Letteratura Giapponese I - Claudia Iazzetta PDF

Title Letteratura Giapponese I - Claudia Iazzetta
Author Martina Pianese
Course Letteratura Giapponese I
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
Pages 44
File Size 386.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 52
Total Views 125

Summary

Dal Kojiki a Chikamatsu Monzaemon....


Description

YAMATO TAKERU - KOJIKI Yamato Takeru è stato un principe ed eroe giapponese, famoso soprattutto per aver sedato numero rivolte contro il potere centrale del paese. I riferimenti storici che lo riguardano sono contraddittori e mettono in dubbio la sua effettiva esistenza, rendendolo un personaggio leggendario. Il principe rappresenta l’equivalente nipponico del nostro cavaliere “senza macchia e senza paura”. Il suo vero nome si pensa fosse Ousu, e secondo la leggenda uccise suo fratello, facendolo a pezzi, per aver mancato di rispetto al loro padre. Il padre, spaventato, lo allontana dalla corte affidandogli numerose avventure, anche molto pericolose. Egli sottomise il popolo di Kumaso ed uccise il capo di Izumo, oltre a sottomettere gli Eimishi. Oltre ad essere il primo personaggio che unisce l’abilità di guerriero con la sensibilità poetica, è il primo eroe ad essere realmente sconfitto: infatti morirà. La storia di Yamato Takeru compare nel secondo libro del Kojiki, commissionato dall’imperatore Tenmu, che, presentato a corte nel 712, è la più antica opera giapponese e la prima opera letteraria in giapponese, dato che prima erano scritte in cinese. L’opera inizia con il mito della creazione dell’Universo e prosegue con le origini del Giappone, i primi regni e le vicende di alcune divinità. Il sistema di scrittura utilizzato rendeva tuttavia complessa la comprensione, poiché non era specificato se i caratteri cinesi furono utilizzati per il loro carattere semantico oppure fonetico. Il suo compilatore fu O-No Yasumaro, con l’aiuto di Hieda No Are. Nel 1798, il padre della filologia giapponese, Motouri Norinaga, consegna il Kojiki Den, ovvero il Kojiki annotato, dopo aver passato ben 35 anni della sua vita a cercare di comprendere l’opera. Il Kojiki è il deposito dei miti e delle leggende giapponesi, l’impersonificazione dello spirito giapponese, lodato per gli ideali nazionalisti, per il significato storico e per il suo enorme valore artistico. Il Kojiki ha una prefazione, un’introduzione in cinese puro, contiene circa 112 poesia in Tanka (poesia breve) e Waka (poesia tipica giapponese, di 5 versi da 31 sillabe: 5-7-5-7-7), ed è sostanzialmente diviso in 3 volumi: - Il primo volume (Kamitsumaki) è il più interessante. Comincia con l’apparizione di tre divinità nell’Altopiano del Cielo; vengono poi create altre divinità, tra cui Izanami ed Izanagi, che hanno il compito di creare e solidificare la terra fluida. Una volta solidificata questa terra ed aver creato un’isola, decidono di discendere e di unirsi con il rito della circumambulazione, che consisteva nel girare attorno ad un pilastro e parlarsi una volta incontrati. Per le prime due volte, tuttavia, fu Izanami a parlare per prima, e nacquero dei figli indegni, malformati, poiché sarebbe dovuto essere l’uomo a parlare per primo. Diedero dunque inizio al rito nuovamente e stavolta fu Izanagi a parlare per primo: diedero vita ad 8 grandi isole e a 6 isole minori, oltre che ad altre divinità: Abbiamo Kagutsuchi, divinità del fuoco, che tuttavia brucerà la madre nascendo, dunque il padre lo uccide a sua volta. Amaterasu nacque dall’occhio sinistro della madre, ed era la divinità del sole, la divinità da cui discende l’imperatore. Tsukiyomi nacque dall’occhio destro della madre ed era la divinità della luna e delle tenebre. L’ultimo era Susanou, che nacque dal naso della madre ed era la divinità del mare. Susanou, tuttavia, era molto capriccioso, perché il suo regno, in Giappone, è associato al regno dei morti. Venne dunque mandato dalla sorella Amaterasu, ma qui finì per uccidere un’ancella con una lancia. La sorella, rassegnata, decise di rinchiudersi in una grotta, privando, in tal modo, il mondo della luce. Uscì solo

