Primo parziale - introduzione all\'economia aziendale, trasformazione delle risorse e modello PDF

Title Primo parziale - introduzione all\'economia aziendale, trasformazione delle risorse e modello
Author Erica Verzella
Course Economia aziendale
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Summary

PRIMO PARZIALE – ECONOMIA AZIENDALE Economia Aziendale È un campo delle scienze economiche che si occupa delle condizioni e delle modalità di svolgimento dei processi di produzione economica. Ci sono diversi modi per analizzare l’azienda e diverse prospettive: ▪ Discipline giuridiche ▪ Disciplina ps...


Description

PRIMO PARZIALE – ECONOMIA AZIENDALE •



Economia Aziendale È un campo delle scienze economiche che si occupa delle condizioni e delle modalità di svolgimento dei processi di produzione economica. Ci sono diversi modi per analizzare l’azienda e diverse prospettive: ▪ Discipline giuridiche ▪ Disciplina psicologica= individuare le migliori modalità e interazione ▪ Disciplina sociologica= dinamiche sociali ▪ Discipline economiche ▪ Discipline matematico-statistiche ▪ Disciplina economico-aziendale Gestione aziendale È lo studio e l’analisi di diverse dimensioni: Pilastri fondamentali ▪ Economica ▪ Finanziaria ▪ Monetaria ▪ Sistema delle operazioni= attività che si svolgono quando viene presa una decisione. Tutte le operazioni servono per creare valore e di conseguenza profitto.

TRASFORMAZIONE DELLE RISORSE E MODELLO INVESTIMENTI-REALIZZI op. gest. interna

op. gest. esterna

Il realizzo deve permettere di remunerare il capitale di rischio e quello di prestito per reinvestire e creare nuovi valori.



Capacità di rigenerazione È la capacità di creare un processo continuo di generazione di nuove risorse partendo da quelle già esistenti. Come? Questo processo si realizza con l’acquisizione di risorse e relazione con una serie di soggetti, organizzazioni e istituzioni che sono legati all’impresa per il soddisfacimento dei propri interessi economici. Questi sono i portatori di interessi, che possono esercitare un’influenza sull’impresa in funzione delle risorse che controllano (rete di reciproca dipendenza). La capacità di creare valore è interesse di tutti gli stakeholders.

CATEGORIE DI STAKEHOLDER ▪

Interni: azionisti- portatori di risorse finanziarie che loro controllano. Possono essere imprenditori, con un elevato grado di coinvolgimento nella gestione aziendale e una prospettiva futura; o investitori, non coinvolti nel processo decisionale e con una prospettiva limitata a brevi periodi.



Esterni: costituiscono le forze di mercato Fornitori: forniscono risorse materiali e non per attivare i processi produttivi. Il loro interesse è mantenere costanti i rapporti di fornitura, per l’incasso dei crediti che vantano verso l’azienda. Management: portatore di competenze gestionali, gestisce sulla base di un mandato degli azionisti. Il suo obiettivo è mantenere la propria posizione, la giusta remunerazione e i benefit percepiti. Clienti: portatori di risorse monetarie per alimentare i flussi di cassa dell’azienda. Gli interessi sono il valore e la qualità e sicurezza dei prodotti o servizi acquistati. Se i clienti sono soddisfatti si aumenta la fidelizzazione, che conferisce più stabilità all’azienda. Dipendenti aziendali (forza valore): i loro interessi sono volti alla creazione di valore per mantenere la loro posizione lavorativa e alle prospettive di carriera all’interno dell’azienda. Finanziatori: portatori di risorse finanziarie per soddisfare il fabbisogno dell’azienda. Possono essere banche, il tipico canale di risorse finanziare, che rappresentano i debiti a breve-mediolungo termine. La pubblica amministrazione, in riferimento ai vincoli che influenzano l’attività dell’azienda. In alcuni casi le aziende sono fornitori di beni e servizi per la pubblica amministrazione. I soggetti partner, con i quali l’azienda crea delle partnership, mantenendo comunque la loro indipendenza. Collettività: coloro che non hanno interessi diretti ma possono influenzare l’azienda con vincoli e/o opportunità, per esempio il cambiamento climatico.

