Riassunto Candido PDF

Title Riassunto Candido
Course Filosofia morale 
Institution Università degli Studi di Salerno
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Riassunto libro "Candido o l'Ottimismo" di Voltaire...


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CANDIDO O L’OTTIMISMO AUTORE : VOLTAIRE Voltaire scrive “Candido” nel 1759, questo testo viene pubblicato contemporaneamente a Parigi, Londra e Amsterdam. Voltaire con questo libro perfeziona il nuovo genere letterario che ha creato, ossia quel conte philosophique, che ha come caratteristica essenziale la TENSIONE DIALETTICA TRA ALLUSIONE IDEOLOGICA E ILLUSIONE NARRATIVA. VOLTAIRE CON LE AVVENTURE DI CANDIDO DIMOSTRA LA VANITA’ DELL’OTTIMISMO RAZIONALISTA LEIBNIZIANO E LA TEORIA DEL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI. Il lettore, quindi, leggendo il libro passa dalla narrazione alla meditazione filosofica. INTRODUZIONE DI GIUSEPPE GALASSO Il teologo Nonnotte, autore negli anni ‘70 di 3 piccoli tomi sugli “Errori di Voltaire”, dice che se si giudicasse il romanzo di Voltaire “Candido” prendendo in considerazione il titolo e il racconto delle trame, si potrebbe considerarlo come un insieme di idee assurde, stravaganti, inverosimili, prive di senso e pensare addirittura che Voltaire mentre lo scriveva era in preda ad attacchi violenti di febbre. Però se si riflette bene sul libro ci si rende conto che Voltaire mentre lo scriveva bruciava di un fuoco ancora più temibile, precisamente nelle sue vene scorrevano tutti gli orrori dell’inferno che lui si immaginava. Candido quindi è un’opera di ingegno, ironica e spiritosa, brillante. Nonnotte afferma che Candido è un’opera frutto di emozioni e sentimenti, in cui prevale poco la ragione. Rousseau dice che Voltaire non credeva completamente in Dio, anzi, credeva più al diavolo. Rousseau cercò di spiegare a Voltaire che la Provvidenza di natura non punisce sempre l’uomo, a questo Voltaire risponde ma non invia mai direttamente una risposta a Rousseau, la vera risposta è la pubblicazione di Candido. Per Rousseau dunque Candido è un libro scellerato, che fa della coscienza umana uno scherzo, è un romanzo che fa una odiosa e forte polemica contro la Divina Provvidenza. Chenier sostiene che se leggiamo Voltaire accanto alle pagine di “filosofia parassita” troviamo tanti temi importanti, Voltaire in riferimento a questi temi usa un’ironia pungente parlando del crimine, delle usurpazioni, dei diritti dell’umanità. Voltaire ha passato la vita a cercare e a rendere pubblica la verità. René Pomeau dice che la filosofia di Voltaire nel Candido non è una filosofia dell’assurdo, inoltre, aggiunge che Candido offre sempre salvezza, è un mondo in cui non si muore ma si vive, e che il tutto termina nel giardino che è il migliore dei paradisi possibili. Il racconto di Candido è l’assurdo, la precarietà del quotidiano, la catena di mali che nascono l’uno dall’altro. Pomeau riflette sul racconto Candido e si chiede se è una parodia ironizzante o se è una seria riflessione. Pomeau sottolinea che in Candido vi è l’esistenza di un Dio del Male che si oppone al Dio del Bene, quindi provvidenzialismo contro manicheismo, ma LA RELIGIONE DI VOLTAIRE non è né il provvidenzialismo né il manicheismo ma STA NEL BUON SENSO DI CANDIDO, CHE CON PAZIENZA CONTINUA A VIVERE DOPO OGNI DISAVVENTURA, I PROTAGONISTI ALLA FINE DEL RACCONTO APPRODANO IN UN GIARDINO/ORTO CHE DEVONO COLTIVARE. Il nome Candido allude al suo eroe protagonista, alla trasparenza del suo buon senso, alimenta la filosofia e il susseguirsi di tanti incredibili disastri. Il vero filosofo non è il dotto Pangloss, ma è l’ingenuo e semplice allievo di Candido. Flaubert considera Voltaire un genio di primo ordine, dice che c’è l’artiglio del leone nella conclusione del racconto Candido perché è una conclusione tranquilla e stupida come la vita che riesce a far tornare alla mente il buon senso sotto tanta malizia. Altri studiosi invece hanno fatto polemica contro il romanzo Candido di Voltaire.

