Psicologia Generale 2 - 2 - Teoria Polivagale - Stephen Porges PDF

Title Psicologia Generale 2 - 2 - Teoria Polivagale - Stephen Porges
Author Antonio Donini
Course Psicologia clinica
Institution Università di Bologna
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LA TEORIA POLIVAGALE - Stephen Porges INDICE

Introduzione - Perchè esiste una teoria polivagale Prima parte: principi teorici Cap 01. Neurocezione: un sistema subconscio per la percezione di minaccia e sicurezza Cap 02. Orientarsi in un mondo di difese. Modifiche del patrimonio evolutivo nei mammiferi. Una teoria polivagale Cap 03. La teoria polivagale: nuove conoscenze sulle reazioni adattive del sistema nervoso autonomo Seconda parte: regolazione biocomportamentale durante le prime fasi dello sviluppo Cap 04. Il tono vagale: un marker fisiologico della vulnerabilità allo stress Cap 05. Il sesto senso del neonato: consapevolezza e regolazione dei processi corporei Cap 06. La regolazione fisiologica nei neonati a rischio: un modello per la valutazione diagnostica e per l’intervento Cap 07. La regolazione del “freno” vagale nei neonati è un predittore di problemi comportamentali nell’infanzia: un modello psicobiologico del comportamento sociale Cap 08. Lo sviluppo del sistema nervoso autonomo nei primi anni di vita come piattaforma neurale del comportamento sociale Terza parte: comunicazione sociale e relazioni Cap 09. Il tono vagale e la regolazione fisiologica delle emozioni Cap 10. Emozione: un derivato evolutivo della regolazione neurale del sistema nervoso autonomo Cap 11. L’amore: una caratteristica emergente del sistema nervoso autonomo dei mammiferi Cap 12. L’ingaggio sociale e f attaccamento: una prospettiva filogenetica Cap 13. L’ipotesi polivagale: i meccanismi comuni che mediano la regolazione autonomica, le vocalizzazioni e l’ascolto Quarta parte: prospettive cliniche e terapeutiche Cap 14. Il nervo vago: un mediatore delle caratteristiche comportamentali e fisiologiche nell’autismo Cap 15. Il disturbo borderline di personalità e la regolazione emotiva Cap 16. Le storie di abuso sono collegate alla regolazione autonomica Cap 17. Musicoterapia, trauma e teoria polivagale Quinta Parte: comportamento sociale e salute Cap 18. Influenze reciproche corpo-cervello nella percezione e nell’espressione degli affetti Cap 19. Neurobiologia ed evoluzione: meccanismi, mediatori e conseguenze adattive dell’accudimento

