Riassunto Manuale di psicologia dinamica Lis, Stella, Zavattini PDF

Title Riassunto Manuale di psicologia dinamica Lis, Stella, Zavattini
Author Francesca Enne
Course Fondamenti di Psicologia Dinamica
Institution Università degli Studi di Messina
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Parte prima – Il sistema freudiano I Capitolo. Il pensiero freudiano: costruzioni e ricostruzioni Fin dagli inizi l'interesse principale di Freud è stato rivolto allo studio del funzionamento della mente. Egli ha posto in primo piano l'importanza del conflitto intrapsichico: la lotta tra forze o strutture incompatibili all'interno della personalità. Freud sapeva solo talune cose ma le sapeva molto bene da questo punto di vista sia il modello evolutivo proposto (cioè il modello per fasi dello sviluppo psicosessuale), sia l'ipotesi di un'energia psichica che pervade inizialmente singole sfere dell'individuo e successivamente l'intera persona, sia l'orientamento dinamico alla psicopatologia, rappresentano aspetti di un approccio innovativo dello studio della natura umana. 1. La tappa iniziale: l'isteria Freud ha collaborato con Breuer e ha scritto "Studi sull'isteria" (1895): l’ipotesi è che c'è sempre un motivo per ammalarsi e l'origine di questo motivo è individuata nel passato del soggetto isterico che può essere opportunamente riattualizzato prima con il metodo ipnotico di Charcot e con la cosiddetta abreazione e successivamente con le libere associazioni, l'interpretazione dei sogni e l'analisi del transfer. Freud era convinto che vi è continuità nella vita mentale (psiche): le primissime fasi della crescita si legano strettamente a quelle successive. E' centrale la malattia e non il malato. Si intravede l’ipotesi che vi siano connessioni tra il fatto originario (trama) e il sintomo, ma si fatica a distanziarsi dallo scarto del modello medico tra normale e patologico, a calarsi nella relazione, si mantiene la separazione tra il soggetto (terapeuta) e l’oggetto (paziente). Il ricordo rappresenta una cosa (res) non un evento che illumina e si esprime nella relazioneresistenza del paziente come opposizione cercata o voluta. E’ sempre centrale la malattia e non il malato (il metodo psicanalitico non è stato ancora messo a punto). Freud oscilla tra: la convinzione che il trauma si produca una volta sola (un fatto originario) la sensazione che molti episodi infantili rappresentano la base della patologia Freud intuisce l'esistenza di relazioni simboliche tra sintomo e simbolo che non sono immediatamente afferrabili: richiedono elaborazione, vale a dire un lavoro mentale specie là dove il conflitto attiva risposte organiche. In effetti il problema è dato dal fatto che non il singolo trauma bensì più traumi parziali, più fatti, in apparenza non rilevanti, addirittura banali, stanno la base dei vari disturbi sia isterici che di altro tipo. Il caso di Anna O. indirizza Freud sulla strada della psicanalisi e nasce la Talking Cure, la cura della parola. Il paziente non va tanto guidato quanto invece ascoltato in ciò che ha da dire del suo presente, del suo passato, dei suoi conflitti, dei suoi sensi di colpa, delle sue aspirazioni, dei suoi slanci, del suo dolore e delle sue gioie. In ogni caso è l'isteria, nelle sue diverse forme, la via di accesso alla psicanalisi intesa come relazione e non come estorsione di un ricordo che non si vorrebbe comunicare a motivo della sua spiacevolezza. 2. La seconda parte: il desiderio sessuale. 2.1 Sogno e nevrosi. Secondo Freud gli eventi traumatici, in precedenza considerati reali, possono invece essere il risultato di fantasie del paziente: la fantasia dunque non è meno pregnante di ciò che siamo soliti chiamare realtà. In quest'ottica il sogno viene visto come l'appagamento mascherato di un desiderio inaccettabile, censurato cioè represso, rimosso come un prodotto del sistema inconscio la cui meta è appunto la soddisfazione del desiderio. Il desiderio, in particolare quello sessuale, inizia ad essere inteso in modo più convinto come la forza motrice di ogni sintomo: alla base di ogni sintomo isterico vi è la rimozione di desideri inconsci insoddisfatti. Nei "Tre saggi sulla teoria sessuale" (1905) i desideri inconsci sono considerati di natura sessuale. Il caso di Dora nel saggio "Frammento di un'analisi di isteria" mostra un profondo cambiamento nello stile relazionale di Freud: troviamo un terapeuta più pronto e capace di riconoscere le emozioni suscitate da questa eroina della psicanalisi: è ancora una volta la donna a condurre il gioco come ha fatto Anna O: Dora rifiuta le interpretazioni assai acute di Freud: da un lato offre e mostra nel transfert i fantasmi (che però Freud ancora non capisce) e dall'altro si sottrae ad essi. Vi sono sicuramente legami tra lo sviluppo della prima infanzia e i conflitti attuali della ragazza: il sogno è una delle vie indirette per aggirare la rimozione. I sintomi mostrati dalla ragazza non sono tanto manifestazioni di traumi quanto segnale di conflitti attuali e pregressi che sono espressione di connessioni interiori. Perché il

sintomo si manifesti deve esserci anche una compiacenza somatica offerta da un processo normale o patologico in un organo del corpo. Si fa strada l'idea di una interconnessione tra psichico e somatico che presenta modalità espressive differenziate a seconda della forma di sofferenza manifestata dal paziente. La mente poggia sul corpo ed è questo corpo che orienta la mente. Il caso di Dora coincide anche con la scoperta del transfert: è lo spostamento di schemi di sentimenti, pensieri, comportamenti sperimentati originariamente in relazione a figure significative dell'infanzia su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale. Inizialmente può apparire come un ostacolo o una resistenza ma di fatto è il miglior alleato dello psicoterapeuta e del paziente nel loro tentativo di risolvere la nevrosi. Questa nuova visione della terapia farà nascere concetti come alleanza terapeutica e controtransfert che designa il complesso delle reazioni prevalentemente inconsce di un analista verso il paziente e più specificatamente verso il suo transfert. La molla del transfert è data dalla proiezione: l'attribuzione all'altro dei sentimenti di desideri che il soggetto rifiuta in sé cioè quel meccanismo che è assieme all'introiezione (processo inconscio tramite il quale un oggetto esterno viene simbolicamente assunto dentro di sé e assimilato come parte di se stessi) sta alla base dello sviluppo. 2.2. Lo sviluppo libidico. Secondo Freud la sessualità non è esclusivamente un fenomeno adulto: ad una attenta osservazione i bambini palesano le irregolarità della pulsione sessuale che consiste in una spinta (carica energetica), la cui fonte è uno stato di eccitamento del corpo, che si specifica diversamente a seconda della meta (l'azione verso la quale la pulsione preme) e dell'oggetto (la persona che provoca attrazione sessuale). È un processo che avviene tra continue oscillazioni in avanti e indietro con momenti di arresto o fissazione, in cui la libido rimane legata zone erogene, persone, oggetti o immagini e momenti di regressione in cui si ha una ricaduta in fasi evolutive precedenti. La continuità della vita sessuale è appunto la pulsione, uno dei concetti che stanno al limite tra lo psichico e il corporeo: in un primo momento la pulsione sessuale è autoerotica e successivamente si dirige all'esterno. Freud distingue tra organizzazioni sessuali pregenitali (parziali) e un'organizzazione genitale vera e propria. Una prima organizzazione pregenitale è quella orale in cui l'attività sessuale non è ancora separata dall'assunzione di cibo La seconda organizzazione pregenitale è quella sadico-anale in cui la mucosa erogena intestinale si fa valere come organo, come meta sessuale passiva. La terza organizzazione pregenitale è quella fallica: si fanno strada le prime avvisaglie del piacere legate all'organo virile. Le pratiche di autostimolazione e masturbazione sono un modo per conoscersi e per rappresentarsi il corpo, le sue caratteristiche, i suoi confini. L'importanza e il significato genitale maschile in questo periodo sono al centro dei pensieri e delle considerazioni infantili sulle figure dei genitori. L'ingresso nel periodo di latenza che interrompe e congela le spinte