Tesina sostenibilità PDF

Title Tesina sostenibilità
Author Giulia Berta
Course Competenze Di Sostenibilità
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Summary

Competenze trasversali...


Description

Giulia Berta, matricola 861654 Data 07/01/2020

TREEDOM & 24BOTTLES Insieme per il pianeta

Introduzione Uno dei problemi più urgenti e delicati della nostra epoca è senza dubbio legato all’inquinamento e alle sue inevitabili e tragiche conseguenze: surriscaldamento globale, erosione e infertilità del suolo, deforestazioni, incendi incontrollabili, fenomeni naturali estremi, estinzioni di massa, acidificazione degli oceani non sono che la punta dell’iceberg di quello che potrebbe verificarsi se non saremo capaci di attuare una decisa inversione di rotta. La nostra società è sempre più improntata alla creazione di merce usa e getta che incita al consumo smodato e alla produzione di quantità insostenibili di rifiuti. Diamo qualche dato: ogni anno vengono prodotti tra gli 8 e i 12 milioni di tonnellate di rifiuti, pari ad un camion pieno al minuto; entro il 2030 si stima che questi dati raddoppino e che siano addirittura destinati a quadruplicare prima del 2050. Una tale quantità di rifiuti, quotidianamente prodotta e riprodotta e costituita per il 90% da plastiche, ha portato alla formazione di vere e proprie «isole di plastica» nei nostri mari: negli oceani si ritrovano le cinque più grandi (due nel Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’oceano Indiano), ma molte si stanno formando anche nel Mare Nostrum. Secondo i dati emersi durante il Forum economico di Davos del 2016, uno sviluppo Isola di plastica nell’oceano Pacifico. di questo genere porterà ben presto ad un numero

di rifiuti plastici in mare più consistente persino di quello dei pesci. A sostegno di tale tesi ritroviamo l’indagine condotta da Legambiente su 78 lidi italiani, dalla quale è emerso «che a ogni passo fatto sulle nostre battigie calpestiamo almeno quattro rifiuti, quasi sempre di plastica. Ogni cento metri di spiaggia, 620 detriti abbandonati. Gli stessi che 180 specie marine diverse sono pronte

a

ingerire

rischiando

1

la

morte

»

(https://www.repubblica.it/ambiente/2018/05/25/news/spiagge_di_ plastica_ogni_passo_quattro_rifiuti-197322214/). Siamo arrivati all’ora X. L’Institute for Public Policy Research col suo rapporto “This is a Crisis: Facing up to the Age of Environmental Breakdown” ha lanciato l’allarme: « i cambiamenti ambientali causati dall'uomo stanno avvenendo a un ritmo senza precedenti, e rimane poco tempo per evitare effetti catastrofici come l'instabilità economica, le grandi migrazioni, i conflitti, la fame e il potenziale collasso dei sistemi socio-economici » (http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima /2019/02/12/con-degrado-ambientale-si-rischia-una-crisi-simile-al-2008_b24c437e-3b67-4e24948d-eb2ddc349aec.html). Lo sviluppo umano è infatti indissolubilmente legato all’ambiente, una cui destabilizzazione radicale – come quella che stiamo vivendo al giorno d’oggi - potrebbe portare ad un collasso a catena di tutti sistemi umani, globalmente interconnessi e interdipendenti. Ciò detto, è evidente l’importanza di un netto cambio di paradigma tanto nel mondo economicoproduttivo quanto in quello sociale; tale conversione necessaria è quanto mai urgente e, affinché abbia un effettivo impatto, deve essere totalizzante. Occorre cioè favorire un duplice cambiamento: uno dall’alto, a livello legislativo, e uno dal basso, a livello di forma mentis. Non possiamo più permetterci di vivere nella nostra Leonia; la società non può più essere “usa e getta”. A tal proposito qualche passo è stato fatto: si pensi alle proteste giovanili, agli scioperi volti alla sensibilizzazione sul tema, all’impatto mondiale dei discorsi di Greta Thunberg; in Italia si è vietato l’uso delle microplastiche nei cosmetici, la produzione di cotton fioc, di cannucce, di piatti e di posate di plastica, l’utilizzo di buste non biodegradabili nei negozi. Pur tenendo conto che i piccoli passi fatti nella giusta direzione non sono che un timido inizio di quella che dovrebbe essere una vera e propria rivoluzione del nostro modo di vivere, credo sia utile sottolineare alcune iniziative virtuose nate dalla speranza che insieme sia possibile realizzare questo cambiamento.