quando udì le risate delle altre divinità che guardavano Ame No Uzume danzare, ed il mondo fu nuovamente illuminato. Susanou fu esiliato dal Regno dei Cieli e finì per diventare un eroe buono, uccidendo addirittura un drago ad 8 teste, sposandosi e trovando la pace. Alla fine del primo libro compare Ninigi No Mikoto, nipote di Amaterasu, primo imperatore di origine divina, a cui Amaterasu dona tre regali imperiali: una gemma donata alla divinità da suo padre, lo specchio che fece uscire Amaterasu dalla grotta e la spada trovata da Susanou in una delle code del drago ad otto teste ed otto code. Tuttavia Ninigi rifiuta di sposare due fanciulle, volendone sposare solo una, ed il padre delle ragazze getta una maledizione su di lui e, da allora, Ninigi ed i suoi discendenti sarebbero diventati mortali. - Con il secondo libro (Nakatsumaki) inizia il Regno degli Uomini, ed abbiamo qui la storia di Yamato Takeru. - Il terzo libro (Shimotsumaki) è legato ulteriormente al Regno degli Uomini rispetto al secondo. Il primo imperatore descritto è Nintoku, regnante illuminato che, quando vede che dai camini della sua gente non esce fumo, simbolo di estrema povertà, elimina le tasse e lascia che il suo palazzo cada in rovina. (Kunimi: imperatore che guarda il suo regno dall’alto). In questo libro compare anche il primo caso di Shinjuu, ovvero il doppio suicidio d’amore della letteratura giapponese, compiuto dal principe Karu e da sua sorella. Gran parte del libro sarà dedicato alla descrizione degli assassini dei membri della famiglia imperiale. Per quanto riguarda lo stile del Kojiki contiene varie canzoni e circa 112 poesie. Mentre i registri storici e le leggende sono scritte in una forma cinese con una forte mescolanza di elementi giapponesi, le canzoni sono scritte con caratteri cinesi usati soltanto per il loro valore fonetico. Proprio a causa di questo uso molto particolare dei caratteri cinesi, chiamato man’younaga, è indispensabile conoscere il valore secondo cui vengono presi in considerazione i caratteri, altrimenti la lettura risulterebbe incomprensibile. NIHONSHOKI Opera commissionata dall’imperatore Tenmu, presentata a corte nel 720. Fu compilata da una serie di nobili a cui capo vi era, probabilmente, il principe Toneri, figlio di Tenmu. In sostanza è un’opera uguale al Kojiki, narra delle Cronache del Giappone, tuttavia ci sono alcune differenze fondamentali tra le due opere: - Il Kojiki è scritto in cinese e simil cinese, il Nihonshoki è scritto in cinese classico; - Del Kojiki abbiamo una sola versione delle storie narrate, nel Nihonshoki si arriva fino a 12 versioni della stessa storia; - Il Kojiki ha esclusivamente fonti indigene, il Nihonshoki attinge anche da fonti straniere, soprattutto cinesi e coreane; - Il Kojiki non fornisce quasi mai delle locuzioni temporali precise, il Nihonshoki, avendo più fonti rispetto al Kojiki, riesce a fornire informazioni più dettagliate; - Il Kojiki ha come destinatario il popolo giapponese; il Nihonshoki aveva come destinatario un pubblico internazionale. Il suo scopo era infatti quello di istruire anche le altre popolazioni sulla storia del Giappone e sulla natura divina dell’Imperatore. MAN’YOSHU

(Raccolta delle diecimila foglie) E’ una raccolta privata di poesie risalente alla seconda metà dell’ottavo secolo. E’ la prima raccolta di poesie in giapponese e ne contiene circa 4500, in ordine sparso, non cronologico o logico. I poeti sono circa 500, tra cui 70 donne circa, e questi appartengono a tutte le classi sociali, dunque è possibile trovare anche dei componimenti molto semplici. Uno dei compilatori più influenti è Kakinomoto No Hitomaro, ma anche Outomo No Yakamochi, estremamente presente negli ultimi quattro libri, tanto da farli sembrare una sua collezione personale. Per quanto riguarda la metrica abbiamo: - 4200 poesie in Tanka/Waka, la poesia breve giapponese composta da 5 versi di 31 sillabe, con schema 5-7-5-7-7; - 60 Sedoka, ovvero la poesia che torna a capo, formata da due gruppi di versi di 5-7-7 sillabe; - 260 poesie in Chouka/Nagauta, ovvero la poesia lunga, di lunghezza variabile, ma con alcuni schemi ben precisi: alterna, infatti, tutti versi da 5-7 sillabe ed ha fino a 3 versi di chiusura a 5-7-7 sillabe. Alcune di queste poesie avevano Kotobagaki, ovvero un’introduzione in prosa in cinese, che dava alcune informazioni sull’opera. Le parole chiave dell’opera sono: - Makoto, ovvero la sincerità, la schiettezza e la chiarezza nel descrivere i sentimenti; - Masurao Buri, ovvero la mascolinità, l’usare delle espressioni dirette; - Kotodama, ovvero lo spirito della parola, infatti la parola era considerata il linguaggio delle divinità, poteva esprimere più delle semplici parole.

