Rainer Maria Rilke - Appunti lezione Letteratura tedesca 1 - UNIVR - Prof. Elisa Destro PDF

Title Rainer Maria Rilke - Appunti lezione Letteratura tedesca 1 - UNIVR - Prof. Elisa Destro
Author Mery Nortilli
Course Lingue e letterature straniere
Institution Università degli Studi di Verona
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Appunti lezione Letteratura tedesca 1 - UNIVR - Prof. Elisa Destro ...


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RAINER MARIA RILKE Rilke è uno dei poeti più noti del Novecento di fama internazionale. È un poeta europea che ha viaggiato molto, ha vissuto in vari paesi europei, spesso ospite di famiglie nobili. Rappresenta un tipo di poeta moderno, senza patria e senza radici (heimatlos). Poeta che ha dato voce alle inquietudini della esistenza moderna. La sua poesia non è facile  in particolare le ultime poesie sono molto complesse, ma ciononostante Rilke è diventato un poeta molto popolare per varie ragioni  grazie alla musicalità dei versi, il pathos, ma anche perché la sua poesia sembra contenere la promessa di una risposta alla vita moderna, promette una sorta di consolazione, di cura che passa, contiene un forte pathos esistenziale. Rilke è anche un poeta filosofico  le poesie tarde (i sonetti di Orfeo) sono poesie complesse anche dal punto di vista del pensiero e della riflessione. Biografia Rilke nasce nel 1875 a Praga in una famiglia della piccola borghesia. A differenza di Kafka, la cui vita è strettamente legata alla città, Rilke lascia molto presto la sua città e la sua famiglia  rapporto difficile con la famiglia, il padre voleva diventasse un militare. Rilke venne internato in un collegio militare, l’educazione militare fu per lui, bambino sensibile e riflessivo, un trauma. Rilke infatti abbandona questa carriera per malattia. La madre invece viene da una famiglia benestante ed è delusa dal suo matrimonio. È malinconica perché ha subito un evento traumatico  prima di Rilke era nata una bambina che era morta dopo una settimana e si racconto che Rilke doveva occupare nel cuore della madre il posto della figlia morta. Il nome originario di Rilke era infatti “René Maria Rilke” – il rinato Maria. Fu educato quasi come una bambina e questo ha segnato molto il poeta. Il matrimonio dei genitori si rompe nel 1884 e Rilke lascia molto presto la famiglia. Inizia a studiare a monaco diverse discipline. In questi anni inizia a scrivere i primi testi, poesie, testi in prosa, articoli. Nel 1897 avviene un incontro decisivo con una donna molto importante  Lou Andreas-Salomé, donna che ebbe un ruolo importante nella vita culturale dell’epoca. Lei è sposata, ha 15 anni in più di lui, è un’intellettuale affascinante, una delle prime donne che ha studiato all’università (a Zurigo). Donna che ha avuto un ruolo importante nella vita di molti uomini famosi  da giovane, nel 1882, è diventata amica di Nietzsche, il quale aveva un rapporto quasi inesistente con le donne e si dice che avrebbe chiesto, nei primissimi giorni in cui l’ha conosciuta, di sposarlo. Divenne amica materna di Rilke fino al 1900 quando lei si separa. Nel 1912 lei studia da Freud e diventa una delle prime protagonisti femminili della psicoanalisi  è Freud a tenere discorso funebre del 1937, quando lei muore, e dice che per Rilke lei è stata una importante musa e madre. Le poesie che Rilke scrive in questo periodo sono influenzata da questa relazione. Escono raccolte: “Mir zur Feier – In mio onore” nel 1899 e nello stesso anno “Dir zur Feier – In tuo onore”; in quegli anni esce anche “Das Buch der Bilder” che contiene la poesia “Herbst” (1902). Escono anche le prime parti del famoso “Stundenbuch – Il libro delle ore”, pubblicato per intero nel 1905, che è la racconta più importante del giovane Rilke. Già in questi anni Rilke ha viaggiato molto  nel 1898 va a Firenze, l’anno successivo fa un viaggio importante con Lou in Russia, dove incontrano Tolstoj. Il paesaggio e la religiosità russa saranno importanti per la concezione delle poesie dello “Stundenbuch”. Nel 1900 si separa da Lou, conosce un’artista, Clara Westhoff, da cui avrà una figlia. Si separano presto nel 1902  anno importante perché va a Parigi e inizia una fase decisiva per la sua poesia. A Parigi vorrebbe scrivere una monografia di un artista molto noto, lo scultore francese Auguste Rodin. Conosce lo stesso e inizia a lavorare per lui come segretario  questo incontro e lavoro sarà fondamentale per lo sviluppo della sua poesia perché inaugura una nuova fase, quella della “Dinggedicht”  poesie che hanno al centro oggetti, fase oggettiva della poesia di Rilke (a differenza della prima fase che viene chiamata soggettiva). Le poesie di questa fase sono pubblicate nella raccolta “Neue Gedichte – Nuove poesie” (1907 -08). Periodo importante per lo sviluppo della sua poesia, ma allo stesso tempo difficile  l’esperienza del poeta sensibile con la metropoli moderna (la sua vita anonima e di massa) è difficile, quasi scioccante.

