come mandata da Dio per sostituire i suoi sette figli morti. Nathan poi suppone che la madre della bambina fosse una von Staffel e suo zio fosse Conrad von Stauffel, il padre del templare. Il frate si allontana alla ricerca di un breviario in cui erano stati segnati i parenti della bambina. Atto V Finalmente arrivano, dall’Egitto, i soldi delle tasse per riempire le casse di Saladino. Nel frattempo il templare riconosce che Nathan ha agito bene prendendosi cura di Recha ed avendola allevata così bene e si pente di aver parlato con il patriarca. Il frate dà a Nathan il breviario con i nomi dei veri parenti di Recha e gli dice che il templare ha fatto la spia al patriarca. Nathan incontra poi il templare che confessa di aver parlato con il patriarca, chiede perdono a Nathan e gli chiede la mano della figlia “ebreo o cristiana che sia”. Nathan gli risponde che è troppo tardi, che ormai si è trovato un fratello di Recha e che quindi sarà lui a occuparsi di lei e a decidere chi potrà prendere in moglie. Entrambi vanno poi da Recha che si trova da Sittah. Nel frattempo Recha si lamenta con Sittah del suo destino e di Daja che, pur avendola sempre amata come una madre, identifica, secondo Recha, il cristianesimo come la sola vera fede, l’unica via verso Dio e si sente tenuta a guidare verso quella via tutti coloro che non la seguono. Recha dice poi a Sittah che Daja le ha confessato di essere nata da cristiani e che Nathan non è suo padre. Arriva Saladino che le dice che il sangue non fa il padre ma che sarebbe meglio per lei se trovasse un marito e, anzi, ha convocato Nathan e il templare. Nathan comincia a parlare e dice che il templare non si chiama Curd von Stauffen ma Leu von Filnek. La madre era una von Stauffen così come suo zio, Curd von Stauffen. Suo padre, invece, Wolf von Filnek, era un amico di Nathan ed era anche il padre di Recha, che in realtà di chiama Blanda von Filnek. Il padre di entrambi, per di più, non era tedesco ma persiano e Saladino, riconoscendone la scrittura nel breviario, lo identifica con suo fratello Assad. Il testo si conclude con l’abbraccio collettivo della ritrovata famiglia. Analisi contenutistica I temi principali sono l'amicizia, la tolleranza, il relativismo di Dio, un rifiuto dei miracoli e un bisogno di comunicazione. L'anello rappresenta la contiguità dei valori. Lessing pone tutte e tre le religioni sullo stesso piano, evitando in tal modo che una delle tre prenda il sopravvento sull'altra. Questo atteggiamento fa capire come l'opera di Lessing promuova la tolleranza tra le religioni e respinga invece il fanatismo, riconoscibile inizialmente nel personaggio di Saladino. Il libro è stato tradotto in molte lingue ed è spunto di molte recite scolastiche in scuole medie ed elementari.

I masnadieri (Die Räuber) - Zusammenfassung und Analyse Autore -> Friedrich Schiller Composto nel -> 1781 I Personaggi principali -> Maximilian, attuale Conte di Moor, Karl e Franz (suoi figli), Amalia von Edelreich e vari libertini diventati poi masnadieri.