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EFFETTI DELLA PANDEMIA SULLE IMPRESE Dal lato delle offerte c’è stato uno shock dei mercati, con l’interruzione della catena di distribuzione e la riduzione delle ore lavorative. Dal lato della domanda c’è stata una forte incertezza che ha impattato il comportamento del consumatore, il crollo improvviso della domanda con conseguente blocco degli investimenti, che ha causato problemi di liquidità e quindi licenziamenti fino ad arrivare alla chiusura delle attività, con un ulteriore effetto negativo sul lato dell’offerta. C’è stato un crollo dei mercati finanziari, una corsa al ribasso. L’entità degli effetti è stata determinata da 3 variabili: 1. La dimensione delle aziende 2. Il livello di digitalizzazione 3. Il grado di internazionalizzazione • Definizione di tipologia di azienda ▪ ▪ ▪ ▪



Le imprese più colpite sono state le microimprese e le piccole-medie imprese. L’impatto è stato meno rilevante sulle grandi imprese e le startup.

Microimpresa: impiegano meno di 10 persone, il loro fatturato annuo non supera i 2mln Piccola impresa: meno di 50 occupati, fatturato annuo sotto i 10mln Media impresa: meno di 250 occupati, fatturato annuo fino a 50mln Corporate (grandi dimensioni): superano i parametri delle piccole e medie imprese. L’Italia scarseggia di corporates, sono lo 0,1% del totale ma assolvono il 20,6% dell’occupazione circa e creano il 31,5% di valore aggiunto. Start-up: sono imprese in fase di sviluppo, giovani, con poco capitale, costituite da meno di 5 anni con sedi in Italia e valore annuo inferiore a 5mln. Non distribuiscono utili, ma sono orientate prevalentemente allo sviluppo, alla produzione a alla commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Devono possedere almeno uno dei seguenti 3 criteri: ‫ ־‬15% reinvestito in ricerca e sviluppo ‫ ־‬Almeno 1/3 degli impiegati deve essere un dottorando ‫ ־‬Deve avere un brevetto registrato

• Definizione degli obiettivi aziendali L’obiettivo dell’azienda è quello di creare valore, che deve essere riconosciuto dagli stakeholders sia interni che esterni. Si ottiene un guadagno se c’è un equilibrio economico, quindi l’obiettivo è l’economicità. Il flusso dei ricavi è congruo alle aspettative del soggetto quando l’investitore decide che il capitale investito può remunerare il suo rischio, quindi quando è commisurato al rischio.

LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DELL’AZIENDA Gli aspetti fondamentali delle aziende sono 3: 1. Organizzazione 2. Gestione 3. Rilevazione Le scelte organizzative sono riconducibili a ▪

La valutazione della convenienza economica

La valutazione dell’idea di istituire un’azienda 1) Idea Modello di business (sistema di offerta)

2) Valutazione dell’idea

3) Decisione

4) Azioni

Validità economica – possibilità di sopravvivenza

La decisione di istituire un’azienda deve soddisfare le scelte strategiche ed economiche. Ci sono due aspetti da valutare che hanno rilevanza per accertare le possibilità di sopravvivenza: ‫־‬

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La convenienza economica ad istituire l’azienda: bisogna fare un piano economico con la previsione delle vendite (ricavi) e tutti i costi che si devono affrontare nel processo produttivo. La possibilità finanziaria di realizzare la convenienza economica, con un piano di investimenti e finanziamenti.

