Riassunto Cirese PDF

Title Riassunto Cirese
Author Alessia Allie Corso
Course Storia delle tradizioni popolari
Institution Università degli Studi di Palermo
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Riassunto Cirese Storia delle tradizioni popolari (Università degli Studi di Palermo)

StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Alessia Allie Corso ([email protected])

RIASSUNTO CIRESE: CULTURE EGEMONE e CULTURE SUBALTERNE Q1 CULTURA: il concetto di CULTURA venne formulato a seguito di studi compiuti in campo ETNOANTROPOLOGICO, per la prima volta dallo studioso TYLOR nel 1871, in PRIMITIVE CULTURE. Questo termine viene infatti utilizzato per DENOMINARE l’INSIEME delle ATTIVITA’ e dei PRODOTTI INTELLETTUALI e MANUALI dell’UOMO in SOCIETA’, con i loro CONTENUTI, le loro FORME, l’ORIENTAMENTO e il GRADO di COMPLESSITA’ insieme alla DISTANZA dalle CONCEZIONI e dai COMPORTAMENTI che nella NOSTRA SOCIETA’ vengono UFFICIALMENTE RICONOSCIUTI come BUONI, GIUSTI, VERI e più in generale CULTURALI. Ovviamente, di conseguenza, quest’ultimo NON viene utilizzato per designare CERTE ATTIVITA’ o PRODOTTI INTELLETTUALI che sono o sembrano PIU’ ELEVATI, ORGANIZZATI e CONSAPEVOLI rispetto ad ALTRI. Quindi, sono CULTURA anche PRATICHE che vengono qualificate come FORME di IGNORANZA, come ad es. le SUPERSTIZIONI, in quanto costituiscono un MODO di CONCEPIRE il MONDO e la VITA che può o meno piacere, che è ESISTITO e che ESISTE e che di conseguenza va STUDIATO, poiché la sua conoscenza ACCRESCE la nostra CONSAPEVOLEZZA STORICA e la nostra CAPACITA’ di ORIENTAMENTO e di SCELTA nella SOCIETA’ ODIERNA. Il CONCETTO ETNOANTROPOLOGICO, è il RISULTATO derivato dal SUPERAMENTO di un ATTEGGIAMENTO MENTALE denominato ETNOCENTRISMO. ATTEGGIAMENTO ETNOCENTRICO : secondo cui le FORME, i CONTENUTI, in generale i VALORI della PROPRIA CULTURA, vengono assunti come METRO di MISURA e di VALUTAZIONE delle FORME, dei CONTENUTI e dei VALORI delle CULTURE ALTRUI, quindi vengono di conseguenza giudicati POSITIVAMENTE TUTTI i FATTI che rientrano in questo QUADRO MENTALE, e vengono invece giudicati NEGATIVAMENTE TUTTI i FATTI che rispondono ad ALTRE CONCEZIONI e VISIONI del MONDO. Quest’atteggiamento di solito viene applicato nei confronti delle SOCIETA’ PRIMITIVE, che da MOLTI PUNTI di VISTA appaiono come le PIU’ REMOTE dai NOSTRI MODI di VITA e di PENSIERO e dalla SOCIETA’ dette SUPERIORI, cioè con possesso della scrittura, con suddivisione in classi dominanti e classi subalterne, divisione sociale del lavoro, sviluppo della tecnologia ecc. Una PARTICOLARE FORMA di ETNOCENTRISMO, è l’ESCLUSIVISMO CULTURALE, che agisce nei RAPPORTI INTERNI alle SOCIETA’ SUPERIORI, secondo cui i COMPORTAMENTI e le CONCEZIONI degli STRATI SUBALTERNI, vengono RIGETTATI FUORI dai CONFINI della CULTURA, perché NON COINCIDONO con gli ATTEGGIAMENTI e i VALORI dei CETI DOMINANTI e COLTI e più in generale con i MODI