I masnadieri (Die Räuber) è un dramma in cinque atti di Friedrich Schiller. Rappresentata nel 1782 a Mannheim, fu un successo clamoroso: si racconta che durante la rappresentazione alcune signore siano svenute dall'emozione e che gli spettatori si siano abbracciati perché coinvolti emotivamente dall'azione. Trama L'azione si svolge in Germania, tra il castello di Franconia e la Selva Boema, e dura circa due anni. Le prime scene sono quelle che presentano i personaggi: al castello il vecchio Moor, il fratello malvagio Franz e l'amata Amalia (si potrebbe dire da entrambi i fratelli, ma Franz vuole solo servirsene). Si può supporre che la contea dei Moor non sia molto grande visto che non ci sono ministri o cortigiani ma solamente pochi servi. Franz rivela subito le sue mire malefiche: è intenzionato infatti a diventare signore ad ogni costo, prendendosi con la forza i diritti che la natura (e non Dio, non è credente, solo in punto di morte si ricrederà), essendo egli secondogenito, gli ha negato («Perché non sono sgattaiolato per primo fuori dal ventre di mia madre?» «Come se per foggiar me non avesse disposto di più che d'un avanzo”). Fa credere perciò a suo padre, scrivendo delle finte lettere, che Karl abbia disonorato il nome di famiglia; il vecchio Moor si lascia convincere che sia meglio non perdonare subito Karl, ma lasciare che sia lui a tornare a casa. Franz scrive invece al fratello che il perdono non potrà mai averlo. La seconda scena ci presenta la combriccola di giovani dalle idee rivoluzionarie che decidono di diventare masnadieri. Nonostante quest'idea venga da Spiegelberg, tutti approvano come capo Karl Moor. Spiegelberg dimostrerà comunque di non avere la stoffa dell'eroe di fronte all'azione e serberà rancore contro Karl, per questo verrà ucciso (da Schweizer). Al castello proseguono i piani di Franz: egli non riesce a sedurre Amalia, ma riesce invece a convincere un servo (Hermann) a presentarsi al vecchio Moor travestito, e a portare notizia della finta morte di Karl. Sembra che il dolore per la perdita del figlio tolga definitivamente le ultime forze al vecchio Moor e Amalia lo vede spirare. Il servo però cede alla sua coscienza e rivela ad Amalia che sia Karl che il vecchio Moor (suo zio) sono ancora vivi. Franz ha infatti fatto rinchiudere suo padre nella torre con l'intenzione di lasciarvelo a morire. Nella Selva Boema intanto i masnadieri gioiscono per essere riusciti a salvare Roller dal patibolo (come diversivo fanno saltare in aria la polveriera della città, portando numerose vittime; Schufterle viene cacciato da Karl perché non si accorge che Roller è stato salvato a caro prezzo). Nel frattempo Karl è riuscito a far accerchiare il gruppo per provare il valore dei suoi compagni. I soldati mandano avanti per le trattative un frate che non risolve però nulla. Combattono e i masnadieri vincono. Alla banda si aggiunge Kosinsky, un giovane sventurato con vicende simili a quelle di Karl: anche lui è nobile, ma non può governare il suo feudo, anche la sua amata si chiama Amalia e gli è stata portata via. Con l'aiuto di Kosinsky, Karl entra al castello sotto falsa identità e scopre che Amalia l'ama ancora, ma anche che suo padre è morto. Franz riconosce però i tratti del fratello e costringe un servo (Daniel) ad avvelenarlo; anche questi però ha riconosciuto Karl e invece di avvelenarlo passa dalla sua parte. Nel frattempo Schweizer ha ucciso Spiegelberg perché tramava contro Karl. Questi tormentato e senza speranza è sul punto di uccidersi, ma non lo fa perché non vuole che la sfortuna prenda il sopravvento su di lui. A questo punto avviene uno dei grandi colpi di scena: Karl scopre che suo padre non è morto, ma è stato rinchiuso dal fratello in una torre ed è vivo solo perché un servo ha avuto pietà di lui portandogli dei pasti. Karl vuole la vendetta e manda i suoi compagni a prendere vivo il fratello. Nel frattempo Franz sente che la sua fine è vicina e dopo un incubo sul giudizio finale, manda a chiamare il pastore. Questi è certo che sul punto di morte anche lui invocherà la grazia di Dio ma Franz non vuole assolutamente dargli ragione. A sconvolgerlo maggiormente è però sapere che secondo il pastore i due peccati più gravi sono il fratricidio e il parricidio: è talmente terrorizzato e adirato che caccia il prete. Intanto i masnadieri danno fuoco al castello e Franz in preda al panico si inginocchia e prega; infine sul punto di essere catturato si strozza con la corda del cappello. Schweizer a sua volta si uccide perché non riesce a portare Franz vivo al suo capitano. Grazie al suicidio di Franz, Karl non si macchia di sangue fraterno. Fuori dal castello intanto Karl parla col padre ottenendo una semi-benedizione (il vecchio Moor non sa che quello è suo figlio, non lo benedice completamente perché vuole uccidere Franz “E tu, che hai salvato il padre, vorresti distruggere il figlio?…Sii felice quanto sarai misericordioso!”). Avviene quindi il dramma finale: giunta Amalia, il vecchio Moor scopre che quello è il suo Karl ma che è anche il capo dei masnadieri e non sopravvive al colpo. Karl in un primo momento sembra rifiutare l'amore di Amalia perché crede di averla resa