La localizzazione interna ed esterna

Nella fase di avvio dell’azienda è importante la scelta di localizzazione esterna, del luogo dove verrà stabilita l’azienda. Ci sono diversi fattori localizzativi: ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬

L’ambiente fisico (geograficamente) che dipende dal tipo di azienda Le reti di comunicazione – la vicinanza di reti di snodi, trasporti Le risorse umane – alcune competenze sono raggruppate in determinate zone geografiche I capitali (risorse finanziarie) La domanda – il trend della richiesta Le economie di agglomerazione – dove ci sono aziende utili alla mia

La scelta della localizzazione può presentarsi anche ad azienda già avviata, a causa di cambiamenti avvenuti nel tempo. Quando bisogna cambiare luogo, si cerca di adattare l’azienda alle variabili che sono cambiate. Si può decidere di aprire delle filiali organizzative con localizzazione ottimale, mantenendo la vecchia sede come sede legale. La scelta più tragica è la rilocalizzazione, quando l’azienda si sposta completamente. Ci sono costi elevati ma si pensa alla condizione e convenienza economica nel tempo.

La localizza interna, invece, si riferisce al layout, ovvero al posizionamento e alla disposizione più opportuna dei magazzini, degli impianti, dei macchinari. Si ricerca la modalità che rende minimi i costi del trasferimento interno dei beni e ottimizza la distribuzione attraverso un coordinamento di tutte le attività che compongono i processi aziendali.



La scelta dimensionale

La scelta dimensionale muta nel tempo, in funzione dello sviluppo dell’azienda e/o dei fattori esterni, può sia crescere che ridursi (ridimensionamento-riduzione del raggio d’azione). Ci sono due tipi di approcci alla scelta dimensionale: Approccio quantitativo – parametri ∙ ∙ ∙ ∙

Approccio qualitativo – parametri

Fatturato Dipendenti Capitale investito Valore aggiunto

∙ ∙ ∙ ∙

Grado di competizione Forza sul mercato Qualità dell’imprenditore Strategie attuate

(valore generato attraverso l’attività dell’impresa)



Le scelte determinanti l’assetto organizzativo

L’assetto organizzativo costituisce una delle parti fondamentali dell’azienda, una delle risorse fondamentali di cui necessita ogni azienda per il proprio funzionamento. Le determinanti, anche se cambiano in base all’azienda, generalmente sono due: 1. La definizione della struttura organizzativa (chi fa cosa, livelli gerarchici) 2. Le definizioni dei meccanismi operativi LE PARTI FONDAMENTALI DELL’ORGANIZZAZIONE Gestisce il flusso informativo. Posizioni dirigenziali che scendono in ordine gerarchico Pianificazione e controllo dei flussi del lavoro, gestione e selezione delle risorse umane, gestione della qualità, programmazione e controllo, progettazione organizzativa

Vertice strategico

Governo aziendale, elaborazione e gestione strategia aziendale, supervisione diretta, gestione relazioni di confine. Processi lunghi, necessità di ottime capacità

Linea intermedia

Ufficio legale, ufficio delle pubbliche relazioni, ricerca e sviluppo, mensa. Offrono servizi specifici.

Nucleo operativo

Acquisizione di input, trasformazione e distribuzione degli output, manutenzione impianti, gestione del magazzino

I MODELLI FONDAMENTALI •

Assetto funzionale Favorisce la specializzazione ma diventa difficile avere una visione globale dell’organizzazione, si perde la valutazione della performance rispetto ad un flusso di lavoro. È una struttura abbastanza burocratica e si usa in aziende che passano da piccole a medie imprese.



Assetto divisionale Dentro ogni divisione c’è una struttura funzionale (tipo microaziende), che hanno un elevato grado di autonomia e sono indipendenti dalle altre. A capo della divisione c’è un responsabile di divisione che gestisce gli obiettivi, per questo si compete per le risorse finanziarie. C’è un maggiore consumo di risorse e una minore enfasi sulla specializzazione, infatti viene solitamente utilizzato nelle grandi imprese.



Assetto matriciale La divisione del lavoro direzionale avviene secondo il principio di dualità di comando, per questo si deve trovare un buon equilibrio tra responsabili per lavorare bene. Viene abolita la gerarchia. La specializzazione è funzionale e c’è elevata flessibilità, infatti le varie funzioni intervengono solo quando c’è bisogno. Il punto debole di questa struttura è proprio riuscire a trovare il giusto equilibrio tra i vari manager.