sessuali infantili per lasciare spazio ad attività cognitiva, sollecitata anche dall'apprendimento scolastico, posticipa la conclusione dello sviluppo psicosessuale. E' dopo la maturazione biologica nell'adolescenza che risulta infatti possibile l'instaurarsi di un'organizzazione genitale ovvero il consolidarsi dell'identità di genere. La distinzione tra pulsioni parziali e pulsioni genitali dimostra che la sessualità è una sessualità allargata ossia capace di prendere in considerazione gli aspetti di piacere legati al funzionamento corporeo che esulano, per così dire, dalla genitalità. Il bambino è un perverso polimorfo che sperimenta piaceri sensoriali muscolari di varia natura. Il mondo di fantasia permette al bambino ma anche all'adulto di rielaborare i ricordi del passato sulla base delle impressioni del presente. Freud riconosce al bambino una vita mentale estremamente ricca e attiva, incentrata attorno alle vicissitudini delle pulsioni sessuali: è anche per questa via che l'attività fantastica del bambino appare rivolta a produrre teorie sessuali sulla generazione e sulla riproduzione, utilizzando le conoscenze che gli provengono dall'aver raggiunto una determinata fase dello sviluppo nel tentativo di venire a capo dell'enigma della propria nascita della propria identità di genere. Hans: nel caso del piccolo Hans Freud riconosce nell'animale temuto una raffigurazione deformata del padre percepito dal bambino come minaccioso, ma indica anche una ragione dinamica della fobia: l'equivalenza fantastica tra padre e cavallo poggia di fatto sulla profonda

preoccupazione del piccolo per il proprio genitale. In questo modo la fobia appare l'esito di una serie di fantasie in cui confluiscono elementi pulsionali parziali legati all'organizzazione pregenitale e sentimenti contemporaneamente teneri e ostili diretti verso il padre: è l'ambivalenza come connotato naturale dell'essere umano. Il conflitto tra gli aspetti della propria vita mentale impone ad Hans di rinunciare alle fantasie e al piacere connesso al proprio organo genitale e scatena in lui l'angoscia o meglio l'isteria d'angoscia. Al fondo della sofferenza psichica opera quello stesso insieme di rappresentazioni e ricordi che il soggetto isterico mostra di aver dimenticato: il lavoro terapeutico consiste allora nel condurre il paziente a ritrovare e a comprendere il significato originale delle proprie fantasie recuperando quei pensieri e quei desideri che, ancorché rimossi, condizionano la vita affettiva e relazionale. Nel 1909 scrive "Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva" in cui indaga ed esplora l'orrore di un proprio piacere, ignoto al paziente stesso, il quale sembra non rendersi conto del significato che i ricordi hanno in relazione ai propri desideri profondi. Sono i falsi nessi tra le associazioni, frutto di un fraintendimento di fantasie rimosse e quella parte della personalità che a quell'epoca si è separata e non ha seguito l'evoluzione del tutto ed è stata perciò rimossa. E’ il conflitto interno tra desiderio e timore del desiderio e non il trauma a spiegare il perché determinati pensieri risultano intollerabili e vengono rimossi. Nel nevrotico l’espressione cosciente della propria vita interiore risulta falsata e deformata: ciò spiega l’onnipotenza del desiderio e la “sensibilità complessuale” del paziente che tentando di fronteggiare i pensieri illogici che lo affliggono (dubbi, paure) non sa che questi hanno origine in aspetti concreti del suo mondo interno. Si tratta di fantasie che inaccettabili alla coscienza adulta, sono state messe in disparte nell’illusione di potere perdere di significato, ma continuano ad agire e costituiscono il significato di gesti e comportamenti che sembrano illogici. Pensieri e sentimenti di morte vengono interpretati da Freud tramite lo spostamento (processo con cui sentimenti inaccettabili sono investiti in un oggetto sostitutivo) di fantasie sessuali e aggressive infantili che il paziente cerca di dominare nei modi che gli sono possibili. 