Retropia (Riassunto) PDF

Title Retropia (Riassunto)
Author Angelica Mottola
Course Sociologia del cambiamento
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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Riassunto retrotopia zygmunt bauman Sociologia e ricerca sociale (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

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“Retrotopia”- Z. Bauman Retrotopia  a direzione del pendolo della mentalità e degli atteggiamenti pubblici è cambiata: le speranze di un miglioramento, che erano state riposte in un futuro incerto e palesemente inaffidabile, sono state reimpiegate nel vago ricordo di un passato apprezzato per la sua presunta stabilità e affidabilità (nazionalismi: dediti alla mitizzazione della storia in chiave antimoderna). Con tale dietrofront il futuro, da habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in sede di incubi (terrore di perdere il lavoro, paura di perdere il proprio status sociale, paura per i propri figli e di ritrovarsi con abilità faticosamente apprese ed assimilate ma che hanno perso ormai qualsiasi valore di mercato). 1.

Ritorno a Hobbes?

Fino a non molto tempo fa si credeva che il Leviatano di Hobbes avesse assolto a dovere la missione attribuitagli: domare la crudeltà innata degli esseri umani, dando così all’uomo la possibilità di vivere in compagnia di altri uomini. In realtà, nella società odierna l’aggressività endemica dell’uomo che spesso sfocia nella violenza non sembra affatto diminuita e oramai si è convinti che il “processo di Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

civilizzazione” che avrebbe dovuto essere concepito e controllato dallo Stato moderno somigli sempre di più ad una “riforma delle buone maniere” e non delle capacità, predisposizioni e pulsioni degli esseri umani: nel corso di questo processo, gli atti di violenza dell’uomo sono stati celati alla vista, non eliminati dalla natura umana. - Goffman “inattenzione civile”: arte di distogliere lo sguardo dagli estranei con l’intento di non farsi coinvolgere in un rapporto, per timore che una interazione tra individui che non si conoscono porti alla perdita di controllo sugli istinti sgradevoli e quindi alla scoperta imbarazzante dell’ “animale nell’uomo”. Grazie ad accorgimenti ed espedienti (Goffman, ad esempio), l’animale hobbesiano nell’uomo è emerso dalla moderna riforma delle buone maniere indomito ed integro nella sua forma primitiva e violenta, che il processo di civilizzazione è riuscito sì a camuffare o ad “esternalizzare” (trasferendo le manifestazioni di aggressività nei campi da calcio, ad esempio) ma non a correggere. Sempre più spesso, il Leviatano si rivela incapace di dimostrare che la linea divisoria che traccia tra violenza legittima e illegittima è davvero inviolabile. La concezione dello Stato Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

hobbesiano come garante della sicurezza dei propri protetti e come loro unica possibilità di difendersi dall’aggressività istintiva e impulsiva insita nell’uomo deve essere rivista e deve essere addirittura presa in considerazione l’eventualità che lo Stato, in realtà, debba essere ricollocato tra i principali fattori del clima di insicurezza e di vulnerabilità alla violenza che dominano l’attuale era liquido-moderna. CAUSA Processo di globalizzazione: ha condotto alla “deterritorializzazione del potere”, ovvero alla emancipazione del potere dal territorio. Il Leviatano che gli Stati moderni avevano assunto come modello da emulare era pensato come un corpo pesante,saldamente ancorato al suolo, al contrario la progressiva globalizzazione del potere ha creato una porosità ed una permeabilità di confini resa praticabile, sorretta e riprodotta dalla “liquefazione” dell’attività bellica e dalla tecnologia al suo servizio. FATTORI: - Lo Stato ha abbandonato nella pratica il proprio ruolo di paladino e custode della sicurezza, per diventare uno dei tanti fattori che cooperano nell’ elevare al rango di condizioni umane permanenti l’insicurezza, l’incertezza e il rischio per l’incolumità. Altri fattori: Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

