Relazione fiinale PDF

Title Relazione fiinale
Author Alessia Pinciaroli
Course Antropologia culturale
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Pages 3
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Summary

relazione finale del corso...


Description

LA MODA IN UNA DIMENSIONE ANTROPOLOGICA Nel 2011 , anno in cui ero in seconda media, iniziarono ad andare di moda dei pantaloni blu elasticizzati di una certa marca. Nel giro di pochi giorni tutte le ragazze della mia scuola li avevano e quindi decisi di comprarli anche io per rimanere al passo con la moda. 2012 anno della mia terza media sono andati di moda ben 3 capi di abbigliamento a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro in sequenza : un cappotto rosso , i maglioncini dallo scollo a V e delle scarpe bianche che somigliavano a delle scarpe ortopediche. Comprai tutte queste cose perché andavano di moda e forse non mi sono mai piaciute. Si susseguirono ovviamente centinaia di mode diverse in questi anni ed elencarle tutte sarebbe impossibile, ma la cosa che mi porta a riflettere ora ,dopo otto anni , è che ogni volta che un capo d’abbigliamento passava di moda e veniva sostituito con uno nuovo, l’esistenza di quello passato veniva quasi rinnegata e nessuno si azzardava più ad indossarlo pena l’esclusione dai gruppi più “IN”dell’ambiente. La mia riflessione si è ampliata quando ho letto il testo “Prima lezione di antropologia” di Francesco Remotti che affronta il tema della dell’importanza che l’estetica acquisisce all’interno di una società. Quello che lui dice è che la moda è una irrinunciabile ricerca delle variazioni e dei cambiamenti e che nonostante sia effimera e temporanea ha un’importanza enorme all’interno della società , ma cosa più importante questa ricerca crea una continua insoddisfazione e fa in modo che la comunità cada in un circolo vizioso che porta la società a cercare sempre qualcosa di nuovo , di più bello , di più alternativo e in qualche modo di diverso dal precedente. E questo comportamento non si è sviluppato solamente in questi ultimi anni perché l’insoddisfazione per gli elementi della moda passati è qualcosa che esiste da sempre e in quasi ogni società esistente. La cosa che però mi salta all’occhio è che in alcuni periodi tornano di moda cose che si sarebbero volute cancellare dalla memoria per sempre. Ad esempio i pantaloni a zampa ,di moda negli anni ’70, odiati per quasi cinquant’ anni da un anno circa, sono il ‘ must have ’ , ovvero quello che ogni beauty blogger consiglia di avere nell’armadio , quello che gli stilisti portano sulle passerelle e quello che ogni critico di moda elogia; stesso trattamento è stato riservato alle frange , per anni disprezzate e definite da cowboy e poi riprese da marchi come Chanel e Balenciaga per scarpe , borse e vari accessori delle loro collezioni. E quindi le questioni che mi si sono poste davanti sono difficile da sbrogliare : l’odio per questi elementi del passato è davvero odio o è esso stesso una moda ? la seconda questione è che questa ripresa di mode passate fa parte della ricerca costante di trovare una soluzione alternativa e quindi un nuovo utilizzo? E da cosa nasce questo bisogno di

rincorrere qualcosa di così estremamente effimero e temporaneo? Quello che ho dedotto , quindi la mia personale idea sull’argomento, è che è quasi impossibile trovare una spiegazione a questo bisogno di seguire la moda , ma solo che un individuo all’interno della sua società si rifà in continuazione a dei modelli che gli vengono proposti e che è portato a sentirsi inadeguato dal momento in cui non possiede una certa marca o un certo elemento. È capitato a me in prima persona di entrare ad una festa e notare che tutte le partecipanti avevano un certo abbigliamento e un certo stile molto simile fra loro e di chiedermi se fossi io ad essere inadeguata ad averne tutt’altro, come mi è capitato di avere un’opinione negativa su una certa borsa e poi andarla a comprare dopo poco. E quello che penso è che non si tratti solo di semplice conformismo , ma di un istinto naturale dell’uomo a adattarsi a ciò che la propria comunità ,piccola o grande che sia , ritiene più adeguato. Riguardo invece la questione di riprendere mode credo sia un’altra funzione naturale dell’uomo di riacquisire elementi passati per migliorarli; e come dice Remotti , per cercare una “soluzione alternativa” in modo da non lasciare che quel preciso capo continui a dare quel senso di incompletezza e insoddisfazione. Altra riflessione che la moda mi porta è il fatto che in quanto spesso rappresenti un elemento culturale può essere considerata quasi un simbolo , che può dire molto dell’individuo che si osserva. La mia città , Roma , ne è un chiaro esempio di ciò: da alcuni anni si è alimentata sempre di più questa rivalità tra Roma nord e Roma sud , in dialetto tra pariolini e bori che vengono spesso distinti proprio attraverso il modo di vestire. Lupetto a collo alto e cappotto in cammello, stiamo chiaramente parlando di un pariolino; tuta della pyrex e risvoltino , ecco che abbiamo a che fare con un boro. Anche qui gli esempi da fare sono moltissimi ma il punto è che di nuovo anche in una piccola realtà come quella degli adolescenti di Roma la moda e l’apparenza si rivelano fondamentali per definire l’appartenenza , in questo caso, ad una data zona e quindi di conseguenza a delineare le principali caratteristiche di una data persona. E con questo esempio si può sostenere il fatto che la cultura sia condivisa perché non esiste adolescente romano che non sappia quale è la distinzione da fare e come riconoscerla . E se prima l’appartenenza era prettamente geografica ora si gioca in fatto di stile , sei tu che scegli la tua appartenenza in base a ciò che sceglierai di indossare. E potrà capitare che quando il lunedì indosserai una maglia a collo alto verrai additato come pariolino mentre quando il giovedì indosserai una tuta sarai automaticamente un boro. E non c’è nessuno che possa scappare perché in sostanza un certo elemento in una certa società dirà per te chi sei , da dove vieni e come sei fatto perché non stai indossando solo

capi di abbigliamento ma veri e propri simboli che hanno un significato a cui tutti gli appartenenti a quella comunità fanno riferimento. La piattaforma di streaming Netflix ha da poco prodotto una serie televisiva , chiamata baby , proprio su questa discrepanza tra pariolini e bori, e questo è per far vedere che anche all’interno di questa serie si nota enormemente la differenza di stile , quasi come fossero due tribù , infatti non serve la presentazione dei caratteri di un personaggio in quanto il suo stile e il suo modo di fare parlino già per lui, per fare un esempio tra i principali personaggi , Damiano del Quarticciolo, che indossa tute , felpe e scarpe sportive al contrario di Niccolò dei Parioli che viene presentato come un tipo da camicia bianca in spiaggia,spesso con l’uniforme della scuola , altrimenti sempre elegante. Ovviamente ci sono altri fattori storici che crearono in passato differenze tra Roma sud e Roma nord , come quello economico, ma questo esempio porta comunque alla conclusione che la moda in quanto elemento importante di molte culture , non tanto quanto altri caratteri specifici ma comunque fondamentale, influenzi i rapporti tra individui appartenenti ad una stessa città tanto da creare un spaccatura che li divide in modo sostanziale e li rende così vicini eppure talmente distanti da non capirsi e frenarli ad instaurare un rapporto con un membro del gruppo opposto....


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