Barbiere di Siviglia PDF

Title Barbiere di Siviglia
Author Dalila Torrisi
Course Teatro e drammaturgia
Institution Università degli Studi di Palermo
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Summary

Analisi delle scene più importanti dell'0pera lirica " Il Barbiere di Siviglia" di Rossini....


Description

Gioacchino Rossini Gioachino Rossini (Pesaro, 1732 - Parigi, 1868) Famiglia modesta: il padre era suonatore di corno e di tromba, la madre un soprano. Il suo esordio avviene con la farsa “La cambiale di matrimonio”, a cui seguirono altri quattro lavori del medesimo genere. La sua affermazione avvenne nel 1813 a Venezia con l'opera seria “Tancredi” e l'opera buffa “L'italiana in Algeri”. Nel 1815 l'impresario Barbaja gli fece assumere la direzione dei due teatri a Napoli. Continuò però a lavorare a Roma, dove chiuse la produzione di opere buffe con “Il barbiere di Siviglia” (1816) e “La Cenerentola” (1817), e Milano, dove compose l'opera semiseria “Gazza ladra”. Seguì nel momento culminante di successo un repentino silenzio dovuta sia alla situazione politica venutasi a creare dopo la Rivoluzione di luglio, sia ad un disagio fisico. Continuò tuttavia a lavorare per la musica favorendo la carriera di colleghi musicisti italiani più giovani. Nel 1855 tornò definitivamente a Parigi, dove riprese anche l'attività compositiva. Per Rossini il bello musicale si realizza nel ritmo, inteso come armoniosa organizzazione dell'opera d'arte nel suo insieme, come ordine e proporzione delle sue parti, in definitiva come sinonimo di forma. Secondo punto fondamentale della poetica rossiniana: il virtuosismo vocale, il canto fiorito, non sono in contraddizione col “dramma” perché il compito della musica non è quello di esprimere i contenuti drammatici. Fu anche il codificatore di quelle convenzioni formali per ottenere un determinato fine drammaturgico. La parte più importante della sua produzione è costituita dalle opere serie, le quali prevalgono per quantità (sono 19 contro le 15 tra farse, drammi giocosi e opere semiserie), per continuità e per profusione dell'impegno compositivo. Opere buffe: esibizione di tipi umani semplificati, reincarnazioni di eterni oggetti della satira comica. Personaggi positivi visti con una punta di sospetto. Non ci sono personaggi di complessa umanità, mai completamente negativi perché pur sempre uomini. La musica, anche nell'opera buffa, crea “l'atmosfera morale del dramma”. L'opera buffa è l'altra faccia del sogno eroico con cui nell'opera seria Rossini rappresenta questo particolare momento storico che non è più Settecento ma non è ancora pienamente Ottocento.

Il Barbiere di Siviglia: Il barbiere di Siviglia è un'opera buffa in due Atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Il titolo originale dell'opera era Almaviva, o sia l'inutile precauzione. La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi, a causa dei sostenitori della versione dell'opera di Paisiello. Tuttavia, già dalla seconda

rappresentazione, il pubblico acclamò l'opera di Rossini, portandola ad oscurare la precedente versione di Paisiello e diventando una delle opere più rappresentate al mondo. Scena della serenata: recitativo secco + canzone strofica. Il testo nelle commedie è più intellegibile rispetto alle opere serie. Personaggi: • Il Conte d’almaviva - tenore • Don Bartolo, dottore in medicina, tutore di Rosina - basso buffo • Rosina, ricca pupilla in casa di Bartolo - mezzosoprano • Figaro, barbiere - baritono • Don Basilio, maestro di musica di Rosina, ipocrita - basso • Berta vecchia governante in casa di Bartolo - soprano • Fiorello, servitore di Almaviva - baritono • Ambrogio, servitore di Bartolo - basso • un ufficiale, un alcalde, o Magistrato; un notaro; Alguazils, o siano Agenti di polizia; soldati; suonatori di istrumenti

Organico orchestrale La partitura di Rossini prevede l'utilizzo di:      

2 flauti (anche ottavini), 1 oboe (2 oboi solo nella Sinfonia), 2 clarinetti, 2 fagotti 2 corni, 2 trombe, 1/3 tromboni o a volte nessuno timpani (solo nella Sinfonia), grancassa, sistri chitarre macchina del vento archi.

