Nudge riassunto PDF

Title Nudge riassunto
Author Lucrezia Dei Cas
Course Psicologia economica
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 70
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Summary

Riassunto libro "Nudge"...


Description

NUDGE. La spinta gentile! Riassunto Carolyn dirige il servizio mensa del sistema scolastico di una grande città. È responsabile di centinaia di scuole, e centinaia di migliaia di bambini mangiano ogni giorno nelle sue mense. Carolyn ha studiato scienza delle nutrizione ed è un tipo creativo, che ama ragionare sui problemi in maniera non ortodossa. ! Una sera ha messo a punto un piano interessate con il suo amico Adam. ! Hanno pensato di condurre alcuni esperimenti nelle scuole per stabilire se la maniera di disporre e presentare gli alimenti influisca sulle scelte dei bambini. ! Carolyn ha dato ai direttori delle mense di decine di scuole istruzioni specifiche su come presentare l’assortimento dei piatti presenti nel menu. ! In alcune scuole i dessert sono stati piazzati per primi, in altre per ultimi, in altre ancora in una fila distinta. La collocazione dei piatti variava da una scuola all’altra: in alcune scuole sono state messe ad altezza d’occhi le patatine fritte, in altre i bastoncini di carota.! Con la semplice riorganizzazione delle mense, Carolyn è uscita ad aumentare o a diminuire il consumo di molti alimenti addirittura del 25 per cento.! Da questo esperimento Carolyn ha imparato una lezione importante: i bambini, al pari degli adulti, possono essere enormemente influenzati da piccoli cambiamenti del contesto.! Questa influenza può essere esercitata a scopi positivi o negativi: per esempio, Carolyn adesso sa di poter indurre i bambini a consumare più alimenti sani e meno alimenti nocivi.! Carolyn pensa di poter influire notevolmente sulle scelte alimentari dei bambini, e sta riflettendo su cosa fare con questo nuovo potere. Ecco alcuni consigli:! 1. Disporre gli alimenti in modo da massimizzare, tutto considerato, il benessere degli alunni! 2. Scegliere la disposizione degli alimenti in maniera casuale! 3. Provare a disporre gli alimenti in modo che i bambini scelgano gli stessi piatti che sceglierebbero autonomamente! 4. Massimizzare le vendite dei fornitori disposti a pagare le mazzette più generose! 5. Massimizzare i profitti! L’opzione 1 è interessante, ma può apparire un po’ invadente. Ma le alternative sono decisamente peggiori: se scelgo la 2 allora alcuni bambini avranno delle diete più sane di altre; la 3 è un’opzione difficile da mettere in pratica (quali sono le vere preferenze dei bambini?); la 4 e la 5 possono peggiorare la condizione di salute dei bambini.! Carolyn è quello che chiameremo un “architetto delle scelte”.! Un architetto delle scelte ha la responsabilità di organizzare il contesto nel quale gli individui prendono decisioni. Carolyn, nel mondo reale, rappresenta molte persone che fungono da architetti delle scelte (chi disegna le schede elettorali, un medico che descrive a un paziente i possibili trattamenti, chi prepara i moduli per le assicurazioni dei dipendenti, un genitore che illustra le possibilità educative al figlio).! Ci sono molte analogie tra l’architettura delle scelte e forme più tradizionali di architettura. Una, importante, è che nessun prodotto dell’architettura può essere considerato “neutrale”.! Piccoli dettagli apparentemente insignificanti possono avere una notevole influenza sul comportamento individuale. Una buona regola pratica è ipotizzare che ogni dettaglio conta. In molti casi, il potere di questi particolari deriva dal focalizzare l’attenzione degli utenti in una certa direzione. Un esempio straordinario di questo principio lo si ritrova nei servizi degli uomini all’aeroporto di Schiphol. Le autorità hanno fatto incidere l’immagine di una mosca nera in ciascuno degli orinatoi. Sembra che gli uomini, urinando, non prestino attenzione a dove mirano. Ma se vedono un obiettivo, l’attenzione e quindi

