Riassunto Israele PDF

Title Riassunto Israele
Author Alessia Pellegrino
Course Storia dell'ebraismo
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 3
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Summary

conoscere israele...


Description

Un breve inquadramento storico o

Periodo Ottomano (fino al 1917): applicazione della legge Ottomana (sin dal XVI secolo) sempre più influenzata dall'evoluzione della giurisprudenza in Europa.

o

Mandato Britannico: nel 1918 l'amministrazione militare britannica assume il pieno controllo legislativo. Nel 1922, ottenuto il mandato sulla Palestina dalla Lega delle Nazioni, la legge e le strutture giudiziarie britanniche vengono applicate alla maggior parte del Paese.

o

Con l’avvento del fascismo in Europa inizia il fenomeno del rientro degli ebrei, che si accentua con il ritorno dei sopravvissuti allo sterminio nazista.

o

1947: il crescente clima di tensione e gli scontri sempre più violenti tra gli ebrei rientrati e la popolazione araba residente fanno sì che le Nazioni Unite elaborino il Piano di Spartizione della Palestina, che prevede la ripartizione in due Stati, uno per gli arabi e uno per gli ebrei (Risoluzione ONU 181 del 29 novembre 1947).

o

1948-1967: Il Piano non viene mai realizzato, giacché nel maggio del 1948 l'Agenzia Ebraica forma un governo provvisorio e dichiara unilateralmente la creazione dello Stato di Israele. L'immediata reazione degli stati arabi confinanti (Cisgiordania, Libano, Siria, Egitto e Iraq) porta al primo conflitto a seguito del quale la Cisgiordania e Gerusalemme Est diventano parte della Giordania, mentre la Striscia di Gaza è controllata dall'Egitto.

o

Nei primi anni Sessanta nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e successivamente viene costituito l’Esercito di Liberazione Palestinese.

o

1967-1993: Nel corso della Guerra dei Sei Giorni Israele occupa la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, assumendone il pieno controllo legislativo, esecutivo e giudiziario e imponendo l'amministrazione militare. Le risoluzioni dell'ONU 237 (14 giugno) e 242 (22 novembre) chiedono invano ad Israele di consentire il rientro dei profughi e ritirarsi dai territori occupati.

Nel 1969 Yasser Arafat viene eletto presidente dell’OLP. Durante gli anni ’70 continua la lotta armata dei palestinesi contro l’occupazione israeliana; la ricerca delle basi dell’OLP porta, nel 1978 all’invasione israeliana del Libano. Nel dicembre 1987, nella Striscia di Gaza, scoppia l’Intifada (rivolta), un movimento spontaneo di lotta contro l'occupazione che presto si estende alla Cisgiordania e che segna un punto di svolta nel conflitto israelopalestinese. o

1993-95: Accordi di Oslo: 210/365 km² della Striscia di Gaza passano sotto il completo controllo dell'Autorità Palestinese. La Cisgiordania viene invece divisa in tre aree (A, B e C). L'Area A (9,1% della Cisgiordania) è sotto la completa responsabilità palestinese per quanto riguarda giurisdizione civile e sicurezza interna. Le autorità israeliane controllano tuttavia i movimenti di cose e persone da e per quest'area. Nell'Area B (27,9% della Cisgiordania) l'Autorità Palestinese ha giurisdizione civile e responsabilità per l'ordine pubblico, mentre gli israeliani mantengono una presenza militare e una "supervisione" delle questioni di sicurezza interna. L'Area C (63% della Cisgiordania) rimane sotto il completo controllo israeliano.

A seguito degli Accordi di Oslo, l’Autorità Palestinese si insedia nella Striscia di Gaza e in parte della Cisgiordania, che avrebbe dovuto essere progressivamente abbandonata dalle truppe israeliane, come previsto dagli accordi stessi.

La completa realizzazione degli accordi tuttavia, è stata ed è estremamente difficile. I previsti ritiri israeliani dai territori occupati sono stati e sono continuamente ritardati in un clima di reciproca diffidenza e spesso ostilità. I nuovi Accordi di Wye Plantation (1998) e Sharm El Sheykh (1999) sembrano aggiungersi all'elenco degli impegni mai rispettati e lasciano la situazione di fatto immutata. La ripresa del dialogo tra Israele e la Siria, e il contemporaneo disimpegno israeliano nel sud del Libano (giugno 2000) è secondo molti osservatori un tentativo di Israele di raggiungere finalmente la pace con i vicini arabi "scavalcando" la questione palestinese. Dopo il fallimento degli incontri dei recenti incontri di Camp David (luglio 2000) rimangono ancora senza alcun spiraglio di soluzione le tre problematiche chiave del conflitto israeliano-palestinese: (a) il destino di 3.600.000 rifugiati (che si trovano nei Territori dell'Autorità Palestinese e nei paesi arabi limitrofi); più precisamente il loro "diritto al ritorno" nei villaggi di origine e/o la compensazione per la perdita dei loro beni; (b) il controllo della città di Gerusalemme (gli israeliani sostengono l'indivisibilità di Gerusalemme come capitale di Israele, i palestinesi vorrebbero Gerusalemme Est come capitale del futuro Stato Palestinese); (c) la creazione di uno Stato indipendente palestinese. uadramento storico o

Periodo Ottomano (fino al 1917): applicazione della legge Ottomana (sin dal XVI secolo) sempre più influenzata dall'evoluzione della giurisprudenza in Europa.