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Treedom Treedom è, ad oggi, l’unica piattaforma di e-commerce al mondo che permette di acquistare alberi e di finanziarne la crescita sotto ogni punto di vista. Si tratta di una start up nata nel 2010 dall’iniziativa di Tommaso Speroni e Federico Garcea (30 e 35 anni); i due ragazzi italiani hanno raccontato come l’idea originale gli sia venuta durante un viaggio di volontariato in Camerun: si trovavano in Africa per aiutare la popolazione locale e nel tempo libero si divertivano con Farmville, il gioco online dove ci si trasforma in contadini provetti creando la propria personale fattoria. Da lì l’intuizione: perché non trasformare quel gioco in qualcosa di reale e al contempo utile? Treedom dà la possibilità di acquistare, per sé stessi o come regalo, un vero albero che verrà piantato e curato da contadini del luogo e di cui si potrà seguire la crescita online. È possibile scegliere il tipo di pianta, il cui costo varia a seconda della quantità di CO2 che è in grado di assorbire nel corso della sua vita, e la destinazione tra Senegal, Kenya, Camerun, Haiti e Italia. Oggi la start up ha già piantato 321mila alberi, coinvolgendo più di 23mila contadini. Senza dubbio, si tratta di un progetto innovativo ed utile per l’intero ecosistema. L’innovazione sta nella possibilità vera e propria di “adottare” un albero: non ci si limita cioè a scegliere il tipo di pianta e il luogo, ma si va molto oltre. La piattaforma offre infatti la possibilità di dare un nome al proprio albero, di geo-localizzarlo e fotografarlo, di dargli una storia, di essere informati sulla quantità di CO2 assorbita e sui contadini che se ne prendono cura, di creare una propria foresta – il tutto attraverso la personale pagina online dell’albero. Per quanto riguarda l’utilità, è importante sottolineare come tutti gli alberi vengano piantati in luoghi in cui possano avere anche un’utilità sociale: in Italia ad esempio vengono piantati nei terreni confiscati alla mafia e ad Haiti nelle zone colpite dal terremoto del 2010. Inoltre, la piantumazione degli alberi - essendo completamente affidata ai contadini locali - permette che siano costoro i beneficiari del nutrimento e delle opportunità di guadagno che essi offriranno nel tempo. Infine, non possiamo dimenticare l’impatto favorevole che tale pratica ha e avrà sull’ecosistema locale nel contrasto alla desertificazione e alle deforestazioni e nella compensazione delle emissioni di CO2. 3

Oggi Treedom è arrivata ad essere una vera azienda, con più di 20 dipendenti, clienti di prestigio come Jovanotti, Tiziano Ferro e X-Factor, finanziamenti concessi da colossi quali la Rockfeller Foundation e la Bill and Melinda Gates Foundation e partner importanti come Enel e 24Bottles. Gli acquirenti sono di due tipi: le aziende interessate all’acquisto di foreste per questioni di responsabilità sociale e di immagine; privati che decidono di fare un gesto di solidarietà o un regalo a impatto zero e di grande originalità. I profitti provengono dalla percentuale che Garcea e Speroni trattengono sul prezzo di ciascuna pianta; nel 2015 – dopo cinque anni di attività – il fatturato ha superato il milione di euro.

24Bottles: l’alternativa cool alle bottigliette di plastica. 24Bottles è un’azienda italiana fondata nel 2013 da Matteo Melotti e Giovanni Randazzo con lo scopo di produrre bottiglie eco-sostenibili di acciaio 18/8 e dai design moderni e accattivanti. L’obiettivo che ha spinto i due fondatori italiani a creare un simile marchio era, ed è tutt’oggi, quello di diminuire l’acquisto e il consumo delle bottiglie di plastica monouso, innescando abitudini responsabili che tengano conto dell’ecosistema circostante. È infatti ormai risaputo che la produzione, il trasporto e il riciclaggio di tali oggetti è estremamente costoso sia a livello economico che ambientale. L’innovazione del prodotto offerto risiede nel fatto che Melotti e Randazzo hanno saputo coniugare la sostenibilità ambientale al design: «da subito abbiamo fatto in modo di coniugare il lato estetico al principio etico, facendo leva sul primo per raggiungere dei risultati in termini di buone abitudini e rispetto dell’ambiente. L’idea della bottiglia riutilizzabile ovviamente non è originale, ma originali sono il design e la qualità dei nostri prodotti» (https://www.green.it/24bottles-lalternativasostenibile-alle-bottiglie-plastica-intervista-ai-fondatorimatteo-melotti-giovanni-randazzo/). Per compensare