l’accuratezza aumentano.! L’idea che ogni dettaglio conta può essere paralizzante, ma è anche fonte di potere. Pur non potendo progettare l’edificio perfetto, il bravo architetto sa di poter fare delle scelte progettuali che avranno effetti positivi. Per esempio, le trombe delle scale aperte favoriscono una maggiore interazione nel luogo di lavoro e una maggiore attività fisica, ed entrambe queste cose sono probabilmente desiderabili. E come un architetto edile, a conti fatti, deve progettare un edificio con un certo tipo di caratteristiche, così un architetto delle scelte come Carolyn deve scegliere una particolare disposizione degli alimenti disponibili per pranzo, influenzandolo ciò che i bambini mangiano. Carolyn può nudgiare.! *Un nudge è qualsiasi aspetto della presentazione delle scelte che condizioni il comportamento degli individui, senza vietare però alcuna possibilità.! Il paternalismo libertario. Entrambi i termini sono piuttosto sgradevoli, appesantiti dagli stereotipi della cultura popolare e della politica che li rendono generalmente invisi ai più.! -Ci (gli autori che credono nel nudge) consideriamo libertari perché sosteniamo che gli individui dovrebbero essere liberi di fare come credono, e, se lo desiderano, di non partecipare a situazioni che considerano spiacevoli. Gli individui dovrebbero essere liberi di scegliere. L’aggettivo libertario vuol dire semplicemente che preserva la libertà.! -Ci consideriamo paternalisti in quanto pensiamo che sia lecito per gli architetti delle scelte cercare di influenzare i comportamenti degli individui al fine di rendere le loro vite più lunghe, sane e migliori. In altre parole, siamo convinti che le istituzioni del settore privato e del settore pubblico debbano fare uno sforzo consapevole per indirizzare le scelte degli individui in modo da migliorarne le condizioni di vita. ! Un provvedimento è paternalistico se cerca di influenzare le scelte in modo da migliorare il benessere di coloro che scelgono, secondo il giudizio di questi ultimi.! In molti casi, infatti, gli individui prendono cattive decisioni: decisioni che non avrebbero preso se avessero prestato piena attenzione e se avessero posseduto informazioni complete, capacità cognitive illimitate e totale autocontrollo.! Il paternalismo libertario è un tipo di paternalismo relativamente tenue, poco invadente, perché le scelte non vengono bloccate, impedite o rese eccessivamente onerose. Se un individuo vuole fumare, strafogarsi di caramelle, un paternalista libertario non lo costringerà a fare diversamente, ne cercherà di rendergli queste scelte più difficili. Tuttavia, l’approccio che noi raccomandiamo può essere considerato paternalistico, perché gli architetti delle scelte pubblici e privati non cercano semplicemente di monitorare o avvalere le scelte che gli individui potrebbero fare, ma piuttosto cerano attivamente di spingere gli individui in una direzione che possa migliorare le loro condizioni di vita, nudgiandoli.! Un nudge è una spinta gentile, cioè qualsiasi aspetto dell’architettura delle scelte che altera il comportamento degli individui in maniera prevedibile, senza proibire alcuna opzione o modificare in misura significativa gli incentivi economici. Per essere considerato nudge, l’intervento deve poter essere evitato facilmente e senza costi eccessivi. I nudge non sono imposizioni, sono spinte gentili.! Chi rifiuta un approccio paternalistico spesso sostiene che gli esseri umani sono perfettamente capaci, sicuramente più capaci di chiunque altro.! molti sembrano accettare almeno implicitamente il concetto di homo oeconomicus: l’idea che ognuno di noi sia in grado di ragionare e di scegliere in modo infallibile.! Le persone vere riescono a malapena a fare una divisione lunga senza usare la calcolatrice.! Non appartengono alla specie dell’homo oeconomicus, ma a quella dell’homo sapiens.!

