Mary Douglas - il mondo delle cose PDF

Title Mary Douglas - il mondo delle cose
Course Sociologia dei consumi
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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solo capitoli indicati a lezione...


Description

Riassunto il mondo delle cose – Mary Douglas I beni di consumo non soddisfano soltanto i bisogni e le esigenze individuali, la loro funzione nel sistema sociale è molto più complessa e profonda: i beni di consumo definiscono i valori e le differenze, le categorie sociali e culturali. Più che oggetti del desiderio, essi sono fili di un velo che nasconde sotto di sé i rapporti sociali. INTRODUZIONE Lo sfondo in cui si colloca questo libro è quello della crescente ondata di protesta contro la societ! dei consumi. Il consumismo appare avido, stupido e insensibile al bisogno, ma anche se fosse nostra responsabilit! morale vivere in maniera più austera, è evidente come siamo tutti molto riluttanti a cambiare abitudini, ed è evidente come l’indignazione morale non basti a granché. La letteratura scientifica contemporanea sul consumo, tende a ipotizzare che la gente acquisti i beni principalmente in vista di due o tre obiettivi ben delimitati: benessere materiale, benessere psichico e ostentazione (quest’ultimo concetto legato al discorso di Veblen sul consumo vistoso). I primi due bisogni personali dell’individuo, il terzo è un termine estremamente generico di natura sociale. Tuttavia appare necessario che la nozione stessa di consumo debba essere ricollocata all’interno del processo sociale e bisogna smettere di considerarla soltanto come il risultato o l’obiettivo del lavoro. Dobbiamo cominciare a vedere il consumo come parte integrante dello stesso sistema sociale che spiega l’impulso al lavoro, che a sua volta è una componente del bisogno sociale di entrare in relazione con loro. I beni comunicano, mediante il loro consumo si comunicano significati. Beni, lavoro e consumo sono stati scorporati in maniera artificiale dal contesto sociale globale: l’individuo va ricollocato nel reticolo dei suoi obblighi sociali e il consumo reinserito all’interno del processo sociale, a quel punto si vedr! che i beni danno un contributo estremamente positivo alla vita razionale, soprattutto per quanto concerne il ragionamento metaforico. La Douglas sostiene la tesi che l’essere razionale non pu( riuscire a comportarsi razionalmente a meno che il mondo che lo circonda non sia dotato di una certa coerenza e regolarit!. Per continuare a pensare in modo razionale, l’individuo ha bisogno di un mondo intellegibile e questa intelligibilit! dovr! essere dotata di contrassegni visibili:  i beni sono indicatori, più o meno costosi e più o meno durevoli, di categorie razionali.  I beni che vengono fatti oggetto di appropriazione dichiarano in modo fisico e visibile la gerarchia di valori di chi li ha scelti.  I beni presentano nel loro insieme una serie di significati pi& o meno coerenti e intenzionali. A tal proposito si fa I’esempio dello scrittore Henry James. Citando 3 estratti di 2 libri, si narra di un visitatore intento ad osservare le stanze di 3 ricche signore. Osservando per la prima volta l’arredamento, con un’analisi istantanea individua alcune caratteristiche generali molto pertinenti delle 3 stanze (e con esse caratteristiche della vita, della personalit! e del posto occupato nella societ! delle occupanti delle stanze): definitivita, rispettabilita e privatezza sono i termini che rispettivamente ne riassumono il significato generale. Il significato degli oggetti in ciascuna stanza si ricava dalla relazione di ciascun oggetto con l’insieme, lo scrittore è convinto che nessuna delle tre stanze sia stata arredata con scopo di competizione e ostentazione. I beni debbono essere posti in gradazione di rango per conformarsi in modo materialmente appropriato alle gradazioni di valore. I beni fanno parte di un sistema di significati aperto. In mancanza di idee migliori su che cosa siano i beni, tradizionalmente si definisce la povert! una carenza oggettiva di beni materiali oppure un sentimento soggettivo di invidia e privazione. Ma alcuni, pur essendo in tutta evidenza poveri, chiaramente non sono consapevoli di trovarsi in una condizione di privazione. Es. Il membro di una trib che possiede tutte le greggi e le mandrie che desidera non si sente povero. La poverta pu, essere dunque misurata dal coinvolgimento sociale, non dalle cose possedute. Prima di esaminare se i poveri hanno da mangiare a sufficienza dovremmo preoccuparci dei loro legami con la societ! moderna. Se i collegamenti con l’informazione sono deboli, presto o tardi essi ne resteranno cos1 tagliati fuori da vedersi negato l’accesso agli alimenti e agli altri generi indispensabili. I beni sono neutri ma i loro usi sono sociali: possono essere utilizzati come barriere o come ponti.

