Pollicini - riassunto PDF

Title Pollicini - riassunto
Course Letteratura per l'infanzia
Institution Università di Bologna
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Summary

riassunto...


Description

PERCORSO MONOGRAFICO SUL TEMA DELLA PICCOLEZZA STRAORDINARIA Ho scelto il tema della piccolezza straordinaria per il mio percorso monografico perchè mi ha sin da subito affascinata e incuriosita durante le lezioni. Il tema della piccolezza straordinaria prende in considerazione diversi personaggi, come minuscoli eroi, bambini di minuta ed esile corporatura, smilzi, sottili e apparetemente fragili. Nonostante siano piccolissimi, questi personaggi sono agili, veloci e astuti. Nel corso della fiaba, essi affrontano situazioni drammatiche uscendone sempre vincitori grazie alla prontezza attraverso la quale affrontano problemi più grandi di loro. I cosidetti " POLLICINI" , creauture instabili, incerte, raccolgono i tratti essenziali della forza e della debolezza infantile. Le condizioni dei pollicini hanno lati positivi, dai quali si passa subito a svantaggi: si tratta di bambini astuti, intelligenti, abili, veloci che però convivono sempre con il rischio di morire divorati nonostante soffrano la fame, di farsi calpestare perchè non vengono visti, e di essere mandami via di casa perchè inutili per la soppravvivenza della famiglia. Si tratta di una piccolezza metaforica, iperbolica infatti la PICCOLEZZA è una METAFORA DELLA FRAGILITA', ma anche la principale risorsa per l'infanzia. Il personaggio dell'infanzia ultrapiccola è la metafora più pertinente del posto che l'infanzia occupa all'interno della società, perchè nella vita reale i bambini sono sempre i più piccoli. Il NEONATO ha molto a che fare con la piccolezza straodinaria, è fragilissimo, da solo non può sopravvivere se nessuno si prende cura di lui. Egli è la creatura più vulnerabile in assoluto. I neonati dominano completamente la vita delle persone che li hanno messi al mondo e accolti. E' proprio la piccolezza che interessa a noi, la quale rappresenta una METAFORA DELL'INFANZIA, come se l'infanzia fosse sempre la più piccola, quella più esposta, quella che ha meno possibilità di difendersi da sola. Nelle rappresentazioni d'infanzia che arrivano alla fiaba quegli esseri piccolissimi vengono ritratti come esseri incredibili, che se la cavano in situazioni drammalitiche e difficili. Più si è piccoli, più si è invisibili e meno importanti per il mondo. La metafora fiabesca della piccolezza straordinaria indica le contraddizioni, le conflittualità, le dualità che definiscono la relazione tra bambini e adulti. Le fiabe che racchiudono questo tema sono ad esempio: PUCCETTINO, POLLICINO, MIGNOLINA, CAPPUCCETTO ROSSO, i quali evidenziano lo scarto di dimensioni, di vissuto, di collocazione spazio-temporale, di percezione dell'esperienza degli eroi più piccoli rispetto agli adulti che li vedono e non li vedono, pretendono, ordinano, puniscono, minacciano. E' per questo che, per il percorso monografico, ho scelto la fiaba di Pollicino e Cappuccetto Rosso dei Fratelli Grimm, Puccettino di Charles Perrault (illustrata da Dorè),