D’ora in poi nel riferirci a queste due specie, una immaginaria e una reale, useremo le espressioni “econi” e “umani”.! Consideriamo il problema dell’obesità. L’incidenza dell’obesità negli USA è prossima al 20 percento, e più del 60 percento degli americani può essere considerato obeso o sovrappeso. In tutto il mondo ci sono oggi circa un miliardo di adulti sovrappeso.! Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, in alcune aree del Nord America, del Regno Unito, dell’Europa dell’est, del Medio Oriente, delle isole del Pacifico, dell’Australia e della Cina le percentuali di obesità sono triplicate a partire dal 1980.! Esistono prove schiaccianti che l’obesità fa aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie e la probabilità di contrarre il diabete, provocando spesso una morta prematura. Sarebbe stupendo poter dire che tutti scelgono la dieta giusta, o una dieta preferibile a quella che che potrebbero scegliere con l’aiuto di qualche nudge.! Naturalmente, le persone normali hanno a cuore il gusto del cibo, e non soltanto la propria salute; mangiare è di per se una fonte di piacere.! Contestiamo dunque l’affermazione che tutti gli americani scelgono la propria dieta in modo ottimale. Quanto detto per le diete vale anche per altri tipi di comportamenti a rischio: sigarette, alcool…! Se pensiamo alle abitudini alimentari, al tabagismo e all’alcolismo, non possiamo dire che, lasciati a se stessi, gli individui scelgono sempre ciò che è meglio per il proprio benessere.! La nostra fonte principale d informazione qui è una nuova area di studi chiamata scienza delle scelte, basata su attente ricerche condotte dagli studiosi di scienze sociali negli ultimi 40 anni. Queste ricerche hanno messo seriamente in discussione l’idea che i giudizi e le decisioni individuali siano sempre razionali. ! Per essere considerati Econi, gli individui non devono necessariamente fare previsioni perfette; tuttavia, devono essere in grado di fare previsioni non distorte. In altre parole, le previsioni possono anche rivelarsi sbagliate, ma non possono essere sistematicamente e prevedibilmente sbagliate. A differenza degli Econi, gli Umani errano in modo prevedibile. ! Consideriamo, per esempio, la fallacia della pianificazione, c’è la tendenza sistematica a essere eccessivamente ottimisti riguardo al tempo necessario per portare a termine un’attività. Tutto richiede sempre più tempo del previsto, anche quando si conosce la fallacia della pianificazione.! Centinaia di studi confermano che le previsioni degli umani sono imprecise e distorte.! Consideriamo la cosiddetta distorsione verso lo status quo, un’espressione curiosa per indicare l’inerzia. Gli individui hanno una forte predisposizione ad adeguarsi allo status quo o all’opzione di default.! Per esempio, nel settare un nuovo telefono cellulare si possono compiere numerose scelte. Il fabbricante sceglie un’opzione di default per ciascuna di queste impostazioni. Quale che sia l’opzione di default, le persone spesso vi si adeguano, anche quando in gioco c’è molto di più che scegliere la suoneria del telefono.! Da questa ricerca possiamo tratte due importanti lezioni: primo, mai sottovalutare il potere dell’inerzia; secondo, su questo potere si può fare leva. Se leaziende private o i funzionari pubblici ritengono che un provvedimento produca risultati migliori, possono esercitare una notevole influenza sui risultati scegliendo questo provvedimento come opzione di default. ! La definizione delle opzioni di default e altri simili strategie volte a modificare il menu delle scelte in modo apparentemente insignificante possono avere un impatto enorme sui risultati, stimolando il risparmio, migliorando le condizioni di salute delle popolazione.! Le conseguenze di scegliere bene le opzioni di default non sono che un esempio del delicato potere dei nudge.! Un nudge è qualsiasi elemento che incide in misura significativa sul comportamento degli