UFFICIALI di VEDERE il MONDO. Sia gli ATTEGGIAMENTI ETNOCENTRICI sia l’ESCLUSIVISMO CULTURALE, NON permettono di STUDIARE SCIENTIFICAMENTE le CULTURE DIVERSE dalla NOSTRA, in quanto operano sulla base di GIUDIZI ESTERNI denominati appunto PRE-GIUDIZI, invece, la CONCEZIONE per lo STUDIO SCIENTIFICO di GRUPPI SOCIOCULTURALI DIVERSI dal NOSTRO, si basa sul considerare RELATIVE e MAI ASSOLUTE TUTTE le CULTURE, compresa la NOSTRA, accettando quindi l’ESISTENZA di una PLURALITA’ di CULTURE e adottando STRUMENTI CONCETTUALI in grado di renderle TUTTE COMPRENSIBILI. Di conseguenza, quindi, i GIUDIZI devono NASCERE dall’INTERNO e NON dall’ESTERNO. Quest’atteggiamento di RIFIUTO verso l’ETNOCENTRISMO e di ACCETTAZIONE dell’esistenza di una PLURALITA’ di CULTURE prende il nome di RELATIVISMO CULTURALE. Questo termine va però utilizzato con molta cautela per non cadere in contraddizione, quindi il RIFERIMENTO ad una PLURALITA’ di CULTURE NON deve TRASFORMARSI in una IDEOLOGIA, in primo luogo perché si potrebbe arrivare ad una EQUIPARAZIONE ACRITICA e INDISCRIMINATA tra TUTTE le CULTURE ed arrivare ad una CONSEGUENZA CONTRADDITTORIA secondo cui dato che una vale l’altra tanto vale chiudersi nella propria, e in secondo luogo con la CONSEGUENZA per cui

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visto che OGNI CULTURA si MISURA dall’INTERNO e che noi siamo all’INTERNO della NOSTRA, allora NON c’è la POSSIBILITA’ di CAPIRE le CULTURE ALTRE. Inoltre, il MOMENTO dell’ESAME INTERNO ad OGNI CULTURA, è solo un MOMENTO di quella che poi è l’INDAGINE COMPLESSIVA , infatti quest’ultima deve INTEGRARE i RISULTATI dell’ESAME in QUADRI più AMPI all’INTERNO dei quali devono riconoscersi le DIFFERENZE di FATTO tra le VARIE CULTURE secondo CRITERI che tengono conto dei RAPPORTI REALI di POTERE, intesi come RAPPORTI di FORZA ECONOMICO-POLITICA . CULTURA OSSERVANTE: è l’INSIEME delle CATEGORIE della CULTURA di cui fa parte lo STUDIOSO. CULTURA OSSERVATA: è l’INSIEME delle CATEGORIE PROPRIE della CULTURA che viene assunta come OGGETTO di STUDIO. Q. 2 Si denominano DISLIVELLI le DISTANZE CULTURALI che ci SEPARANO da SITUAZIONI ALTRE dalla NOSTRA e li distinguiamo in: DISLIVELLI ESTERNI: sono l’OGGETTO dell’ETNOLOGIA ODIERNA DISLIVELLI INTERNI: sono l’OGGETTO delle INDAGINI DEMOLOGICHE o di folklore, di tradizioni popolari. Essi si trovano in rapporto con 3 fatti principali: 1) DIFFICOLTA’ MATERIALI delle COMUNICAZIONI, che provocano FORTI ISOLAMENTI delle ZONE PERIFERICHE rispetto alle ZONE CENTRALI che sono in grado di ESPANSIVE INNOVAZIONI con conseguente DISPARITA’ di RITMI e di DIVERSITA’ di DIREZIONI e di SVILUPPO. 2) DISCRIMINAZIONE CULTURALE dei CETI EGEMONICI nei confronti dei GRUPPI SUBALTERNI, che vengono quindi ESCLUSI dalla PRODUZIONE e dal GODIMENTO di CERTI BENI, come ad es. quello di LEGGERE e SCRIVERE. 