Rilke elabora la sua esperienza nel suo unico romanzo “Die aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge – I quaderni di Malte…” (1910). Romanzo in forma di diario, chi scrive è un giovane poeta, Malte, che si confronta con Parigi, con questa vita anonima della grande città, con la povertà e il degrado. Diventa testimone di una società di massa nella quale si rischia di perdere l’umanità. Il poeta si interroga sulla condizione della vita moderna, sulla negatività di questa condizione esistenziale e sulla propria capacità di far fronte a questa realtà alienante. Dopo questo romanzo nel 1910, Rilke ha una lunga crisi personale e creativa. Nel 1912 si trova ospite nel castello di Duino vicino a Trieste, dove inizia a scrivere un ciclo di poesie “Duineser Elegien – Elegie duinesi”. Interrompe questo lavoro. Il ciclo verrà concluso solo dieci anni più tardi, nel 1922. Nel frattempo, scoppia la Grande Guerra, mentre Rilke si trova in Germania e non riesce più a tornare a Parigi. Passa un periodo a Monaco. Nel 1916 viene chiamato al servizio militare, ma per raccomandazione riesce ad ottenere un posto nell’archivio di guerra a Vienna, perciò non va al fronte. Dopo la guerra, nel 1919, va in Svizzera e vive lì per l’ultima parte della sua vita. Nel 1922 conclude il ciclo di Duino e inizia un altro ciclo importante “I sonetti a Orfeo - Die Sonette an Orpheus”. Due cicli che rappresentano il culmine della sua opera. Nel 1923 si ammala (si scoprirà di leucemia). Scrive ancora poesie, alcune delle quali in francese. Muore nel 1926 in svizzera.

Poesia 3 fasi: 1. Fase soggettiva  poesie fine 800 fino al 1902. In questa fase le poesie esprimono una esperienza estetica della vita, poesie che sembrano preghiere che parlano di una esperienza mistica, estatica. Poesie che ruotano intorno a un Dio che non è quello tradizionale, ma pare il Dio degli artisti  Kunstreligion – religione degli artisti, influenzata dall’estetismo e dalla filosofia di Nietzsche. Escono le raccolte “Mir zur Feier”, “Dir zur Feier”, Das Buch der Bilder (Herbst) e la raccolta più importante Das Stundenbuch che viene pubblicato nel 1905, ma molte parti vengono scritte prima. 2. Fase oggettiva  inizia nel 1902 a Parigi quando conosce lo scultore Rodin. Rilke impara da Rodin, lo osserva mentre lavora e mentre forma degli oggetti (Kunstdinge = oggetti d’arte). A lui interessa il lavoro artigianale dello scultore che diventa una metafora centrale della sua poesia  Handwerk, lavoro con le mani (centrale anche in alcune parti dello Stundenbuch). A lui interessa trasferire il lavoro dello scultore nella scrittura poetica, formare con il linguaggio, con le parole, oggetti d’arte. Raccolta “Neue Gedichte” (Der Panther). 3. Fase filosofica, esistenziale, molto complessa  dopo la crisi creativa di Rilke e dopo la guerra. La poesia non tratta più di cose visibili, di oggetti, ma tratta dell’invisibile. La sua intenzione principale nella terza fase è la metamorfosi, la trasformazione delle cose nell’invisibile. Due raccolte  “Duineser Elegien ” e i “Sonetti ad Orfeo”. Le Elegie sono concepite come un dialogo dell’uomo con l’angelo, definiscono l’esistenza umana nella sua differenza con l’angelo. Esprimono il dolore e il lamento per la vita umana che è destinata alla morte, a differenza di quella dell’angelo. Le Elegie iniziano con un verso che è un grido “Wer, wenn ich schriee, hörte mich denn aus der Engel Ordnungen? – Chi se io gridassi mi udirebbe mai dalle schiere degli angeli?”  lamento dell’uomo rivolto all’angelo e poi risposta del poeta che elabora questo dolore nella poesia. I Sonetti parlano dell’esistenza del poeta basandosi sul mito di Orfeo che rappresenta la figura del poeta. Mito di Orfeo tratto dalle Metamorfosi di Ovidio  poeta Orfeo e il suo lutto per la morte della moglie Euridice. Orfeo va a cercarla tra i morti e ottiene il permesso di ricondurla tra i vivi a patto di una condizione: quella di non voltarsi quando lei lo segue. Quando lei lo segue, lui sente i passi alle sue spalle, dubita che sia lei e si volta. Lei scompare per sempre. Mito che diventa simbolo dell’esistenza del poeta che nel canto esprime la perdita, il lutto e la trasformazione delle cose nell’invisibile.

