IL Trionfo Della Citta Glaeser PDF

Title IL Trionfo Della Citta Glaeser
Author Rosa Casciello
Course STORIA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE IN ETA' CONTEMPORANEA
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Il trionfo delle città...


Description

EDWARD GLAESER IL TRIONFO DELLE CITTA’ Introduzione Edward Glaeser, ci conduce in un viaggio straordinario lungo i secoli e attraverso i continenti, per rivelarci i volti nascosti della più grande invenzione dell’uomo, la Città, che nonostante ogni critica e abuso resta il motore del progresso e dell’uomo. Benchè sia diventato molto economico viaggiare tra luoghi molti distanti tra loro un numero sempre crescente di persone si raggruppa sempre più strettamente in grandi aree metropolitane. Le città sono i motori dell’innovazione. Nelle aree più povere del mondo, le città stanno espandendosi enormemente perché la densità urbana fornisce la via più sicura per passare dalla penuria alla prosperità. PRIMO CAPITOLO In questo primo capitolo Glaeser, ci mostra le ragioni del successo di città come “Bangalore”, “Nagasaki”, e la vallata della California “Silicon Valley”, mostrandoci che la loro crescita è stata determinata dall’investimento in capitale umano. Bangalore, una città dell’India, è riuscita a svilupparsi grazie alla presenza dell’industria Informatica; in questa città, ritroviamo anche industrie manifatturiere, le quali non si sono sviluppate tanto quanto quella informatica per una molteplicità di ragioni, ossia: forte presenza di sindacati specializzati nel settore che non permettevano di adibire personale non specializzato, a differenza dell’industria informatica in cui erano molto meno presenti sindacati specializzati nel settore, inoltre, in India c’è una debole rete elettrica che rende difficile la vita alle grosse aziende manifatturiere il che spiega le ragioni per cui i paesi sembrano saltare dall’agricoltura all’informatica. Altro punto di debolezza, per l’industria manifatturiera è la carenza di vie di comunicazioni, mentre, le idee per attraversare i continenti non hanno bisogno di strade e qualsiasi ditta di internet può permettersi un generatore. Ulteriore esempio è l’Atene del 6 sesto secolo A.C., dove essa non era proprio il centro intellettuale del mondo. I pensatori greci più brillanti vivevano ai margini della diaspora greca in Asia minore. Atene si sviluppo tramite i commerci di vino, olio d’oliva, spezie e papiro. Ma piano piano all’interno delle città arrivarono gli studiosi più grandi dell’epoca perché in quel luogo potevano condividere libertà di idee. Altro esempio può essere la Casa della Saggezza a Baghdad dove per il volere del governatore voleva che tutti gli studiosi si radunassero in questa casa dove il loro compito era quello di importare il sapere mondiale e tradurlo in arabo. In epoca medioevale la sapienza d’oriente si riverso piano piano verso Occidente. Oggi Bangalore è un condotto per quanto riguarda le idee, un centro di conoscenza dove le aziende addestrano migliaia di giovani, ma questa facilità di connessione internazionale non ha uniformato l’India in quanto ancora oggi ci sono molti più posti importanti e prosperi di altri. Apprendere a Nagasaki Verso la metà del 19° secolo, la potenza militare europea aveva dimostrato la sua superiorità tecnologica rispetto a gran parte dell’Asia, il Giappone però, continuava a restare del tutto indipendente dal controllo europeo fino al 1853, anno in cui si presentarono delle navi americane; tale popolo si rese conto che per poter crescere e

