Psicologia generale. Robert S. Feldman,Guido Amoretti,Maria Rita Ciceri PDF

Title Psicologia generale. Robert S. Feldman,Guido Amoretti,Maria Rita Ciceri
Course Psicologia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

riassunto del manuale, completamente sostitutivo, sono esclusi i capitoli 2 e 12...


Description

Psicologia Generale ~manuale

Capitolo 1 Introduzione alla psicologia: la storia e i metodi 1.1 una scienza in evoluzione: passato, presente e futuro 1.1.1 le radici della psicologia

La psicologia è nata rendendosi autonoma da altre scienze: filosofia e neurofisiologia. Oggi l’oggetto della psicologia è lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali, dell’essere vivente nel suo rapporto con l’ambiente, mentre lo esperisce, vi agisce e lo rappresenta . In altri termini: l’uomo-soggetto della propria attività mentale e fisica. La psicologia si occupa dell’unità mente e cervello e delle sue relazioni con il comportamento dell’essere umano inserito nel suo ambiente fisico e sociale.

1.1.2 Wundt e lo strutturalismo

1879 inizio formale della psicologia come scienza=> Wundt in Germania fonda il primo laboratorio sperimentale dedicato ai fenomeni psicologici. Strutturalismo: disciplina sistematica e atomistica, che considerava i fatti psichici come somma di elementi semplici

1.1.3 James e il funzionalismo

Primo approccio alla psicologia che si concentrava su ciò che fa la mente - le funzioni dell’attività mentale - e sul ruolo del comportamento nel permettere agli individui di adattarsi ai loro ambienti.

1.1.4 Wertheimer e la Gestalt Psicologia della Gestalt: approccio della psicologia che si focalizza sull’organizzazione della percezione e del pensiero in termini di un “insieme” piuttosto che sugli elementi singoli della percezione.

1.1.5 Freud e la psicoanalisi

1.1.6 La teoria comportamentista

Il comportamentismo è l’approccio alla psicologia che si concentra sul comportamento osservabile intersoggettivamente misurabile obiettivamente.

1.1.7 il neocomportamentismo

Approccio che ipotizza la necessità di considerare i processi interni dell’organismo non rilevabili come comportamento manifesto. Si inizia a ipotizzare la necessità di considerare l’esistenza di processi interni all’organismo non rilevabili a livello del comportamento manifesto ma necessari per la spiegazione di quest’ultimo.

1.1.8 la teoria cognitivista

Teoria che studia la mente come un elaboratore di informazioni. Veniva superata l’idea della sequenza lineare di stimoli e risposte, fondamento del comportamentismo. Human Information Processing (HIP) paradigma che sostiene L’analogia tra mente e computer . La simulazione del comportamento costituì la metodologia di ricerca privilegiata dal cognitivismo. La simulazione intende riprodurre attraverso il computer le operazioni mentali che si ipotizza intervengano nell’esecuzione di un certo compito da parte dell’uomo. Cognitivismo ecologico: afferma la funzione adattiva della mente in funzione dell’ambiente. Tale corrente sottolinea la necessità di studiare il rapporto complementare uomo-mondo all’interno di un unico ecosistema. Scienza cognitiva: approccio interdisciplinare allo studio dell’intelligenza naturale e artificiale. Intende occuparsi di problemi quali: la rappresentazione delle conoscenze, la comprensione del linguaggio, la costruzione ed elaborazione di immagini, l’inferenza,il ragionamento, la pianificazione e la presa di decisione. Lo scopo della scienza cognitiva è quello di stabilire come le conoscenze sono codificate dalla mente, della quale si indaga l’architettura funzionale. I dati di tipo neurologico, pur fornendo interessanti suggerimenti o confortanti conferme, non costituirebbero una vera spiegazione della “cognizione”.