2.3. Il narcisismo e l'ideale dell'io. In Freud c'è la consapevolezza che non è possibile intendere la psiche umana, sia nelle manifestazioni normali, sia in quelle patologiche, se non si comprende come ogni sintomo e ogni fenomeno, anche irrazionali, abbiano un preciso significato nella complessa realtà del mondo interiore, resa attuale nella relazione con l'altro. E' il conflitto tra l'io e la pulsione sessuale ciò che permette di avvicinarsi alle dinamiche del pensiero psicotico. Questa intuizione di un doppio registro della vita interiore sposta finalmente l'analisi freudiana dall'elemento sessuale verso una considerazione più ampia della vita psichica, intesa come il frutto di una complessa organizzazione di personalità. L'organismo umano, in balia dei processi di accumulo e di scarica della libido, ossia della sensazione di dispiacere e di piacere, appariva orientato semplicemente all'evitamento del dispiacere alla ricerca del piacere. In "Precisazioni su due principi dell'accadere psichico" Freud riteneva che la vita psichica fosse retta da un principio di piacere, mirante a ridurre al minimo dispendio di energia, temperato però da un principio di realtà per permettere all'individuo l'adattamento dell'apparato psichico alle richieste ambientali (rinuncia a un desiderio onnipotente e incontrollabile). Questo adattamento lascia serbata un'area del fantasticare in cui si svolge la parte più significativa della vita mentale, per sviluppare un più realistico amore oggettuale tramite l'educazione della pulsione sessuale. Nell'introduzione al narcisismo Freud teorizza una motivazione che non coincide con la sola gratificazione pulsionale ma si connette anche ai processi di identificazione cioè quei processi psicologici con cui un soggetto assimila un aspetto, una proprietà, un attributo di una persona e si trasforma secondo il modello della persona cui con cui è avvenuta l'identificazione. Freud tenta di integrare l'articolata teoria della pulsione sessuale con una visione più ampia della psiche individuale, comprensiva di quella ricerca dell'oggetto che tanto spazio occuperà nelle teorizzazioni degli indipendenti. Vengono descritte due modalità di amore non più solo di desiderio: l'amore di tipo narcisistico l'amore anaclitico o per appoggio, cioè l'amore che può essere rivolto a qualcuno che rappresenta la nutrice o l'uomo protettivo.

Freud intuisce che non si possono più identificare le motivazioni ultime del comportamento esclusivamente nei desideri, nelle fantasie sessuali che promuovono alla ricerca di piacere ma è necessario anche rintracciare il motivo per cui l'individuo evolve nella direzione di una personalità adulta e complessa. Introduce pertanto il concetto di sentimento di sé considerato frutto dell'investimento libidico dell'io, ossia dell'interesse che ognuno ha per la propria persona. Nevrosi (isteria, fobia e ossessione) spiegata con la teoria della libido oggettuale Psicosi (schizofrenia, paranoia) spiegata con la libido rivolta all’Io (narcisismo). Esiste un io ideale al quale l'individuo si può rapportare ogni qualvolta ne sente il bisogno oppure cerca di governare, quando ne avverte la necessità, la propria interiorità. Questo io ideale va distinto dall'ideale dell'io pur essendovi tra questi concetti intuibili legami. Mentre l'io ideale è legato al ricordo dell'età dell'oro, nel tempo in cui il bambino era incoraggiato e si godeva la megalomania, il narcisismo e l'onnipotenza che sono il diritto di ogni bambino piccolo, l'ideale dell'io può rappresentare un fattore incoraggiante non già una regressione ma piuttosto una speranza. È in questo senso che l'ideale dell'io può promuovere la crescita e la salute mentale. Esso sicuramente sollecita quel particolare processo della sublimazione ossia la rinuncia alla meta sessuale a favore di oggetti ritenuti di alto valore sociale, un processo di difficile e faticosa attuazione. L'amore di traslazione è una formazione mentale che è allo stesso tempo la principale resistenza del paziente a integrare memorie e fantasie infantili e lo strumento che permette gradatamente di conciliare il sapere cosciente con un non sapere. 