3) RESISTENZA dei CETI PERIFERICI e SUBALTERNI alle IMPOSIZIONI CIVILIZZATRICI dei CETI EGEMONICI, di cui abbiamo ricche testimonianze nella DOCUMENTAZIONE appartenente al SETTORE RELIGIOSO, in cui emergono le CONDANNE verso le USANZE PAGANE, verso le CREDENZE e le PRATICHE giudicate ERRONEE ecc. Quest’ultima risulta essere la più importante e si può quindi parlare di ACCULTURAZIONE FORZATA, per esempio, al tempo in cui il CRISTIANESIMO era ormai divenuto EGEMONICO e voleva penetrare nelle CAMPAGNE, che erano legate ancora a RELIGIONI AGRARIE PRECRISTIANE, la RESISTENZA era talmente FORTE che GREGORIO MAGNO, nel periodo del MEDIOEVO, aveva ordinato ai NOBILI che avevano come SCHIAVI i CONTADINI di FUSTIGARLI in caso di OPPOSIZIONE o di TASSARE DURAMENTE i CONTADINI LIBERI. Gli STUDI DEMOLOGICI quindi, anche tenendo conto delle eccezioni, evidenziano che le CONCEZIONI, i COMPORTAMENTI ed il PATRIMONIO CULTURALE dell’ELITES non coincidono con quelle del cosiddetto POPOLO e ovviamente alla DIVERSITA’ della CONDIZONE SOCIALE si accompagna la DIVERSITA’ CULTURALE, in cui si manifesta la DISEGUALE PARTECIPAZIONE dei DIVERSI STRATI SOCIALI alla PRODUZIONE e alla FRUIZIONE dei BENI CULTURALI. In definitiva gli STUDI DEMOLOGICI si occupano della DIVERSITA’ CULTURALE isolando e studiando i COMPORTAMENTI e le CONCEZIONI che hanno un LEGAME di SOLIDARIETA’, che intesa nel senso TECNICO sta ad indicare il fatto che DUE o PIU’ FENOMENI VANNO INSIEME, con il POPOLO. Inoltre, con il termine SOLIDARIETA’ si vuole indicare i GRUPPI SOCIALI considerati come POPOLO che è stato il FRUITORE di certi FATTI CULTURALI in modo CARATTERIZZANTE ma che NON NECESSARIAMENTE ne è stato l’AUTORE. Per cui ad esempio questo è il motivo per cui possiamo parlare di POESIA POPOLARE in quanto indipendentemente da dove sia nata, si DISTINGUE da quella COLTA per l’USO di SPECIFICHE MODALITA’ che sono CARATTERISTICHE del POPOLO.

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CONNOTAZIONE: con questo termine indichiamo il RAPPORTO di SOLIDARIETA’ tra un FATTO CULTURALE e un GRUPPO SOCIALE, di conseguenza possiamo allora dire che gli STUDI DEMOLOGICI si occupano delle ATTIVITA’ e dei PRODOTTI CULTURALI che sono POPOLARMENTE CONNOTATI, specificando però che se ne occupano in quanto ESPRIMONO e DOCUMENTANO una PARTICOLARE CONDIZIONE SOCIO-CULTURALE, ad esempio se prendiamo in considerazione i testi poetici dal punto di vista demologico ciò che interessa è che essi rappresentano un modo di concepire e di vivere il mondo e la vita che sono propri di certi gruppi sociali piuttosto che di altri. POPOLARITA’: ciò che fa la POPOLARITA’ di un FATTO CULTURALE è la RELAZIONE STORICA di DIFFERENZA rispetto ad ALTRI FATTI CULTURALI COESISTENTI nello stesso ORGANO SOCIALE. Per es. la TRASMISSIONE ORALE può essere considerata POPOLARMENTE CONNOTATIVA solo se nello stesso organo sociale è presente un GRUPPO SOCIO-CULTURALE che pratichi ESCLUSIVAMENTE la TRASMISSIONE SCRITTA. Quindi la POPOLARITA’ esiste