Poesia – ICH LEBE MEIN LEBEN (Io vivo la mia vita) Ich lebe mein Leben in wachsenden Ringen, die sich über die Dinge ziehn. Ich werde den letzten vielleicht nicht vollbringen, aber versuchen will ich ihn. Ich kreise um Gott, um den uralten Turm, und ich kreise jahrtausendelang; und ich weiß noch nicht: bin ich ein Falke, ein Sturm oder ein großer Gesang.

Dal primo libro dello Stundenbuch, “Das Buch vom mönchischen Leben - Il libro della vita monacense ”. La traduzione non funziona perché in questa poesia non conta tanto il contenuto semantico che è vago e indefinito, quello che conta è il suono, la musicalità, il ritmo, la rima alternante. Caratteristica della prima fase di Rilke  poesia musicale. Il bel suono (eufonica) esprime un’esperienza euforico, un’esperienza mistica che ruota intorno a un centro (in cerchi crescenti)  rituale di preghiere che diventa sempre più ampio e comprende più cose. Il tema  rituale del canto poetico stesso che matura e diventa sempre più ampio. Prima strofa  esprime il desiderio del poeta di riuscire a cogliere sempre di più le cose attraverso la sua parola poetica, attraverso la sua ispirazione poetica. Dominante nella poesia è l’Io lirico  sette volte compare “Ich”. Poesia per questo appunto soggettiva, esprime una esperienza dell’Io lirico che sta al centro della poesia. Seconda strofa  l’Io è dominante, ma qui compare la parola “Gott – Dio”, “ Ich kreise um Gott”. Anche il titolo della raccolta, Stundenbuch, ricorda le preghiere dei monaci che scandiscono le ore della giornata (Stundengebt – Liturgia delle ore). L’Io lirico parla come il monaco che si rivolge a Dio. Al centro c’è la parola Dio. I critici hanno discusso su come interpretare questo Dio  Rilke non è un poeta religioso nel senso tradizionale, non ha una fede sicura. Il Dio in queste poesie che parlano della poesia stessa, è il Dio degli artisti, è un Dio che nasce nella parola poetica. Viene spesso nominato attraverso diversi simboli o metafore poetiche  in questo caso “l’antichissima torre – den uralten Turm”. Al centro c’è questa torre intorno alla quale ruota il rituale della parola poetica che è la preghiera dell’artista che viene indicata con la parola “kreise  kreise um Gott – ruoto intorno a Dio, a questo centro, a questa antichissima torre”. E poi si vede la temporalità di questo rituale “ich kreise jahrtausendelang – giro da millenni”, non è un tempo mitico circolare, il tempo del rituale. L’Io del poeta non vive nella cronologia, nella realtà del tempo, ma nel tempo mistico del rituale e si identifica con questo rituale, con questo processo creativo e con le metafore che vengono generate durante questo processo, con i simboli che nascono. Simboli che posso cambiare sempre  “und ich weiß noch nicht: bin ich ein Falke, ein Sturm oder ein großer Gesang“ significativa l’ultima parola (canto). Il tema della poesia è il canto poetico, parla di sé stessa, parla dell’iniziazione dell’Io lirico nel rituale della poesia e del maturare del canto poetico che comprende cerchi sempre più ampi.

