Letteratura Italiana 5 e 10 novembre PDF

Title Letteratura Italiana 5 e 10 novembre
Course Letteratura italiana
Institution Sapienza - Università di Roma
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appunti di letteratura italiana su Ugo Foscolo...


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Letteratura Italiana Lezione 5/11/2020 e 10/11/2020: Recap del proemio del sesto tomo dell’Io  questione linguistica, la critica ha detto che la sua prosa non era corretta, pulita. Il narratore dell’800 non ha una vera propria lingua per il romanzo, mentre la poesia da Petrarca a Leopardi è mono tona, conservativa è abbastanza strutturata e limitata nelle eccezioni, Gianfranco Pontini afferma che non poteva essere usata la lingua di Dante, ma andava bene usare quella di Petrarca perché più facile da imparare e fare propria. Aveva conservato una sua apprendibilità. La prosa, però, non ha avuto questa sorte perché è più compromessa con la lingua della comunicazione ed è soggetta a variazioni, si è tentati di far rientrare nella propria scrittura termini che vengono da altri contesti, come termini del proprio dialettale. All’epoca si aveva a che fare con i lombardismi, francesismi, quindi la prosa era più esposta alla “contaminazione” del purismo dell’800, più soggetta a questo processo. Io periodo paratattico è quel periodo che usa frase principali e coordinate collegate da congiunzioni come la “e” o con le relative, l’ipotassi è il periodo latineggiante, Boccaccio lo usa spesso, abbiamo una frase principali a cui sono collegate una serie di subordinate. Chi voleva mantenere la scrittura nell’alveo di un registro alto usava la paratassi. Foscolo non fa questo, è un traduttore, proviene da un circolo di traduttori di testi stranieri. Lui importa la struttura sintattica, nell’Ortis notiamo un’influenza della scrittura lirica. Accusano questo autodidattismo foscoliano. Cerca di mantenere una scrittura vicino ad una colloquialità, una sintassi lineare, semplice costruita su una coordinata  strumento fatto per ogni tuono, accordarsi ad ogni situazione che si viene a creare. Una parte della critica ha letto le ultime lettere di Jacopo Ortis l’ha letto come un’autobiografia in quanto lui ha proiettato delle lettere reali che ha scritto lui stesso ad una serie di persone all’interno del libro. Le lettere d’amore sono scritture letterarie che Foscolo riprende perché possono rientrare bene nel contesto di un romanzo epistolare, come il caso dell’Ortis. La scrittura della lettera era un genere letterario a tutti gli effetti, ora non più. (continuo spiegazione di Psiche su dispensa) Pessimismo foscoliano (ripresa): Ha perso la scrittura ironica mette in luce le qualità negative delle persone e soprattutto applicate ai letterati. Introduce anche il tema della caducità del sentimento dell’amore, è in qualche modo la constatazione che esistono alcuni miti che la reale analisi della condizione umane vanno a decadere. (riferito al frammento Psiche) • Torna anche nel “proemio” ai discorsi sopra gli uomini illustri di Plutarco (1° gennaio 1801)  traduce un testo di Plutarco, in questo proemio il pessimismo è più filosofico, cerca di inquadrare quali sono i suoi punti più fondamentali. È già presente nella natura, quella tensione all’autoconservazione, allo stare bene a discapito della comunità di appartenenza, l’agio come condizione individuale non è colpa del soggetto, singolo in quanto tale, ma l’universo è gestito da questa forza che spinge l’essere al benessere. Ripete che la forza costituisce il prepotente ordine universale da cui dipendono le azioni umane. Quali sono le soluzioni, l’antidoto? La “Fede” nella sovranità popolare, nella virtù degli antichi e nelle loro repubbliche è per la prima volta rimessa in discussione nei primi mesi del 1801.