Assetto reticolare C’è uno scarso ricorso alla gerarchia, si lavora condividendo conoscenze e competenze nell’interesse comune per obiettivi comuni. Le unità sono autonome e con ruoli diversi, l’azienda collabora con soggetti esterni o altre aziende.

I MECCANISMI DI COORDINAMENTO •

L’adattamento reciproco tra le unità operative, che permette di avere un risultato



La supervisione diretta del manager sulle unità operative. Tipico di aziende con dimensioni molto piccole perché è più usata quotidianamente



La standardizzazione dei processi di lavoro definendo precisamente le mansioni e i compiti, permette di avere molte unità operative



La standardizzazione degli output Gli obiettivi dati ai responsabili sono predeterminati (tipico assetto divisionale)



La standardizzazione degli input I responsabili devono già conoscere gli input, con le competenze acquisite fuori dal lavoro. P= professionalizzazione esterna



La scelta della veste giuridica

Assume rilevanza poiché produce degli effetti di natura giuridica, organizzativa, di responsabilità e fiscali. La scelta si fa al momento dell’istituzione dell’azienda, bisogna decidere se aprirla individualmente o in forma societaria, e nel caso in quale delle forme. Nel corso del tempo può essere modificata in base alle esigenze aziendali. Bisogna considerare i seguenti fattori: ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬ ‫־‬

La responsabilità patrimoniale: scegliere se vogliamo la responsabilità esponendo anche il nostro patrimonio personale o se vogliamo limitarci al patrimonio della società Le prospettive economiche e finanziarie dell’attività: alcune forme permettono di accedere a diverse fonti di finanziamento, quindi si deve tener conto del futuro della società La convenienza fiscale: in base alla forma si ottengono determinati vantaggi fiscali Il rischio dell’attività: scegliere se alto o basso rischio e quanto ci si vuole esporre Il grado di coesione tra soci: bisogna considerare il rapporto di fiducia La trasferibilità delle quote di partecipazione: se possono essere trasferite, se ci sono regole e/o codici

TIPOLOGIE •

Impresa individuale C’è il singolo imprenditore che è promotore e responsabile dell’attività economica. Tutti gli obblighi che sorgono sono assunti da lui. Il rischio ricade sull’imprenditore e sul suo patrimonio personale. È necessaria la registrazione alla camera di commercio e si deve aprire la partita iva. Può essere a carattere famigliare quando c’è la collaborazione dei parenti entro il terzo grado e gli affini fino al secondo. Solo in caso di decisioni di natura straordinaria serve il confronto con la famiglia.

Impresa societaria Viene scolta in modo collettivo. È un contratto in cui le parti sono tenute a rispettarlo, dando vita ad un’organizzazione che unisce persone e mezzi. Ci sono diverse forme societarie: ▪ Di persone: l’elemento personale prevale; il soggetto giuridico sono i soci e si guarda al a scopo carattere personale, la fiducia. Ci sono 3 tipi: società semplice, società in nome di lucro collettivo (s.n.c.), società accomandita semplice (s.a.s.) ▪ Di capitali: prevale l’elemento capitale perché qui si realizza un’autonomia patrimoniale perfetta. Ci sono 3 tipi: società per azioni (s.p.a.), società a responsabilità limitata (s.r.l.), società in accomandita per azioni (s.a.p.a.) ▪ Cooperative a scopo ▪ Mutue assicuratrici: lo scopo è quello di servire beni o servizi a condizioni vantaggiose mutualistico rispetto a quelli offerti dal mercato •

Le imprese societarie hanno tre elementi caratterizzanti: 1. I conferimenti: apporti fatti dai soci per partecipare all’attività economica. I beni apportati costituiscono il capitale iniziale 2. L’esercizio in comune: ogni socio deve poter partecipare all’attività economica 3. La partecipazione agli utili: il profitto viene diviso tra i soci