Consumo su piccola scala = brevi collegamenti con la societ! Consumo su larga scala= l’unit! familiare spende molto in informazioni di varia natura Capitolo 3 DEFINIRE IL CONSUMO IN MONDO NUOVO Secondo la teoria economica:  il consumo non 2 coercitivo: la scelta del consumatore è libera. Questi pu( essere irrazionale, superstizioso, tradizionalista o innovatore, ma alla base della nozione di consumatore individuale utilizzata dall’economista c’è la tesi che egli eserciti una scelta sovrana.  Il consumo inoltre comincia dove finisce il mercato: il destino degli oggetti materiali dal momento in cui lasciano il circuito della distribuzione al dettaglio e vanno in mano ai compratori finali è parte integrante del processo di consumo. Entrambe le definizioni impongono di considerare il consumo una faccenda privata (i consumi forniti dallo Stato in relazione ai suoi bisogni di funzionamento, sono calcolati come costi amministrativi e non rientrano pertanto nel consumo in senso stretto). Se definiamo il consumo come un uso dei beni materiali di tipo non commerciale e nel quadro delle disposizioni di legge, possediamo una nozione che funziona molto bene, valida anche per quelle tribù che non conoscono il commercio. Le decisioni di consumo divengono la fonte vitale della cultura: gli individui allevati in una cultura particolare la vedono mutare nel corso della loro vita in quanto il consumo 2 il campo in cui viene combattuta la battaglia per definire la cultura e darle una forma. Se la cultura è vivace e in evoluzione, le valutazioni saranno esenti da coercizioni o giudizi morali. Le scelte di consumo che comportano costi molto pesanti, sono quelli che possono determinare l’evoluzione di una cultura: è ben delineata la linea tra ci( che pu( essere comprato e ci( che non pu( essere né comprato né venduto. Il consumo è un’area di comportamento delimitata da norme che dimostrano esplicitamente come un rapporto libero escluda per definizione l’esercizio della forza e non possa diventare oggetto di un commercio. Ecco perché nella nostra societ! il confine esistente tra pagamento in denaro e dono 2 tracciato con tanta attenzione (es. fiori vs. equivalente in denaro). I confini sono protetti dalle sanzioni sociali: quello professionale, pagato in denaro e analogo al commercio; quello personale, che pu( essere ricompensato unicamente in natura. Nel campo dei servizi personali che si fanno e si contraccambiano gratuitamente, si esercita un giudizio morale relativo al valore delle persone e delle cose. UN MONDO FATTO DI MERCI Invece di supporre che i beni siano necessari essenzialmente per la sussistenza e per l’esibizione competitiva, ipotizziamo che siano necessari per rendere visibili e stabili le categorie della cultura. In tutti gli studi sulle societ! tribali si illustrano le caratteristiche degli elementi materiali della cultura. I membri di una tribù posseggono attrezzature fisse, case, orti, granai e posseggono beni durevoli e non durevoli. Risulta evidente che i beni hanno un’altra utilizzazione importante: servono anche a creare e a conservare i rapporti sociali. Questo approccio è in grado di fornire una nozione dei significati sociali molto più ricca di quella che deriva dalla mera competitivit! individuale. Questo approccio ai beni, mette in luce il loro duplice ruolo ed è condiviso da tutti gli antropologi: forniscono sussistenza; tracciano le linee dei rapporti sociali. Questa, parrebbe essere l’unica via per comprendere esattamente le ragioni per cui la gente ha bisogno di beni. La funzione essenziale del consumo 2 la sua capacita di dare significato. Dimentichiamo l’idea dell’irrazionalit! del consumatore, dimentichiamo che i beni servono per nutrirsi/vestirsi/ripararsi, dimentichiamo la loro utilit! e sperimentiamo invece l’idea che le merci servono per pensare, trattandole come se fossero un mezzo di comunicazione non verbale per la facolta creativa dell’uomo. [Levi-strauss] L’INDIVIDUALISMO TEORICO La teoria della struttura sociale di Peter Blau mirava a costruire la societ! sulla base delle più semplici relazioni interindividuali. Egli ammette che la maggior parte dei piaceri affondano le loro radici nella vita sociale. Blau si colloca in una posizione dove appare gusta a priori la visione di un mondo organizzato come gioco competitivo tra individui che mirano al conseguimento del potere. L’individuo singolo spogliato della sua umanit! è un fondamento concettuale del tutto inutile per delineare un quadro della societ! umana. Esistono soltanto esseri umani radicati nella cultura del loro tempo e del loro paese. Un simile approccio trova l’appoggio di 3 filoni intellettuali.

I)

II) III)

Fenomenologia (movimento filosofico): l’individuo è collocato in un contesto sociale e la conoscenza è considerata un’impresa che viene costruita in comune. Gli individui interagiscono tra loro e insieme impongono alla realt! le loro costruzioni: il mondo 2 costruito socialmente. Strutturalismo: la teoria della conoscenza si eleva al di sopra degli sforzi del pensatore individuale, incentrandosi sul ruolo dei processi sociali nella conoscenza. Social accounting o etnometodologia (movimento californiano): si d! per scontato che la realt! è costruita socialmente ed anche che la realt! pu( essere analizzata come utilizzazione di strutture logiche. L’attenzione è incentrata sui procedimenti interpretativi, sui metodi di verifica utilizzati da chi ascolta, sui metodi per provare la credibilit! usati da chi parla, su tutto il sistema di spiegazione che opera nella vita quotidiana. Il significato non pu( mai essere ricavato con facilit! dalla superficie di una comunicazione.