Introduzione - Perché esiste una teoria polivagale? Anni 60, quando ero un dottorando, ho intuito che il monitoraggio degli stati fisiologici sarebbe stato utile come guida per lo psicoterapeuta durante gli scambi interattivi in setting clinici. Mettere a punto un monitoraggio dei tracciati polivagali che possa permettere al clinico di valutare in tempo reale l’interscambio dinamico fra i tre circuiti neurali descritti nella teoria polivagale. Anni 60: La letteratura sulla psicofisiologia umana era dominata dal concetto di arousal (attivazione), Gli psicofisiologi sostenevano che L'Arousal fosse regolalo dal sistema nervoso simpatico. I meccanismi fisiologici e neurofisiologici specifici che stanno alla base dell’arousal sono spesso associati al sistema nervoso simpatico e all’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Visione centrata sul sistema simpatico, che l’attivazione simpatica a seguito dello stress aveva origini nell’evoluzione e, più precisamente, nella risposta di attacco-fuga tipica dei mammiferi. La psicofisiologia è stata fondata all’inizio degli anni 60, è l’intersezione tra psicologia, medicina, fisiologia e ingegneria. All’inizio la psicofisiologia si distingueva dalla psicologia fisiologica perché considerava la fisiologia come una variabile dipendente, mentre i fattori psicologici (minaccia, novità) e i processi (attenzione, sforzo mentale, emozioni) come variabili indipendenti. Al contrario, la psicologia fisiologica manipolava la fisiologia (variabile indipendente) e monitorava i cambiamenti che avvenivano nei processi psicologici e nel comportamento (variabile dipendente). Due Macro Aree, nelle Scienze biocomportamentali: 1) il comportamento (osservabile) e quello psicologico (soggettivo) 2) il dominio fisiologico (autonomo periferico) e neurale (il cervello). Rapporto Mente-Corpo: quei paradigmi che correlano fisiologia e comportamento sono la soluzione occidentale moderna per risolvere l’antico problema del rapporto mente-corpo. Molti scienziati e discipline sono intrappolati e bloccati nel dualismo mente- corpo. Nuove Discipline, come le neuroscienze cognitive, affettive e sociali, la psicologia della salute ecc, che utilizzano i metodi che sono stati sviluppati dalla ricerca psicofisiologica nell’ambito dei parametri biologici di malattia. Es, le misurazioni della variabilità del battito cardiaco e le attività neuroendocrine (cortisolo, ossitocina, vasopressina) sono spesso descritte come biomarker potenziali della salute e del rischio patologico. La Teoria Polivagale sfida questo dualismo implicito proponendo un modello bidirezionale che lega mente e corpo e che considera il ruolo del cervello nella regolazione della fisiologia periferica (es regolazione neurale sia delle attività cardiovascolari sia delle funzioni endocrine) come una piattaforma neurale da cui emergono comportamenti sociali con funzioni adattive e comportamenti di difesa (si veda il capitolo 8). Le origini della teoria polivagale sono nel legame tra battito cardiaco e attenzione (1969). Quando le persone si concentravano sui compiti richiesti dall’esperimento, la frequenza del battito cardiaco si stabilizzava. L’ampiezza del ritmo respiratorio nel battito cardiaco (aritmia seno-respiratoria) era un indicatore valido dell’influenza del nervo vago sul cuore.

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Le variabilità cardiache avrebbero permesso a molti scienziati di studiare e comprendere il ruolo fondamentale giocato dal tono vagale sul cuore nella promozione della salute fisica e mentale e nel moderare i comportamenti sociali, affettivi, cognitivi e l’attività motoria, Il Tono Vagale: grazie a un buon indice dell’attività del sistema parasimpatico (cioè il tono vagale), la visione simpaticocentrica sarebbe stata messa in discussione e alcuni costrutti come equilibrio autonomico, arousal e stress, sarebbero stati all'interno di un modello che comprendeva misure dinamiche del tono vagale. Spostamento da indici centrati sul sistema simpatico a indici basati sul dualismo simpatico-parasimpatico

Il Paradosso del Vago

La Regolazione Vagale: non sono mai stato contro al modello del dualismo antagonista del sistema nervoso autonomo. i livelli del tono dell’attività vagale erano indici importanti del benessere generale del nostro cervello e che funzionavano come fattori protettivi. Sistema nervoso autonomo: come sistema bidirezionale che coinvolge feedback viscerali molto potenti (si veda il capitolo 5) e strutture centrali nella regolazione degli stati fisiologici ed emotivi (si veda il capitolo 9). Tre punti importanti: che hanno permesso la sistematizzazione della teoria polivagale. 1) importanza di avere un tono vagale alto come indice di buona salute 2) la regolazione neurale del sistema nervoso autonomo si è modificata nel corso dell’evoluzione 3) le vie vagali si originano nei due nuclei del tronco encefalico (il nucleo motore dorsale del vago e il nucleo ambiguo) Non pensavo di sviluppare una teoria che richiedesse una comprensione profonda dell’evoluzione delle funzioni comportamentali adattive che si sono modificate insieme ai mutamenti filogenetici a livello di regolazione neurale del sistema nervoso autonomo. Problemi nella Teoria: lettera di un neonatologo. I neonati sani presentavano un tono cardiaco vagale più alto dei prematuri che erano caratterizzati da livelli più bassi dello stesso parametro. Ma il medico sosteneva che un tono vagale alto fosse un fattore di rischio per i neonati e che potesse portarli anche alla morte; avere troppo di una cosa buona può essere negativo. Il rischio per il neonato era associato con la bradicardia mediata dal vago. La bradicardia è un rallentamento importante del battito cardiaco che, se persiste nel tempo, comporta una mancanza di ossigeno nel cervello. Sostenevo che il tono vagale del cuore fosse un indice clinico positivo, ma ora ci poteva anche essere la possibilità che esistessero due indici della frequenza cardiaca di origine vagale, uno con funzioni protettive e l’altro potenzialmente letale. Com’era possibile che la regolazione vagale del cuore potesse essere un indice di resilienza e di salute, se era presente come aritmia senorespiratoria, e fosse un indice di rischio se declinata in bradicardia? Il Paradosso del Vago. è questa apparente contraddizione del nervo vago.