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Mandato Britannico: nel 1918 l'amministrazione militare britannica assume il pieno controllo legislativo. Nel 1922, ottenuto il mandato sulla Palestina dalla Lega delle Nazioni, la legge e le strutture giudiziarie britanniche vengono applicate alla maggior parte del Paese.

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Con l’avvento del fascismo in Europa inizia il fenomeno del rientro degli ebrei, che si accentua con il ritorno dei sopravvissuti allo sterminio nazista.

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1947: il crescente clima di tensione e gli scontri sempre più violenti tra gli ebrei rientrati e la popolazione araba residente fanno sì che le Nazioni Unite elaborino il Piano di Spartizione della Palestina, che prevede la ripartizione in due Stati, uno per gli arabi e uno per gli ebrei (Risoluzione ONU 181 del 29 novembre 1947).

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1948-1967: Il Piano non viene mai realizzato, giacché nel maggio del 1948 l'Agenzia Ebraica forma un governo provvisorio e dichiara unilateralmente la creazione dello Stato di Israele. L'immediata reazione degli stati arabi confinanti (Cisgiordania, Libano, Siria, Egitto e Iraq) porta al primo conflitto a seguito del quale la Cisgiordania e Gerusalemme Est diventano parte della Giordania, mentre la Striscia di Gaza è controllata dall'Egitto.

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Nei primi anni Sessanta nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e successivamente viene costituito l’Esercito di Liberazione Palestinese.

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1967-1993: Nel corso della Guerra dei Sei Giorni Israele occupa la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, assumendone il pieno controllo legislativo, esecutivo e giudiziario e imponendo l'amministrazione militare. Le risoluzioni dell'ONU 237 (14 giugno) e 242 (22 novembre) chiedono invano ad Israele di consentire il rientro dei profughi e ritirarsi dai territori occupati.

Nel 1969 Yasser Arafat viene eletto presidente dell’OLP.

Durante gli anni ’70 continua la lotta armata dei palestinesi contro l’occupazione israeliana; la ricerca delle basi dell’OLP porta, nel 1978 all’invasione israeliana del Libano. Nel dicembre 1987, nella Striscia di Gaza, scoppia l’Intifada (rivolta), un movimento spontaneo di lotta contro l'occupazione che presto si estende alla Cisgiordania e che segna un punto di svolta nel conflitto israelopalestinese. o

1993-95: Accordi di Oslo: 210/365 km² della Striscia di Gaza passano sotto il completo controllo dell'Autorità Palestinese. La Cisgiordania viene invece divisa in tre aree (A, B e C). L'Area A (9,1% della Cisgiordania) è sotto la completa responsabilità palestinese per quanto riguarda giurisdizione civile e sicurezza interna. Le autorità israeliane controllano tuttavia i movimenti di cose e persone da e per quest'area. Nell'Area B (27,9% della Cisgiordania) l'Autorità Palestinese ha giurisdizione civile e responsabilità per l'ordine pubblico, mentre gli israeliani mantengono una presenza militare e una "supervisione" delle questioni di sicurezza interna. L'Area C (63% della Cisgiordania) rimane sotto il completo controllo israeliano.

A seguito degli Accordi di Oslo, l’Autorità Palestinese si insedia nella Striscia di Gaza e in parte della Cisgiordania, che avrebbe dovuto essere progressivamente abbandonata dalle truppe israeliane, come previsto dagli accordi stessi. La completa realizzazione degli accordi tuttavia, è stata ed è estremamente difficile. I previsti ritiri israeliani dai territori occupati sono stati e sono continuamente ritardati in un clima di reciproca diffidenza e spesso ostilità. I nuovi Accordi di Wye Plantation (1998) e Sharm El Sheykh (1999) sembrano aggiungersi all'elenco degli impegni mai rispettati e lasciano la situazione di fatto immutata. La ripresa del dialogo tra Israele e la Siria, e il contemporaneo disimpegno israeliano nel sud del Libano (giugno 2000) è secondo molti osservatori un tentativo di Israele di raggiungere finalmente la pace con i vicini arabi "scavalcando" la questione palestinese. Dopo il fallimento degli incontri dei recenti incontri di Camp David (luglio 2000) rimangono ancora senza alcun spiraglio di soluzione le tre problematiche chiave del conflitto israeliano-palestinese: (d) il destino di 3.600.000 rifugiati (che si trovano nei Territori dell'Autorità Palestinese e nei paesi arabi limitrofi); più precisamente il loro "diritto al ritorno" nei villaggi di origine e/o la compensazione per la perdita dei loro beni; (e) il controllo della città di Gerusalemme (gli israeliani sostengono l'indivisibilità di Gerusalemme come capitale di Israele, i palestinesi vorrebbero Gerusalemme Est come capitale del futuro Stato Palestinese); (f) la creazione di uno Stato indipendente palestinese....


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