Relazione finale tirocinio PDF

Title Relazione finale tirocinio
Author Veronica Proietti
Course Servizio Sociale
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 15
File Size 276.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 76
Total Views 130

Summary

assistente sociale specialista tirocinio ...


Description

Introduzione

Questo progetto di tirocinio è nato dalla volontà di osservare e affiancare la figura dell’Assistente Sociale Specialista al fine di comprendere in modo più concreto le specificità, ma non di meno le difficoltà, della professione a livello pratico. Per definire meglio la suddetta figura professionale e, quindi comprendere il fine del mio percorso di tirocinio, è bene precisare che il DPR 328/1991 all’art. 21 comma 1 b e c, distingue la figura professionale dell’Assistente Sociale Specialista (iscritto alla sezione ‘A’ dell’Albo), attribuendogli funzioni di pianificazione, organizzazione, gestione manageriale nel campo delle politiche e dei servizi sociali, direzione di servizi che gestiscono interventi complessi nel campo delle politiche e dei servizi sociali. Un aspetto importante al quale ho dedicato particolare attenzione è stato quello di apprendere e rafforzare conoscenze e capacità di analisi di fenomeni e problemi sociali, attraverso l’analisi del contesto istituzionale-organizzativo della struttura all’interno della quale ho svolto il mio percorso. Ho rivolto, poi, molto del mio interesse allo studio di tutta quella parte normativa e documentale poco presente nell’ambito accademico, ma necessaria allo svolgimento del compito che mi ero prefissata; mi sono dedicata, pertanto, alla lettura della documentazione e normativa di settore oltre che quella dei regolamenti comunali, statali e regionali. Il primo punto sul quale mi sono focalizzata per lo svolgimento della ricerca è stato quello di “seguire come un’ombra” la tutor aziendale. Suddetta tecnica d’indagine al fine di riprodurre al meglio quelle che sono le caratteristiche e le competenze sopracitate, è quella che viene identificata con il termine shadowing: ossia una forma di osservazione partecipante che obbliga il ricercatore a seguire come “un’ombra” i soggetti indagati. Utilizzare questa tecnica è indispensabile per calarsi nei panni e indagare il senso dell’agire sociale del soggetto cui si fa “da ombra”, non dimenticando tuttavia la distinzione antropologica tra un’osservazione empiricamente partecipe e l’importanza del ritorno all’oggettività scientifica nella trascrizione di quanto appreso. Più precisamente:

“Con l’utilizzo dello shadowing, il ricercatore ha solitamente la possibilità di immergersi, vivere, raccontare e in seguito analizzare la vita quotidiana pubblica, professionale o anche privata dei soggetti che va a mettere sotto la sua lente di ingrandimento di scienziato sociale”.1 1 Massimo Cerulo in “The Lab’s Quarterly. Il trimestrale del laboratorio”, pg. 36, 2016 / III (n.s.) /n. 2 (aprile-giugno).

Nello specifico il primo mese di attività si è basato prettamente sull’osservazione del capo area in merito a questioni riguardanti l’inserimento dei dati di bilancio dell’annualità precedente, pianificazione economica, sviluppo di strategie (come ad esempio trovare una soluzione in merito alla recente sentenza espressa dalla Corte dei Conti in materia di gratuità degli Scuolabus), o ancora interventi e azioni per migliorare la gestione dei servizi sul territorio e studio dei Pdz (Piani di Zona) con riferimento alla normativa vigente. Per quanto concerne, invece, la seconda e terza parte del mio progetto di tirocinio in riferimento e concordemente con gli obiettivi della tabella sinottica, l’affiancamento del capo area sociale e, quindi, l’osservazione delle funzioni del responsabile della struttura in tutte le attività, mi ha consentito di sviluppare competenze in ordine a funzioni dirigenziali di strutture che gestiscono servizi (in questo caso il Comune), gestione delle risorse umane, di acquisire e rafforzare conoscenze e capacità di analisi e un discreto grado di autonomia nell’attuazione degli interventi. È in questa direzione, poi, che si è sviluppata l’ultima parte del mio lavoro, che si è rivelato particolarmente interessante per quanto concerne il grado di conoscenze acquisite in merito allo studio dei modelli di servizio sociale e quelli di leadership applicati ai servizi, oltre che alla produzione in totale autonomia di documentazione tipica del dirigente, nello specifico la produzione della suddetta documentazione mi ha permesso di cimentarmi con le normative inerenti al Tuel e al 267.