SIGNIFICATO DEL RACCONTO CANDIDO

IL MESSAGGIO dietro questo racconto E’ CHE SI PUO’ SEMPRE TROVARE UN MODO DI VIVERE E SOPRAVVIVERE. CANDIDO E I COMPAGNI SONO SEMPRE COLPITI DA ACCIDENTI (TERREMOTO, GUERRA, CADERE IN DISGRAZIA, ARRESTO ECC.) MA AFFRONTANO QUESTE PERIPEZIE DELLA VITA E RIESCONO A SALVARSI. QUESTO ROMANZO SI APRE NEL PARADISO TERRESTRE E FINISCE IN UN PICCOLO ORTO CHE HA UN DUPLICE SIGNIFICATO : 1) ORTO DOVE SI CONCLUDE LA STORIA E 2) ORTO IN CUI I PROTAGONISTI TROVANO RIPARO DAI PERICOLI DELLA VITA. L’ORTO QUINDI E’ SOSTEGNO ALLA VITA MA DEVE ESSERE COLTIVATO CON CURA E FATICA. BISOGNA COGLIERE IL PENSIERO DI FONDO E IL MESSAGGIO DI UMANITA’ CHE VOLTAIRE VUOLE TRASMETTERE CON QUESTO RACCONTO. VOLTAIRE SCRIVENDO CANDIDO ESPRIME IL SUO PENSIERO MATURO, RAGGIUNGE LA SUA DEFINITIVA MATURITA’. IL CANDIDO DI VOLTAIRE HA UNA ECCELLENZA LETTERARIA IMPRESSIONANTE. NESSUNA DELLE SUE OPERE HA DATO COSI’ TANTA FAMA A VOLTAIRE COME CANDIDO, FORSE OLTRE ALLE SUE TRAGEDIE, QUESTO E’ STATO IL SUO CAPOLAVORO PIU’ GRANDE. CHI E’ CANDIDO ? CANDIDO E’ IL NUOVO ADAMO CHE CACCIATO DAL PARADISO TERRESTRE ACCETTA PAZIENTEMENTE LE DOLOROSE ESPERIENZE DELLA VITA E SI ADATTA ALLE CONDIZIONI. CANDIDO E’ UN EROE POSITIVO E COSTRUTTIVO, E’ L’ADAMO BIBLICO, CRISTIANO E CATTOLICO, PERCHE’ DOPO ESSERE STATO CACCIATO DALL’EDEN NON VIENE MALEDETTO O SI DEVE REDIMERE MA DEVE SUPERARE PROVE E INCIDENTI DELLA VITA E AVERE REAZIONI PAZIENTI. PERSONAGGI E COSA SIMBOLEGGIANO 