3. La terza tappa: la metapsicologia. Per metapsicologia Freud intende in particolare un sistema di osservazione in base al quale ogni processo psichico possa essere esaminato secondo coordinate dinamiche, economiche e topologiche. La mente (psiche) è sempre in movimento, c'è qualcosa di vivo e come tale conflittuale. Ne segue che una vera scienza psicologica deve dare ragione di questa conflittualità sia essa prevalentemente intrapsichica o interpersonale. Il punto di vista dinamico: i fenomeni psichici possono essere analizzati come risultato di una combinazione di forze tra loro antagoniste per esempio libido e interessi dell'io in un primo momento eros e istinto di morte in un secondo. Il punto di vista economico introduce la dimensione quantitativa di queste stesse forze. Il punto di vista topico utilizza per la comprensione del conflitto la disposizione spaziale di sistemi dell'apparato che assicurano funzioni differenti: prima topica (modello topografico): inconscio, preconscio e conscio seconda topica (modello strutturale): ES, io e il super io. I punti di vista sono ritenuti tra loro strettamente correlati e tali da rendere ragione del funzionamento mentale. La psiche umana poggia sull'organismo. La pulsione, il primum movens della mente è in realtà un costrutto teorico, corrispondente al rappresentante psichico degli stimoli che traggono origine dall'interno del corpo e pervengono alla psiche. Freud sottolinea l'intenzionalità biologica dell'apparato psichico. Il compito fondamentale dell'organismo è l'adattamento alla realtà e Freud pone al centro della sua concezione di psiche l'opposizione tra l'io, ossia l'istanza organizzativa della personalità e il mondo esterno ossia l'ambiente inteso come somma di fattori biologici e culturali. La vita interiore rappresenta il fattore decisivo per lo sviluppo individuale. La necessità di pensare un inconscio che abita dentro l'uomo viene spiegata con il fatto che tutti gli atti, tutte le manifestazioni che osservo in me e che non so come collegare col resto della mia vita psichica devono essere giudicati come se appartenessero a qualcun altro e trovare la loro spiegazione in una vita psichica attribuita a quest'altra persona. L'inconscio, benché sconosciuto all'individuo, è di natura squisitamente psicologica, abita quell'area della mente che opera autonomamente spesso in conflitto con la realtà dei fatti. Nelle situazioni patologiche la libido oggettuale può trasformarsi in libido narcisistica: ad esempio Freud studiando la melanconia riesce a dimostrare la possibilità che l'io diviene esclusivo oggetto d'amore tramite l'identificazione dell' io stesso con l'oggetto perduto. Mentre nel lutto attivato dalla perdita della persona o di un oggetto amati l'io può, attraverso un faticoso spesso doloroso lavoro, prendere atto della realtà e ritirare la libido che le aveva concentrato per spostarla su altri oggetti, nei disturbi melanconici il soggetto ha introiettato l'oggetto d'amore e si è identificato con esso.

Dopo l'introduzione del narcisismo Freud arriva riconoscere che le pulsioni possono avere anche un oggetto interno, l'io. Lo studio del conflitto tra pulsioni sessuali e pulsioni del io conduce a un ampliamento del campo di osservazione. Nell'introduzione alla psicanalisi Freud dà un saggio di maturità scientifica presentando al pubblico le conquiste principali del suo lavoro e sottolineando con forza che la psicanalisi si impara innanzitutto su se stessi mediante lo studio della propria personalità: la psicanalisi è uno studio della mente umana nella sua globalità sulla base tanto di fenomeni normali quanto di processi anormali ossia non esiste una separazione qualitativa tra normalità e patologia. I fenomeni dell'angoscia, del narcisismo e della traslazione mettono in luce come la più parte dello sviluppo normale o patologico avvenga all'interno dell'individuo con poca o scarsa attinenza alle influenze ambientali. 4. L'ultima tappa: la teoria strutturale. Nel 1920 Freud descrisse "Al di là del principio di piacere" in cui scopre che alla base del funzionamento mentale sta il fatto che l'io realizzo il suo sviluppo verso forme di organizzazione più complesse. Esiste ...


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