Il Contesto di lavoro

Il mio percorso di tirocinio è stato svolto all’interno del Comune di Garlasco, un comune italiano della provincia di Pavia in Lombardia e, nello specifico, in una delle maggiori città del territorio della Lomellina. Per fornire una definizione più chiara del contesto all’interno del quale mi sono trovata ad operare, è possibile affermare che il comune è l'ente locale che rappresenta la comunità, che ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo ed è dotato di un certo grado di autonomia amministrativa. Si definisce per le sue caratteristiche di centro abitativo nel quale si svolge la vita sociale-pubblica dei suoi abitanti ed è l'ente amministrativo più vicino al cittadino. Alcuni riferimenti normativi: Art. 118 della costituzione: Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.

D.P.R. 616/77: trasferisce competenze traccia le linee guida del processo programmatorio per le nuove politiche sociali gestite dagli Enti locali, il concetto di Zona e il concetto di Servizi Sociali, che comprende l’assistenza sociale, sanitaria e ospedaliera, beni culturali, istruzione e Polizia Locale. D.l. 29/1993: porta a compimento il processo di decentramento voluto dalla Costituzione e avviato già negli anni ’70. D.l. 112/1998: delinea le competenze in ambito locale ed elenca gli interventi relativi ai minori, giovani, anziani, famiglie, portatori di handicap, invalidi civili e tossicodipendenti.

Legge costituzionale 328/2000 Art.1 La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio

individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione. Art.2 c.1 Hanno diritto di usufruire delle prestazioni e dei servizi del sistema integrato di interventi e servizi sociali i cittadini italiani e, nel rispetto degli accordi internazionali, con le modalità e nei limiti definiti dalle leggi regionali, anche i cittadini di Stati appartenenti all’Unione europea ed i loro familiari, nonchè gli stranieri, individuati ai sensi dell’articolo 41 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. Ai profughi, agli stranieri ed agli apolidi sono garantite le misure di prima assistenza, di cui all’articolo 129, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Art.3 c.1 Per la realizzazione degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, è adottato il metodo della programmazione degli interventi e delle risorse, dell’operatività per progetti, della verifica sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonchè della valutazione di impatto di genere. c.4 I comuni, le regioni e lo Stato promuovono azioni per favorire la pluralità di offerta dei servizi garantendo il diritto di scelta fra gli stessi servizi e per consentire, in via sperimentale, su richiesta degli interessati, l’eventuale scelta di servizi sociali in alternativa alle prestazioni economiche, ad esclusione di quelle di cui all’articolo 24, comma 1, lettera a), numeri 1) e 2), della presente legge, nonchè delle pensioni sociali di cui all’articolo 26 della legge 30 aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni, e degli assegni erogati ai sensi dell’articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335. L'etimologia del toponimo Garlasco è incerta, tuttavia risulta probabile l’ipotesi di una derivazione celtico-germanica, in particolare dalla voce carl - che significherebbe ‘terra affittata a piccoli agricoltori’, da cui discenderebbero le forme Carlasi, Karlascum, Carlasco. Il territorio della Lomellina e, di conseguenza i rispettivi Pdz di quest’ultimo, si sono dovuti confrontare con la riforma del sistema sociosanitario designata dalla Legge 23/2015, la quale ha mutato la governance del sistema di welfare intervenendo in modo rilevante sull’organizzazione dell’offerta e portando alla nascita delle ATS (agenzie di tutela della salute), ovvero articolazioni amministrative della Regione che si proiettano nei territori e ASST (aziende socio sanitarie territoriali), ossia delle strutture operative pubbliche della sanità lombarda. Nella nuova legge viene ribadito il principio della “separazione delle funzioni di programmazione, acquisto e controllo da quello di erogazione”; è quindi certamente per questi motivi che la Regione Lombardia ha disposto un sistema istituzionale che distingue la parte amministrativa (ATS) dalla parte operativa (ASST). Tale indirizzo renderà però sempre più necessario mettere in atto strategie organizzative e professionali finalizzate all’integrazione fra servizi, termine che ricorre in tutta la legge. È in

quest’ottica, infatti, che sono state determinate le linee di indirizzo per la programmazione zonale che hanno portato all’urgenza di ridurre una frammentazione attraverso l’unificazione dei tre piani di zona preesistenti sul territorio della Lomellina, con lo scopo di ottenere una maggiore qualità dei servizi e una maggiore personalizzazione dell’intervento.

L’ufficio all’interno del quale mi sono inserita per lo svolgimento del tirocinio è stato quello dei Servizi Sociali e la mia tutor aziendale ha cercato sin da subito di mettermi a mio agio, facendo in modo che entrassi a pieno nel contesto di lavoro. Mi sono stati presentati, pertanto, gli altri impiegati dell’ufficio che si sono dimostrati disponibili e accoglienti; ho avuto così modo di ambientarmi all’interno dell’ufficio e di conoscere i ruoli e i compiti spettanti a ciascuno dei membri presenti, aventi come responsabile la mia tutor.