4 PERIODI: 1. il primo è l’anno della guerra di successione dopo la morte dell’imperatore Tenji, alla fine della quale vincerà Tenmu. In questo periodo è ben visibile un connubio tra uomo e natura. 2. Il secondo periodo presenta l’idea di creare una nuova cultura rappresentativa del nuovo clan di Yamato. Inoltre, durante questo capitolo, la capitale sarà spostata a Nara. Il poeta più influente di questo periodo è Kakinomoto No Hitomaro. E’ inoltre ben visibile, in questo periodo, il modo in cui l’autore inizia a diventare più un professionista e la poesia viene concepita proprio come arte. 3. Il terzo periodo si chiude con la morte di Yamanoe No Okura, uno dei poeti più importanti del periodo. 4. Il quarto periodo termina, ovviamente, con la produzione dell’ultima poesia della raccolta, in questo periodo viene esaltata la cultura giapponese, la poesia è vista come un prodotto. Lingua del Manyoshu: il Manyoshu viene usato come “laboratorio sperimentale di scrittura” e si usano caratteri cinesi in vari modi: - per uso solo fonetico - per uso fonetico e semantico - per uso solo semantico - scrittura logonografica

KOKIN WAKA SHU Antologia poetica datata in epoca Heian, il periodo d’oro della letteratura giapponese. Dal punto di vista poetico non verranno più prese in considerazione figure come morte, spiriti, persone povere ecc. Le classi sociali al di sotto dell’aristocrazia sembrano quasi sparire; a volte compaiono pescatori o figlie di contadini, ma non vi è assolutamente ombra di interesse per la popolazione e per le sue problematiche. E’ una letteratura che rappresenta il microcosmo della corte e che pensa all’etichetta e all’eleganza. Il Kokinshu è la raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne, ed è la prima serie di Chokusenwakashu, ovvero le antologie scritte tramite editto imperiale. Sarà presentata a corte, all’imperatore Daigo, nel 905. E’ una raccolta di 20 libri, con 1111 componimenti. Ha due prefazioni: una in cinese, chiamata Manajo, ed una in giapponese, chiamata Kanajo. Nell’antologia compaiono 127 poeti, sia anonimi che personalità di discreta importanza, e vi è un’estrema ristrettezza del vocabolario. I quattro compilatori principali sono: - Ki No Tsurayuki, che è anche il compilatore della prefazione in kana - Ki no Tomonori - Oushikouchi No Mitsune - Mibu No Tadamine Tutti gli altri autori scriveranno massimo 2 poesie a testa. I componimenti sono ordinati in base alle tematiche trattate; abbiamo 20 libri: - 1-18 : Tanka/Waka - 19 : Chouka, Sedouka ed Haikai (poesie comiche, con metrica diversa dalle Waka) - 20 : Kayou, ovvero i canti popolari giapponesi -

-

-

I primi sei libri presentano come tematica principale le 4 stagioni, nell’ordine in cui si presentano in natura. Particolare importanza è data alle mezze stagioni, primavera ed autunno, che vengono rappresentate in due libri ciascuna, mentre estate ed inverno saranno presenti in soli due libri. Il settimo libro è dedicato alle felicitazioni L’ottavo libro è dedicato alle separazioni Il nono libro è dedicato ai viaggi Il decimo è dedicato ai nomi di cose Dall’undicesimo al quindicesimo libro il tema principale è quello dell’amore, che va per fasi, dalla sua nascita fino alla sua scomparsa, sempre accompagnato dalla poesia Dal sedicesimo al diciannovesimo libro abbiamo un insieme di poesie varie Il ventesimo, infine, è dedicato ai canti popolari giapponesi, chiamati Kayou

In tutto il Kokinwakashu è presente una latente nostalgia, che deriva dalla cultura Buddista e dal suo senso di evanescenza. Gli autori, attraverso il soggettivismo, vengono messi in primo piano (MONO NO AWARE, parola intraducibile, che sta ad esprimere i turbamenti dell’animo, del cuore, dinanzi a tutto ciò a cui si assiste; solitamente è rivolto alla natura.) Nonostante il Mono No Aware, i propri sentimenti vanno tenuti a bada, vanno sempre espressi in modo decoroso.