Esistono moduli di conoscenza specifici e incapsulati

Paradigma teorico della scienza cognitiva che cerca modelli dell’architettura mentale nella struttura e nel funzionamento del cervello

1.1.9 Interazionismo e Umanesimo L’Umanesimo è un approccio che sostiene che tutti gli individui sono portati naturalmente a crescere, svilupparsi e a controllare le proprie vite e il proprio comportamento. L’interazionismo è un approccio psicologico che focalizza l’attenzione della mente al soggetto-interazione con il mondo e con altri soggetti. Esistono diversi tipi di interazionismo: simbolico, culturale

1.1.10 Teorie della mente embodied 1. La mente ha un corpo e per questo si dice embodied, ossia incarnata, nonchè integrata con la struttura cerebrale 2. Le sue competenze cognitive e comunicative sono relational mind, come le definisce Siegel, ossia descrivibili solo in-azione e non come isolati prodotti di una machina del pensiero 3. L’attività della mente è situata in un ambiente o sistema fisico e sociale

1.2 La ricerca in psicologia

Metodo scientifico: approccio attraverso cui gli psicologi sistematicamente imparano a conoscere e comprendere il comportamento umano e altri fenomeni di loro interesse 1. Identificare la domanda 2. Formulare una spiegazione 3. Effettuare una ricerca finalizzata a supportare o confutare la spiegazione Teorie: spiegazioni generali e predizioni concernenti fenomeni di interesse Ipotesi: predizione che deriva dalla teoria, formulata in modo da permettere di essere testata Operazionalizzazione: processo di traduzione delle ipotesi in procedure specifiche verificabili che possono essere misurate e osservate Rassegna della letteratura: ricerca in cui dati già esistenti, come censimenti, curricoli scolastici e ritagli di giornale, vengono esaminati per verificare un’ipotesi Osservazione: ricerca in cui uno sperimentatore osserva specifici comportamenti che avvengono naturalmente senza apportare alcun cambiamento alla situazione Ricerca con sondaggio: ricerca in cui si pongono una serie di domande su comportamento, pensieri e attitudini a persone scelte per rappresentare una più larga popolazione Studio di casi singoli: uno studio intensivo e approfondito di un individuo o di un piccolo gruppo di persone Variabile: comportamenti, eventi o altre caratteristiche che possono in qualche modo cambiare Ricerca correlazionale: ricerca in cui viene esaminata la relazione tra due gruppi di variabili per determinare o “correlate” (+1, -1) Esperimento: studio della relazione tra due (o più) variabili attraverso la produzione deliberata di un cambiamento in una variabile di una situazione e l’osservazione degli effetti di tale cambiamento su altri aspetti della situazione. È lo sperimentatore che crea le condizioni per studiare una domanda di interesse e deliberatamente produce un cambiamento in queste condizioni per osservarne gli effetti Manipolazione sperimentale: cambiamento che lo sperimentatore produce deliberatamente in una situazione Trattamento: manipolazione effettuata dallo sperimentatore Gruppo sperimentale: ogni gruppo che partecipa a un esperimento e riceve un trattamento Gruppo di controllo: gruppo che partecipa a un esperimento e non riceve trattamento Variabile indipendente: variabile che viene manipolata dallo sperimentatore Variabile dipendente: variabile che viene misurata dallo sperimentatore e che ci si aspetta cambi come risultato della manipolazione sulla variabile indipendente. La variabile dipendente dipende dalle azioni dei partecipanti o soggetti Assegnamento casuale alla condizione: procedura in cui i partecipanti vengono assegnati a gruppi sperimentali diversi o “condizioni” sulla base del caso e solamente di quello Risultato significativo: risultati significativi che permettono ai ricercatori di sentirsi fiduciosi di avere confermato le loro ipotesi

