Psicologia generale 22.10.2020 le costanze percettive PDF

Title Psicologia generale 22.10.2020 le costanze percettive
Course Psicologia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Psicologia generale Prof. Balzarotti Unità 3.1 – costanza di grandezza

Percezione della grandezza degli stimoli Il problema che andremo ad affrontare: L’indeterminazione è coinvolta nella percezione di molte proprietà degli oggetti (grandezza, forma, movimento) oltre che della profondità, cioè della distanza tra l’osservatore e gli oggetti. Abbiamo visto come nell’osservazione e negli oggetti distali abbiamo l’indeterminazione ovvero la perdita di alcuni dettagli e in questo modulo viene esaminata la profondità e della grandezza Legge di Euclide e legge Emmert Legge di Euclide o legge dell’angolo visivo: la grandezza dell’immagine retinica è inversamente proporzionale alla distanza dell’oggetto dall’occhio; E’ una legge fisica: come dunque riusciamo a percepire gli oggetti dotati di una dimensione costante? Legge di Emmert: Rimanendo costante l’angolo ottico, a distanze maggiori corrispondono grandezze maggiori. Gli oggetti vengono percepiti nella loro dimensione considerando i punti di riferimento presenti nello spazio. Due oggetti per sottendere al medesimo angolo ottico devono avere grandezze differenti. Ad uno stesso angolo ottico corrisponde alla proiezione di oggetti di grandezza diversa collocati ciascuno ad una distanza proporzionale. L’informazione tra grandezza e lontananza è indeterminata per l’occhio umano e quindi come fa il nostro cervello a distinguere i casi di un oggetto piccolo e vicino da uno grande lontano? Legge di Emmert

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Costanza di grandezza In generale la grandezza fenomenica degli oggetti tende a rimanere costante a dispetto delle variazioni dell’angolo ottico sotteso. Holaway e Boring Esperimento: l’osservatore è all’incrocio di due corridoi in uno ha un proiettore che proietta un cerchio luminoso su uno schermo (stimolo di confronto) e nel secondo ha lo stimolo standard che è identico allo stimolo di confronto ma va ad agire lo sperimentatore e nelle diverse sessioni allontana lo stimolo standard tra i 3 e i 36 metri in modo tale che sottenga sempre lo stesso angolo ottico quindi l’immagine viene via via allargata per rispettare la legge di Emmert. (immagine retinica sempre grande uguale). Compito del soggetto: aggiustare la grandezza del cerchio luminoso di confronto fino ad essere uguale a quello standard. E questo compito viene fatto fare in 4 condizioni diverse: binoculare, monoculare, pupilla artificiale e tunnel di riduzione (sistema di tende costruito in modo tale da creare il buio assoluto) I risultati Asse x la distanza dello stimolo di comparazione e nelle assi y abbiamo la variazione di grandezza dello stimolo. La linea blu rappresenta cosa sarebbe dovuto succedere se la legge di Emmert fosse vera e idem per quella rossa con Euclide In condizione di visione monoculare e binoculare, vale la costanza di grandezza; mentre in assenza di riferimenti di contesto, domina la legge di Euclide. => La costruzione del percetto tiene in conto non solo l’informazione ottica (immagine retina), ma anche gli indizi presenti nell’ambiente (detti indizi mono- e binoculari di profondità) per stimare la distanza tra sé e l’oggetto e conseguentemente la sua dimensione. Ciò dimostra che il nostro sistema percettivo è in grado di percepire correttamente la grandezza distale degli oggetti nel momenti i cui però ha a disposizione tutti quelli che sono gli indici ambientali per poter stimare la profondità e quindi la distanza che l’oggetto ha dall’osservatore stesso quando invece le condizioni sperimentali vanno a togliere al nostro sistema percettivo tutti gli indizi di profondità e il nostro sistema percettivo non ha più gli indicatori su cui aggiustare la grandezza dello stimolo prossimale per cui coincide la legge di Euclide e quindi non percepire l’ingrandirsi dello stimolo prossimale. Invarianza grandezza/distanza L’organizzazione visiva obbedisce al vincolo naturale di invarianza grandezza/distanza, valido a parità di angolo ottico. Percettivamente quello che noi cogliamo, in prospettiva lineare, è che l’oggetto lontano deve essere più piccolo ma se noi dobbiamo fare un paragone tra un rettangolo posto davanti a noi quello più lontano e più grande sarà uguale e non quello più piccolo. Scala costante della distanza  esiste una scala costante nello spazio percettivo slide 16 Esistono delle illusioni ottiche basate sul fenomeno della costanza, anche se sappiamo che due figure sono grandi uguali noi le percepiamo sicuramente come una più piccola dell’altra. Stanza di Ames È una stanza che crea l’illusione di due persone con stature completamente opposte, la stanza appare quadrata ma in realtà la persona che appare più piccola è in realtà molto più lontana di quella che risulta più alte e viene creata una confusione percettiva poiché chi osserva lo può fare tramite un buco. 2

Invariazione forma/inclinazione: effetto Shepard Un altro vincolo di natura proiettiva incorporato al funzionamento visivo. Immagine delle tre scatole: la scatola centrale a quale assomiglia di più? A quella destra o a quella sinistra? A dispetto dell’uguaglianza geometrica, lo spigolo obliquo della scatola centrale, essendo percepito come inclinato in profondità, appare più lungo dello spigolo orizzontale della scatola di sinistra e viceversa Resistenza alle influenze cognitive L’aspetto più impressionante dell’illusione di Shepard è la resistenza alle influenze cognitive; nonostante noi sappiamo quale sia la verità oggettiva siamo comunque esposti alle illusioni La grandezza e la forma dell’oggetto, proprietà fenomenicamente assolute, sono relative alla distanza e all’inclinazione percepite.

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