infelice. Quando i due si sono chiariti e ritrovati però, intervengono i masnadieri (non i suoi fedeli) che, richiamandosi al giuramento di fedeltà del loro capitano, costringono gli amanti a separarsi. Amalia, che non riuscirebbe a sopportare di essere nuovamente abbandonata, chiede di essere uccisa. Karl si rifiuta ma è costretto a trafiggerla quando vede che comunque l'avrebbe fatto un altro bandito. Compiuto questo gesto le forze di Karl cadono nella miseria e, come se gli cadessero le bende dagli occhi, vede improvvisamente la realtà: non si può “sognare di liberare il mondo, commettendo atrocità” poiché questo “scardinerebbe dalle basi tutto l'edificio del vivere civile”. Ciò che gli viene in mente per riscattarsi agli occhi di Dio, cui solo spetta la vendetta, è mettersi nelle sue mani vivo: si consegna quindi ad un bracciante con molti figli che potrà riscuotere la sua taglia. Karl compie questo atto per staccarsi dai suoi compagni malvagi. Poetica Il sentimento rivoluzionario delle opere giovanili, nelle prime tragedie diventa vera e propria polemica contro le istituzioni politiche e sociali. Schiller ci offre sinceramente la sua anima come non riuscirà più a fare nelle opere posteriori. Il dramma non è una rappresentazione esatta della sua Germania (le figure al di fuori della ribellione sono spesso poco vive se non false), ma analizza in modo accurato il sentimento rivoluzionario. Le figure libertarie sono infatti piene di passione poiché i Räuber sono lo sfogo di un'anima grande per troppo tempo compressa in una società bassa. La storia dei personaggi principali è ricalcata sul racconto di Schubart Il fannullone virtuoso, che ispirò l'omonimo dramma di Lenz. Per quanto riguarda le tematiche presenti nell'intreccio, il motivo dei fratelli nemici è lo stesso del parricidio; la maledizione paterna è invece la massima sventura che possa colpire l'eroe schilleriano. Schiller finge di voler dimostrare che la ribellione alla società costituita è dannosa non solo di per sé, ma lo è anche perché mina l'entità etica della famiglia. Va chiarito però che Karl si sarebbe ribellato anche se il fratello non avesse tramato contro di lui. La sua rivolta rappresenta un tentativo di liberare la vitalità che gli ordini politici e sociali della sua epoca sopprimono. Egli si vende a modo suo al demonio, rappresentato da Spiegelberg, e non a caso all'inizio della tragedia Karl ci viene presentato solo in sua compagnia. Il nome stesso Spiegelberg fa pensare allo Spiegel ("specchio" in tedesco) in cui Karl può riconoscere la sua parte malvagia. Egli quindi non solo ha il fratello come nemico, ma si trova anche ad affrontare inconsapevolmente questa figura maligna. Fortunatamente c'è anche il riflesso buono e cioè Kosinsky, dalla storia molto simile a quella di Karl. Nelle future opere di Schiller la psicologia narrativa sarà più rettilinea, mentre ne I masnadieri il protagonista è non solo sé stesso ma anche il peggiore ed il migliore dei compagni che lo circondano. La figura di Karl oscilla tra il bene ed il male. Una situazione in cui è rappresentata questa oscillazione potrebbe essere quella nella foresta dopo la battaglia: Karl rievoca le gioie e l'innocenza di quand'era bambino; compiuto il passo decisivo verso il male si rende conto che è troppo tardi per tornare indietro. Va osservato che la crisi religiosa finale di Franz (e in misura minore anche di Karl) sembrano concessioni fatte alla censura e al gusto del pubblico. Il fatto che Karl alla fine trovi la via giusta, ovvero quella verso il popolo (consegnandosi alla giustizia) non basta per poter affermare che egli si redime anche socialmente. Per quanto riguarda il rapporto tra i due fratelli, nella prima redazione questi non si incontravano mai ed era anche naturale visto che rappresentano due aspetti complementari dell'anima schilleriana (è quindi anche naturale che amino la stessa donna). Nella scena in cui Karl si presenta ad Amalia travestito da conte Brand, questa si ritrova inconsapevolmente a confrontare l'anima buona e quella malvagia del suo amato. Questo confronto è genialmente rappresentato dal fatto che Amalia si ritrova con Karl malvagio di fronte, da cui comunque si sente attratta, e con il ritratto del suo Karl in mano. Alla fine riconoscerà la duplicità di Karl: «Mörder! Teufel! Ich kann dich nicht lassen, Engel!» ("Assassino! Diavolo! Non posso lasciarti, angelo mio!").

I dolori del giovane Werther (Die Leiden des jungen Werthers) – Zusammenfassung und Analyse “I dolori del giovane Werther” è un romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe pubblicato nel 1774. Il Werther (come viene anche riduttivamente chiamato) appartiene all'età giovanile di Goethe ed è considerato opera simbolo del movimento dello Sturm und Drang, anticipando molti temi che saranno propri del romanticismo tedesco.

Il romanzo (epistolare) è composto da una serie di lettere che il protagonista invia al suo amico Wilhelm nel corso di 20 mesi (dal maggio 1771 fino alla fine di dicembre dell'anno successivo). Trama Libro primo (4 maggio-10 settembre 1771) Werther, ragazzo ventenne proveniente da una buona famiglia e dotato di ottima cultura, con una particolare passione per il disegno e le opere classiche, si reca in campagna sia per sistemare alcune questioni familiari che per dedicarsi all'otium litterarum (ozio letterario); raggiunto il villaggio di Wahlheim, inizia a fraternizzare con la comunità locale, e in occasione di un ballo incontra Charlotte, soprannominata Lotte, una ragazza del luogo dotata di bellezza e acume, ma già promessa ad Albert, un giovane funzionario temporaneamente fuori città. Werther rimane presto stupito dalla grazia e dall'agilità di Lotte quando ha l'occasione di invitarla per un valzer. Nel corso dei giorni successivi scopre sempre più chiaramente di essersen...


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