Relazione Korczak PDF

Title Relazione Korczak
Author Anonymous User
Course Pedagogia dell'Infanzia
Institution Università degli Studi di Padova
Pages 4
File Size 50.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 82
Total Views 150

Summary

Relazione del testo "Come amare il bambino"...


Description

Relazione Come amare il bambino di Janusz Korczak

Come amare il bambino è un’opera scritta da Janusz Korczak,pubblicata per la prima volta nel 1919. Essa racchiude in sé i principali aspetti del pensiero dell’autore in relazione al bambino, il quale è in ogni suo aspetto un essere umano dotato di specificità e portatore del diritto al rispetto. L’autore,già nelle prime pagine del libro, afferma che non è possibile trovare una legge che riesca a risolvere tutti i problemi educativi che si presentano, ogni situazione deve essere analizzata non solo tenendo conto delle esigenze del bambino ma anche relazionandosi all’educatore(o genitore) che per primo si è posto un determinato problema. L’opera di Korczak,quindi, non ha come intento quello di fornire strategie o regole da applicare in specifiche situazioni,ma vuole “attivare” il lettore,facendogli capire che non potrà mai esistere un libro in grado di sostituire il proprio pensiero in materia educativa;ciò non significa che la strada che ognuno decide di intraprendere sia quella più corretta ma è la migliore in quanto è quella scelta autonomamente da lui. Il pedagogo nella prefazione alla seconda edizione dell'opera afferma di aver ormai perso la convinzione che un educatore possa trasmettere a tutti i bambini i propri pensieri riguardo alla vita in quanto ogni bambino è protagonista della propria vita e dotato di specificità che riescono a renderlo unico,è quindi impossibile imporre a tutti gli educandi il proprio modo di vedere la vita,in quanto ognuno di loro in base a ciò che ha vissuto e in base alle proprie caratteristiche tenderà a sviluppare pensieri diversificati su ciò che lo circonda. Korczak dedica il secondo capitolo del libro alla figura dell'educatore,il quale dedica la sua vita ai bambini e vede di cattivo occhio “l'autore”,ovvero colui che scrive teorie educative senza fare esperienza diretta con i bambini,ma rinchiudendosi nel proprio studio,ignaro di ciò che comporti ricoprire il ruolo di educatore direttamente sul “campo”. Korczak si ripropone di aiutare l'educatore,che ha perso l'entusiasmo nella sua professione in quanto,questa non lo appaga più come faceva un tempo e questo ha delle conseguenze negative sul suo lavoro in quanto tenderà a non notare più i nuovi apetti dei bambini di cui si occupa,ma rallegrandosi delle giornate monotone in cui non succede nulla di nuovo,l'educatore che vive in queste condizioni tenderà a perdere la motivazione e l'iniziativa e di conseguenza perderà la fiducia in se stesso;i bambini di fronte a questo suo cambiamento non resteranno indifferenti,anzi,il loro comportamento nei suoi confronti cambierà proprio come l'educatore è cambiato nei loro.