Per i recitativi secchi: 

basso continuo: clavicembalo (violoncello e contrabbasso ad libitum)

TRAMA: • ATTO I Siviglia. La bella Rosina abita nella casa di don Bartolo, il suo anziano tutore. Don Bartolo vuole tenere Rosina con sè, per amministrarne il patrimonio. Intanto il Conte d'Almaviva, appena arrivato in città, si innamora della bella fanciulla e cerca il modo di avvicinarla; decide di presentarsi a lei sotto le mentite spoglie di Lindoro. Lui organizza delle serenate sotto la finestra della fanciulla, tanto da destare la preoccupazione di don Bartolo; questi, per non essere costretto a rinunciare alla fortuna della ragazza, decide di chiederla in matrimonio, ma lei rifiuta. Il Conte incontra Figaro, sua vecchia conoscenza, barbiere oltre che "factotum" nella casa di Don Bartolo. Figaro consiglia al Conte di presentarsi a Rosina facendo finta di essere un soldato ubriaco in congedo, con un permesso di soggiorno proprio in casa di don Bartolo. Nel frattempo, Rosina affida a Figaro una lettera indirizzata a Lindoro. Il maestro di musica di Rosina, don Basilio, sa della presenza in città del Conte; per favorire l'amico don Bartolo, gli suggerisce di calunniarlo per sminuirne la figura.

Secondo quanto pianificato con Figaro, il Conte di Almaviva fa irruzione nella casa di don Bartolo fingendosi un soldato ubriaco; Figaro gli ha anche procurato il falso permesso di soggiorno. Don Bartolo pur non riconoscendo nel soldato il Conte di Almaviva, cerca di allontanare il fastidioso rivale. Ne scaturisce una lite che richiama in casa i Gendarmi. Nella confusione generale (nel frattempo è entrato in casa anche Figaro) il Conte riesce a passare un messaggio a Rosina. Per trarsi infine d'impaccio, il Conte rivela all'ufficiale delle guardie la sua vera identità; i soldati sono quindi costretti a lasciarlo andare senza arrestarlo. ATTO II Nella dimora di don Bartolo arriva don Alonso, sedicente insegnante di musica e sostituto di don Basilio; in realtà si tratta sempre del Conte di Almaviva con un nuovo travestimento. Don Bartolo dubita delle sue reali intenzioni; don Alonso gli porge quindi la lettera di Rosina. Intanto giunge Figaro, intenzionato a distrarre don Bartolo con la scusa della rasatura. Mentre il Conte cerca di spiegare la situazione a Rosina, irrompe Don Bartolo che lo caccia immediatamente. Don Bartolo mostra a Rosina la sua lettera e le fa credere che il suo amato Lindoro sia in realtà un emissario del Conte. Rosina - per dispetto - accetta infine la proposta di matrimonio del suo tutore. Don Bartolo chiama immediatamente il notaio per sugellare la loro unione. In un ultimo disperato tentativo, il Conte e Figaro fanno irruzione nella camera di Rosina, usando una scala per entrare dalla finestra. Il Conte svela i suoi travestimenti a Rosina e le dichiara il suo amore e la sua volontà di sposarla; la bella Rosina accetta la proposta del Conte. Proprio quando stanno per fuggire, i tre si accorgono che la scala fuori dalla finestra di Rosina, è stata tolta; è stato don Bartolo, che, sospettando la presenza di un estraneo in casa, è andato a chiamare le autorità. Memore della strana scena cui ha assistito, con il soldato ubriaco lasciato andare, non si fida della polizia. È corso dunque direttamente dal magistrato. Nel frattempo, il notaio fatto chiamare da don Bartolo arriva in casa; Figaro e il Conte, approfittando della prolungata assenza del padrone di casa, convincono il notaio che il matrimonio che è stato chiamato a redigere sia quello tra il Conte e Rosina. Quando don bartolo ritorna a casa il contratto di matrimonio è già stato siglato. Quando il Conte decide di rinunciare alla dote portata da Rosina, il non troppo disinteressato don Bartolo tira un sospiro di sollievo e benedice gli sposi.

l Barbiere di Siviglia si apre con una Sinfonia iniziale, brano formalmente perfetto e, probabilmente, uno dei più famosi e conosciuti tra quelli scritti da Rossini. Questa Sinfonia non anticipa elementi musicali che saranno presenti nel Barbiere ma ci dà già l’idea della travolgente carica ritmica da cui verremo investiti nell’ascolto dell’opera; il brano è diviso in varie parti: 1. una prima sezione chiamata “Introduzione” dal carattere lento, 2. e poi un’altra sezione che si ripete due volte, in cui ascoltiamo due temi musicali dal carattere estremamente contrastante:  il primo elemento musicale è fortemente ritmato e frammentario,  il secondo invece ha un carattere più pacato e melodico ossia facile da tenere a mente e da cantare.