Processi e svolgimento delle attività L’osservazione iniziale delle funzioni del responsabile dell’ufficio dei Servizi Sociali e l’affiancamento in tutte le attività, mi ha consentito di accedere a quella parte del progetto di tirocinio (concordemente con gli obiettivi della tabella sinottica), nella quale ho avuto modo di produrre in autonomia parte della documentazione tipica del dirigente, ovvero: analisi e valutazione della qualità del servizio nido, politiche del servizio sociale e attività didattico-formative connesse alla programmazione e gestione delle politiche del servizio sociale. Nello specifico uno dei primi lavori che mi sono stati assegnati dalla mia tutor aziendale riguardava l’analisi qualitativa del servizio di Asilo Nido offerto dal comune; suddetta analisi ha consentito di esaminare il grado di soddisfazione degli utenti in merito al servizio proposto. In piena autonomia ho ritenuto utile suddividere i risultati per metà con risposte ‘positive’, ‘negative’ e ‘neutre’, mentre l’altra metà utilizzando schemi “a torta” e diagrammi 3D dai quali era possibile evincere la percentuale effettiva del grado di soddisfazione espressa dall’utenza.

Figura 1 Esempio di domanda rappresentata con diagramma a torta presente nel questionario

Suddetta attività nasceva per essere sottoposta al vaglio della Giunta comunale la quale, insieme all’assistente sociale specialista nonché mia tutor aziendale e capo area, avrebbe deciso se proseguire sulla medesima linea adottata durante l’anno, oppure ridefinendo e modificando alcuni elementi non congruenti con la soddisfazione dell’utenza che aveva usufruito del servizio.

Sulla base di tale premessa, a lavoro ultimato, ho ritenuto fosse fondamentale ritagliare un momento per la discussione del lavoro con la mia responsabile al fine di analizzare i risultati ottenuti; questo non solo per ricevere l’approvazione in merito alla correttezza del compito svolto, ma anche e soprattutto come occasione di confronto per comprendere meglio quali fossero – in ambito comunale e di gestione dei servizi – i requisiti necessari a definire un servizio di asilo nido congruo o meno alle esigenze del cittadino. A seguito del confronto con la capo area ho avuto modo, pertanto, di chiarire quali fossero i requisiti essenziali da considerare al fine di ritenere valido un servizio (in questo caso di asilo nido); è necessario infatti che quest’ultimo si proponga come luogo educativo, favorendo attraverso un’attenta programmazione pedagogica per la costruzione integrale della personalità e l’autonomia dei bambini e delle bambine, in stretta collaborazione con le famiglie. È, inoltre, importante che questo promuova la valorizzazione di alcuni principi quali: 1. La diversità fra i bambini, affinché queste non siano un ostacolo al loro sviluppo, ma siano promotrici di socialità positive e collaborative; 2. Momenti di cura così come momenti aventi uno specifico valore psicologico e pedagogico; 3. Un rapporto con le agenzie educative, scolastiche, sociali e sanitarie del territorio al fine di costituire una comunità educante per il benessere dei bambini e delle famiglie. Per quanto concerne, invece, le modalità tecniche e di appalto per l’affidamento della gestione del sevizio di asilo nido, è necessario che questo sia presente all’interno del “capitolato” del comune e che all’interno di tale contratto siano indicati dei punti fondamentali al fine di considerare valido l’atto stesso. Trovo importante indicare di seguito tali punti in quanto questi procedimenti rappresentano una tappa della formazione che ho dovuto acquisire nel corso dei mesi svolti all’interno dell’ente e parte fondamentale per lo svolgimento del lavoro dell’assistente sociale specialista. 1. Oggetto 2. Obiettivi 3. Durata e valore dell’appalto 4. Le modalità organizzative 5. Il progetto educativo e il piano gestionale 6. Requisiti del personale educativo 7. Disposizioni in materia di sicurezza 8. Diritto di controllo dell’amministrazione comunale 9. Tracciabilità pagamenti 10. Rilievi per l’applicazione di penalità