PRIMA PARTE - PRINCIPI TEORICI CAP 01 - Neurocezione: un sistema subconscio per la percezione di minaccia e sicurezza Che cosa determina l’esito di un incontro tra due esseri umani? E’ il prodotto di un apprendimento culturale, di esperienze familiari e di altri processi di socializzazione? Oppure è l’espressione di un processo neurobiologico programmato nel patrimonio genetico impresso nel DNA della nostra specie? Se la risposta ha una base neurobiologica, esistono delle caratteristiche specifiche del comportamento dell’altro che scatenano sensazioni di sicurezza, amore e benessere o sensazioni di pericolo? Perché alcuni bambini si accoccolano e si rilassano quando abbracciati, mentre altri si irrigidiscono e si sfilano da una situazione simile? Perché alcuni bambini sorridono e cercano di coinvolgere attivamente un estraneo, mentre altri distolgono lo sguardo e si ritirano? Elaborazione delle Informazioni e Rischi: le informazioni che arrivano dal contesto attraverso i sensi permette al sistema nervoso di valutare costantemente i rischi. Concetto di “Neurocezione”: il modo in cui i circuiti neurali sono in grado di distinguere situazioni o persone sicure, da quelle pericolose o minacciose per la vita. Avviene nelle parti primitive del cervello, senza la consapevolezza cosciente. Non siamo consapevoli del pericolo a livello cognitivo, mentre a livello neurofisiologico, il nostro corpo ha già iniziato una sequenza dei processi neurali che faciliterebbero comportamenti di difesa adattiva come attacco, fuga o immobilizzazione. Questa reazione: A) per alcuni rimane privata; solo i diretti interessati sono consapevoli che il loro cuore batte veloce e si contrae con una forza tale da iniziare a barcollare. B) per altri la risposta è più esplicita, tremano, arrossiscono in volto, o le loro mani e le tempie sudano. C) altri ancora impallidiscono, hanno vertigini e sentono di stare per svenire. Es Il processo di neurocezione spiega come mai un bambino si protende tutto verso un caregiver ma piange quando si avvicina un estraneo, o perché a un bambino piace l’abbraccio del genitore, mentre vive quello di un estraneo come un attacco. “Giocare bene” viene naturale quando la neurocezione segnala sicurezza e promuove stati fisiologici che sostengono il comportamento sociale. Tuttavia, il comportamento prosociale non si attiva quando la neurocezione non legge bene i segnali dell’ambiente e attiva stati fisiologici che danno vita a strategie difensive. Giocare bene non è appropriato né adattivo in situazioni di pericolo e minaccia. In queste situazioni, gli esseri umani - come gli altri mammiferi - reagiscono con sistemi neurobiologici di difesa più primitivi. Per creare relazioni: gli esseri umani devono rinunciare alle loro reazioni di difesa per entrare in contatto, sviluppare relazioni di attaccamento e formare legami sociali duraturi. Passare da strategie di difesa a strategie di prosocialità: il sistema nervoso deve fare due cose: 1) valutare il rischio; 2) se il contesto sembra sicuro abbassare le reazioni difensive primitive che si basano su attacco, fuga o immobilizzazione. Il sistema nervoso centrale valuta continuamente il rischio dalle informazioni che arrivano dall’ambiente attraverso i sensi.

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Interazioni sociali e comportamento di difesa: strategie adattive o disadattive?