Capitolo 3 Sensazione e percezione 3.1 La sensazione 3.1.1 Sentire il mondo intorno a noi Sensazione: l’attivazione degli organi di senso a opera di una sorgente di energia fisica Percezione: l’organizzazione, l’interpretazione, l’analisi e l’integrazione degli stimoli da parte di organi di senso e cervello Stimolo: energia fisica che provoca una risposta a livello di un organo di senso Psicofisica: lo studio della relazione tra gli aspetti fisici degli stimoli e la nostra esperienza psicologica di questi stimoli Soglia assoluta: la minor intensità di stimolo necessaria affinchè questo sia recepibile. Gli organi di senso registrano stimoli fisici e trasmettono al cervello segnali bioelettrici che possono dare luogo a una sensazione. A uno stimolo seguirà una sensazione solo se esso ha una certa intensità fisica. Questa quantità minima è definita soglia assoluta. Il termine soglia indica il confine tra gli stimoli che riusciamo a cogliere (valori sovraliminari) e gli stimoli che pur essendo presenti non riusciamo a cogliere (valori infraliminari) con i nostri organi di senso. Si distingue tra soglia assoluta iniziale (limite inferiore) e soglia assoluta terminale (il limite superiore al di sopra del quale non percepiamo più nulla, oppure percepiamo dolore, per esempio con suoni che superano i 140 decibel) Rumore: stimolazione di fondo che interferisce con la percezione di altri stimoli Metodi psicofisici: procedure utilizzate per determinare i valori soglia

Soglia differenziale o differenza appena percepibile (just noticeable difference, JND): la minima quantità di cambiamento nell’intensità di uno stimolo necessaria per recepire la differenza rispetto a uno stimolo di confronto Legge di Weber: legge secondo la quale una differenza appena percepibile è una proporzione costante rispetto all’intensità dello stimolo iniziale o stimolo standard. Quindi più è grande lo stimolo, maggiore è l’incremento necessario affinché il suo incremento sia rilevabile

Legge di Fechner: legge secondo la quale la grandezza della sensazione evocata da uno stimolo è proporzionale al numero di JND sopra la soglia assoluta

Adattamento sensoriale: aggiustamento delle capacità sensoriali dopo un’esposizione prolungata a stimoli fissi. L’adattamento avviene quando ci si abitua a uno stimolo e si cambia il proprio quadro di riferimento. Questa apparente diminuzione della sensibilità agli stimoli sensoriali è dovuta all’impossibilità dei nervi sensoriali recettori di inviare messaggi al cervello all’infinito. Poiché le cellule recettive sono maggiormente sensibili ai cambiamenti di stimoli, una stimolazione costante non riesce a produrre una reazione continuata nel tempo Teoria della detenzione del segnale: teoria che considera l’influenza della presa di decisione sulla rilevazione dell’esistenza o meno dello stimolo da parte del soggetto. Secondo gli autori di tale teoria, due fattori influenzeranno la valutazione sensoriale 1. La sensibilità dell’organismo nel discriminare gli stimoli 2. il criterio soggettivo di decisione. Bisogna considerare come il giudizio sugli stimoli sensoriali sia influenzato anche dal contesto sensoriale in cui ci si trova, questo perché i giudizi non sono emessi in condizione di isolamento da tutti gli altri stimoli, ma nel contesto di esperienze sensoriali precedenti

3.1.2 la vista

La vista comincia con la luce, l’energia fisica che stimola l’occhio. La luce è un tipo di onda di radiazione elettromagnetica che, viene misurata in lunghezze d’onda. Il ventaglio di lunghezze d’onda cui l’uomo è sensibile, chiamato lo spettro visivo è relativamente ristretto

Teoria tricromatica della visione: teoria secondo la quale esistono tre tipi di coni nella retina, ciascuno dei quali risponde principalmente a una specifica varietà di lunghezza d’onda. Una è più sensibile ai colori blu e viola, una al verde e l’ultima al giallo e rosso. Secondo questa ipotesi la percezione del colore dipende dall’intensità con cui ciascuno dei tre tipi di coni è attivato. La teoria tricromatica fornisce una spiegazione chiara del daltonismo, infatti in questo caso uno dei tre tipi di coni non funziona bene, così che i colori di quella varietà saranno percepiti in modo sbagliato. Il fenomeno dell’immagine residua (vedi immagine bandiera americana) avviene perché l’attività della retina continua anche quando non si sta più fissando l’immagine iniziale. Tuttavia questo prova che la teoria tricromatica non spiega completamente la vista del colore