3. Dopo averci fatto ascoltare questi due elementi musicali chiamati temi, Rossini chiude con un crescendo per poi ripetere tutta la sezione: a questo punto l’opera inizia. Il sipario si apre su una piazza di Siviglia avvolta nell’aria calma e frizzante che precede l’alba; la silenziosa tranquillità viene subito turbata dal giovane Conte d’Almaviva che vuole conquistare, con una serenata, il cuore di una fanciulla conosciuta a Madrid. Ad aspettarlo sotto le finestre della bella c’è Fiorello, suo servitore, che con frammenti sussurrati in pianissimo ha radunato uno stuolo di musici per accompagnare il canto del Conte; ma le eleganti parole e la melodia preziosa di “Ecco ridente in cielo” non sortiscono l’effetto sperato: la fanciulla non si mostra alla finestra. La Cavatina del Conte, ossia l’aria con cui il personaggio si presenta al pubblico, è la parte centrale di una struttura più ampia e omogenea che va dall’inizio dell’opera fino all’entrata di Figaro. Il canto del conte l’accompagnamento dell’orchestra, arricchito dalle chitarre, sono estremamente raffinati e rivelatori della posizione socialmente elevata di Almaviva che è appunto un conte. Almaviva sta per demordere, paga i musici che, compiaciuti dell’eccessiva generosità, lo ringraziano con un baccano molesto (“Mille grazie mio signore”) e pensa di andare via, ma arriva canticchiando il barbiere Figaro, suo amico di lunga data. La Cavatina del giovane barbiere esprime perfettamente il suo carattere spavaldo, da spaccone che canta a squarciagola in piena via alle prime luci dell’alba. L’esordio in scena di questo personaggio è spettacolare, il brano con cui si presenta ha un ritmo strepitoso, esprime la sua grande vitalità.

Struttura musicale: Atto I • 1 Introduzione  Coro Piano, pianissimo (Fiorello, Conte, Coro)  Cavatina Ecco, ridente in cielo (Conte)  Seguito dell'introduzione (Recitativo) Ehi, Fiorello?... (Conte, Fiorello, Coro) • 2 Cavatina Largo al factotum (Figaro) • 3 Canzone Se il mio nome saper voi bramate (Conte) • 4 Duetto All'idea di quel metallo (Figaro, Conte) • 5 Cavatina Una voce poco fa (Rosina) • 6 Aria La calunnia è un venticello (Basilio) • 7 Duetto Dunque io son... tu non m'inganni? (Rosina, Figaro) • 8 Aria A un dottor della mia sorte (Bartolo) • 9 Finale 1°  Ehi di casa... buona gente... (Conte, Bartolo)  Signori miei (Figaro)  La Forza! (Tutti, Ufficiale, Coro)  Guarda don Bartolo (Rosina, Conte, Berta, Figaro)

 Stretta (Tutti, Ufficiale, Coro)

Atto II • 10 Duetto Pace e gioia sia con voi (Conte, Bartolo) • 11 Aria Contro un cor che accende amore (Rosina) • 12 Arietta Quando mi sei vicina (Bartolo) • 13 Quintetto Don Basilio!... (Rosina, Conte, Figaro, Bartolo, Basilio) • 14 Aria Il vecchiotto cerca moglie (Berta) • 15 Temporale • 16 Terzetto Ah! qual colpo inaspettato (Rosina, Conte, Figaro) • 17 Recitativo strumentato Il Conte!... ah, che mai sento!... (Conte, Bartolo) • 18 Aria Cessa di più resistere (Conte, Coro) • 19 Finaletto II Di sì felice innesto (Tutti, Coro)

ATTO I, scena III:

Qui troviamo la stessa struttura del Rigoletto: vi è la canzone, qui, però, accompagnata dal mandolino (al contrario di Rigoletto in cui la canzone è accompagnata dall’orchestra). “Se il mio nome sapete voi bramate..” Cosa succede quando nella finzione scenica dell’opera un personaggio deve cantare, viene adoperata questa forma STROFICA, che è una forma antichissima, anche nella canzone di oggi viene usata questa ripetizione dello stesso modulo con parole diverse. Nell’opera del 700-800 diventa questo segnale che il personaggio sta cantando nella finzione, può cantare un brindisi, una serenata ecc. ci deve essere una situazione scenica che permetta l’uso di questa parola. Anche il BRINDISI DELLA TRAVIATA è UNA FORMA STROFICA, c’è una ripetizione.