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Candido = un giovane ingenuo cresciuto alla corte del barone di Thunder-den-Tronckh e probabilmente figlio della sorella del barone. Innamorato di Cunegonda, figlia del barone, viene cacciato da questi e dovrà subire moltissime peripezie, dall'essere arruolato a forza dai bulgari (prussiani) contro gli abari (francesi), essere frustato per diserzione e poi come eretico, fare più volte naufragio, ecc., prima di poter ritrovare l'amata e vivere in pace. Candido ha un po’ tante opinioni insieme, è la semplicità stessa. Cunegonda = figlia del barone e amante di Candido all'inizio del romanzo, e, alla fine, sua moglie (lui la sposa quasi "per dovere", nonostante sia diventata brutta). La vecchia al servizio di Cunegonda = una serva e cameriera assegnata a Cunegonda e che aiuta Candido, ma che in realtà è figlia di papa Urbano X (pontefice immaginario) e della principessa di Palestrina. Il resoconto delle sue sciagure personali e famigliari, che da principessa l'hanno ridotta a schiava e poi serva in giro per l'Europa, occupano due capitoli del romanzo. La vecchia è una consigliera preziosa di astuzie maliziose o innocenti. Barone gesuita = figlio ed erede del barone, sfugge al saccheggio del castello. Creduto morto per mano di Candido in Paraguay dove è colonnello dei gesuiti, finisce infine a remare sulle galere turche in attesa di essere rispedito a Roma. Con la sua ossessione per i quarti di nobiltà, rappresenta il vano orgoglio dell'aristocrazia Il meticcio Cacambo = servo meticcio di Candido, abile e scaltro nell'aiutare il padrone. E’ un personaggio-manifesto contro la discriminazione sociale e razziale, a tal proposito si fa riferimento all’antisemitismo di Voltaire che considerava negativamente il razzismo. Cacambo rimane convinto che tutto deve essere indifferente. Il nobile veneziano Pococurante = ricco patrizio veneziano, possiede una grande biblioteca e collezioni d'arte, ma è critico di ogni cosa. Voltaire se ne serve per giudicare i più grandi geni





dell’antichità e i contemporanei si sono scandalizzati di cosa dice questo Pococurante di Omero e di Milton. Egli guarda Omero e Milton come geni mediocri che hanno usurpato onori che non erano loro dovuti. Questa quindi è una critica alle persone disincantate che sono accecate dall’ozio e dall’opulenza (abbondanza di ricchezza). Il senatore Pococurante è un uomo annoiato di tutto ciò che possiede ed ha consumato ogni suo gusto, giudica con ingegno ma con troppo eccesso Omero, Virgilio, Orazio e Cicerone, inoltre, dice cose pesanti anche su Milton. Pangloss = il precettore del castello, nonché filosofo maestro di Candido. Parodia dei leibniziani, crede di vivere nel migliore dei mondi possibili, nonostante tutto quello che gli capita (si ammala di sifilide, deve scappare dai bulgari, finisce quasi annegato, poi quasi impiccato e sezionato da un chirurgo, e infine diventa schiavo dei turchi). Pangloss rimane convinto che tutto è bene. Martino = amico di Candido e filosofo manicheo; con il suo pessimismo, ispirato a quello di Pierre Bayle[3] è il contraltare di Pangloss. Martino rimane convinto che tutto è male.

La cena dei sei sovrani detronizzati a Venezia = è una grande follia che non potrebbe avere successo a Versailles. E’ la parte più filosofica e una delle più divertenti del romanzo. La storia del Paraguay e le disavventure del Reverendo Padre colonnello = non fanno piacere ai gesuiti e alle circostanze in cui si trovavano. Capitolo sul ricco paese di Eldorado = è stato un capitolo un po’ lungo ma ha tanta varietà e vivacità. PERSONAGGI SECONDARI    