divenire una grande potenza occorreva commerciare con altri paesi, così decise di aprire i suoi porti commerciali purché venissero mantenute le sue condizioni. Molti si sono chiesti com’è potuto accadere che i giapponesi raggiungessero così presto l’occidente e la risposta a questa domanda sta in una città: Nagasaki: definita come il condotto della tecnologia occidentale. La strategia adottata da questo popolo fu quella di concentrare gli stranieri in un unico posto così da rendere più facile per i nipponici farsi edotti del sapere occidentale. Nel 1590 i portoghesi impiantarono a Nagasaki la prima tipografia a caratteri di piombo, questi ultimi però furono cacciati via per le loro intromissioni politiche e religiose, e al loro posto vennero gli uomini della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, che non consentirono mai che simili faccende intralciassero la strada a scambi commerciali profittevoli. Grazie agli Olandesi la medicina occidentale entrò in Giappone e a Nagasaki gli studenti giapponesi vennero addestrati e abilitati portando così la metodica della medicina europea in tutto il paese. All’inizio del 19esimo secolo, sarebbe stato un medico giapponese ad attuare il primo intervento chirurgico al mondo sotto anestesia generale. L’operazione utilizzo metodiche seguite in Europa, con l’eccezione che per produrre lo stato d’incoscienza il dottore usò una mistura di erbe orientali. Combinando la conoscenza orientale con quella occidentale i Giapponesi avevano fatto fare alla medicina un balzo in avanti e agli europei ci sarebbero voluti quarant’anni per raggiungerli. Dall’occidente, poi, il Giappone cominciò a copiare aggressivamente le tecniche militari, che gli permisero di sorprendere la marina americana a Pearl Harbor e Nagasaki continuò ad essere il porto di ingresso di merci e di conoscenza. Questo popolo fu in grado di elaborare e sviluppare le conoscenze assorbite diventando nel giro di poco tempo una delle più grandi potenze mondiali. Come è stato che Bangalore è diventata una città del boom Abbiamo visto come in tutte queste realtà come Bangalore, Atene, Nagasaki e Baghdad la vicinanza degli individui urbana favorisce il contatto nella cultura riducendo la drammatica complessità della comunicazione. Le città e le interazioni faccia a faccia che esse generano, sono strumenti per ridurre la sciagura della comunicazione complessa. Le lunghe ore passate stando uno di fronte all’altro consentono a chi ascolta di essere sicuro di aver capito giusto. Ora ci domandiamo come mai Bangalore è riuscita a svilupparsi mentre alle città indiane hanno ancora problemi di sottosviluppo. La spiegazione è che i ministri non devono solamente spingere verso grandi progetti di costruzione, ma investire fortemente sull’istruzione. Questo è ciò che è accaduto a Bangalore, i grandi ministri hanno investito prima nell’istruzione e poi nella costruzione. ISTRUZIONE E SUCCESSO URBANO Dimostrare quale città è destinata al successo non bisogna guardare alle infrastrutture fisiche della città ma alla formazione del capitale umano all’interno della città. Infatti si è dimostrato che aumento di persone diplomate o laureate comporta un aumento del prodotto lordo pro capite all’interno delle aree metropolitane. Ciò significa che le persone confluiscono nelle aree di specializzazione per avere maggiori entrate. La sorprendente correlazione tra Istruzione e PIL di un paese può riflettere ciò che gli economisti chiamano