SOLO per DIFFERENZA, cioè se nello stesso organo sociale COESISTONO FENOMENI NON-POPOLARI, COLTI, ecc. Lo stesso vale per la NOZIONE DEMOLOGICA di POPOLO, che si basa anch’essa attorno ai VARI TIPI di CONTRAPPOSIZIONE che di volta in volta venivano instituiti. Per semplificare distinguiamo DUE TIPI di CONTRAPPOSIZIONE: 1) OPPOSIZIONE VERTICALE in relazione alla CONTRAPPOSZIONE tra POPOLO-NAZIONE, si stabilisce un’OPPOSIZIONE VERTICALE perché TUTTA la NAZIONE, senza alcuna distinzione, viene CONTRAPPOSTA a TUTTO ciò che è ESTRANEO alla NAZIONE. 2) OPPOSIZIONE ORIZZONTALE possiamo parlarne in relazione ai MODI di CONCEPIRE il POPOLO che DISTINGUONO CATEGORIE DIVERSE all’interno di quest’ultimo, agendo in modo ORIZZONTALE. Per esempio per la nozione di POPOLO-VOLGHI la CONTRAPPOSIZIONE vede da un lato ALCUNI STRATI, i VOLGHI e dall’altro ALTRI STRATI, cioè i NON-VOLGHI. Quest’OPPOSIZIONE ha però una DUPLICE INTERPRETAZIONE, in quanto i VOLGHI si possono concepire sia in termini SOCIALI (es. gli INCOLTI vs i COLTI) sia in termini di MENTALITA’ considerando il POPOLO diviso in due parti, da un lato si hanno TUTTI COLORO che partecipano ad una MENTALITA’ SCARSAMENTE RAZIONALE, e dall’altro invece si hanno TUTTI COLORO che rientrano dentro i CONFINI SOCIALI e che hanno una MENTALITA’ FORTEMENTE RAZIONALE. Inoltre, in una POSIZIONE INTERMEDIA, tra la ZONA dei FATTI POPOLARI e la ZONA dei FATTI CULTI, troviamo le FORMAZIONI CULTURALI INTERMEDIE, che si ACCOSTANO alle volte all’una e alle volte all’altra MA NON COINCIDONO con NESSUNA delle DUE ZONE ESTREME. Un esempio è la POESIA POPOLAREGGIANTE e il CRITERIO per DISTINGUERLA da quella POPOLARE è la PRESENZA o MENO del FENOMENO dell’ELABORAZIONE POPOLARE, per cui se un TESTO è divenuto PATRIMONIO di TUTTI e ha subito un PROCESSO di LIBERA TRASFORMAZIONE (cioè di ELABORZIONE POPOLARE) allora sarà POESIA POPOLARE, se invece, un TESTO era una COMPOSIZIONE FATTA per il POPOLO, SENZA l’intervento quindi di un PROCESSO di LIBERA TRASFORMAZIONE, allora si parla di POESIA POPOLAREGGIANTE. (Questa DISTINZIONE tra POPOLARE e POPOLAREGGIANTE la si riscontra anche nel campo del FOLKLORE MUSICALE, ma i CRITERI chiaramente sono altri, infatti si ci baserà sulle CARATTERISTICHE della TONALITA’, dell’ESECUZIONE ecc.) Nonostante ciò, TUTTE queste OPPOSIZIONI che sono state riscontrate tra lo STRATO POPOLARE e lo STRATO CULTO, sono legati da una FITTA RETE di SCAMBI, PRESTITI e CONDIZIONAMENTI. Infatti i FATTI CULTURALI, oltre alla TRASMISSIONE nel TEMPO e oltre alla PROPAGAZIONE nello SPAZIO, subiscono anche uno SPOSTAMENTO nella DIMENSIONE SOCIALE che consiste nell’ESPANSIONE delle