L'educatore vuole conoscere i suoi bambini,ma per fare ciò deve prima riuscire a conoscere se stesso,i propri difetti,la propria morale e anche i preconcetti che potrebbero portare a creare una determinata immagine di un bambino,non corrispondente con la realtà ma con gli schemi mentali che ci si è creati. Il primo passo che egli deve compiere è quello di osservare i bambini senza chiedere loro nulla, in quanto non può costringerli a cambiare o a essere ciò che non sono. Per poter portare a compimento i suoi obiettivi l'educatore non troverà la strada spianata,egli vuole donare libertà ai bambini,ma è consapevole che all'esterno vi sono le figure Stato,Chiesa e padrone,che esigono determinati comportamenti e che chi non risponderà alle loro richieste sarà “tagliato fuori” in quanto la vita prevede la vittoria del più forte sul più debole. Il bambino ha quindi il diritto di volere,chiedere,reclamare,crescere e maturare,ma l'educazione pone come centro d'interesse la condotta e le regole di comportamento,impone rigidi schemi socialmente condivisi,quando in realtà dovrebbe permettere al bambino di crescere in armonia e libertà e di essere se stessi;ogni bambino deve avere il diritto di potersi esprimere liberamente. L'educatore diventa tiranno nel momento in cui diventa un guardiano il cui solo obiettivo è quello di imporre divieti e assicurarsi che le regole vengano rispettate,o nel momento in cui si preoccupa solo dell'educazione alla moralità,risultando diffidente nei confronti del bambino,impedendogli di compiere esperienze nuove per paura di scalfire la morale,che tanto difficilmente ha costruito. L'educatore che invece punterà a rendere il bambino attore attivo e partecipe della propria vita,dandogli la libertà di fare esperienza diretta della realtà che lo circonda permettendogli di compiere errori che gli permetteranno in futuro di poter distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato,potrà essere considerato una guida per i ragazzi,in quanto permetterà loro di essere se stessi. Korczak spinge l'educatore a instaurare con il bambino un rapporto di parità,in quanto egli è in grado di comprendere più di ciò che noi immaginiamo,deve dialogare con il bambino permettendogli di potersi esprimere,deve permettergli di sviluppare le proprie potenzialità,di commettere errori senza punirlo ma lasciandolo riflettere e comprendere autonomamente le conseguenze che i suoi sbagli possono comportare,deve rispettarlo tenendo conto dei suoi bisogni e dei tempi che necessita. Un buon educatore sa che dietro a un comportamento sbagliato ci piò essere un motivo più profondo della semplice “marachella” e si propone di riflettere cercando di individuare il problema.

Un cattivo educatore invece attribuisce ai bambini la colpa dei loro sbagli,resta intransigente di fronte agli errori e non si interessa di capire se dietro ad essi ci sia una motivazione che al bambino appare ragionevole. Gli educatori che affermano di non infliggere punizioni,sono realtà ignari che la punizione va oltre il castigo corporale,l'indifferenza,un atteggiamento di freddezza e antipatia nei confronti del bambino che ha sbagliato è una punizione,incute timore nel bambino e invece di flagellarne il corpo,si fustiga la sua sensibilità. Anche le minacce risultano essere delle punizioni “se non la finisci ora,non so come andrà a finire”,di fronte a frasi di questo tipo il bambino si troverà in una situazione di paura,in quanto continuerà a chiedersi se quello che ha fatto comporterà o no una punizione e si chiederà quando questa avrà luogo;anche dopo che l'educatore avrà dimenticato di essersi arrabbiato il bambino,che apparentemente risulta allegro e vivace in compagnia,quando è da solo si troverà ad affrontare le sue preoccupazioni. I rimproveri,atteggiamenti di rassegnazione e desolazione sono punizioni,in quanto diventano strumenti di umiliazione del bambino e si configurano come punizioni dolorose e pesanti;anche fare appello all'affetto che il bambino prova nei confronti dell'educatore risulta essere una punizione in quanto il bambino,spinto da un rimprovero affettuoso o un bacio il cui obiettivo è quello di farlo pentire dei suoi sbagli, avrà la sensazione di non essere più amato nel momento in cui egli compirà un altro errore,egli si sentirà solo. L'educatore risulta “ingiusto” nel momento in cui punisce un gruppo invece che il diretto responsabile ma anche nel momento in cui mostra indulgenza e perdona qualcuno che solitamente è tranquillo;i bambini in quel momento si accorgono che non c'è un trattamento equo tra gli educandi ma che l'educatore risparmia le punizioni a coloro che sono più gentili nei loro confronti,mentre chi ha un comportamento più difficile o non riesce a svolgere correttamente le mansioni assegnate sarà sempre colpevolizzato. I bambini devono poter contare sull'educatore il loro benestare dipende da lui e l'affetto educativo che egli offre non deve essere soggetto a distinzioni. I bambini sono dotati di una spiccata sensibilità e riescono perfettamente a capire quando un educatore dimostra nei loro confronti un amore fasullo. Vedranno nel loro educatore una guida solo nel momento in cui egli si dimostrerà capace di capire i suoi bisogni e comprendere le sue necessità,lasciargli i suoi spazi e rispettando i suoi sentimenti. Nel momento in cui il bambino percepisce che l'educatore lo rispetta e attribuisce importanza alla sua figura allora il bambino tenderà ad essere più propenso ad aprirsi e permetterà all'educatore di poter conoscere ciò che prima gli teneva nascosto....


Similar Free PDFs