Illuminismo IN Italia PDF

Title Illuminismo IN Italia
Course Letteratura Italiana I 
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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l'illuminismo italiano ...


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ILLUMINISMO IN ITALIA In Italia, l’Illuminismo si diffuse maggiormente a Napoli, Milano e in Toscana, nella seconda metà del ‘700 furono previste alcune riforme dell’assolutismo illuminato, come l’eliminazione dei feudi, lo sviluppo dell’industria e la formazione dei piccoli proprietari terrieri. La diffusione dell’Enciclopedia favorì l’aumento dell’alfabetizzazione. Nel Regno di Napoli, la riforma illuminista era rivolta maggiormente ai problemi sociali ed economici. A Napoli nel ‘700 giunse Carlo III di Borbone, di grande intelligenza politica, appartenente ai sovrani illuminati. Carlo III si dedicò alle grandi opere di costruzione (Reggia del Plebiscito) per rendere Napoli una città di altissimo livello politico e culturale. Notevole fu la costruzione, nella piazza che porta il suyo nome, dell’Albergo dei poveri (che divenne Serraglio → accoglieva i trovatelli esposti alla ruota) ➢ MAGGIORI ILLUMINISTI NAPOLETANI - Antonio Genovesi, Mario Pagano, Gaetano Filangieri - Ferdinando Galiani → filosofo ed economista, ambasciatore napoletano a Parigi, autore del trattato “Della Moneta”, fondamentale per lo sviluppo della teoria monetaria moderna. ANTONIO GENOVESI (1713 – 1769) Scrittore, filosofo ed economista. Nacque a Castiglione, vicino Salerno. Padre dell’Illuminismo italiano. Non era un letterato, insegnava commercio all’Università di Napoli, fu il primo professore a tenere lezioni in italiano, e non in latino. Genovesi ha formato intere generazioni di illuministi napoletani, ed intellettuali, come Giuseppe Maria Galanti e Francesco Longano. I re crearono una stretta collaborazione tra la corte e gli intellettuali, diedero a Genovesi il compito di viaggiare e conoscere il Regno di Napoli, vasto e sconosciuto ai sovrani (Regno di Napoli → Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia) ➢ MAGGIORI ILLUMINISTI LOMBARDI Pietro Verri, Cesare Beccaria, Giuseppe Parini PIETRO VERRI (1728 – 1797) Economista, esponente dell’Accademia dei Pugni (chiamata così scherzosamente in seguito alla diffusione di una voce secondo cui le discussioni si concludevano a botte) i cui obiettivi erano quelli di elaborare una cultura aperta, fatta non più di valori da conservare, ma che fosse in circolazione. Dall’Accademia, ad opera di Pietro e suo fratello Alessandro, nacque “Il Caffè”, giornale ispirato alle riviste inglesi; il titolo rappresentava il punto di raccolta delle discussioni che si tenevano in un caffè, luogo d’incontro per dibattiti. La rivista usciva ogni 10 giorni e tutti i numeri venivano raccolti e rilegati a fine anno. Il Caffè sosteneva un rinnovamento sociale, culturale e linguistico, in polemica con gli eruditi del tempo, e il superamento di leggi e istituzioni obsolete, senza però affrontare le questioni religiose. CESARE BECCARIA (1738 – 1794) Filosofo ed economista, amico di Verri. Beccaria è l’autore del saggio “Dei delitti e delle pene”, significativa opera tradotta in tutte le lingue europee, che denuncia gli eccessi del diritto penale, in particolare la pena di morte e la tortura, invitando a proporzionare la pena al delitto. GIUSEPPE PARINI (1729 – 1799) Scrittore, nato da una modesta famiglia. Dopo aver frequentato le scuole dei Barnabiti proseguì gli studi usufruendo di una piccola rendita di una zia, a patto che diventasse sacerdote. In seguito divenne precettore presso le famiglie Serbelloni e Imbonati, per sfuggire alla miseria. Acquistò particolare fama pubblicando “Il Giorno”, grazie al quale ottenne la direzione della Gazzetta di Milano e la carica di professore alle Scuole Palatine. Nel frattempo scrisse e pubblicò la sua raccolta di “Odi”, mentre restò incompiuta la stesura finale del “Giorno”. Nei

suoi ultimi anni di vita, durante la rivoluzione francese, fu nominato tra i membri della municipalità, ma il soffocante controllo francese su ogni sua iniziativa lo spinse, ormai malato e cieco, ad abbandonare l’incarico. ➢ PENSIERO E POETICA La poesia di Parini si pone il compito di educare gli uomini all’uguaglianza sociale. La funzione della poesia, secondo Parini, è quella di rispecchiare la realtà, la natura, stimolando la riflessione. Per questo suo pensiero viene considerato più moralista che poeta. Da posizione di “illuminato”, Parini si impegna a rimuovere i pregiudizi e le prepotenze nei rapporti tra gli uomini, criticando l’alterigia dei nobili verso le classi meno abbienti. ➢ OPERE • “Il Giorno” → poema satirico anti – aristocratico, rimasto incompiuto. Nel poema Parini finge di essere precettore di un giovane nobile al quale deve insegnare come trascorrere bene il tempo secondo il costume e la moda aristocratica. L’opera vuole essere una critica alla vita frivola del mondo aristocratico. E’ diviso in 4 parti: 1. Mattino → si racconta il noioso risveglio del nobile e la sua preparazione per uscire e recarsi dalla dama di cui è l’accompagnatore 2. Mezzogiorno → durante il pranzo, è evidente il disprezzo dei nobili per la casta inferiore 3. Vespro → risaltano i pettegolezzi dei nobili mentre fanno visita agli amici e fanno giri in carrozza 4. Notte → i nobili prendono parte ad un ricevimento in cui sono presenti personaggi frivoli dai vizi sciocchi, detti imbecilli. • 22 Odi → divise in 3 fasi: 1. Il poeta si confronta con i problemi sociali 2. di tipo educativo, da cui emerge il rifiuto ad assumere atteggiamenti servili nei confronti dei nobili 3. di tipo neoclassico, al centro delle odi vi sono nobiltà d’animo e dignità; appaiono i temi di bellezza e sentimenti, mostrando ciò che il poeta ama ma che non può vivere fino in fondo. Le ultime odi sono infatti dedicate alle donne....


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