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CONCEZIONI e dei COMPORTAMENTI nati un certo GRUPPO SOCIALE ad ALTRI GRUPPI che li ADOTTANO e li TRASFORMANO. Questi SPOSTAMENTI sono denominati CIRCOLAZIONE CULTURALE (nome completo: CIRCOLAZIONE SOCIALE dei FATTI CULTURALI) e possono avvenire sia tra CETI che appartengono ad un LIVELLO GERARCHICO più o meno EQUIVALENTE, come per es. “contadini” e “pastori”, sia tra CETI che invece appartengono a LIVELLI GERARCHICI DIVERSI, cioè dotati di un DIVERSO POTERE e di un DIVERSO PRESTIGIO SOCIALE, cioè CETI DOMINANTI da un lato e CETI DOMINATI dall’altro. Quando lo SPOSTAMENTO avviene da CETI dotati di MAGGIOR POTERE a CETI SUBALTERNI si parla di PROCESSO di DISCESA, cioè dall’ALTO, viceversa, da CETI SUBALTERNI a CETI COLTI, si parla di PROCESSO di ASCESA, cioè dal BASSO. Il PROCESSO ovviamente NON è MECCANICO, in quanto rientrano in questo quadro anche le IMPOSIZIONI CIVILIZZATRICI dei CETI EGEMONICI su quelli SUBALTERNI. Per quanto riguarda la POESIA POPOLARE, sono sorte diverse QUESTIONI relative allo STRATO SOCIALE di NASCITA dei FATTI FOLKLORISTICI di ASCESA e DISCESA, infatti i ROMANTICI e i loro CONTINUATORI, hanno sostenuto la TESI dal BASSO per cui il POPOLO avrebbe creato il suo PATRIMONIO TRADIZIONALE in COMPLETA AUTONOMIA rispetto al MONDO CULTO e le sue CREAZIONI sono state anzi la FONTE delle PRODUZIONI COLTE in un PROCESSO di ASCESA, ma questa tesi fu successivamente messa in crisi dalla FILOLOGIA POSITIVISTICA che nonostante a LIVELLO SOGGETTIVO continuarono a sostenere la TESI dal BASSO, evidenziarono a LIVELLO OGGETTIVO, NUMEROSI CONTATTI tra la POESIA POPOLARE e la POESIA CULTA con la RICONOSCENZA di PRODOTTI ORIGINARIAMENTE CULTI e poi DISCESI dall’ALTO verso il MONDO POPOLARE. Agli inizi del ‘900, soprattutto nella FASE IDEALISTICA , però, la TESI ROMANTICA venne ROVESCIATA, infatti si affermò che la POESIA POPOLARE e con lei TUTTI i FATTI FOLKLORISTICI non erano altro che uno SCARTO di PRODOTTI originariamente CULTI, tanto che studiosi come MEIER, NAUMANN e HAUFMANNKRAYER (specialisti di folklore) parlarono di MATERIA COLTA DECADUTA ed anche del fatto secondo cui il POPOLO NON PRODUCE MA RI-PRODUCE, associando quindi la RI-PRODUZIONE ad un PROCESSO PASSIVO. OGGI, però, il DIBATTITO tra la TESI ROMANTICA e la TESI IDEALISTICA è stato SUPERATO in quanto alla BASE vi era un GRAVE ERRORE, dal quale derivava anche il CARATTERE DENIGRATORIO delle loro TESI, infatti ritenendo che gli STUDI DEMOLOGICI sono degni di CONSIDERAZIONE SCIENTIFICA SOLO quando sono RAPPRESENTATIVI ESTETICAMENTE altrimenti sono importanti per la loro RAPPRESENTATIVITA’ SOCIO-CULTURALE e poiché la loro importanza risiede soprattutto in quest’ultimo punto, allora, ciò che conta realmente, è il loro MODO di VIVERE nel MONDO SUBALTERNO sia perché DIVERSO sia perché COLLEGATO ad esso. Quindi, nel momento in cui si registrano FONTI EXTRA-FOLKLORISTICHE ci si concentra sul PROCESSO di FOLKLORIZZAZIONE che essi hanno subito. FOLKLORIZZAZIONE: si intende il COMPLESSO di INNOVAZIONI con cui a LIVELLO POPOLARE si interviene su un FATTO CULTO per ADATTARLO alle PROPRIE ESIGENZE, al PROPRIO MODO di CONCEPIRE