• Ma è intorno al 1802-1803, con la prima edizione completa e autorizzata delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, con la pubblicazione del commento alla chioma di Berenice (traduzione di un testo greco di Callimaco) e con la stesura dei frammentari discorsi su Lucrezio che la nuova filosofia foscoliana comincia ad articolarsi. Il pensiero politico di Foscolo è strettamente legato al bello, all’arte, la riflessione letteraria e si vede nel commento alla chioma di Berenice, il problema politico è il tentativo tramite cui garantire benessere al popolo, che deve essere garantito dal potere. Riflessione letteraria è fondamentale, il bello è fondamentale, la percezione della bellezza è uno strumento importante. Ne parla traducendo il passaggio greco di Berenice. Lucrezio fornisce il fondamento classico latino.

Ultime lettere di Jacopo Ortis: 



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Prima idea risale al 1796, siamo ancora in pieno 700 perché inizialmente, pensiamo, risenta delle caratteristiche del romanzo settecentesco. Foscolo redasse un piano di studi ovvero l’insieme di opere lette o da leggersi, composte o da comporre, in cui, tra le prose originali, in questa scrittura a due entrate, opere da leggere e da comporre, indicava un Laura, Lettere  che fosse una bozza/intenzione di Le ultime lettere? Siamo in un romanzo epistolare ma diverso dall’idea di romanzo epistolare che c’era in Europa in quel periodo, rientrava ancora nelle caratteristiche del romanzo settecentesco Una parte della critica ha ravvisato in quest’opera il nucleo originario del futuro romanzo, e tradizionalmente identificato in Isabella Teotochi Albrizzi la “Laura” del titolo. Forse identificazione serviva per capire che idea femminile c’era dietro questa immagine. Nel settembre del 1798, quando si trovava a Bologna, Foscolo iniziò la pubblicazione del libro, affidandolo all’editore Marsigli. Pubblicato a puntate sul quotidiano Il 21 aprile 1799, a causa della guerra contro gli austro-russi, lasciò la città per arruolarsi nella guardia nazionale mobile di Bologna  la pubblicazione si interruppe così alla quarantacinquesima lettera L’editore volle che l’opera venisse completata dal bolognese Angelo Sassoli  non esisteva ancora il diritto d’autore  soddisfare il desiderio di vendibilità del volume, quindi poco interessato a far passare il tema politico che invece era caro a Foscolo. Volevano mettere in evidenza il carattere sentimentale Esce nel 1799 ad insaputa dell’autore, prima col titolo di Ultime lettere di Jacopo Ortis, poi con quello di Vera storia di due amanti infelici, ossia ultime lettere di Jacopo Ortis in due volumi 1801: esce una nuova edizione sempre per Marsigli editore di questa opera a due 3 gennaio 1801 Foscolo venuto a conoscenza dell’operazione editoriale compiuta a sua insaputa, interviene con veemenza sulla gazzetta universale di Firenze 1802: Milano, a sue spese, presso i tipi del genio tipografico  prima edizione autorizzata, su cui sono esemplate tutte le edizioni successive: Zurigo 1816, con la falsa data di Londra, 1814 e una “notizia bibliografica” e Londra nel 1817. Soglie testuali per esprimere cosa pensa del romanzo, finge che tre critici prendano posizione sui contenuti. Ultima edizione completa è quella del 1817 pubblicata sempre a Londra. È la storia dei due ultimi anni di vita (1797-1799) del giovane Jacopo, che ha una corrispondenza epistolare con un fedele amico, Lorenzo Alderani, al quale confida l’angoscia per la delusione d’amore e per la sorte toccata alla sua terra, venduta da Napoleone all’Austria. Questi elementi sono però subito arricchiti dal riferimento a

quelli che sono i temi fondamentali di foscolo nella breve dedica al lettore che apre all’ultima lettera di jacopo ortis. Questa dedica al lettore è attribuita a Lorenzo Alderani  funzione fondamentale della narrazione foscoliana  autore sdoppiato Lorenzo gestisce la regia del testo, sistemare e pubblicare, Foscolo ha il compito di tutto il resto. Funzione dell’istigazione all’imitazione della virtù. (inizio spiegazione e lettura di Jacopo Ortis) Lettore  eroismo  compassione, trae esempio dall’eroe  quindi il lettore si configura come eroe (circolarità del pensiero foscoliano)...


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