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Barone e baronessa di Thunder-ten-Tronckh = padroni del castello in Vestfalia, muoiono durante la guerra dei sette anni per mano dei bulgari. Jacques (Giacomo) l'Anabattista = generoso mercante olandese che soccorre Candido e Pangloss. Annega nel porto di Lisbona poco prima del terremoto. Ha doti come virtù e carità. Don Issacar = ricco usuraio ebreo di Lisbona, amante di Cunegonda, finisce ucciso da Candido per difesa. Grande Inquisitore = rivale del giudeo Issacar per Cunegonda, condanna Candido e Pangloss ad un autodafé per evitare i terremoti, e viene infine ucciso da Candido stesso. Rappresenta il fanatismo religioso. Re di Eldorado = sovrano illuminato dell'immaginario regno, regala a Candido pietre preziose e oro. Pasquetta = cameriera della baronessa e amante di Pangloss, poi prostituta a Venezia e infine amante di frate Giroflée. Frate Giroflée (Garofalo) = frate senza alcuna vocazione, alla fine diventa musulmano e va a vivere nella fattoria di Candido. Governatore di Buenos Aires = altro pretendente di Cunegonda. Sei re al Carnevale di Venezia = sei sovrani in esilio e caduti in povertà, che cenano con Candido e Martino a Venezia. Si tratta di personaggi storici reali, tra cui re, imperatori e pretendenti al trono (Ahmed III dell'Impero ottomano[4], Stanislao Leszczyński e Augusto III di Polonia, Ivan VI di Russia, Teodoro di Corsica, Carlo Edoardo Stuart), a cui Candido fa persino l'elemosina (un'altra frecciata di Voltaire, che preferisce il borghese intraprendente arricchito per merito, al nobile nullafacente). Il re dei bulgari = si tratta di Federico II di Prussia, che ingaggia battaglia contro il re degli abari (Luigi XV di Francia) e grazia Candido dopo che questi è stato condannato a morte e poi alla fustigazione per tentata diserzione. Vanderdendur = mercante e schiavista olandese, imbroglia Candido nel Suriname, rubandogli numerose ricchezze. Marchesa di Parolignac = nobile di Parigi; Candido rimane vittima dei suoi raggiri.

CANDIDO O L’OTTIMISMO

Viene tradotto dal tedesco del dottore Ralph, con le aggiunte trovate nelle sue tasche quando morì nel 1759

CAPITOLO 1 : Come Candido fu allevato in un bel castello e come ne fu cacciato A Westfalia, in Germania, in uno "splendido" castello ", di proprietà del barone di Thunder-denTronckh, vive un giovane dal carattere ingenuo e sincero, di nome Candido. Suo precettore è Pangloss (parodia dei discepoli di), che insegna a lui e alla figlia del barone la "metafisico-teologo-cosmologonigologia ", la dottrina filosofica secondo la quale il mondo è "il migliore dei mondi possibili" in quanto "tutto ciò che esiste ha una ragione di esistere". Candido segue molto volentieri le lezioni di Pangloss, in quanto trova molto bella Cunegonda, la figlia del barone, e trascorre il tempo a guardarla. Scoperto a baciare Cunegonda, Candido viene cacciato dal castello e arruolato nell'esercito dei Bulgari, impegnati in una guerra contro gli Avari. CAPITOLO 2 : Ciò che Candido diventò tra i bulgari Durante la guerra dei sette anni tra bulgari (prussiani) e abari (francesi), Candido viene arruolato a forza dai primi; quando pensa di disertare, viene scoperto subito e bastonato da duemila soldati (“In virtù del dono che si chiama libertà, optò per farsi bastonare trentasei volte”), poi condannato a morte, fino a che viene graziato da Federico II. CAPITOLO 3 : Come Candido fuggì dai bulgari e quel che fu di lui Durante la battaglia riesce a scappare conoscendo gli orrori vivamente descritti della violenza in un villaggio saccheggiato dai bulgari. Arrivato in Olanda conosce il fanatismo di un oratore e la pietà di un anabattista, Giacomo. Qui ritrova Pangloss.