Figure retoriche nel Kokinshu: - Makurakotoba: “Parola cuscino”, una sorta di cuscino su cui si poggia figurativamente la parola che si vuole rappresentare; - Jokotoba: una sorta di prefazione alla poesia, all’interno della poesia stessa, solitamente occupa i primi 2 o 3 versi ed è sempre seguita dall’espressione di un sentimento umano, che può sia essere d’accordo che in disaccordo con essa; - Kakekotoba: è la sovrapposizione di 2 parole omofone, dunque con lo stesso suono, ma di significato diverso. Dunque, con una sola parola, il poeta riesce ad esprimere due concetti completamente diversi; - Mono No Na: quando una parola viene nascosta all’interno del verso oppure tra due versi; - Engo: sono una serie di parole legate tra loro per significato, poichè fanno parte dello stesso contesto; - Midate: un paragone, una similitudine, che crea stupore nel poeta; - Gijinhou: personificazione di elementi inanimati.

SHINKOKINWAKASHU Si tratta dell’ottava antologia scritta sotto editto imperiale, e fu concretata esattamente tre secoli dopo il Kokinshu. Insieme al Manyoshu ed al Kokinshu, forma la triade dei capisaldi della poesia giapponese classica. Il compilatore più presente fu l’imperatore che aveva commissionato l’antologia: Go-Toba. Questi in realtà non fu inserito formalmente tra i compilatori, ma ebbe un ruolo estremamente attivo nella scelta delle poesie da inserire nella sua antologia e fu anche una presenza alquanto invadente. Una delle più importanti fonti di informazioni su Go-Toba è il diario di Minamoto No Ienaga, tuttavia non si sa con certezza se questi fatti erano veritieri poiché Ienaga era molto vicino all’imperatore. Sappiamo solo che, dopo aver organizzato una rivolta, si esiliò nell’isola di Oki fino alla sua morte, e qui ricomincerà la sua passione per le Waka e scriverà tantissime poesie. Go-Toba darà, inoltre, ai suoi compilatori tutta una serie di regole da seguire: - divieto di inserire poesie già inserite in una delle 7 antologie precedenti; - obbligo di dare la giusta visibilità ai poeti ed al mondo contemporanei; - obbligo di curare in modo particolare i libri dedicati alle stagioni e all’amore; - obbligo di curare nei minimi dettagli i criteri di associazione e progressione delle poesie. Per quanto riguarda la struttura dell’opera, riprende il Manyoshu per il numero di libri ed il Kokinshu per la loro organizzazione: - 1-2 primavera - 3 estate - 4-5 autunno - 6 inverno - 7 gratulazione - 8 cordoglio - 9 separazione - 10 viaggio