- Sovrabbondanza di armi: mentre l’attenzione internazionale si concentra sulla necessità di controllare le armi di distruzione di massa, il commercio di quella convenzionali prosegue in un vuoto morale e legale: scarsi controlli sulla proprietà di armi da fuoco, sulla loro gestione e sull’uso improprio, senza contare che il mercato mondiale delle armi è dominato dai paesi che sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ Onu. La nostra esistenza è, dunque, ben rappresentata dalla “Metafora del campo minato”: una cosa sappiamo con certezza dei campi minati, essi sono pieni di esplosivo: è dunque ragionevole supporre che prima o poi ci saranno delle esplosioni; ciò di cui non abbiamo la pù pallida idea è solo quando e dove. Altre tendenze legate alla presenza delle armi che vanificano del tutto l’illusione di poter bonificare i campi minati: 1)attraverso i media planetarii colpi esplosi anche nel più piccolo dei borghi vengono convertirti in eventi choc costringendoci a vivere in uno stato permanente di rischio e di emergenza; 2) la crescente convinzione che una maggiore disponibilità di armi ed una maggiore facilità di ottenerle siano la migliore medicina contro i danni creati sul pianeta dal gran numero Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

di quelle stesse armi che è tanto facile procurarsi ed usare. - Fenomeno dell’emulazione: deriva la propria forza d’attrazione dalla promessa di conciliare due aspirazioni umane dalle finalità apparentemente in contrasto: l’interesse per la socialità (tendenza alla sicurezza)e quello per l’individualità (tendenza all’originalità). [Nella società odierna i rapporti tra individuo e gruppo, tra la ricerca dell’appartenenza e l’attrazione magnetica dell’autoformazione, e la conseguente formazione dell’opinione non necessita più né della presenza di una folla numerosa né dell’incontro faccia a faccia. I nuovi metodi di comunicazione e, in particolare, l’avvento di internet hanno reso possibile l’ ”azione a distanza” la quale, intrinsecamente caratterizzata dalla interattività, viene ad attenuare la netta contrapposizione tra soggetto ed oggetto.] La categoria particolare di “condotta emulativa” che ci interessa in questo discorso è quella che influisce direttamente sull’aumento della quantità e dell’intensità della violenza: l’emulazione di azioni violente. - Rabbia: resa ancora più acre e violenta dall’esasperazione per la mancanza di valvole di Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

sfogo. Spesso gli atti di aggressione sono disinteressati, l’aggressività nasce dal senso intollerabile di umiliazione e mortificazione, dall’esclusione e dal degrado sociale, spesso non si focalizza su qualcosa in particolare (terrorismo suicida). “Rabbia autotelica”: fine a sé stessa; ad esempio gli atti di terrorismo sono costituiti dal loro carattere non mirato e dalla scelta casuale delle vittime: il messaggio che tale casualità vuole trasmettere è che nessuno è al sicuro. La violenza al giorno d’oggi esercita una grande forza di attrazione dovuta al temporaneo sollievo al proprio umiliante stato di inferiorità; Allegoria della lepre di Esopo: perennemente impaurita, sempre in fuga da animali più forti, si sente rassicurata e confortata accorgendosi che, al primo segnale del suo arrivo, la rana è stata colta dal panico ed è corsa a nascondersi; la violenza priva di senso tende ad auto propagarsi e auto amplificarsi: ciò che perde in qualità cerca di recuperarlo in quantità. Infine, spesso gli atti di violenza autotelica vengono iscritti nell’ideale della “storia come complotto”, questo aumenta enormemente il loro valore e innalza i carnefici che li commettono ai vertici del coraggio e dell’importanza. Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

La sensazione che proviamo è quella che il nostro mondo sia tornato ad essere un teatro di guerra combattuta da tutti contro tutti e quindi da e contro nessuno in particolare. La nostra società è caratterizzata da una sensazione universale di “angoscia d’impotenza”, di impotenza assoluta. 2.