Teoria dei processi opponenti al colore: teoria secondo la quale le cellule ricettive sono legate a coppie e lavorano in opposizione l’una all’altra. Sia i processi degli opponenti sia i meccanismi tricromatici ci permettono di recepire il colore nonostante operano in aree diverse del sistema sensoriale visivo. I processi tricromatici lavorano all’interno della retina stessa, mentre i meccanismi dei processi opposti avvengono sia all’interno della retina sia in passaggi successivi dell’elaborazione neurale. Quando la luce colpisce bastoncelli e coni, innesta una catena di reazioni fotochimiche che trasforma l’energia luminosa in impulsi neurali che possono essere comunicati al cervello. I bastoncelli contengono la rodopsina e i coni la iodopsina, sostanze fotosensibili la cui composizione chimica cambia a contatto con l’energia della luce e innestano una risposta neurale che è poi trasmessa ad altre cellule nervose all’interno della retina, chiamate cellule bipolari del ganglion. Le cellule del ganglion non sintetizzano l’informazione visiva, che viene quindi fatta partire dal retro del bulbo oculare e inviata al cervello attraverso una fascia di assoni gangliari chiamata nervo ottico. Il canale di apertura del nervo ottico passa attraverso la retina dove bastoncelli coni non sono presenti e questo determina un punto cieco. Tuttavia questa assenza di cellule nervose non compromette normalmente la vista, perché automaticamente si compensa la parte mancante del campo visivo. Il nervo ottico è considerato parte del sistema nervoso centrale. Una caratteristica del sistema retina-nervo ottico-cervello è che i segnali della metà sinistra delle due retine vengono trasmessi all’emisfero sinistro del cervello, mentre i segnali della metà destra di ogni retina proiettano all’emisfero destro. La confluenza di segnali avviene in un punto chiamato chiasma ottico in cui nervi ottici di ciascun occhio si incontrano. In questo punto metà dei neuroni di ciascun nervo ottico si divide e confluisce con neuroni che trasportano l’informazione della corrispondente metà retina dell’altro occhio. Superato il chiasma ottico si uniscono poi a nuovi fasci di nervi per portare l’informazione alla corteccia visiva. L’elaborazione finale delle immagini avviene nella corteccia visiva del cervello, dove ha luogo il procedimento di tipo più complesso: la codifica e l’organizzazione Estrazione delle caratteristiche: I neuroni della corteccia visiva sono attivati in modo specifico per cui sono specializzati a elaborare caratteristiche diverse. Via dorsale: collega tra loro l’area visiva primaria nel lobo occipitale con aree del lobo parietale Via ventrale: collega l’area visiva primaria nel lobo occipitale con regioni del lobo temporale La via ventrale svolge la funzione di guidare l’esperienza consapevole dell’oggetto. La via dorsale invece analizza le informazioni visive per guidare in modo inconsapevole le azioni con gli oggetti. Essa svolge dunque la funzione di guidare l’interazione motoria con l’oggetto, il “come” esso può essere usato. Agnosia visiva: incapacità di discriminare consapevolmente forma, Dimensione e orientamento di un oggetto Atassia ottica: disturbo visuo -motorio che comporta errori di direzione e prensione nel muovere gli arti superiori e/o gli occhi sugli oggetti del campo visivo. La visione viene considerata come un sistema di controllo di gestione della performance dell’azione. Questo modello si accompagna alla scoperta della presenza di neuroni visuo-motori che codificano le caratteristiche tridimensionali degli oggetti e degli schemi motori funzionali in grado di interagire congruentemente con essi per mezzo di azioni finalizzate a scopi. L’oggetto viene rappresentato come un intenzionale schema-motore (intentional motor schema), così definito da Gallese. L’oggetto non viene identificato solo per le sue qualità fisiche, come un dato presente nel nostro spazio percepito, ma viene qualificato in funzione dell’azione che il soggetto agente può compiere mediante esso. Diviene un oggettostrumento finalizzato al conseguimento di uno scopo.