capitale umane, un termine per spiegare il concetto secondo cui gli individui diventano più produttivi quando lavorano intorno ad altri individui molto preparati. L’ascesa di Silicon Valley Il successo di luoghi come Bangalore, Silicon Valley, non sta solo nei contatti intellettuali internazionali, queste città creano un circolo virtuoso in cui i datori di lavoro sono attratti dal largo bacino di potenziali lavoratori e questi ultimi sono attratti dall’abbondanza di potenziali datori di lavoro. Le aziende vengono in questi luoghi per avere ingegneri, e ingegneri vengono per le aziende, divenendo così più facile passare da un incarico all’altro, infatti si dice che a Bangalore cosi come a Silicon Valley ci sarà sempre un’altra azienda di software in cui entrare. Il più grande centro d’informatica d’America si trova nella contea di Santa Clara, California, che è più comunemente conosciuta come “Silicon Valley”. Silicon Valley è un perfetto binomio di istruzione e tecnologia informatica e il suo successo è dovuto al senatore Leland Stanford, magnate delle ferrovie, che decise di costruire un’università sul terreno di ottomila acri della sua fattoria in cui allevava cavalli. Grazie alla costruzione di questa università che essa è divenuta il più importante polo attrattivo di menti brillanti. In questa vallata possiamo riscontrare sia aspetti positivi che negativi, per quanto riguarda i primi essi sono dettati dall’elevato livello di istruzione e dall’interazione culturale che ha permesso e permette ancora oggi lo sviluppo di nuove idee, mentre gli aspetti negativi sono caratterizzati dalla carenza di “mezzi pubblici”, e essendo un territorio vastissimo, per spostarsi molti utilizzano l’auto riducendo così la qualità ambientale, l’altro aspetto negativo è che il mercato immobiliare è poco sviluppato in quanto ci sono solo case costosissime che possono essere acquistate solo da chi possiede un’elevata posizione all’interno di un’azienda. Nonostante tali aspetti negativi Silicon Valley resta ancora oggi meta di numerosissime menti geniali e non essendo concentrata in poche grandi aziende mantiene il carattere imprenditoriale della zona, inoltre, ha eccellenti istituzioni educative, e continua ancora a investire in scuole e università, gode anche di quello che è presumibilmente il miglior clima degli Stati Uniti e ciò continuerà ad attirare gente ricca e intelligente disposta a pagare le case a prezzi tra i più alti del paese per vivere in quel clima circondata da molte delle aziende più innovative del mondo. In conclusione possiamo dire che il successo di queste città è dovuto al contatto fisico tra persone che comporta un incontro ed elaborazione di idee che incidono positivamente sulla produttività dei lavoratori e sulla crescita professionale ed economica. 2. COME MAI CERTE CITTA’ DECLINANO? In questo capitolo il nostro obiettivo è quello di capire come mai certe città declinano e altre no. Per rispondere a questa domanda prendiamo in esempio due grandi città americane: New York e Detroit. Tra il 1950 e il 2008 Detroit ha perso oltre un milione di persone circa il 58 % della popolazione precedente. Il reddito medio per famiglia è di 33000 dollari, circa la metà rispetto alla media statunitense. Il motivo per cui Detroit declinò perché fu una città manifatturiera basate sulle industrie soprattutto automobilistiche. Nei primi anni del 900 ci fu un boom ma durante gli ultimi 40 anni anche aree con tante piccole aziende sono progredite più velocemente delle grandi aziende di

Detroit. Questo comporto che le città della specializzazione hanno avuto più successo delle città con minor preparazione individuale. Come fu che la Rust Belt fiori Per Rust Belt intendiamo la regione compresa dai Grandi Laghi fino al MidWest degli USA e si riferisce a fenomeni come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento urbano dovuto alla contrazione del settore industriale. Comunque sia Detroit che New York nascono come centri nodali del commercio per via d’acqua, questa posizione strategica permette ad entrambe di usufruire di notevoli vantaggi: -Gli imprenditori e gli industriali giungono in queste città per poter usufruire dei porti, dove New York ebbe la fortuna che la propria costa potesse essere un vero e proprio porto naturale dove attraccavano tutte le navi proveniente dall’Europa, mentre Detroit si trovava nella zona dei Grandi Laghi dove passava un importante canale che permetteva di collegare tutta la zona che va da New York fino a New Orleans passando ovviamente per la zona dei grandi laghi. Inoltre alle vie d’acqua si aggiunsero anche le linee ferroviarie. -Le imprese si localizzano l’una vicino l’altra ma anche vicino ai consumatori dei loro prodotti creando un’economia di agglomerazione -Il consistente mercato edilizio delle città in via di sviluppo e l’accesso ad altri consumatori per via d’acqua da agli industriali la possibilità di sfruttare i rendimenti di scala: i costi per unità di prodotto sono minori nei grossi impianti che producono un maggior numero di unità. Sia New York che Detroit subiscono una profonda crisi dovuta a tanti motivi, in particolare, alla grande crisi petrolifera degli anni ’70; mentre New York rinasce, Detroit sprofonda nel declino più totale. Cerchiamo di capire i motivi! Detroit da sempre è considerata la città dell’imprenditoria automobilistica ed è proprio questo uno dei motivi scatenanti la sua crisi: -È a Detroit chiamata anche la città Motorizzata che Henry Ford introdusse la catena di montaggio che accelerò la velocità di lavorazione e di efficienza della sua fabbrica. Ma la catena di montaggio rappresenta un’idea ammazza-conoscenza che riduce il bisogno di ingegnosità umana, rendendo Detroit meno specializzata. Via via che le fabbriche d’automobile uscivano dall’innovazione ed entravano nella produzione di massa, non vedevano più vantaggi ad essere localizzate nelle città anche grazie alla caduta dei costi di trasporto, inoltre il desiderio di Henry Ford di una produzione su vasta scala richiedeva una fabbrica troppo grande per stare dentro una città. Quindi decisi di costruire un grande impianto di River Rouge nel sobborgo di Dearbon, a sud-ovest di Detroit. Questo impiantò dette il via ad un processo di decentramento periferico dell’attività manifatturiera che sarebbe continuato per tutto il ventesimo secolo. -Le città di New York e Detroit accusavano i rovesci economici per la perdita dei posti di lavoro e la contrazione dei salari, ma lo shock negativo ha anche conseguenze indirette come il tumulto sociale, l’aumento del tasso di criminalità e la caduta delle entrate fiscali. I sindaci eletti non poterono controllare le forze che stavano sconvolgente le loro città.