ATTO I, scena IV, Duetto tra Figaro e il Conte:

Il conte d’Almaviva ha assolutamente bisogno dell’aiuto di Figaro per riuscire ad entrare nella casa di Don Bartolo e parlare alla sua amata Rosina senza che il crudele tutore si insospettisca. Ma Figaro ha bisogno di un po’ di “metallo” (cioè di monete d’oro!) per far funzionare bene il suo cervello e partorire una buona idea. Il conte lo sa, e non fa obiezione, anzi, promette di riempirlo d’oro! Figaro non tarda a farsi venire una buona idea: il conte non troverà difficoltà ad entrare se si farà passare per soldato e se inoltre darà ad intendere di essere ubriaco fradicio; in questo modo

Don Bartolo abbasserà la guardia. Il conte è molto contento di questa pensata, e promette a Figaro di ricompensarlo; ma dove si trova la sua bottega? Sollecito, il barbiere gli dà tutte le indicazioni per farsi trovare: la sua bottega è al numero 15! E gliela descrive per filo e per segno, così non si potrà sbagliare. Si noti la melodia piena di ‘note ribattute’, che piacciono tanto a Rossini! ^^ E mentre il conte pensa alle fiamme d’amore (Ah che d’amore la fiamma io sento…), Figaro parallelamente immagina il tintinnar delle monete che gli arriveranno (Delle monete il suon già sento…). Le loro voci si uniscono insieme nel canto, perché dopotutto sono entrambi in preda alla passione!

Il duetto è così suddiviso: Duetto con cantabile e cabaletta, ma troviamo una divisione non canonica. 1) TEMPO D’ATTACCO: i due punti di vista. a) Parlante dell’orchestra: idee di Figaro; b) Sezione a due. 2) STRETTA: (dall’indicazione della bottega). A. Crescendo Rossiniano; la tecnica consiste nella ripetizione di alcune battute da parte dell’orchestra, nella quale le sezioni di strumenti entrano gradualmente, e al contempo eseguono un crescendo dinamico (da pianissimo a fortissimo) B. Sezione finale con diversi punti di vista: uno stesso sentimento:  Figaro (canto sillabato): stile di canto “buffo”.  Conte (canto più fluido). Aria del Tutore (“Un dottor della mia sorte”): Aria che spesso veniva tagliata per la sillabazione molto veloce. Questa era una vocalità richiesta nelle opere di Rossini, tant’è che i cantanti si specializzavano in questo genere. A questo punto è finalmente arrivato il momento di conoscere la bella Rosina, la curiosità è ormai giunta al culmine. Nella prima parte della sua Cavatina “Una voce poco fa”, Rossini sembra presentarci una fanciulla dolce e mite: la melodia su cui canta è piena di tenerezza; l’impressione dura poco perché la fanciulla si mostra subito determinata a ottenere ciò che vuole: “Lindoro mio sarà, lo giurai la vincerò!” La sua voce s’impenna in forti sbalzi verso l’acuto che indicano la sua caparbietà. Con la seconda parte della Cavatina, il ritratto della fanciulla è completo: ella è docile e obbediente ma se la fanno indispettire diventerà una vipera. Rosina ribadisce la sua personalità sostenuta dall’orchestra, che sottolinea e amplifica il significato delle parole della giovane. La fanciulla si prepara per contattare lo sconosciuto ammiratore, ha già scritto un biglietto per lui ma deve trovare il modo per farglielo avere: è a questo punto che entra Figaro e le parla del giovane Lindoro fingendo sia suo cugino ma, subito, viene interrotto da don Bartolo sospettoso sempre di tutto e tutti. A eccitare ancor di più la sua gelosia è don Basilio, maestro di musica della ragazza, che lo avvisa dell’arrivo in città del Conte d’Almaviva, ammiratore della sua pupilla; Bartolo vuole liberarsene a tutti i costi e Basilio consiglia di calunniarlo per sminuirlo. Qui c’è l’aria della calunnia di Don Basilio “La calunnia è un venticello”. Tuttavia, la giovane riesce a consegnare a Figaro la lettera per l’amato, abbiamo dunque il duetto tra Rosina e Figaro “Dunque io son… Tu non mi inganni?”, nonostante i rimproveri e le minacce del tutore don Bartolo che canta la sua aria “A un dottor della mia sorte”. Quest’aria spesso veniva tagliata per la sillabazione molto veloce. Questa era una vocalità richiesta nelle opere di Rossini, tant’è che i cantanti si specializzavano in questo genere.

