Livio Andronico vita e opere PDF

Title Livio Andronico vita e opere
Author silvia sacchi
Course Letteratura latina
Institution Università della Calabria
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Summary

breve sintesi della vita e delle opere del grande autore latino Livio Andronico....


Description

L'età arcaica

 Livio Andronico [ 280 a.C. circa – 200 a.C. ] Iniziatore della letteratura latina. La vita: Nato nella colonia greca di Taranto, fu condotto a Roma come prigioniero di guerra nel 272 a.C., al termine della guerra tra Roma e Taranto. Fu schiavo di un certo Livio Salinatore, di cui educò i figli come precettore e di cui assunse il prenome quando venne affrancato. Trascorse la vita insegnando lettere latine e greche ai giovani delle famiglie altolocate. Scrisse un inno in onore di Giunone, cantato da ventisette fanciulle. È forse proprio per onorare il poeta che fu istituito il collegium scribarum histrionumque e gliene fu affidata la direzione. Morì probabilmente verso la fine del sec. III. Nel 240 a.C. Introdusse la prima forma di teatro a Roma e nei Ludi romani fu rappresentato per primo un suo testo drammatico. Si conoscono i titoli di 8 tragedie, ispirate in parte al ciclo troiano che molto interessava il pubblico per le vicende di Enea, l'eroe legato alle origini di Roma Achilles, Aegisthus, Aiax mastigòphorus (Aiace con la frusta) Equos Troianus, Dànae, Andròmeda, Tèreus, Hermiona, e di 3 palliate di incerto argomento Gladiolus, Ludius,Virgus. Oltre che autore fu anche attore. Con molta probabilità Andronico rimaneggiò liberamente opere greche, ricorrendo anche alla contaminatio. Prende spunto dagli autori greci Sofocle e Euripide. Per le sue necessità di insegnante e forse anche per far conoscere e stimare ai giovani i capolavori della letteratura greca, il poeta si cimentò nel genere epico e compì una traduzione artistica in versi saturni dell'Odissea di Omero, cercando di creare un testo fedele all’originale, ebbe grande fama e diffusione. L'originalità di Livio Andronico fu quella di aver introdotto i versi senario giambico e settenario trocaico;  Gneo Nevio [ 275 a.C. – 201 a.C. ] Fu con Livio Andronico il più antico poeta latino. Di origini plebee e cittadino romano, nacque in Campania, forse a Capua. Combattè come soldato nella prima guerra punica e assistette anche alla seconda guerra punica. Spirito libero e indipendente, sembra che egli nutrisse una spiccata avversione nei conftonti dell'aristocrazia che attaccò con un linguaggio aggressivo e in particolare per la potente famiglia dei Metelli, a causa di alcuni versi a loro dedicati probabilmente in una commedia, gli costarono la prigione. Morì, forse esule a Utica, in Africa. Si affermò come autore drammatico a partire dal 235 a.C., cinque anni dopo la messa in scena del primo dramma di Livio Andronico. Della sua attività teatrale rimangono una trentina di titoli di commedie palliate, genere congeniale allo spirito caustico del poeta, e di sei tragedie di argomento greco; due delle quali, Danae e Equos Troianus, hanno lo stesso titolo delle opere di Livio Andronico. Fra gli scarsi frammenti, il più significativo appartiene alla commedia Tarentilla (La ragazza di Taranto) vivace ritratto di una cortigiana intenta a civettare con i suoi amanti. Nevio, secondo la testimonianza di Terenzio, fu il primo scrittore di palliate a introdurre la contaminatio (la presenza di più generi letterari in un testo), ma fu anche il primo a far rappresentare delle praetextae, cioè le tragedie di argomento storico romano: Romulus, sulle origini leggendarie di Roma, e Clastidium in cui celebrava la vittoria di Casteggio (222 a.C.) del console Marco Claudio Marcello sui Galli. Il Bellum Poenicum (II sec a.C) La sua opera maggiore, scritta, secondo Cicerone, in tarda età, fu il Bellum Poenicum (La guerra punica), di grande importanza storica perché fu il primo poema epico della letteratura latina. Trattava della prima guerra punica, usando probabilmente il procedimento degli annalisti, ma introduceva con grande originalità gli inizi mitici di Roma, come la leggenda di Enea, capostipite dei romani. Dei circa 4000 versi saturni originali rimangono solo una sessantina, solo una piccola parte supera i 2 o 3 versi; (presenza degli dei e del mito) fu diviso successivamente in sette libri dal grammatico Ottavio Lampadione. I primi 3 libri trattano della preistoria di Roma, dalla partenza i Enea alla fondazione della città. I restanti 4 libri sono dedicati ai fatti storici più recenti.