Nessuno dei due può essere condannato per il tumulto sociale che scoppiò nelle città americane durante gli anni. Errore grave che commise il sindaco di Detroit fu quello di investire nelle costruzioni invece che nelle persone, in posti dove i prezzi delle case erano gia bassi, questo è lo sbaglio più grandi di politica urbana degli ultimi 60 anni. Inoltre entrami questi sindaci fallirono nella lotta al crimine, infatti sia a New York che a Detroit i tassi di omicidi si quadruplicarono. -L’elezione del sindaco Young, (grande sostenitore degli afroamericani che danneggiarono ancora di più, con le loro rivolte, la condizione instabile di Detroit) peggiorò le cose: Young impose una tassa sul reddito con l’obiettivo di togliere del denaro ai ricchi per finanziare dei servizi in favore dei poveri. Questa tassa, però, incoraggiò semplicemente i cittadini ricchi e le imprese ad andare via. Effetto Curley: Young sulla scia del sindaco di Boston Curley (volle espellere dalla città i bostoniani protestanti) aveva come obiettivo quello di allontanare dalla città i bianchi abbienti. Young, infine, piuttosto che investire in istituzioni educative e quindi in capitale umano, preferì costruire nuovi edifici, ignorando che costruire è il risultato e non la causa del successo. Mentre la rinascita di New York è legata ad una grande esplosione di imprenditorialità, in gran parte riposta nei servizi finanziari. La crescita fu incoraggiata da un enorme spirito d’innovazione e dalla capacità di quantificare il trade-off tra rischio e profitto. New York ha investito in istituzioni specializzate, quindi in capitale umano. Inoltre l’economia della città era fatta di tanti piccoli imprenditori e iterazione creativa tra imprese era il presupposto per la nuova formazione di idee. Tra tante politiche adottate dai diversi paesi per incoraggiare lo sviluppo economico, quella che oggi risulta essere più promettente è: DIMINUIRE PER INGRANDIRSI. Con tale espressione intendiamo: abbattere case vuote, abbandonate da gente che non tornerà, e rimpiazzarle pensando ad un uso più ragionevole dello spazio (parchi, spazi verdi, parcheggi…). Tale strategia non farà ritornare la gente ma renderà più piacevole la città, meno pericola e più economicamente gestibile. 3° CAPITOLO Cosa c’è di buono negli Slum? Slum= Baraccopoli In questa terza parte l’autore si focalizza sul concetto di povertà partendo da una citazione di Platone di 2500 anni fa:” Ogni città è divisa in due: città dei poveri e città dei ricchi”. Anche l’America ha un tasso di povertà del 17,8% per il centro e 9.8% per le zone suburbane. Ma la povertà non è altro che un punto di forza, perché le città non sono piene di poveri perché le città rendono povere le persone, ma perché le città attraggono gli individui poveri con la prospettiva di migliorare il loro destino nella vita. Loro accorrono nelle aree urbane perché le città offrono vantaggi che non potevano trovare nei precedenti luoghi di residenza Il fattore che spinge maggiormente i poveri a spostarsi da una città all’altra è la ricerca di un lavoro. Il grande paradosso della povertà urbana è che se una città migliora la vita a tante persone povere che al momento vivono li, cioè incentivando l’istruzione pubblica o i trasporti di massa, vuol dire che essa attirerà un numero sempre maggiore di poveri. Quando le città americane hanno costruito delle nuove fermate relative a linee di