il MONDO e la VITA . E’ un PROCESSO POPOLARMENTE CONNOTATIVO come anche i suoi PRODOTTI. Inoltre il fatto che nel FOLKLORE sia presente MOLTA MATERIA CULTA DISCESA dimostra come i CETI SOCIO-ECONOMICAMENTE DOMINANTI non solo hanno MAGGIOR POTERE rispetto ai CETI DOMINATI ma compiono anche delle OPERAZIONI di DISCRIMINAZIONE CULTURALE e di ACCULTURAZIONE FORZATA, oltre al fatto che gli ANTECEDENTI EXTRA-FOLKLORISTICI spesso siano DEGRADATI dal PROCESSO di FOLKLORIZZAZIONE attraverso la quale osserviamo da un lato come i CETI SUBALTERNI hanno reagito alle OPERAZIONI di DISCRIMINAZIONE e di ACCULTURAZIONE FORZATA e dall’altro i LIMITI della CAPACITA’ ESPANSIVA della CULTURA EGEMONICA. Osservando sia la RAPPRESENTATIVITA’ SOCIO-CULTURALE dei FATTI FOLKLOROSTICI POPOLARMENTE

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CONNOTATI sia l’ESISTENZA della CIRCOLAZIONE CULTURALE tra CETI EGEMONICI e CETI SUBALTERNI, è possibile EVITARE DUE GRANDI ERRORI OPPOSTI tra loro: 1) ERRORE ROMANTICO  secondo cui il FOLKLORE veniva considerato TOTALMENTE AUTONOMO rispetto la CULTURA EGEMONICA, MA in realtà lo si concepisce come NECESSARIAMENTE SUBALTERNO rispetto a quest’ultima sia che i CETI SOCIALI, che ne furono o ne restano PORTATORI, siano o no SUBALTERNI. 2) ERRORE INDIVIDUALISTICO ed IDEALISTICO  secondo cui inizialmente il FOLKLORE era visto come INTERAMENTE PASSIVO nei confronti dei GRUPPI che la DOMINAVANO, in realtà NON è così poiché a prescindere dalla sua ATTIVITA’ nell’ACCETTARE o nel RIFIUTARE PROCESSI di DEGRADAZIONE e di ACCULTURAZIONE, è possibile riconoscere al FOLKLORE una sua SPECIFICITA’ rimanendo nei LIMITI della CONDIZIONE SUBALTERNA e anche riscontrare FORMAZIONI FOLKLORISTICHE che sono RELATIVAMENTE AUTONOME rispetto al MONDO UFFICIALE che viene CONDIZIONATO da esse perché nate dalla SPINTA delle CONDIZIONI REALI di VITA. Q. 4 Per capire in che MODO vanno studiati i FATTI FOLKLORISTICI POPOLARMENTE CONNOTATI, è innanzi tutto possibile RICONOSCERE dei TEMI e degli ORIENTAMENTI legati ad una CARATTERISTICA BASILARE dei FATTI FOLKLORISTICI, ovvero che quest’ultimi che costituiscono l’ OGGETTO di STUDIO degli STUDI DEMOLOGICI, presentano DUE FACCE, una di ORIGINE REMOTA, in cui assumono il VALORE di TRACCIA o PRODOTTO di VICENDE CULTURALI già TRASCORSE nel TEMPO, e una di ESSERE VIVI nell’USO PRESENTE, in cui hanno il VALORE di COMPONENTI di un MODO di ESSERE che è ANCORA in ATTO in un DATO MOMENTO di TEMPO. In realtà è possibile individuare anche una TERZA FACCIA, costituita dal SUPERAMENTO della SEPARAZIONE presente tra le DUE FACCE precedenti. Di conseguenza, le POSSIBILITA’ di INDAGINE sono: 1) Il PRIMO caso secondo cui i FATTI DEMOLOGICI sono studiati ESCLUSIVAMENTE come DOCUMENTI del PASSATO, ponendoli in RELAZIONE per GRUPPI con i RISPETTIVI ANTECEDENTI CRONOLOGICI per poi avere una SPIEGAZIONE che consisterà esclusivamente nell’IDENTIFICAZIONE della loro ORIGINE e del loro PERCORSO nel TEMPO e nello SPAZIO, infatti la CONNESSIONE che c’è tra FATTI di NATURA DIVERSI ma COESISTENTI nello STESSO MOMENTO, LUOGO ecc viene TRASCURATA. 