Benjamin Constant - vita e opere di Costant PDF

Title Benjamin Constant - vita e opere di Costant
Course LINGUA FRANCESE
Institution Università della Calabria
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vita e opere di Costant...


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BENJAMIN CONSTANT Uomo politico e scrittore francese. Abbandonò la Francia per raggiungere la Svizzera al fine di sfuggire alle persecuzioni religiose in seguito alla revoca dell’Editto di Nantes. Ricevette un’ampia formazione accademica, recandosi infine a Parigi. Con il trasferimento a Parigi maturano le sue idee liberali e ha l’occasione di poter instaurare una lunga relazione intellettuale e amorosa con l’influente Madame de Staël. La tragica esperienza del Terrore lascia la Francia repubblicana in una situazione di transizione in quanto il Parlamento dovrà varare una nuova Costituzione che entrerà in vigore nell’ottobre del 1795, introducendo il nuovo organo del Direttorio, dotato di un potere esecutivo più forte. Constant si dimostra a favore di questa sistemazione statuale. Questo è il contenuto del primo pamphlet che Constant scrive nel periodo direttoriale, edito nel 1796 intitolato La forza del governo attuale della Francia, seguito nel 1797 da altri due scritti degni di nota: Le reazioni politiche e Gli effetti del Terrore. Infatti dopo la Rivoluzione francese, alcuni pensatori ritennero che si dovesse tornare alla tradizione ad essa precedente, mentre altri la considerarono come un punto oltre il quale non si poteva tornare indietro. Condusse una politica di rigida opposizione a Napoleone, mettendo in evidenza gli errori della rivoluzione ma senza per ciò auspicare un ritorno alla situazione precedente. Egli sostiene che le rivoluzioni si producono dalla reazione dovuta rottura dell’equilibrio tra le aspirazioni di un popolo e le istituzioni che lo governano. La rivoluzione dunque esplode come sintomo di un rapporto degenerato e come la cura che vi pone rimedio. Tuttavia la cura stessa può a sua volta degenerare creando un’altra rottura e una conseguente reazione da parte del popolo: tali sono i casi delle Rivoluzioni del ’89 e del ’93 spinte da intenti radicalmente diversi tra loro. Dopo la sconfitta napoleonica a Waterloo il 18 giugno 1815 e il ritorno sul trono del legittimo sovrano Luigi XVIII, Constant decide di partire per l’esilio volontario da cui tornerà nel 1816, stesso anno in cui scrive il suo romanzo più famoso, l’Adolphe. Il problema che anima l’intera filosofia di Constant è quello della libertà e dei suoi rapporti con il potere. Nel 1819 declama il famoso discorso La libertà degli Antichi paragonata a quella dei Moderni valendogli l’elezione alla camera dei deputati. Con questo discorso egli si inserisce nell’annosa querelle des Anciens et des Modernes risalente al XVII secolo, sorto all’interno dell’Académie Française, denotando un punto di svolta mettendo in discussione il principio di imitazione dei classici. Autore di orientamento liberale, più legato alla tradizione anglosassone che a quella francese, guardava più all'Inghilterra che all'Antica Roma come modello pratico di libertà all'interno di una vasta società commerciale. Egli delineò la distinzione tra la "Libertà degli Antichi" e la "Libertà dei Moderni". La prima era partecipatoria, basata sulla libertà repubblicana, e dava ai cittadini il diritto di influenzare direttamente la politica tramite dibattiti e votazioni nelle pubbliche assemblee. Allo scopo di sostenere questo grado di partecipazione diretta, la cittadinanza era un obbligo morale che richiedeva un considerevole dispendio di tempo ed energia. Generalmente ciò richiedeva una sottoclasse di schiavi per assolvere a gran parte del lavoro produttivo, lasciando così ai liberi cittadini la possibilità di deliberarsi a tempo pieno alla vita politica. La Libertà degli Antichi era anche delimitata a società relativamente piccole ed omogenee, nelle quali la popolazione poteva radunarsi in un unico luogo per dibattere la cosa pubblica ( libertà del citoyen). La Libertà dei Moderni: la partecipazione diretta veniva così limitata: ciò era una conseguenza necessaria all'interno degli stati moderni, ed anche un risultato inevitabile dell'aver dato vita ad una società commerciale in cui non esistevano schiavi ma ognuno doveva guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro. Per questo motivo coloro che avevano diritto al voto dovevano eleggere dei rappresentanti che avrebbero deliberato in un Parlamento in rappresentanza del popolo liberando i cittadini dall'onere della politica (la libertà del bourgeois). Poiché è impossibile realizzare la libertà del citoyen all’interno dello Stato moderno, secondo l’autore, non bisogna rinunciare alla libertà politica per puntare esclusivamente all’utile e alla libertà individuale,. . Constant voleva conferire una diversa forma alla libertà politica. In primo luogo, poiché è di fatto impossibile la partecipazione diretta di tutti alla vita politica, sarà necessario introdurre l’istituto della rappresentanza e, in secondo luogo, per sfuggire alla degenerazione del potere esecutivo in tirannide, sarà necessario introdurre salvaguardie istituzionali volte a garantire la libertà e i diritti individuali, dal diritto di proprietà alla libertà di pensiero e di stampa, da quella economica a quella religiosa. Ciò si ottiene attraverso la separazione dei poteri. L’importante è – agli occhi di Constant – evitare che l’individuo sia soffocato e che i suoi diritti siano calpestati da forme di governo dispotico. L'importanza delle opere di Constant riguardo alla libertà degli antichi ha quasi oscurato il resto del suo pensiero, suoi molteplici lavori letterari e culturali (tra i quali i più importanti sono la novella Adolphe e le dettagliate storie della religione) mettevano l'accento sull'importanza dello spirito di sacrificio e del calore delle emozioni umane come base per la convivenza umana. ADOLPHE: in questo romanzo autobiografico l’autore scava continuamente dentro di sé, analizzando senza ironia i propri sentimenti