11. Polizza assicurativa 12. Clausola sociale Quanto espresso nei punti sopra non mi ha consentito unicamente di comprendere le corrette modalità tecnico-burocratiche presenti all’interno di un documento ufficiale quale l’affidamento della gestione di un sevizio di asilo nido, ma soprattutto cosa vi sia effettivamente dietro un servizio e quanto questo comporti una serie di conoscenze pregresse da parte dell’ASS necessarie allo svolgimento della mansione stessa. La seconda attività che prende le mosse dall’obiettivo della sperimentazione del ruolo in autonomia cui si fa riferimento nella tabella sinottica, è stato quello di produrre la Carta dei Servizi del Comune di Garlasco. La Carta dei Servizi è il documento con il quale ogni Ente erogatore di servizi assume una serie di impegni nei confronti della propria utenza riguardo i propri servizi, le modalità di erogazione di questi ultimi, gli standard di qualità e informa l’utente sulle modalità di tutela previste. L’introduzione della Carta dei servizi come strumento di tutela per i cittadini si ha con la Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1994 e, successivamente, con D.L. n.163 del 12 maggio 1995 convertito nella Legge n.273 dell’11 luglio. Per lo svolgimento del suddetto lavoro mi sono state fornite alcune linee guida per poter strutturare il documento e la disponibilità ad accedere a tutto il materiale di cui necessitavo in modo tale da poter decidere come meglio ritenevo l’impostazione da dare al lavoro in questione. Ho impostato il documento dividendolo in quattro sezioni principali, nello specifico nella prima parte mi sono soffermata sulla descrizione della Carta dei Servizi mentre, nelle tre sezioni restanti, ho enunciato le caratteristiche principali di ciascun servizio erogato dal comune. L’ultima parte del “sommario” è stata dedicata ai contatti, in modo tale da fornire organicità al contenuto del documento con la divisione dei capitoli sopra indicati e maggiore facilità di consultazione per i cittadini per quanto concerne la parte informativa. Nello specifico ho dedicato un capitolo al servizio mensa, gestito in appalto con una società che fornisce i pasti ai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria che ne fanno richiesta e al tariffario mensa scolastica e mensa asilo nido con annesse tutte le modalità di pagamento del servizio. Nel successivo capitolo sono stati elencati e spiegati tutti i servizi parascolastici ovvero: pre-scuola; post-scuola e doposcuola e anche in questo caso si fa riferimento alle politiche tariffarie e alla modalità di accesso al servizio. Altri servizi che sono stati elencati e descritti all’interno della Carta, sono i servizi inerenti all’utilizzo dello scuolabus, sport e tempo libero, disabilità, asilo nido e alloggi Sap (ovvero ex alloggi ERP); sia per quanto concerne l’asilo nido che gli alloggi Sap, ho considerato utile inserire

una parte introduttiva nella quale veniva spiegata su più punti la gestione del servizio, la policy e le modalità di accesso al servizio stesso. Per concludere è possibile affermare che le attività che mi sono state assegnate hanno rappresentato per me un primo passo di notevole importanza verso quello che era uno degli obiettivi principali del mio percorso di tirocinio, in quanto la produzione in autonomia di documentazione in carico al dirigente e analisi/valutazione della qualità dei servizi erano mansioni di cui si occupava esclusivamente la mia tutor aziendale, la quale svolge non solo il lavoro dirigente dell’ufficio, ma anche quello di capo area e pertanto, non solo è stato interessante dal mio canto potermi cimentare in queste attività autonomamente, ma è stato anche sicuramente formativo da un punto di vista di conoscenza del contesto comunale e degli impegni che i comuni si trovano a dover rispettare nei confronti dei cittadini in riferimento all’ambito dei servizi.

Sperimentazione in autonomia del ruolo

Un tempo l’ambito di lavoro dei professionisti sociali era prevalentemente il campo (detto anche fieldwork) e si divideva tra le organizzazioni di cura e le realtà sociali con criticità di varia natura. È importate evidenziare, inoltre, come gli assistenti sociali fossero gli unici tecnici dell’assistenza poiché gli enti erano gestiti prevalentemente da burocrati, personale religioso e da psicologi, ma tutti privi di preparazione tecnica relativa ai problemi umani e sociali. L’assenza di una presa in carico professionale impediva quindi una lettura scientifica del bisogno effettivo per poi dare risposte concrete. Fu a partire dagli anni settanta che la professione dell’assistente sociale riesce ad essere considerata maggiormente rilevante, in particolar modo grazie alla legge n. 845/1978 (legge quadro per l’istituzione della professione) e soprattutto grazie al decentramento delle funzioni amministrative agli enti locali attraverso il D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616 che ha portato al trasferimento di poteri al Comune che diventa l’ente principale gestore ed erogatore diretto dei servizi territoriali. Il Comune, pertanto, diviene anche il principale protagonista delle politiche sociali ed è proprio in questo luogo che l’assistente sociale, essendo a contatto diretto con l’utente e avendo maggiore spazio decisionale, riuscì ad esercitare le funzioni proprie del mandato professionale. Solo con il D.M.U.R. del 16 marzo 2007 è stata istituita una classe di laurea magistrale specifica in “Servizio sociali e politiche sociali” (LM-87). Oggi, tuttavia, l’espletamento delle funzioni manageriali caratterizza in modo sostanziale il mondo dei servizi alla persona su diversi livelli. Spesso le funzioni manageriali sono svolte da professionisti che occupano posizioni dirigenziali nelle organizzazioni, ma all’interno dell’ambito dei servizi è possibile rintracciare lo svolgimento di tali mansioni anche in capo ad assisten...


Similar Free PDFs