3.1.3 L’udito

Suono: movimento di molecole dell’aria, provocato da una fonte di vibrazione. Il suono viaggia attraverso l’aria in forme d’onda simili a quelle che si creano sulla superficie di una pozzanghera quando viene buttato un sasso. I suoni, che arrivano all’orecchio esterno sottoforma di vibrazioni d’onda, sono poi fatti procedere nel condotto uditivo un passaggio tubolare che porta al timpano. Il timpano è così chiamato perché funziona come un timpano in miniatura che vibra ogni volta che è colpito dal suono. Più il suono intenso più il timpano vibra. Queste vibrazioni sono successivamente trasferite all’orecchio medio, una piccola cavità che riunisce al suo interno tre ossa (martello, l’incudine e la staffa) che trasmettono le vibrazioni alla finestra ovale, una sottile membrana che porta all’orecchio interno. Il martello, l’incudine e la staffa fungono da leve, e non trasmettono solo le vibrazioni, ma ne aumentano anche l’intensità. Inoltre, siccome l’apertura di accesso all’orecchio medio (timpano) è considerevolmente più grande della via di fuga (la finestra ovale), la forza delle onde sonore su di questa risulta maggiore.l’orecchio medio agisce quindi come un piccolo amplificatore meccanico. L’orecchio interno è quell’area dell’orecchio che trasforma le vibrazioni sonore in energia nervosa tale da poter essere inviata al cervello.

caratteristiche del suono La frequenza è il numero di vibrazioni complete che avviene in un secondo. Con frequenze molto basse avviene un numero relativamente basso di vibrazioni complete per secondo. Questi cicli sono visibili occhio nudo sottoforma di vibrazioni delle casse acustiche. Le frequenze basse si traducono poi in suoni poco alti cioè dal tono molto basso. L’ampiezza una caratteristica delle forme d’onda che ci permette di distinguere tra suoni percepiti con un volume forte e debole. L’ampiezza è il tratto compreso tra gli alti e i bassi nella pressione di un’onda sonora nel suo passaggio attraverso l’aria. Le onde dotate di alti e bassi modesti producono suoni deboli. Quelle più grandi producono invece sono i più forti. Teoria dell’onda viaggiante: teoria secondo la quale aree diverse della membrana basilare rispondono a diversi tipi di frequenze. Teoria della discriminazione in frequenza: teoria secondo la quale l’intera superficie della membrana funge da microfono vibrando completamente in risposta a un suono. Più il tono di un suono è elevato, più è elevato il numero di impulsi nervosi trasmessi al cervello attraverso il nervo uditivo. Molte delle strutture presenti nell’orecchio sono legate al nostro senso di equilibrio. I canali semicircolari dell’orecchio interno consistono in due tubicini contenenti un liquido che si sposta al loro interno quando la testa si muove, segnalando il movimento rotatorio o angolare al cervello. La forza sui nostri corpi causata da un’accelerazione dei movimenti avanti, indietro, su e giù, insieme alla forza di gravità, è recepita dagli otoliti, piccoli cristalli sensibili al movimento. Quando ci muoviamo questi cristalli vengono spazzati come sabbia sulla spiaggia ventilata. L’inesperienza del cervello a interpretare i messaggi provenienti da otoliti privi di peso è la causa della malattia dello spazio comunemente provata dei due terzi dei viaggiatori dello spazio.

3.1.4 L’olfatto

L’olfatto ci permette di discernere più di 10.000 diversi odori. Alcune specie rilasciano ferormoni, sostanze chimiche secrete nell’ambiente dai soggetti, in grado di provocare reazioni in altri membri della stessa specie. Essi provvedono alla trasmissione di messaggi quali la disponibilità sessuale ma anche la presenza della morte, segnalando la necessità di rimuovere un cadavere. Il senso dell’olfatto è attivato nel momento in cui le molecole di una sostanza entrano nei canali nasali e incontrano le cellule olfattive, i neuroni recettivi del naso, che sono distribuiti all’interno della cavità nasale nella parte alta e costituiscono l’epitelio olfattivo. Da esso viene secreto un sottile strato mucoso nel quale le sostanze odorose si sciolgono prima di raggiungere i recettori. Le cellule recettrici dell’olfatto sono cellule ciliate. Quando le ciglia di questi recettori vengono a contatto con le moleco...


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