umani ma che viene ignorato dagli econi.! Gli econi reagiscono soprattutto agli incentivi (max profitto).! Pure gli umani reagiscono agli incentivi, ma sono influenzati anche dai nudge.$ Molte persone, essendo favorevoli alla libertà di scelta, rifiutano qualsiasi forma di paternalismo. Vogliono che il governo lasci i cittadini liberi di scegliere autonomamente. La classica raccomandazione politica che scaturisce da questo tipo di ragionamento è quella di offrire agli individui il massimo numero di opzioni possibili, dando loro la possibilità di scegliere quella che preferiscono (limitando al minimo l’intervento pubblico).! Mantra: massimizzare le scelte.! Qualche volta si pensa che l’unica alternativa a questo mantra sia il ricorso a ordini amministrativi. I sostenitori del principio della massimizzazione delle scelta spesso non si rendono conto che tra la loro linea politica e un singolo ordine amministrativo c’è spazio per numerose soluzioni intermedie; si oppongono al paternalismo e guardano con scetticismo alla possiblità di ricorrere ai nudge.! Noi crediamo che il loro scetticismo sia basato su un falso presupposto e due malintesi. $ A. Il presupposto da cui partono è che pressoché tutti gli individui, quasi sempre, compiono scelte che sono nel loro migliore interesse, o comminiamo, migliori delle scelte che verrebbero fatte da qualcun altro.! supponiamo che uno scacchista principiante faccia una partita contro un giocatore esperto. È prevedibile che il principiante perda, proprio perché fa scelte peggiori: scelte che potrebbero facilmente essere migliorate con alcuni suggerimenti utili. In molte arree i normali consumatori sono principianti che interagiscono con professionisti esperti, che cercano di piazzare i loro prodotti. Di solito si fanno buone scelte nei contesti in cui si ha esperienza, buone informazioni e un feedback immediato: per esempio nello scegliere tra due gusti di gelato.! C’è invece la tendenza a scegliere meno bene nei contesti in cui si hanno poca esperienza e poche informazioni, e in cui il feedback è lento o poco frequente; per esempio, nella scelta tra frutta e gelato o nella scelta tra trattamenti medici o opzioni di investimento alternative. Posti di fronte a cinquanta piani di copertura per i farmaci prescrivibili, con molteplici caratteristiche che variano da un piano all’altro, un piccolo aiuto torna certamente utile.! B. Il primo malinteso è che si possa evitare di influenzare le scelte individuali. In molte situazioni, un’organizzazione o un agente devono prendere decisioni che influenzeranno il comportamento altrui. In queste situazioni, non c’è modo di evitare di nudgiare in una direzione o nell’altra; e, volente o nolente, questi nudge influiscono sulle scelte individuali. Come illustrato nell’esempio della mensa di Carolyn, le scelte individuali sono profondamente influenzate dal modo in cui gli architetti delle scelte allestiscono il contesto delle decisioni. È vero, naturalmente, che alcuni nudge sono involontari. I datori di lavoro possono decidere se pagare i dipendenti su base mensile o quindicinale, senza l’esplicita intenzione di nudgiarli in un senso o nell’altro, per poi scoprire con grande sorpresa che i dipendenti risparmiano di più se vengono pagati su base quindicinale, perché due volte all’anno ricevono tre buste paga in un mese.! I nudge involontari possono avere effetti notevoli.! Alcuni accettano volentieri questo punto per quanto riguarda le istituzioni private, ma non tollerano l’idea che la pubblica amministrazione cerchi di influenzare le scelte individuali con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone. Il loro timore è che non si possa fare affidamento sulla competenza o sulla benevolenza del governo; pensano che i funzionari eletti daranno la precedenza innanzitutto ai propri interessi, o cercheranno di favorire gli obiettivi dei gruppi di interesse privati. Noi condividiamo queste preoccupazioni. In particolare, siamo assolutamente d’accordo che, nel cas dei governi, i