FINALE CENTRALE:

1. Grande Tempo d’Attacco: fatto di sezioni differenti che va in direzione del 2. Largo; 3. Largo Concertato di stupore: comincia con Rosina, a cui si aggiungono poi 4. anche gli altri personaggi. 5. Tempo di Mezzo; 6. Stretta Finale: dallo stupore si passa ad una sorta di smania, in cui si canta 7. tutti insieme in coro in uno stesso motivo ripetuto. Ponnelle nella regia del film traduce il ritmo della musica nel movimento dei personaggi. Subito dopo, un violento bussare alla porta annuncia Almaviva nei panni da soldato ubriaco, suo secondo travestimento: egli pretende di essere alloggiato da don Bartolo che si rifiuta con scuse ridicole: inizia qui il Finale Primo, la parte drammaturgicamente e formalmente più complessa dell’opera; Rossini riesce a tendere un lungo arco con momenti di tensione e distensione senza però creare nessuna rottura nel fluire frenetico del racconto. La prima sezione si apre con un tempo Marziale che sottolinea il camuffamento da soldato del Conte il quale declama a gran voce frasi spezzate, sintomo della sua (falsa) ubriachezza. Il dialogo che apre con don Bartolo ha una forte carica umoristica e genera vari livelli scenicomusicali:  il primo riguarda il loro battibecco,  il secondo gli “a parte” in cui troviamo il vero significato della situazione. A interrompere la discussione arriva Rosina, il “caro oggetto” della felicità di Almaviva: approfittando della confusione che si è venuta a creare, egli porge a Rosina un biglietto ma il tutore se ne accorge e comincia ad agitarsi e a protestare. Nasce una gran confusione che travolge tutta la scena finché arriva Figaro per cercare di chetarli; il barbiere è l’unico che si esprime in maniera indipendente, non condividendo elementi musicali con gli altri personaggi in scena: egli è al corrente di tutto e si giostra con grande maestria tra il dialogo e gli “a parte”, la finzione e la realtà. A fermare il caos assordante è l’arrivo della polizia che lascia tutti impietriti: nello stupore generale il soldato non solo non viene arrestato, ma esce riverito dall’ufficiale della guardia.

È il Largo Concertato di Stupore “Fredda ed immobile” che genera una sospensione temporale in cui i personaggi esprimono la propria confusione cantando la stessa melodia, tutti tranne Figaro che se la ride di gusto guardando la faccia impietrita di don Bartolo: la sua linea melodica è differente da quella degli altri, sembra come se il tempo teatrale si sia fermato per tutti ma non per lui. A risvegliare i personaggi arriva l’ultima parte del Finale chiamata Stretta che conclude l’atto primo

Nel lungo ed elaborato finale del primo atto, il Conte torna in scena per mettere in pratica le idee precedentemente suggeritegli da Figaro, presentandosi in casa di Don Bartolo travestito da soldato ubriaco nella speranza di ottenere il diritto d'alloggio che i comuni cittadini dovevano per legge garantire alle truppe militari di passaggio, e poter così restare da solo con Rosina. Ha però fatto i conti senza l'oste: sia lui che Figaro ignorano infatti che Bartolo è in possesso di un “brevetto d'esenzione” che lo dispensa dal concedere alloggio ai soldati in casa sua. Il Conte non la prende bene e, fingendo di essere adirato, scatena una vera e propria rissa con Bartolo, che nemmeno Figaro, presentatosi all'improvviso, riesce a placare. Il frastuono richiama però l'attenzione della forza pubblica: un drappello di polizia irrompe in casa per chiedere spiegazioni e, udite tutte le campane, dichiara il Conte in arresto. Questi, palesando la propria identità all'ufficiale, viene subito rilasciato, per lo stupore di Bartolo e degli altri presenti (tranne ovviamente il barbiere). E l'atto si conclude con un nulla di fatto, nella confusione generale. Preceduto da un breve recitativo/monologo della serva Berta (“Finora in questa camera mi...


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