Il coinvolgimento in interazioni sociali e i comportamenti di difesa possono assumere una valenza adattiva o disadattiva, a seconda del livello di rischio che si trova nell’ambiente. Psicopatologia: 1) un’incapacità di inibire i sistemi di difesa in un ambiente sicuro; 2) l’incapacità di attivare i meccanismi di difesa in un ambiente rischioso, oppure entrambe. Neurocezione difettosa contribuisce a una reattività fisiologica maladattiva e alla messa in atto di comportamenti difensivi tipici di specifici disturbi psichiatrici. Esigenze Metaboliche: quando il nostro sistema nervoso coglie una situazione di sicurezza, le nostre esigenze metaboliche si adattano. Le risposte da stress che sono associate alle reazioni di attacco e fuga - come ad esempio un aumento dei battiti cardiaci e del cortisolo, mediato dal sistema nervoso simpatico e dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene - si attenuano. Strutture Neurali specifiche che sono coinvolte nella percezione del rischio nell’ambiente. Colgono e valutano alcune caratteristiche, come i movimenti del corpo e del volto e le vocalizzazioni. Lobo Temporale della corteccia: si attiva quando vediamo visi e sentiamo voci familiari. Persona Sicura: se la neurocezione considera una persona sicura, allora il circuito neurale inibisce le aree del cervello che organizzano le strategie difensive di attacco-fuga o immobilizzazione. L’inibizione attiva delle aree del cervello che controllano le strategie di difesa, e crea le condizioni perché possano attivarsi spontaneamente i comportamenti sociali. Quando arriva un amico o un caregiver, i sistemi neurali dei meccanismi di difesa si spengono, permettendo ravvicinamento, il contatto fisico e altre forme di coinvolgimento sociale. Persona Non Sicura: quando le situazioni appaiono rischiose, i circuiti che regolano le strategie difensive si attivano e gli approcci sociali generano comportamenti aggressivi o di ritiro.

Immobilizzazione senza paura

Tre principali strategie di difesa: attacco, fuga e immobilizzazione. Freezing: questa strategia, condivisa con i vertebrati più primitivi, nei mammiferi si manifesta come “morte apparente”. Nell’uomo, osserviamo il blocco dell’azione, spesso accompagnato da un debole tono muscolare e variazioni fisiologiche quali rallentamento della frequenza cardiaca e della respirazione, insieme a un calo della pressione sanguigna. L’immobilizzazione fa parte di uno dei più antichi meccanismi di difesa della nostra specie: - Difensiva: rallenta il metabolismo, riducendo il nostro bisogno di nutrimento, e aumenta la soglia del dolore. - Prosociale: concepimento, parto, allattamento e creazione di legami sociali. Es l’allattamento la madre, la riproduzione, ecc… Immobilizzazione Causata da Paura: scatena cambiamenti fisiologici profondi e potenzialmente letali (es importanti rallentamenti del battito cardiaco, blocco della respirazione e abbassamento della pressione sanguigna). Immobilizzazione Senza Paura: Nel corso dell’evoluzione i circuiti neurali - in origine deputati a controllare comportamenti di inibizione - si sono modificati per rispondere ai bisogni di intimità sociale. Ossitocina: queste strutture del cervello hanno dei recettori specifici per un neuropeptide chiamato ossitocina rilasciato durante il parto e l’allattamento. E’ rilasciata nel cervello durante attività che aiutano a stabilire legami sociali. Se l’ambiente è sicuro, il rilascio di ossitocina ci permette di gioire del conforto di un abbraccio senza spaventarci. Se il nostro sistema nervoso percepisce qualcuno come pericoloso, anche se l’ossitocina è rilasciata, ci opponiamo al tentativo di essere abbracciati.

L’ingaggio sociale: il preambolo di un legame sociale

Vicinanza Fisica: la sola inibizione dei sistemi di difesa non è sufficiente per creare legami sociali, le persone devono anche trovarsi fisicamente vicine una all’altra. L’ingaggio sociale non dipende da quanto siamo capaci di muoverci (es neonato è svantaggiato), ma dipende da quanto siamo in grado di controllare i muscoli facciali e la testa. Viso e Testa: questi muscoli rendono il viso espressivo e permettono di esprimere la gestualità con la testa, di dare intonazione alla voce, di dirigere lo sguardo Le vie neurali che partono dalla corteccia verso questi nervi (vale a dire le vie corticobulbari) hanno sufficiente mielina alla nascita per permettere al neonato di comunicare con il caregiver attraverso vocalizzazioni o smorfie ed entrare in contatto con aspetti sociali e di nutrimento del mondo con lo sguardo, il sorriso e la suzione. La regolazione neurale dei muscoli del viso e della testa riduce la distanza sociale. Neurocezione: di pericolo o di minaccia per la vita nell'ambiente esterno (persona o situazione pericolosa) o nell’ambiente interno (febbre, dolore, malattia fisica), allora il tono dei muscoli è ridotto: le sopracciglia si abbassano, la voce perde inflessione, le espressioni facciali positive diminuiscono, la sensibilità ai comportamenti interattivi degli altri diminuisce.