rischi di errore, distorsione e raggiro siano concreti e spesso gravi. È anche per questa ragione che preferiamo i nudge agli ordini, agli obblighi e ai divieti. Ma i governi devono in un modo o nell’altro fornire punti di partenza. Non hanno altra scelta: lo fanno ogni giorno nel momento in cui fissano le regole, influenzando inevitabilmente scelte e risultati. La posizione di chi si oppone ai nudge non è di nessun aiuto, non avendo possibilità di successo.! C. Il secondo malinteso è che il paternalismo comporti sempre una qualche forma di coercizione. Nell’esempio della mensa scolastica, la scelta dell’ordine in cui presentare gli alimenti non costringe nessuno a un particolare tipo di dieta. Dal momento che non prevedono alcuna forma di coercizione, crediamo che certi tipi di paternalismo potrebbero essere accettati che da chi difende la libertà di scelta sopra ogni cosa.! Progettando ambienti decisionali intuitivi, gli architetti delle scelte possono migliorare notevolmente la vita delle persone.! molte aziende di grande successo hanno aiutato gli altri, o hanno prosperato nel mercato, proprio per questa ragione. Qualche volta l’architettura delle scelte è palese, e i consumatori e i dipendenti ne sono molto soddisfatti (apple).! Qualche volta l’architettura delle scelte viene data per scontata.! Consideriamo un esempio relativo alla University of Chicago. L’università tutti i mesi di novembre organizza un periodo di iscrizione aperta, durante il quale i dipendenti possono rivedere le scelte fatte in merito ad alcuni benefici accessori, quale l’assicurazione sanitaria e il risparmio previdenziale. Tutte le scelte vanno fate online. I dipendenti ricevono per posta un pacchetto di materiale informativo che illustra le diverse opzioni disponibili e spiega come fare il blog in ed effettuare queste scelte. Gli interessati ricevono un promemoria per posta ordinaria e per e-mail.! Ma i dipendenti sono umani, e in quanto tali qualche volte si dimenticano di fare il log in; per questo motivo, la definizione delle opzioni di default per i dipendenti troppo occupati o distratti assume un’importanza cruciale. Per semplificare, ipotizziamo di poter scegliere tra due possibili opzioni di default: quando un dipendente non fa attivamente una scelta, rimane valida la scelta fatta l’anno precedente oppure, in alternativa, la sua scelta viene dettata automaticamente su zero. Supponiamo che, lo scorso anno, una dipendente di nome Janet abbia versato un contributo di mille dollari nel suo piano pensionistico. Se Janet non effettua attivamente una scelta per il nuovo anno, un’alternativa sarebbe quella di attribuirle, come opzione di default, un contributo pari a mille dollari; un’altra sarebbe quella di attribuirle un contributo nullo. Chiamiamo queste due opzioni “status quo” e “ritorna a zero”. ! Un paternalista libertario sceglierebbe l’opzione di default domandandosi che cosa potrebbe desiderare un dipendente nella posizione di Janet. Questo criterio non sempre porta a una decisione chiara e netta, ma è certamente meglio che scegliere l’opzione di default a caso, oppure scegliere sempre come opzione di default lo status quo o la soluzione ritorna a zero. Per esempio, è ragionevole ipotizzare che i dipendenti, di solito, non vogliano rinunciare all’assicurazione sanitaria, soprattutto se finanziata in parte dal datore di lavoro. Quindi, nel caso dell’assicurazione sanitaria, l’opzione di default “statu quo” sembra preferibile all’opzione “ritorna a zero”.! Consideriamo adesso il caso di un flexible spending account, cioè un conto nel quale un dipendente può versare ogni mese un a parte dello stipendio per far fronte a determinate spese. Il denaro accumulato nel conto che non viene speso nel corso dell’anno va perduto; inoltre, le spese previste possono variare notevolmente da un anno all’altro.! In questo caso, lezione “torna a zero” probabilmente ha più senso dell’opzione “status quo”.! Questo esempio illustra alcuni principi fondamentali di una buona architettura delle scelte.

Ricordate che chi sceglie è umano. Quindi, se siete un architetto delle scelte, il vostro compito deve essere quello di semplificargli al massimo la vita: per esempio, inviate un promemoria e poi cercate di minimizzare i costi imposti su coloro che si distraggono.! !

Molte delle applicazioni più importanti del paternalismo libertario riguardano la pubblica amministrazione.! Noi pensiamo che il paternalismo libertario sia una base promettente per una politica bipartisan. Sosteniamo che in molti campi, incluse la tutela dell’ambiente, le leggi sulla famiglia e l’assicurazione sanitaria, una migliore amministrazione si basi non tanto sulla coercizione e l’imposizione di vincoli da parte del governo, quanto su una maggiore libertà di scelta. Se gli incentivi e i nudge sostituiscono gli obblighi e i divieti, l pubblica amministrazion...


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