Mignolina di Hans Christian Andersen e Viperetta di Antonio Rubino. "Viperetta" uscì nel 1919. Ella è una bambina che nasce da due genitori che non sanno nemmeno loro perchè si sono sposati e hanno messo al mondo una bambina. Viperetta è toccata da un raggio di luna che le procurerà una macchia in fronte. Nel corso della storia, arriverà una vecchietta che sarà importante per lei. Infatti, questo personaggio, chiamato Diluna, espose Viperetta al raggio di luna per via della sua macchia in fronte. Viperetta è una bambina piccola, così piccola che non si era mai visto niente di simile . Ella diventerà una bambina riccioluta e capricciosa, una vera vipera. Il contenuto di questo libro è meraviglioso, racconta di un percorso di crescita di una bambina che si ritrovò a compiere un lungo viaggio durante il quale incontrò una bambina bionda (Viperetta era bruna). La donna bruna è quella più pericolosa, più vicina al diabolico. Viperetta compì questo viaggio in altri mondi, in compagnia della sua amichetta, lungo il percorso incontrò un suo amico (aiutante magico). La piccolezza straordinaria di Viperetta è il primo indizio che ci permette di dire che c'è aria di fiaba. C'è uno sguardo di scoperta verso l'infanzia, la quale viene vista come un essere da conoscere. "Puccettino" è una fiaba francese che venne tradotta da Carlo Collodi. La fiaba di Puccettino inizia con elementi di realtà crudi, duri, terribili di chi non aveva niente. Il boscaiolo, non avendo di che sfamare i propri figli prese la decisione dolorosa di abbandonarli nel bosco, decisione che a quei tempi veniva presa spesso. Puccettino è un bambinetto, che sia nella versione di Perrault, sia nella traduzione di Collodi, ci viene detto che abbia 7 anni (non sempre l'età viene indicata), per noi è importante saperlo perchè il settimo anno nei riti di passaggio è il primo anno di separazione del piccolo/a dal gruppo familiare delle donne. La fiaba è un genere letterario a-temporale (senza tempo). Il piccolo di famiglia era così piccolo che venne chiamato "Puccettino" poichè non era più altro di un pollice. Abbiamo quindi a che fare con un bimbetto piccolo, e a causa della sua piccolezza, Puccettino veniva sempre deriso, preso in giro dai fratelli, picchiato, considerato stupido perchè non parlava mai, ma ascoltava molto, dice Perrault. Sarà infatti lui a risolvere i problemi di tutta la famiglia, l'unico veramente astuto e intelligente. La fiaba ci racconta anche della famiglia, ci parla della miseria, e ci fa il tratto del bambinetto, grazie al quale possiamo capire che si tratta di un bambino "fuor dell'ordinario", ovvero di un bambino straordinario. Grazie alla straordinarietà di

Puccettino, ci si incammina verso una dimensione che porta la fiaba a deviare verso l'altrove magico e fantastico. Puccettino ha ascoltato e capito l'inganno dei genitori, per questo si riempì le tasche di sassolini. Il tema fondamentale del fiabesco, della storia dell'infanzia e delle dinamiche famigliari è l'abbandono. Puccettino e i suoi fratelli entrarono nel bosco dove vennero abbandonati la prima volta. Puccettino però, non si rassegnò allo stato di abbandono, infatti aveva sparso lungo il percorso delle "pietruzze bianche" grazie alle quali poteremo tornare a casa. La famiglia del boscaiolo però, era sempre molto povera tanto che la scena nella fiaba si ripete. Questa volta però, dal momento che il boscaiolo e sua moglie capirono come aveva fatto Puccettino a ritornare a casa, cercarono di ingannarli meglio, chiudendo le porte di casa a chiave. Il piccolino di casa, conservò il suo pezzo di pane secco (elemento basico per la soppravvivenza --> sprecare il pane era un sacrilegio) per poterlo sbriciolare e seminare lungo il percorso ma quando tornarono nel bosco per la seconda volta, il pane che Puccettino aveva sbriciolato lungo il percorso era stato mangiato dagli uccellini, e così i 7 fratelli rimasero nel bosco. Da qui in poi, i 7 fratelli dovettero affrontare diverse difficoltà, ma ne uscirono vincitori grazie all'astuzia e all'agilità di Puccettino, il quale riuscì a ritrovare la strada di casa portando ricchezza alla propria famiglia. La fiaba di "Pollicino" inizia parlando di una coppia di contadini che desiderava tanto avere un figlio. Essere senza figli rappresentava una terribile disgrazia. Più le famiglie erano povere, più era grave il fatto di non avere figli, poiché la prole era da un lato, la loro unica ricchezza, dall’altro lato, non avere figli rappresentava inadeguatezza gravissima per il tipo di contributo che quella coppia non stava dando alla società. I figli sono il bene più importante. La fiaba continua dicendo che la donna incominciò a stare male e dopo 7 mesi diede alla luce un bambino "perfettamente formato e non più alto di un pollice". Da qui il nome Pollicino. Anche nella fiaba "Mignolina", una donna desiderava tanto avere una bambina. Talmente tanto, che si risolve ad una strega, la quale le diede un chicco d'orzo. Da questo chicco, nacque un tulipano stupendo, e al suo interno spuntò una "fanciullina piccina piccina, molto delicata e graziosa, non più alta di un mignolo, e perciò la chiamarono Mignolina". Era così piccola e graziosa che tutti la desideravano, infatti il primo a portarla via di casa fu una rospa, da lì in poi Mignolina cercò di sfuggire a qualsiasi animale/insetto la volesse portare via, fino a quando un giorno, incontrò un principino delle fate e lo sposa. In cambio, ricevette un paio di ali per poter accompagnare il marito in giro e per ritornare a casa da sua mamma. "Cappuccetto rosso" si svela facilmente in tante versioni, come una bimba piccolina, fino a che l'opera di illustrazione le ha assegnato sembianze di ragazzina. La fiaba dei fratelli Grimm inizia proprio così: "c'era una volta una ragazzina"....


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