l’emissione di CO2 derivante dalla

produzione delle loro borracce, Melotti e Randazzo hanno deciso di far diventare 24Bottles partner di Treedom, creando una foresta di 1500 alberi. In questo modo Oxygen - questo il nome della foresta - permette di azzerare l’impatto ambientale dei prodotti dell’azienda italiana. Inoltre, nell’estate 2019, i due founders hanno rinnovato il loro profondo impegno per la 4

salvaguardia ambientale creando una nuova foresta di mille alberi - chiamata Oxygen2 - nel tentativo di compensare i tragici incendi avvenuti in Amazzonia, Canada, Siberia, Italia e Africa. «L’abbiamo chiamata come la nostra prima foresta, Oxygen, e l'abbiamo elevata al quadrato. Perché solo un impegno esponenziale da parte di tutti noi, come azienda e come individui, può essere il vero

cambiamento

che

il

nostro

Pianeta

merita

per

continuare

a

respirare»

(https://www.treedom.net/it/organization/24bottles/event/24bottlesforest). Parlando della 24Bottles, non possiamo fare a meno di ricordare la borraccia di Ca’ Foscari: l’Università veneziana ha infatti da tempo intrapreso un percorso di iniziative volte alla realizzazione di un ateneo plastic free. Ultima tappa di questa tendenza virtuosa è stata la decisione di far realizzare e di distribuire gratuitamente a tutta la comunità cafoscarina una splendida borraccia di metallo, firmata 24Bottles e con le illustrazioni esclusive di Lucio Schiavon, artista veneziano. La decorazione si distingue per la presenza di numerosi piccoli frammenti della quotidianità veneziana e, soprattutto, per la grande balena rossa rappresentata. Essa - spiega l’artista stesso - rappresenta sia il simbolo della città (Venezia ha una peculiare mappa a forma di pesce e, secondo una leggenda, i suoi canali sono abitati da una vecchia balena) sia del mare - emblema di ciò che può e deve essere salvato.

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SITOGRAFIA

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/02/12/con-degrado-ambientale-si-rischiauna-crisi-simile-al-2008_b24c437e-3b67-4e24-948d-eb2ddc349aec.html http://www.slowfood.it/carlo-petrini-togliamo-la-plastica-dalla-nostra-tavola/ https://www.corriere.it/ambiente/16_dicembre_17/mediterraneo-zuppa-plastica-64ef7ca2-c43a11e6-bdd5-b215bf22a380.shtml https://www.green.it/24bottles-lalternativa-sostenibile-alle-bottiglie-plastica-intervista-ai-fondatorimatteo-melotti-giovanni-randazzo/ https://www.huffingtonpost.it/2016/04/20/treedom-sito-comperare-alberi_n_9736138.html https://www.huffingtonpost.it/entry/plastica-in-mare-la-storia-della-busta-piu-profonda-delpianeta_it_5cc2161fe4b0aa856c9fb907 https://www.mffashion.com/news/livestage/24bottles-mille-alberi-per-il-pianeta201909101104075544 https://www.millionaire.it/treedom-chiude-un-round-di-finanziamento-da-24-milioni-di-euro/#! https://www.repubblica.it/ambiente/2018/05/25/news/spiagge_di_plastica_ogni_passo_quattro_rifiu ti-197322214/ https://www.repubblicadeglistagisti.it/article/ashoka-fellow-intervista-a-federico-garcea-di-treedom https://www.treedom.net/it/organization/24bottles/event/24bottlesforest https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews %5D=8167&cHash=76db6bd6c7080fbcf8f86fb9bc080f9a

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