Poesia – HERBST (Autunno) Die Blätter fallen, fallen wie von weit, Als welkten in den Himmeln ferne Gärten; Sie fallen mit verneinender Gebärde. Und in den Nächten fällt die schwere Erde Aus allen Sternen in den Einsamkeit. Wir alle fallen. Diese Hand da fällt. Und sieh die andre an: es ist in allen. Und doch ist Einer, welcher dieses Fallen Unendlich sanft in seinen Händen hält.

Inizia con l’impressione di un paesaggio autunnale in cui cadono le foglie. Il “cadere” è centrale nella poesia e assume un significato sempre più ampio. Viene ripetuto sei volte  nell’ultima strofa viene sostantivato “dieses Fallen”. Metafora del cadere (caducità). Caratteristiche prima strofa tipico del linguaggio poetico di Rilke è il paragone “come se – als”. All’inizio il significato del verbo fallen viene ampliato in una visione che va oltre quella concreta, quella del paesaggio autunnale terreno, concreto. I giardini non appassiscono solo su questa terra, ma nei cieli lontani. Il cadere assume una valenza cosmica, universale, ultraterrena. Non conta che il cadere assume una connotazione religiosa, ma il gesto  “mit verneinender Gebärde – con un gesto che nega”, un gesto che nega, che indica la caducità della vita. Nella seconda strofa la caducità terrena assume una dimensione cosmica “Und in den Nächten fällt die schwere Erde/Aus allen Sternen in den Einsamkeit” la terra pesante, greve cade dalle stelle nella solitudine. Non fa più parte degli astri perché la contraddistingue la caducità. La terza strofa  compare il pronome “wir” che indica l’esistenza umana che cade come le foglie. Il poeta invita a guardare questo cadere, a rendersi conto che la vita di tutti noi è contrassegnata da questa caducità. Si vede la caducità singola “Diese Hand da fällt” ma “es ist in allen”, è in tutti. La poesia fin qui pare semplice, sembra un canto funebre, la fine, la morte dell’esistenza umana. Conclusione  gesto consolatorio presente in molte poesie di Rilke  esiste uno che tiene in mano questo cadere e lo tiene in modo soave, dolce, mite. Si potrebbero interpretare queste ultime righe in senso religioso: esiste un Dio che ci fa capire meglio questa caducità. Ma conta di più il gesto  questo cadere che il poeta coglie in tutte le cose, nel paesaggio autunnale, nel cosmo, nell’esistenza umana, non è negativo, non è drammatica, ma ha qualcosa si soave, dolce. Tono mite, melanconico della poesia.

Poesia – DER PANTHER (La pantera) Im Jardin des Plantes, Paris Sein Blick ist vom Vorübergehn der Stäbe so müd geworden, dass er nichts mehr hält. Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe und hinter tausend Stäben keine Welt. Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte, der sich im allerkleinsten Kreise dreht, ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte, in der betäubt ein großer Wille steht. Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille sich lautlos auf -. Dann geht ein Bild hinein, geht durch der Glieder angespannte Stille und hört im Herzen auf zu sein.