SOCIETÀ DI PERSONE I soci rispondono illimitatamente e solidalmente alle obbligazioni. Illimitatamente perché non rispondono solo rispetto alla cifra apportata, ma anche con il patrimonio personale. Solidalmente perché tutti i soci rispondono, e i creditori si possono rivalere su ognuno di loro. •

Società semplice. Due o più soci conferiscono beni e/o servizi per l’esercizio in comune di un’attività non commerciale (attività agricola, immobiliare, professionale). I conferimenti possono essere apportati sottoforma di denaro, beni o attività lavorativa. I creditori possono rivalersi su uno qualunque dei soci, ma il socio può chiedere di rifarsi sul patrimonio sociale. i soci, se in maggioranza, possono opporsi. L’amministrazione spetta disgiuntamente ad ogni socio. Nel contratto si può scegliere si può scegliere di inserire un’amministrazione congiunta, dove per prendere una decisione serve il consenso di tutti i soci.



Società in nome collettivo È la prima forma di società di persone per l’esercizio di attività commerciale. Anche qui i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali. Va registrata nel registro delle imprese ed opera con una ragione sociale: il nome di uno o più soci con l’indicazione del rapporto sociale. Il socio partecipa conferendo denari o beni, singoli e/o congiunti, e il creditore può rifarsi sul patrimonio della società e se non basta poi su quello personale dei soci. L’amministrazione spetta disgiuntamente ai soci. Si adatta ad aziende di piccole e medie dimensioni, spesso si tratta di aziende con famigliari in quanto è necessaria una forte coesione con i soci. Non è previsto un limite minimo di conferimenti per istituire questa forma societaria.



Società in accomandita semplice Anche se è una società di persone, ci sono due tipi distinti di soci: i. Accomandatari: rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali e sono amministratori ii. Accomandanti: rispondono limitatamente al conferimento effettuato e non sono coinvolti nei processi amministrativi Anche questa società ha una denominazione sociale, ma si deve indicare il nome di uno o più soci accomandatari e l’indicazione della forma societaria. Se un soccio accomandante acconsente ad inserire il suo nome, si assumerà responsabilità illimitata e solidale al pari dei soci accomandatari. Solitamente questa forma societaria viene utilizzata da aziende di medie dimensioni con una forte capacità espansiva, e quindi è utilizzata come forma transitoria.

SOCIETÀ DI CAPITALI Hanno un’autonomia patrimoniale perfetta, in quanto c’è una netta divisione tra il patrimonio della società e quello personale. Delle obbligazioni risponde la società con il suo patrimonio. I soci, quindi hanno responsabilità limitata al capitale conferito, senza nessuna responsabilità personale. •

Società per azioni La partecipazione del socio è rappresentata dalle azioni, un documento che incorpora la partecipazione sociale ed è un titolo facilmente trasferibile. Il capitale minimo per istituire questa forma societaria è di 50ml €, ed è una forma adatta ad una società che ha già una base. Si costituisce redigendo un atto costitutivo, un documento dove si indicano le informazioni della società e lo statuto dove si scrivono le norme interne. La società opera con denominazione sociale. l’amministrazione può essere affidata ad uno o più soci, e in caso si crea un consiglio di amministrazione. Il vantaggio è che le quote sono rappresentate dalle azioni, e quindi hanno un ventaglio più ampio alle forme di finanziamento. La società in caso di necessità può decidere di ampliare il capitale per espandersi. Per acquisire risorse possono emettere delle obbligazioni, dei titoli che esprimono il debito della società, che possono essere acquistate da soggetti terzi in modo da finanziare la società, che ha l’obbligo di restituire la somma più gli interessi.



Società in accomandita per azioni Il capitale sociale è sempre diviso in azione, ma ci sono due tipi di soci: a. Accomandatari: gli amministratori della società, che rispondono illimitatamente e solidalmente b. Accomandanti: rispondono limitatamente alla quota conferita e non sono amministratori Hanno le stesse norme della s.p.a., le uniche modifiche sono dovute alla presenza dei soci accomandanti. Vanta l’efficacia delle società di...


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