Ritorno alle tribù.

La globalizzazione, che porta alla separazione e al divorzio tra potere e politica, sta trasformando gli Stati in qualcosa di molto simile a estesi vicinati relegati entro confini vaghi, porosi e protetti da fortificazioni inefficaci, nel frattempo, però, i vicinati di un tempo lottano per assumere il ruolo di “staterelli” sfruttando al massimo quella che era la prerogativa esclusiva ed alienabile, gelosamente difesa dallo stato: separare “noi” da “loro” e viceversa. Le differenze tra gruppi di popolazioni, che nella società odierna si cerca di mettere in luce attraverso la costruzione di muri, si riduce sempre a un rapporto di superiorità/inferiorità; ecco perché parliamo di “tribalismo”: il fine della tribù è stabilire chi soccorrere e chi uccidere. In un territorio dominato da tribù, ognuna delle parti in conflitto evita e rinuncia ostinatamente al tentativo di persuadere l’altra, di convertirla; l’inferiorità di un membro della tribù Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

estranea è un problema insormontabile, l’inferiorità è la caratteristica ineliminabile dell’altra tribù. Il ritorno a tale stile di vita è, inoltre, alimentato e spalleggiato dal nuovo stile manageriale di grandi aziende ben liete di sfruttare le forze generate dalla disparità e dalla competizione tra dipendenti. CAUSA DEL RITORNO AL TRIBALISMO (secondo Celia De Anca) E’ avvenuto un cambio di paradigma: “dall’aspirazione di rendersi indipendenti rispetto ad una società formata da comunità” “al bisogno altrettanto imperioso di sentirsi parte di una società formata da individui”. La guerra all’ultimo sangue combattuta dalla modernità, attraverso razionalità, efficienza, utilitarismo, contro legami, obblighi ed impegni morali che vincolano le scelte dell’individuo che vuole affermare e definire la propria identità si è rivelata però una Vittoria di Pirro: il vincitore, libero in senso negativo (Isaiah Berlin) si è ritrovato libero da interferenze ma anche da aiuti esterni, privato del capitale sociale indispensabile per operare per operare efficacemente quel diritto di autoaffermazione per il quale duramente aveva combattuto. La libertà individuale al prezzo della rinuncia alla sicurezza individuale non ha più le sembianze di un buon affare, ma di un salto nella brace. Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

De Anca questo cambio di paradigma può essere considerato “molla” per conciliare due cose non necessariamente incompatibili tra loro: la capacità individuale di pensare con la propria testa e il bisogno di fare parte di un gruppo; quindi non staremo andando a ritroso verso il tribalismo, bensì avanzando “oltre il tribalismo” verso nuove forme di etnicità che offrano il senso di appartenenza totale ad una comunità senza perdere la coscienza individuale. Tale idea risulta però sospetta, al pari del tentativo dei manager più al passo con i tempi, di trarre profitto dai sentimenti del “ritorno alle tribù”, in quanto non si affondano più le basi in quell’utopia di società migliore, unica a poter essere considerata “molla” o “motore” del cambiamento, bensì in fattori su cui costoro non hanno alcun potere. In realtà, la “rinascita della mentalità tribale” sembra essere una reazione pubblica alle ampie ma incoerenti trasformazioni delle condizioni di vita che, nel loro insieme, fanno somigliare il presente a una “terra straniera”: (Lowenthal) il confine che separa il passato dal presente è sempre più confuso, la nostra società sembra essere interessata a costruire recinzioni molto più rigide e impenetrabili per difendersi dal futuro che dal passato. In una direzione del tutto opposta rispetto al secolo scorso, è in Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