- 11-15 amore - 16-18 varie - 19 Shintoismo - 20 Buddhismo Nello Shin Kokinshu, inoltre, ci sono due prefazioni: - La prima è in cinese e fu scritta da Fujiwara No Chikatsune - La seconda è in giapponese e fu scritta da Fujiwara No Yoshitsune Le due prefazioni, dal punto di vista del contenuto, non differiscono molto l’una dall’altra, ma Yoshitsune si rende conto di una delle tante anomalie dello Shin Kokinshu (vi erano troppe poesie di Go-Toba) e cerca di giustificarla dicendo che la qualità delle poesie di Go-Toba era così eccelsa che non si è potuto fare diversamente. Il motto dei compilatori dell’antologia era “Desidero che lo spirito e l’essenza di queste poesie, scritte con un vocabolario antico, risulti fresco”. Inoltre, con lo Shin Kokinshu, viene messo in scena un nuovo modo descrittivo rispetto alle poesie del passato: - Armonizzazione del soggetto con l’oggetto - Nuovo equilibrio tra personale ed impersonale - Ricerca della profondità di significato, grazie alla simbolizzazione dei dettagli della natura. Con lo Shinkokinshu, la metafora si trasforma in simbolo, non si creano più paragoni e metafore, la voce narrante cerca di estraniarsi dalla scena e la scena assume una valenza più universale. Un altro punto molto importante di questa antologia è dato da quello che viene definito normalmente Fukaki Kokoro, ovvero la profondità dei sentimenti, del cuore, dello spirito. La tecnica usata maggiormente nello Shinkokinshu è l’honkadori, ovvero il prendere una poesia originaria e creare delle allusioni che rimandino a quella poesia, inserendole all’interno di una nuova poesia. Nell’Eiga No Taigai, Fujiwara No Teika fissa delle linee guida per creare una honkadori di successo: - Non si possono usare troppe parole della poesia originaria - La posizione del verso citato va cambiata all’interno della nuova poesia - Deve cambiare anche l’argomento - La honka deve essere immediatamente riconoscibile - E’ sconsigliabile usare parole o espressioni che sono risultate, all’epoca della composizione, particolarmente originali nella honka. FUKAKI KOKORO: profondità dei sentimenti, del cuore e dello spirito YUGEN: mistero e profondità; un ideale estetico molto importante nella letteratura giapponese classica, e si esprime tramite la bellezza leggera, l’emozione tranquilla e l’espressione suggestiva. E’ sostanzialmente un principio estetico il cui scopo è evocare dei sentimenti e delle sensazioni senza farne diretta menzione, solo tramite simbolismi ed immagini. HONKADORI: prendere una poesia ed inserirla, tramite delle allusioni, in un’altra poesia NIKKI Sono dei diari che nascono e si sviluppano insieme all’alfabeto hiragana, grazie al quale i poeti iniziano ad esprimersi nella loro lingua e, di conseguenza, si esprimono al meglio.

Finalmente scrivono anche le donne. Questi diari non sono tuttavia paragonabili ai nostri diari, perchè sono in terza persona e non hanno coordinate temporali; sono dunque più vicini alle autobiografie, perchè ricostruiscono degli eventi a posteriori. TOSA NIKKI Il più famoso è sicuramente il Tosa Nikki, in cui Tosa è un toponimo. Nell’incipit è scritto che è stato scritto da una donna, ma ci sono tre spiegazioni per cui è possibile affermare il contrario, ed attribuire la sua composizione a Tsurayuki: - Il figlio di Tsurayuki, in due sue poesie, racconta proprio di questo viaggio, compiuto dal padre, da Tosa fino alla capitale; - Ci sono alcuni termini tecnici, ascrivibili ad un uomo piuttosto che ad una donna; - Lo stile della narrazione ha una forte influenza cinese. Nel 930 sale al potere l’imperatore Daigo, e Tsurayuki perde il favore del predecessore. Sarà dunque allontanato dalla capitale e nominato governatore di Tosa. Dopo 5 anni potrà finalmente fare ritorno alla capitale, e questo diario narra esattamente di questi 55 giorni di viaggio verso la capitale. In questo diario sono presenti 56 poesie, e la parte in prosa ne anticipa la tensione emotiva: l’opera è infatti caratterizzata da un forte velo di tristezza, poiché il diario si apre e si chiude con il ricordo della figlia di Tsurayuki, morta prematuramente. Episodio del capitano: Tsurayuki dice che una poesia è tale solo nel momento in cui l’autore è consapevole di starla creando, e fa l’esempio del capitano, che a volte, parlando, sembra quasi che stesse recitando una poesia, ma allo stesso tempo la sua consapevolezza fa sì che la sua poesia perda di significato e non sia più tale. Inoltre, per spiegarci l’ignoranza del capitano ci fa un altro esempio: ci dice che il mare era in tempesta e, per calmare le divinità, il capitano deciderà di buttare in mare degli amuleti, ma questi chiaramente non hanno alcun effetto. Decide a questo punto di buttare in mare uno specchio molto prezioso, facendo intendere che le divinità erano attaccate alle cose materiali ed erano avare, cosa assolutamente non vera, poiché la tempesta sarà calmata dalla poesia di una bambina. KAGEROU NIKKI Un altro diario molto famoso, che presenta inoltre il tema del matrimonio, con tanto di aspetti negativi, è il Kagerou Nikki, il Diario di un’Effimera. E’ stato scritto da una donna, la moglie di Fujiwara No Kaneie, e racconta dei 21 anni di matrimonio tra i due. L’opera si presenta come un chiarissimo atto di accusa contro il sistema matrimoniale dell’epoca ed è, proprio per questo motivo, simile alla nostra idea di diario: l’autrice lo usa per sfogarsi, per dare libero sfogo ai suoi pensieri ed alle sue critiche. La moglie di Ka...


Similar Free PDFs