Seconda fase della poesia di Rilke. Venne scritta nel novembre 1902, uno dei primi sonetti che lui scrive (forma che poi userà moltissimo) a Parigi nel Jardin des Plantes. Poi uscirà la raccolta “Neue Gedichte”, rappresentativa della seconda fase. A Parigi conosce Rodin e lo osserva mentre lavora e lui vorrebbe trasferire questo processo artigianale, creativo nella poesia. Come poeta vorrebbe creare e formare lui stesso oggetti con la sua materia che è il linguaggio, la parola poetica. Fase oggettiva. Al centro della poesia ci sono le cose “die Dinge” come le vede il poeta e per questo si chiama anche poetica del “ Neue Sehen”, un nuovo modo di vedere, un nuovo vedere, vedere attraverso le cose. Le poesie di questa fase sono anche chiamate “Dinggedichte”  poesie sulle cose, che formano le cose, che costruiscono un oggetto come uno scultore costruisce il suo oggetto. Questo oggetto non è necessariamente una cosa inanimata (fontana, palla, frammento di una statua – il torso arcaico di Apollo), ma ci sono anche città (Veneziani- scher Morgen), piante o animali. In questo caso il soggetto è un animale, la pantera, che lui probabilmente vede in una gabbia nel giardino a Parigi. Forma e metro  sonetto con rima alternata. È una forma molto più struttura, molto più adatta alla costruzione dell’oggetto poetico. Quasi tutte le poesie della raccolta “Neue Gedichte” sono sonetti che ben costruiscono l’oggetto del quale parlano. Prima strofa  la poesia si apre con uno sguardo che non è quello dell’Io lirico, ma quello della pantera “Sein Blick” e questo ci indica già cosa potrebbe significare “Neues Sehen”  non è il poeta o l’Io lirico che guarda l’oggetto, osserva l’oggetto e lo descrive, ma al contrario il poeta guarda con gli occhi dell’animale. Si immedesima nello sguardo animale, nello sguardo altrui. Che cosa vede la pantera  sbarre (Stäbe) parola che viene ripetuta tre volte (la ripetizione è tra le figure retoriche più importanti nella sua poesia) per rendere l’idea dello sguardo catturato nella gabbia. Ripetizione che rafforza l’impressione della gabbia. La pantera vede solo sbarre e dietro di esse non vede nessun mondo, vede un mondo sbarrato. Lo sguardo si è fatto tanto stanco che non riesce più a trattenere nulla  rende bene il senso di stordimento che la pantera potrebbe sentire nella gabbia. Sono quasi le sbarre il soggetto  non è la pantera che si muove, ma le sbarre che dominano la vista (il passare delle sbarre). Impressione resa con un paragone “Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe“  il poeta si identifica con lo sguardo animale con l’impressione delle mille sbarre.

Figure retoriche  non solo l’analogia, ma il paragone esplicito, il come se (Als). Paragoni che permettono l’inversione dello sguardo, noi che guardiamo con gli occhi dell’animale. Altra figura retorica tipica è la ripetizione.

Seconda strofa  “Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte“ il movimento della pantera che viene definito un movimento, forte, flessibile, morbido. Eleganza del movimento dell’animale forte che è fatto per la natura è in questo caso confinato nella gabbia stretta  gira intorno a sé stessa (der sich im allerkleinsten Kreise dreht). C’è poi un paragone esplicito  “ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte“ – come una danza di forza che gira intorno a un centro. Danza di forza che rende l’idea estetica della bellezza del movimento della pantera. “in der betäubt ein großer Wille steht“– un centro in cui sta stordita una grande volontà  significato volontà: non volontà dell’Io, ma Lebenswille = volontà vitale (voglia di vivere), forza vitale. La parola wille si collega alla filosofia di Schopenhauer a cui Rilke si riferisce, il titolo dell’opera più famose è “Die Welt als Wille und Vorstellung – Il mondo come volontà e rappresentazione”. In questa opera lui parla della ceca volontà della vita per indicare l’energia vitale che è ceca, pulsione inconscia (Freud), energia che spinge la vita, spinta vitale (Nietzsche). Tutti e tre definiscono questa energia vitale, forza inconscia, pulsione, spinta. È questa volontà che è qui stordita perché la pantera è cattura nella gabbia, è stordita, non può muoversi. Forza vitale potenziale dell’animale che è invece catturata nella gabbia. Terza strofa  si torna allo sguardo della pantera, ma questa volta non si guarda più con lo sguardo dell’animale, ma si vede solo la pupilla nera che viene indicata con una metafora: Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille - la tenda nera, la pupilla che si apre, di solito si apre una tenda come in un palcoscenico per avere una rappresentazione. In questo caso, tornando sul titolo dell’opera di Schopenhauer, la tenda si apre, ma non c’è alcuna rappresentazione, non vediamo né sentiamo nulla (lautlos)  senza suono e senza immagine. Lo sguardo è nero e passivo perché un’immagine entra e penetra questo nero, ma sembra poi scomparire nel silenzio del corpo senza suscitare nessuna reazione “attraversa il silenzio teso delle membra - geht durch der Glieder angespannte Stille” attraversa il corpo animale che non sembra avere più nessuna reazione, pare stordito a questo punto. È come se non sapessimo nulla di questo spazio buoi. Si sa solo che questa immagine smette di esistere nel cuore “und hört im Herzen auf zu sein” come se questa immagine non suscitasse più nessuna reazione emotiva. Alla fine, l’animale rimane per il lettore estraneo, impenetrabile. Il lettore resta di fronte a questo enigma della vita catturata della pantera. È uno dei primi esempi nella nuova poetica di Rilke del Neues Sehen  invers...


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