continua diminuzione la schiera di persone che si affrettano a partire per un futuro che si augurano pieno di speranze e di esperienze piacevoli, i nostri film e romanzi di fantascienza si collocano sempre più spesso nella categoria degli horror o nella letteratura gotica. Oggi temiamo il futuro avendo perso fiducia nella nostra capacità collettiva di temperare gli eccessi, di renderlo meno spaventoso e orribile, il progresso evoca i timori di una catastrofe imminente (ulteriore perdita di posti di lavoro basati su abilità intellettuali o manuali, sostituzione del personale da robot o computer) anziché le gioie legate all’arrivo di nuovi comfort, e ci sentiamo sempre più scomodi e costretti a batterci per sopravvivere (trd: ritorno allo stato di natura hobbesiano, ritorno al tribalismo). La generazione dei “Millenials” è la prima, dai tempi della seconda guerra mondiale, ad esprimere la paura di perdere, anziché migliorare, lo status sociale raggiunto dai propri genitori; nel frattempo, mentre svaniscono le speranze di progresso, l’eredità del passato ci consola con la tradizione, nelle persone si instilla l’idea che la tradizione e la stabilità proprie del passato siano la soluzione al senso di perdita che consegue ai cambiamenti in atto. In realtà, la tradizione, divenendo orgoglio e finalità collettiva, non Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

fa altro che accentuare le distinzioni tra buoni (noi) e cattivi (loro), è così che rinunciamo al confronto ed ai vantaggi che esso offre. CONSEGUENZA Nazionalismo, razzismo: certezze che svaniscono, prospettiva di vita che sfuggono al nostro controllo, gli estranei stanno a significare l’instabilità, l’imprevedibilità e dunque il “vicinato” si organizzerà come un piccolo Stato al fine di sbarazzarsi degli stranieri che invadono il suo mondo politico e culturale locale. La politica tende a trasferirsi nello spazio della memoria collettiva: uno spazio che promette di offrire una possibilità, un ritorno ad un mondo familiare ed intimo, malfermo ma comunque rassicurante perché sgombro di ostacoli e facilmente percorribile. Nella “politica della memoria” tutto viene ribaltato: il futuro in linea di principio duttile e plasmabile diviene impenetrabile, mentre il passato che è in realtà la sfera dell’inesorabilità immutabile e inalterabile diviene luogo sicuro e direzione verso la quale volgersi. Il passato offre un luogo estremamente comodo e seducente per costruire zone di comfort di cui sentiamo la mancanza. Le politiche di “ritorno alle tribù” che incitano ad innalzare muri,sigillare frontiere e estradare stranieri sono bifronti: preannunciano rifugio per noi ed odio per altri. [ Possibile spiegazione: (Simmel) ci Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

potrebbe essere un pizzico di saggezza politica da parte dei leader politici o aspiranti tali nell’offrire ai propri elettori una“coscienza dell’unità” radicata nel passato, non avendo molto altro da offrire data la costante corrosione dello sgabello a tre gambe (militare, economica e politica) su cui si poggia l’ormai precaria sovranità politica degli Stati]. Migrazione : conseguenza costante e permanente dell’era moderna costantemente preoccupata della creazione di ordine e del progresso economico. Dopo la globalizzazione dei capitali, delle merci e delle immagini è giunta l’ora della globalizzazione dell’umanità; i problemi globali richiedono soluzioni globali, lasciar marcire il problema purché non sia nel cortile di casa nostra non funzionerà.

3.

Ritorno alla disuguaglianza.