collegamento urbano, vino a quelle fermate sono stati generalmente registrati più alti tassi di povertà. Ciò non significa che il trasporto pubblico di massa stesse rendendo più povera la gente, quanto piuttosto che la povera gente apprezza il fatto di potersi muovere senza avere un’automobile. Questo paradosso si è verificato con il governo brasiliano che nei primi anni del 900 indusse delle politiche a favore delle favelas per aumentare il livello di salute, il risultato fu che le favelas si popolarono maggiormente. Le favelas sono le baraccopoli brasiliane che rappresentano la povertà del Brasile, sono nate nel diciannovesimo secolo e la prima venne creata in una campagna. Il vasto flusso migratorio verso le città mette alla prova le infrastrutture urbane; questo è uno degli argomenti comunemente usati contro la crescita della megalopoli. Ma se l’afflusso di nuovi immigrati peggiora la qualità delle strade e dell’acqua di quelli che risiedono li da molto, i nuovi arrivati passano da una situazione in cui non avevano praticamente infrastrutture a un’altra in cui possono godere di tutti i vantaggi derivanti dall’accesso a trasporti e servizi decenti. E’ sbagliato il principio mantenere alta la qualità delle infrastrutture urbane impedendo alla gente di usufruire di quelle infrastrutture. E’ più etico e più benefico dal punto di vista economico per il paese investire in misura maggiore nelle infrastrutture urbane in modo che più gente possa beneficiarne. Se un governo fornisce cura sanitaria e istruzione nella città ma non nelle campagne, quei servi attireranno altri poveri nell’area urbana. L’autore dice che sfiderebbe chiunque lettore a trascorrere una settimana in questi posti, ma dietro la povertà del territorio c’è sicuramente la possibilità di migliorare la prosperità di ognuno ma anche della nazione stessa. La città può offrire sia sofferenza sia possibilità di ricchezza e vita più salubre, questo potrebbe offrirlo anche un’area rurale, ma le aree rurali sono destinate a rimanere statiche, le città invece progrediscono. La Cina, il Brasile fra 50 anni saranno ricchi perche la ricchezza si produce laddove c’è il contatto con il resto del mondo, l’incontro delle culture e delle idee. Cambiare per migliorare La città è piena di opportunità, ha la capacità di fare incontrare lavoratori senza capitale finanziario e datori di lavoro con capitale finanziario, ma non solo, permette anche di scoprire delle capacità in noi nascoste che fini ad allora non erano emerse. La città è anche rivelatrice di talenti, come ad esempio il caso di Wright che trasferendosi dal sud America razzista al nord America non solo ebbe un salario maggiore ma una maggiore libertà, diventando così un talento, uno dei migliori scrittori. Stessa storia la si ha anche con l’esodo degli irlandesi a Boston e New York, dove abbiamo il caso di Patrick Kennedy e suo figlio. Inizialmente il padre parti lavorando all’interno di un bottaio che produceva birra, successivamente a causa del colera il padre mori e il figlio divento l’erede del padre riuscendo ad aprire dei propri locali ed inoltre partecipò anche alla vita politica di Boston. Se una città attira continue ondate di persone meno fortunate e le aiuta a progredire per attirare nuovamente altri immigrati svantaggiati, vuol dire allora che si sta assistendo a una delle più importanti funzioni della società. Se un territorio diventa la casa dell’inadempienza dove i poveri restano poveri, quel territorio avrà fallito.

ASCESA E C...


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