DEFINIRNE I SIGNIFICATI COLLETTIVI - CONSUMO COME PROCESSO RITUALE Ma che cos’è il significato? Il significato attribuito a una serie di indicazioni provoca una trasformazione dell’insieme. Agli stessi eventi una persona attribuisce una certa configurazione ed un’altra una configurazione completamente diversa. Il problema fondamentale della vita sociale consiste nell’inchiodare i significati cos1 che per un p( di tempo se ne stiano fermi – in mancanza di regole convenzionali per selezionare e stabilire i significati condivisi, viene meno la base consensuale minima della societ!. [Segalen] I rituali servono a contenere le fluttuazioni dei significati, sono convenzioni che tracciano definizioni collettive visibili. Fare a meno dei rituali equivale a non possedere significati chiari e neppure ricordi. Alcuni rituali sono puramente verbali, vengono pronunciati ma non registrati, e come tali svaniscono nell’aria e difficilmente contribuiscono a delimitare il campo dell’interpretazione. I rituali più effimeri si servono di cose materiali e quanto più costosi sono gli addobbi rituali, tanto più forte sar! l’intenzione di fissare il significato per il futuro. I beni sono accessori rituali, il consumo è un processo rituale la cui funzione primaria è di dare un senso al flusso indistinto degli eventi. L’obiettivo più generale del consumatore pu( consistere unicamente nel costruire un universo intellegibile con i beni che si sceglie (ciò non vuol dire che non si possa godere privatamente di un bene). Mary Douglas definisce rituale, una pratica, un modo di fare strutturato che si ripete nel tempo. È importante analizzare i rituali di consumo in quanto celano dei significati profondi. Il lavoro di ‘manutenzione’ del significato delle pratiche di consumo, vengono protratte anche nei momenti solitari del consumatore (es. nel momento del pasto, riprodurre determinati codici). La Douglas dunque segna l’affiancamento dell’idea di rituale dal campo del sacro nelle societ! primitive al campo della cultura delle societ! contemporanee. Il rituale 2 uno strumento per dare forma e ordine all’esperienza. Il consumo è uno degli ambiti privilegiati in cui si osservano i rituali nel mondo contemporaneo. Il cibo per esempio, è un mezzo per discriminare valore e quanto più sono numerosi i ranghi da discriminare, tanto maggiore sar! la variet! del cibo. Valgono le stesse considerazioni per lo spazio (es. la casa). Si potrebbe dire lo stesso per l’abbigliamento, i trasporti, i servizi igienici, che forniscono ciascuno una serie di segnali indicatori entro il quadro spaziale e temporale. La scelta dei beni crea continuamente forme di discriminazione che si sovrappongono alle altre o le rinforzano. I beni sono quindi la parte visibile della cultura. Quando sente questi discorsi, di solito l’economista si domanda come si comporti il consumatore solitario: questi inconsapevolmente, adotta le medesime regole di sequenza e le categorie della societ! più ampia (l’uomo si serve di un coltello per il burro quando è da solo, anche se non si è vestito per la cena). Non rovescer! mai la sequenza convenzionale, non comincer! con il dolce per finire con il brodo. Il consumo utilizza beni per rendere chiaro e visibile un particolare insieme di giudizi nei fluidi processi di classificazione delle persone e degli eventi. Lo definiamo pertanto un’ attivita rituale. Ma per riuscire a cambiare le categorie collettive, riducendo il loro disordine e rendendo l’universo più intellegibile, l’individuo ha bisogno della collaborazione di altri. Egli deve garantirsi la partecipazione degli altri ai suoi rituali ed anche la propria ai rituali altrui. Per l’individuo la presenza degli altri, conferma la validit! della sua scelta dei beni di consumo adatti per festeggiare particolari

occasioni, certifica la sua posizione relativa di giudice e attesta che l’occasione da festeggiare è appropriata. L’individuo si serve dei consumi per dire qualcosa su sè stesso, la sua famiglia, il luogo in cui risiede, sia in citt! che in campagna, sia in vacanza che a casa propria. Attraverso le attivit! di consumo pu( gettare le basi di un accordo con altri consumatori per attribuire grande importanza ad eventi cui tradizionalmente si attribuiva scarso rilievo e per lasciarne cadere altri nell’oblio. Potlatch (cerimonia che si svolge tra alcune tribù di Nativi Americani): festeggiare mediante distruzione di ricchezza, i successi di un raccolto anche se si aveva avuto una o due brutte annate (si riteneva che la sfortuna fosse solo temporanea). Solo in caso di consecutiva cattiva sorte, il potlatch doveva essere sospeso sperando tuttavia di riprendere il prima possibile. per quanto riguarda i nuovi ricchi, questi non essendo abituati a manipolare enormi ricchezze, potevano provocare facilmente (intenzionalmente o inavvertitamente), delle situazioni imbarazzanti....


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