2) Il SECONDO caso secondo cui i FATTI DEMOLOGICI vengono studiati ESCLUSIVAMENTE come DOCUMENTI di una CONDIZIONE CULTURALE ATTUALE e ponendoli in relazione per GRUPPI con ALTRI FENOMENI più o meno DIVERSI ma COESISTENTI nello STESSO TEMPO, GRUPPO, LUOGO ecc avranno una SPIEGAZIONE che consisterà nello stabilire il loro POSTO, il loro RUOLO, la loro FUNZIONE, il SIGNIFICATO e il VALORE che assumono in base al CONTESTO. In questo caso la RICERCA di ANTECEDENTI CRONOLOGICI verrà TRASCURATA. 3) Nel TERZO caso, bisognerà TROVARE un PUNTO d’INCONTRO tra i DUE CASI PRECEDENTI, in modo da poterli COLLEGARE, o perché ESAMINANDONE UNO si COMPRENDE anche l’ESAME dell’ALTRO, o perché si ci COLLOCA al di SOPRA o al di SOTTO di ENTRAMBE. Inoltre, gli ORIENTAMENTI relativi ad ENTRAMBE le FACCE sono stati schematizzati secondo ALTERNATIVE che sono state ESPRESSE tramite l’ISTITUZIONE di COPPIE OPPOSITIVE: - INDIRIZZI STORICI vs INDIRIZZI SOCIOLOGICI  si è sviluppata nella seconda metà del 20 sec, infatti gli studiosi GENNEP in FRANCIA e MARINUS in BELGIO cominciano a CONTRAPPORRE un FOLKLORE STORICO ad un FOLKLORE SOCIOLOGICO. Successivamente, con il FUNZIONALISMO ANTROPOLOGICO INGLESE, l’ETNOLOGIA, considerata STORICA, viene contrapposta

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all’ANTROPOLOGIA, che è invece considerata SOCIOLOGICA. Quindi possiamo affermare che questa OPPOSIZIONE assume il VALORE di RICOSTRUZIONE del PASSATO vs CONOSCENZA del PRESENTE. Inoltre, mentre gli INDIRIZZI STORICI accomunano gli EVOLUZIONISTI e i DIFFUSIONISTI , in quanto si rivolgono solo alla RISCOSTRUZIONE nel PASSATO, gli INDIRIZZI SOCIOLOGICI sono associati invece agli INDIRIZZI FUNZIONALISTICI, in quanto quest’ultimi si rivolgono maggiormente alla RICOSTRUZIONE nel PRESENTE che poi è il COMPITO PRINCIPALE degli STUDI DEMOLOGICI. La CONTRAPPOSIZIONE tra STORIA e SOCIOLOGIA comporta però anche ALTRI PROBLEMI soprattutto nel FUNZIONALISMO INGLESE e in quello PRAGHESE, in cui quelli principali sembrano essere soprattutto il RAPPORTO tra RICERCHE IDIOGRAFICHE e SCIENZE NOMOTETICHE o GENERALIZZANTI, e i CONCETTI di SINCRONIA e DIACRONIA. Per quanto riguarda il PRIMO PROBLEMA, possiamo affermare che le RICERCHE IDIOGRAFICHE hanno come SCOPO quello di STABILIRE ACCETTABILI ALCUNE PROPOSIZIONI o AFFERMAZIONI PARTICOLARI, senza la necessità di arrivare dal PARTICOLARE al GENERALE, relative ad ogni STATO preso in esame, al contrario, lo SCOPO di una RICERCA NOMOTETICA, è quello di arrivare ad ENUNCIARE PROPOSIZIONI ACCETTABILI di CARATTERE GENERALE che assumono FORMA di LEGGE, nel senso LOGICO-SCIENTIFICO. Di conseguenza quindi poiché le ANALISI STORICHE come anche...


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