Appunti su “CHE COS’È LA Nazione” – Ernst Renàn PDF

Title Appunti su “CHE COS’È LA Nazione” – Ernst Renàn
Author Ci Gi
Course Filosofia del diritto 2
Institution Università degli Studi di Verona
Pages 3
File Size 56 KB
File Type PDF
Total Downloads 20
Total Views 137

Summary

Appunti su "che cos'è la nazione" di Ernst Renan...


Description

“CHE COS’È LA NAZIONE” – ERNST RENÀN Jefferson pensa/si muove quando un’idea forte di nazione ancora non c’è. La disfatta del compromesso costituzionale si avrà con la guerra civile tra il 1861 e 1865 (fatalità proprio negli anni dell’unificazione italiana e tedesca). Siamo ancora prigioniera in un’epoca che aveva elaborato una nozione oggettiva di nazione. Cioè aveva elaborato l’idea che le nazioni esistono in quanto tali. Un testo cruciale per affrontare questo tema è quello del 1882 di Renàn “Cos’è una nazione”. Lo sfondo è la vicenda francese, complicata, perché nel 1870 con la sconfitta di Sedàn, la Francia ha perso l’Alsazia e la Lorena e considera la perdita di queste due ragioni come un trauma terribile. E Renàn nel 1882 tiene una conferenza in cui si chiede che cos’è una nazione, cos’è che tiene assieme gli individui, dov’è la comunità, è un fatto di realtà la comunità oppure è un costrutto concettuale? In Locke era abbastanza chiaro: è una comunità qualcosa a cui si aderisce volontariamente. Costituita attraverso beni comuni e vincoli su beni privati (l’autorità ha autorità non su di me, ma sui miei beni e quindi se esco dalla comunità perdo i miei beni). E in Jefferson (che in larga misura riprende le tesi lockiani) c’è il paradosso della centralità delle periferie, cioè l’idea che il potere deve essere diffuso, modesto, non delegato e quindi deve essere il più possibile nelle mani dei soggetti stessi. Quindi Renàn torna a porsi queste domande e per tanti aspetti lo fa adottando logiche già viste in Locke, in Jefferson, ma lo fa in modo totalmente diverso. Perché Renàn deve sfidare le logiche dell’800 (che Locke nel ‘600 non poteva nemmeno immaginare), deve sfidare l’idea di una prospettiva oggettiva, cioè di chi dice che le nazioni esistono come fatto, come entità. E cerca allora di chiedersi dove noi possiamo trovare l’elemento che caratterizza una nazione. E lo fa in un contesto in cui vi sono entità che si presentano come nazioni, che rivendicano per se la natura di nazione. Quindi Renàn si chiede quali sono gli elementi che fanno la nazione. 

La prima ipotesi è la razza. Ipotesi che esistano etnie, razze, divisioni di tipo biologico tra gli uomini.

MA Renàn rifiuta questa idea, perché dice che abbiamo una grande mescolanza di etnie. Per es. la Francia (substrato celtico e poi romanizzato, e poi invasioni germaniche); l’Inghilterra etc. La razza è un qualcosa di difficilmente definibile. 

Allora un’altra ipotesi che ebbe un grande successo nell’800: la lingua. Quindi le nazioni sarebbero caratterizzate dalla lingua.

MA per es. inglesi e americani parlavano la stessa lingua eppure c’è stata la dichiarazione di indipendenza. Oppure per es. la Svizzera che ha 4 lingue. E poi che distinzione ci può essere tra dialetto e lingua? La lingua NON può di per se, per tante ragioni caratterizzare una nazione.



Un’altra ipotesi che avanza Renàn è quella della religione.

Certamente la religione unisce e divide, MA oggi le cose sono molto diverse. La religione gioca un ruolo importante nel contrapporre le persone e nel riunirle ma NON può essere elemento che definisce le diverse nazioni. 

Un altro elemento potrebbe essere: gli interessi. Le comunità sono unite dagli interessi.

E’ un’ipotesi che qualche volta funziona, MA in realtà una realtà doganale non può essere una nazione. Non basta l’interesse a definire una nazione. 

Altro elemento: la geografia.

Nemmeno in questo caso è facile individuare un criterio che distingua. Ecco che dunque Renàn arriva alla sua ipotesi  una nazione è un presente che si basa sul passato, cioè è un anima che rinvia ad un principio spirituale. Una nazione è una grande solidarietà, e questa solidarietà è un sentirsi assieme. Presuppone un passato (cioè presuppone degli elementi che ci portano a sentirci vicini), ma deve concretizzarsi nel presente (deve essere un’anima viva). E c’è solo un modo affinché questa comunanza di storia/vicende ed è il consenso. Renàn dice che l’unico elemento che ci fa individuare dove c’è una nazione o dove non c’è è il consenso che le persone danno. In altri termini, coloro che si sentono italiani sono italiani, coloro che non si sentono italiani non sono italiani, non possono essere costretti ad esserlo. Perché l’unico elemento oggettivo che è in grado di darci la consistenza di una nazione è la volontà delle persone di riconoscersi in quella nazione. E quindi Renàn approda una visione soggettivistica della nazione (non c’è niente di metafisico, c’è solo il voler stare assieme). Renàn dice: “L’esistenza di una nazione è un plebiscito di tutti i giorni” e poi dice: ”Tutto questo è meno metafisico del diritto divino e meno brutale del preteso diritto pubblico”. Lui dice, certo abbiamo scacciato dalla politica le astrazioni metafisiche e teologiche, che cosa resta dopo? Restano l’uomo e i suoi bisogni. Quindi l’idea di Renàn è molto Jeffersoniana, molto Lockiana. La nazione è una coscienza morale che vive nelle decisioni. Quindi Renàn ricorre ad una logica molto idealizzata pur all’interno di un’epoca dove è evidente che Renàn patisce l’assenza di una comunità alsaziana. Renàn coglie l’elemento della volontà individuale come il cuore di tutto. Una comunità esiste quando gli individui che la compongono vogliono far parte di quella comunità. Nella logica di Renàn è solo il consenso che può definire chi è cosa. Bisogna lasciare che le comunità si definiscano e che nessuno viva all’interno di un quadro istituzionale imposto in maniera autoritaria.

Se ciò che gli elettori vogliono è una disgregazione, ebbene che disgregazione sia. Renàn invita a guardare al futuro con processo di ridefinizione costante delle comunità politiche. In questo senso è proprio lockiano, cioè l’idea della comunità by consent. E l’idea è che tutto questo può trovare incarnazione in una localizzazione, in una ridefinizione a livello micro, degli ordini politici. Es. il processo che ha portato negli anni ’70 alla nascita del ventisettesimo cantone in Svizzera. C’era un movimento giurassiano (da Giura, nome del cantone), quello che gli Svizzeri hanno fatto, è stato far votare per decidere se rimanere nel cantone di Berna o crearne uno nuovo....


Similar Free PDFs