La Teoria Polivagale: Tre Circuiti Neurali che regolano la reattività

Origine dei comportamenti di difesa e prosociali: nelle strutture cerebrali che regolano i comportamenti sociali e di difesa. Percorso filogenetico: man mano che il sistema nervoso dei vertebrati diventava più complesso nel corso dell’evoluzione, si espandeva anche il suo repertorio affettivo e comportamentale. Regolazione neuronale del cuore connessa con l’esperienza affettiva, l’espressione emotiva, le espressioni facciali, la comunicazione vocale e al comportamento sociale in risposta al comportamento dell’altro. Il controllo neurale del cuore è connesso al controllo neurale dei muscoli del volto e della testa.

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Tre fasi nello sviluppo del sistema nervoso autonomo dei mammiferi. Ognuna delle tre maggiori strategie comportamentali adattive è controllata da un circuito neurale distinto: A) Immobilizzazione (situazione di minaccia di vita) - Morte simulata, blocco dell’azione - La componente più primitiva condivisa con quasi tutti i vertebrati - Dipende dall’innervatura più antica del nervo vago, (una parte non mielinizzata) B) Mobilizzazione (situazione di pericolo) - Comportamenti di attacco-fuga - Dipende dal funzionamento del sistema nervoso simpatico (aumento dell’attività metabolica e battito cardiaco) C) Comunicazione sociale, o ingaggio sociale (situazione di sicurezza) - Espressioni facciali, vocalizzazione, ascolto - Dipende dal vago mielinizzato, favorisce la calma ed inibisce l’influenza del sistema nervoso simpatico sul cuore. Fasi del Coinvolgimento Sociale: 1) Tre circuiti neuronali distinti sostengono i comportamenti di ingaggio sociale, mobilizzazione e immobilizzazione. 2) Neurocezione: indipendente dalla consapevolezza. Il sistema nervoso valuta il rischio nell’ambiente e regola i comportamenti adattivi per accoppiarli con la neurocezione di un ambiente sicuro, pericoloso o minaccioso 3) Neurocezione di Sicurezza è necessaria prima che si attivino comportamenti di coinvolgimento sociale. 4) Immobilizzazione Senza Paura: i comportamenti sociali la richiedono (es allattamento, riproduzione e riproduzione) 5) Ossitocina: rende possibile l’immobilizzazione senza paura attraverso un’azione di blocco dei comportamenti difensivi.

Neurocezione e Disturbi Psichiatrici

Neurocezione Compromessa:è alla base di alcuni disturbi psichiatrici: A) Autismo e Schizofrenia: non si attivano alcune aree della corteccia temporale, che dovrebbero inibire le risposte attacco-fuga e le reazioni di immobilizzazione. B) Disturbi d’Ansia o Depressione: comportamenti sociali compromessi e difficoltà nella regolazione del battito cardiaco, (controllo vagale del cuore) e una ridotta mimica facciale C) Bambini Maltrattati e Istituzionalizzati con disturbi reattivi dell’attaccamento. Tendono a essere inibiti (ritirati da un punto di vista emotivo o non espansivi) o disinibiti, mostrando comportamenti di attaccamento indiscriminati. Attaccamento: La neurocezione è utile per capire lo sviluppo di relazioni di attaccamento tipiche e atipiche. Ipotizziamo che i caregiver familiari siano essenziali per la neurocezione di sicurezza nei bambini, che dovrebbe essere essenziale per la promozione di comportamenti sociali appropriati. Riconoscere il volto del caregiver, la sua voce e i suoi movimenti dovrebbe avviare il processo di attenuazione del sistema limbico a favore del sistema di ingaggio sociale. Dati: tan...


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