 Quinto Ennio [ 239 a.C. – 169 a.C. ] Ennio considerato il padre della letteratura latina. Il primo poeta latino che scrive un poema in esametri, il metro di Omero. Vita: fu originario della Magna Grecia. Nacque nel 239 a.C. non lontano da Taranto. Nel 204 a.C. venne condotto a Roma da Catone il Censore; a Roma insegna latino e greco. Fu legato da una profonda amicizia con Scipione l’Africano di cui celebrò le imprese sia nel grande poema epicostorico Annales, sia in un apposito poemetto intitolato Scipio. Nel 189 a.C Marco Fulvio Nobiliore lo porò con se nella campagna militare in Etolia, affinchè potesse cantare le sue imprese belliche. Nel 184 a.C. ottenne la cittadinanza romana. Ennio sostiene di avere 3 cuori perché conosceva 3 lingue; osco, latino e greco. Fu un autore appartenente all’età arcaica, autore prolifico infatti la sua produzione è molto varia, si dedicò a diversi generi, scrisse: diverse tragedie qualche commedia un poema epico alcune opere dette minori, tra cui uno scritto in prosa. Tutte perdute, ci sono pervenuti solo alcuni frammenti. Morì nel 169 a.C., l’anno in cui fu rappresentata la sua ultima tragedia, il Tieste. Gli Annales: L’opera principale di Ennio è un poema epico in esametri, in diciotto libri. Con cui si proponeva di cantare la gloria di Roma, la storia e la sua potenza. Ennio utilizza questo titolo che rimanda ai documenti ufficiali in cui anno per anno venivano registrate le vicende più importanti, con questo esprime l intento di voler seguire un ordine cronologico nella narrazione dei fatti e insieme l’intenzione di non raccontare soltanto un episodio della storia romana ma tutta la storia di Roma, dalle origini fino all’età contemporanea. Ci sono pervenuti solamente frammenti, circa 623 versi e tutti per tradizione indiretta, tramite citazioni di altri autori nelle proprie opere. INNOVAZIONI: Ennio per primo abbandona il saturnio per adottare l’esametro, il metro dell’épos greco. Sostituisce alle Camenae, che erano le divinità italiche della poesia, le Muse, divinità greche della poesia. Esprime l intento di voler innalzare il livello della poesia latina e renderla degna quanto quella greca. Particolarmente significativo è il proemio del poema, con l’invocazione alle Muse e con il racconto di un sogno. Ennio invoca le divinità greche della poesia e nel seguito del proemio narrava un sogno in cui gli era apparsa l’immagine di Omero, il quale gli aveva rivelato che la propria anima si era rincarnata in Ennio stesso: il poeta latino presentava se stesso come il nuovo Omero.(Riprende i modelli greci di Esiodo perché il poeta si trova fisicamente sul monte ma anche Callimaco perchè l’iniziazione poetica avviene attraverso il sogno). All’inizio del libro 7 troviamo un secondo proemio, detto al mezzo, qui Ennio ribadisce il suo valore poetico e la sua superiorità rispetto i poeti precedenti, critica Nevio per l utilizzo del saturnio. STILE: Ennio fu un autore versatile, fondatore della lingua epica latina, forgia uno stile elevato e solenne ricorrendo spesso ad arcaismi e neologismi,(ad esempio omnipotens). Egli punta molto sulle figure di suono e specialmente sull’allitterazione. Viene usata l’allitterazione per accentuare il pathos. In alcuni frammenti desunti da episodi di guerra si nota un certo gusto del macabro. Opere Teatrali. Delle tragedie conserviamo una ventina di titoli e circa duecento frammenti. Le tragedie enniane ebbero molto successo. Le tragedie di Ennio recavano sulla scena e proponevano alla riflessione importanti problemi politici, morali e religiosi, scegliendo tra i modelli greci i testi che potevano offrire gli spunti più interessanti e attuali per il pubblico romano. Ennio scrisse due praetextae, di cui una ambientata nella Roma leggendaria delle origini, l’altra celebrativa di un’impresa bellica contemporanea: Sabinae (in cui si rievoca il ratto compiuto da Romolo e dai suoi compagni) e Ambracia, ispirata alla presa della città etolica da parte di Marco Fulvio Nobiliore nel 189 a.C. Opere Minori: Un’opera filosofica in prosa, Euhemerus (“Evemero”), Ennio scrisse anche Saturae, raccolta di componimenti poetici di argomentazione e metri vari. Epigrammata: brevi componimenti in distici elegiaci...


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