con profondità e individualismo inaspettati per il tempo, e nonostante alcuni precursori raccontano la nascita dell'amore, Constant usa come tema centrale la fine dell'amore. Nel breve romanzo - una turbinosa, insostenibile relazione amorosa che si conclude con la morte della protagonista - Constant ha rappresentato certo una situazione tipicamente romantica (la passione amorosa, la conflittualità del protagonista, lo scontro tra individuo e società con i suoi condizionamenti e i suoi pregiudizi ). Il romanzo inizia con una specie di prologo (Avis de l'éditeur): una persona, non nominata, racconta di aver incontrato un giorno in Italia in una locanda un certo Adolphe, uomo taciturno, che dimentica nell'andarsene un manoscritto, nel quale è narrato un episodio della sua vita. A ventidue anni, terminati gli studi all'università di Gottinga, Adolphe e, giovane sensibile, brillante ma timido, incontra una donna, Ellénore, maggiore di lui di una decina d'anni, di buona famiglia polacca rovinata dalle rivoluzioni, e amante del conte di P., da cui ha avuto due figli. Adolphe la corteggia, prima per semplice curiosità, poi con entusiasmo, tanto che anche Ellénore si innamora di lui e abbandona il conte. Iniziano cosi una vita in comune resa difficile dalle condizioni economiche di Adolphe; si trasferiscono poi in Polonia, dove Ellenora recupera la ricca eredita di suo padre, mentre Adolphe viene a trovarsi in una situazione delicata: non è più lui che protegge Ellénore, ma ha l'aria di vivere alle spalle della donna; i rapporti divengono sempre più difficili: alla fine Adolphe, persuaso da un amico del padre, promette di partire, pur non osando annunciare la sua decisione alla donna. Ellénore però viene indirettamente a conoscenza della sua partenza e ne è così colpita che si ammala e muore, lasciando ad Adolphe la solitudine e il rimorso di non aver saputo renderla felice. Il romanzo si conclude con uno scambio di lettere tra il personaggio anonimo che ha ritrovato il manoscritto e l'editore, a cui è stato affidato il manoscritto stesso. Oltre a suscitare un interesse dal punto di vista autobiografico in quanto trasposizione del legame di Constant con M.me de Staél, Adolphe resta un capolavoro del romanzo d'analisi; la psicologia dei personaggi è complessa, profondamente scavata e veridica: il protagonista è uomo sensibile, timido, privo di carattere, si perde in sterili discussioni di coscienza e fa soffrire così in modo maggiore la donna amata. Ellénore rimane la donna che ama appassionatamente; per dipingerla Constant si è ispirato di volta in volta a diversi modelli, principalmente a M.me Lindsay e a M.me de Staél. Ma Adolphe conserva alcuni temi romantici, come quello della natura, di cui si gusta la presenza poetica, in armonia con i sentimenti, e quello del "male del secolo" incarnato in Adolfo, che si considera vittima della società in cui vive. Alla fine del libro, l'autore torna a prendere le distanze da Adolphe, tuttavia c'è chi vi ha voluto leggere tra le righe la sua storia d'amore con una donna....


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