CAPITOLO 4 : Come Candido incontrò il suo vecchio maestro di filosofia, il dottor Pangloss, e ciò che avvenne Pangloss, sopravvissuto alla distruzione del castello operata dai soldati bulgari , trova il coraggio di giustificare le sventure individuali prerogative indispensabili per il bene generale. I due si imbarcano insieme all'anabattista benefattore alla volta di Lisbona, ma rimangono sopraffatti da una tempesta. CAPITOLO 5 : Tempesta, naufragio, terremoto e quel che accadde al dottor Pangloss, a Candido e a Giacomo l'anabattista Durante la tempesta affoga il buon Giacomo, caduto in mare per salvare la vita a uomini malvagi. Pangloss e Candido arrivano a Lisbona, dove assistono inermi a un terribile terremoto. All ostentato ottimismo di Pangloss si contrappone l’opportunismo nefando del marinaio che approfitta della disgrazia per saccheggiare. CAPITOLO 6 : Come si fece un bell'autodafè per impedire i terremoti e come Candido fu frustato Fra le macerie Pangloss continua a sostenere che questo è il miglior mondo possibile; lo sente un ufficiale dell'Inquisizione che non è d'accordo in quanto in quella visione del mondo non vi è posto per il peccato originale. Pangloss viene quindi impiccato e Candido frustato. Denuncia del fanatismo nell' aspetto del tutto arbitrario degli arresti, fondate su impressioni soggettive come le differenze culturali o religiose. L' autodifesa viene presentata anche come atto religioso, la superstizione che cerca nell’autodafè il capro espiatorio della tragedia naturale.

CAPITOLO 7 : Come una vecchia si prese cura di Candido e come egli ritrovò l’oggetto amato CAPITOLO 8 : Storia di Cunegonda Il giovane viene poi avvicinato da una vecchia che lo porta in una casa di campagna dove incontra Cunegonda che, violata e sventrata, era stata salvata da un capitano bulgaro e venduta in seguito a don Isaccar, un banchiere ebreo. Quest'ultimo deve spartire con l'Inquisitore l'amante. (Fino ad allora crevo non ci fosse nulla di più bello del castello in Vestfalia, capii che sbagliavo). Dopo che Candido ha ucciso i due rivali, i protagonisti e la vecchia fuggono verso Cadice, da dove si imbarcano alla volta del Paraguay. CAPITOLO 9 : Ciò che fu di Cunegonda, di Candido, del grande inquisitore e di un Ebreo Candido uccide per difesa due potenti del luogo che si contendono l'amore della ragazza, un giudeo di nome don Issacar e il Grande Inquisitore in persona. Gli amanti e la vecchia fuggono con i tre cavalli andalusi . Candido è incapace di pensare, si aggrappa ai consigli della vecchia dopo aver ucciso l’ebreo. CAPITOLO 10 : In quale miseria Candido, Cunegonda e la vecchia giungono a Cadice e del loro imbarco Raggiunta l’osteria vendono un cavallo e giungono a Cadice. Qui si imbarcano per il Paraguai, in una flotta costituita per abbattere i gesuiti. Durante la traversata filosofeggiano (bisogna confessare che ci si potrebbe un po’ lamentare di quanto accade qui nel nostro mondo) e la vecchia racconta la sua storia. CAPITOLO 11 : Storia della vecchia CAPITOLO 12 : Seguito delle sventure della vecchia La vecchia appare come confutazione delle teorie ottimistiche e destino della nobiltà (futuro di Cunegonda). Figlia di papa Urbano X e della principessa di Palestrina, cresce in bellezza, grazia e talenti in una delle più belle corti europee. A seguito dell’avvelenamento del suo promesso sposo lascia il castello con la madre ma viene rapita dai corsali. Ridotta a schiava, è condotta in Marocco, dove diventa la merce di una furiosa contesa che culmina nel massacro della madre e delle altre damigelle. Abbandonata tra i cadaveri, viene accudita da un napolitano evirato che tuttavia la vendette in Algeri dove accusò la peste. Successivamente fu portata a Tunisi, poi Tripoli, Alessandria, Smirne, Costantinopoli. Qui, le fu amputata una chiappa dai giannizzeri strenui dalla fame. Successivamente fuggì dalla Russia in tutta Europa. Il resoconto delle sue sciagure personali e famigliari, che da principessa l'hanno ridotta a schiava e poi serva in giro per l'Europa, occupano due capitoli del romanzo. CAPITOLO 13 : Come Candido fu costretto a separarsi dalla bella Cunegonda e dalla vecchia I due giovani con la vecchia approdano a Buenos Aires e si recano dal Governatore Don Fernando (un uomo la cui alterigia rispecchia i tanti nomi). Egli si innamora alla vista di Cunegonda e le fa una proposta di matrimonio. Intanto arriva un vascello di ufficiali che ricercano gli assassini: Candido deve fuggire nuovamente per evitare nuove persecuzioni a causa dell’omicidio del gran Inquisitore. CAPITOLO 14 : Come Candido e Cacambo furono accolti dai Gesuiti del Paraguay Il giovane scappa con un fedele meticcio spagnolo, Cacambo, e si rifugiano dai gesuiti. Qui incontrano il Reverendo, fratello di Cunegonda, anch’egli miracolosamente sfuggito al massacro degli abitanti del castello.