Qualunque sia l’indicatore di disuguaglianza scelto dalle scuole economiche si osserva una straordinaria convergenza di risultati: la disuguaglianza aumenta a livello planetario. Si tratta di un effetto accidentale e inatteso di molteplici forze fuori controllo. E’ passato parecchio tempo dall’avvio di tale processo e ancor più prima che ci si rendesse conto della situazione, d’altra parte la società aveva imparato ad aspettarsi Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

ciò che gli era stato insegnato: una crescita del tenore di vita, che essa fosse percepita come forte o mediocre, essa era comunque sempre percepibile. “Privazione relativa”: i sentimenti di privazione sono relativi, essi non nascono da un raffronto con norme sociali assolute o universali, ma variabili da un periodo all’altro e da un luogo all’altro. A spronare le persone alla ribellione non è una misura astratta di giustizia, ma il raffronto con le persone attorno a sé (gruppi di riferimento).  “Rivoluzioni delle aspettative crescenti”: idea che la probabilità di rivoluzioni violente aumenta quando una recessione succede ad una lunga fase di aumento delle aspettative e del loro grado di soddisfazione. Ciò che si ricava da queste osservazioni è che: il successo delle generazioni prima di noi nel migliorare il proprio status sociale, poiché oggi non ha modo di proseguire o ripetersi, esaspera il rancore degli attuali giovani che nasce dalla sensazione di essere discriminati e rende animoso l’impulso a porvi rimedio. La nostra condizione odierna è, dunque, rivoluzionaria; tuttavia, essendo la nostra società completamente individualizzata ed essendo la nostra condizione esistenziale fomentata dalla filosofia manageriale e dalla nuova strategia di dominio è Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

minima la possibilità di assistere ad un’azione comune mossa da condivisi scopi (rivoluzione), assistiamo al venir meno della solidarietà, la nostra società è ormai governata dal sospetto, dall’antagonismo e dalla competizione. Inoltre, le moderne dinamiche sociali stanno evidenziando una tendenza verso un clima di “privazione universale” e non più relativa, uno stato perenne di privazione fluttuante che non è più agganciata ad uno specifico “gruppo di confronto” ma che getta a caso l’ancora in uno qualsiasi degli infiniti porti che incontriamo nel corso della nostra vita e; è ormai evidente che tale sensazione di privazione sia insanabile: non c’è nulla che io possa fare nell’ambito della politica della vita per scacciare tale senso di deprivazione e disuguaglianza sociale. In questo nuovo sviluppo si sviluppano gli effetti sociali di due processi paralleli: 1) la globalizzazione dei poteri in grado di decidere della nostra sorte; 2) la globalizzazione dell’informazione. I recenti studi hanno, inoltre messo in luce come la divisione della società in due nazioni (quella dei ricchissimi e quella dei poveri) si sia oggi completata: gli appartenenti alle due categorie sembrano sviluppare ed utilizzare linguaggi reciprocamente intraducibili, grazie ai nuovi accorgimenti forniti dalle Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

aziende gli abitanti dei due mondi possono trascorrere le proprie vite senza incontrarsi mai. POSSIBILE SOLUZIONE: l’unica ricetta contro l’avanzare della disuguaglianza odierna sembra essere l’Ubi (reddito universale di base) guidato da tre principi basilari: 1) essere pagato ai singoli e non alle famiglie; 2) essere indipendente da qualunque entrata proveniente da altre fonti; 3) versato senza richiedere lo svolgimento di alcun lavoro né la disponibilità ad accettare un lavoro qualora venisse offerto. L’Ubi promette e promuove non l’esclusione ma l’inclusione,non la frammentazione dei legami di solidarietà e la divisione sociale, ma la solidarietà sociale e l’integrazione della società. Welfare State anziché ridistribuire ricchezza è responsabile dello stigma sociale che colpisce chi “vive di assistenza”, assolve la coscienza pubblica da tutte le sue colpe nel contribuire a tollerare la disuguaglianza sociale. Vivere di assistenza è sinonimo di “parassitismo” e si sviluppa l’idea che chi “vive di assistenza”non goda a pieno titolo dei diritti umani e sia socialmente inutile.

4.

Ritorno al grembo materno.

Downloaded by Viola Palazzoli ([email protected])

Nell’odierna società stiamo assistendo alla disgregazione dei legami: la maggior parte degli individui si sentono inadeguati, aspirazioni e responsabilità si stanno muovendo dal...


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