CAPITOLO 15 : Come Candido uccise il fratello della sua amata Cunegonda

Il fratello di Cunegonda racconta la sua storia dall' attacco bulgaro, di come sfuggito miracolosamente alla morte sia salito nelle fila delle gerarchie aiutato da padre Croust. Non appena Candido gli rivela delle sorti di Cunegonda questi lo accoglie come un fratello, un salvatore, ma non appena viene a conoscenza dell'intenzione di Candido di sposare la sorella, di rango inferiore, si oppone e lo attacca fisicamente. Candide lo uccide con una spada e prende le vesti di gesuita e scappa con Cacambo. CAPITOLO 16 : Quel che accadde ai due viaggiatori con due ragazze, due scimmie, e con i selvaggi chiamati Orecchioni Travestitisi da gesuiti, Candido e Cacambo oltrepassano la frontiera e giungono in una prateria in cui uccidono due scimmie che inseguivano due ragazze. Durante la notte vengono rapiti dagli Orecchioni, una tribù di cannibali in guerra contro i gesuiti, tuttavia Cacambo riesce a convincerli della loro avversione per l’ordine religioso, e per questo sono accolti come fratelli. Candido si trova nella giungla ed è costretto a confrontarsi con un popolo selvaggio, dai costumi diversi. Se i primi capitoli appaiono come da introduzione a un romanzo d’amore e di avventura, ora il libro si rivela come una critica alla visione ciecamente ottimista del mondo di Candide intorno a lui. Questo capitolo è l’occasione per Voltaire di confutare il mito del buon selvaggio e dell’innocenza dello stato di natura teorizzato da Rousseau. Solo il progresso può far avanzare l' Uomo e non un ritorno alla fauna selvatica. Voltaire coglie anche l' occasione per affrontare il pregiudizio razzista facendo del servo di Candide un personaggio più intelligente di Candide, che riesce a volgere a proprio favore la situazione. CAPITOLO 17 : Arrivo di Candido e del suo servitore nel paese di Eldorado e ciò ch'essi vi videro CAPITOLO 18 : Ciò che videro nel paese di Eldorado Diretti verso la Caienna con la speranza di tornare in Europa, i due si lasciano trasportare da un fiume che li porta fino alla valle di Eldorado, il regno della felicità sulla Terra incontaminato dalle avidità dei coloni. Incontrano un maestro e si recano nell’osteria. Alle loro curiosità risponde un vecchio saggio, che tocca varie facce della società, tra cui la religione. Il dio di Eldorado è solamente ringraziato, gli abitanti sono tutti della stessa opinione, non esistono le prigioni ed è sorta sui principi della scienza sperimentale . Dopo un mese di permanenza, i due lasciarono il paese carichi d’oro e di pietre preziose col desiderio di riscattare Cunegonda, aiutati da una macchina costruita dai fisici per oltrepassare le montagne impervie. Nella città utopistica descritta non esistono il denaro (l’oro scorre a fiumi al punto che i suoi abitanti non lo tengono per nulla in co...


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