Riassunto libretti mozartiani PDF

Title Riassunto libretti mozartiani
Course Istituzioni di letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Don Giovanni, scheda dell’opera TITOLO: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni. LIBRETTO: Lorenzo Da Ponte. MUSICA: Wolfgang Amadeus Mozart. GENERE: dramma giocoso. FONTI LETTERARIE: Don Juan Tenorio, ossia Il convitato di pietra, libretto di Giovanni Bertati per l’opera di Giuseppe Gazzaniga. Dom Juan ou le Festin de pierre, commedia di Molière. PERSONAGGI:         

Don Giovanni (basso) giovane cavaliere estremamente licenzioso Leporello (basso), servo di Don Giovanni Donna Anna (soprano) dama figlia del Commendatore e promessa sposa di Don Ottavio Il Commendatore (basso) padre di Donna Anna Don Ottavio (tenore) promesso sposo di Donna Anna Donna Elvira (soprano), dama di Burgos, abbandonata da Don Giovanni Masetto (basso), contadino Zerlina (soprano), promessa sposa di Masetto Coro di servi, contadini e contadine

LUOGO: La scena si finge in una città della Spagna. LINGUA: italiano PRIMA RAPPRESENTAZIONE: 29 ottobre 1787 al Teatro degli Stati Generali di Praga. PAROLE CHIAVE: libertino, seduttore, violenza, morte, dannazione, peccato, piacere, tradimento, donne, vendetta, onore, pietà, amore, inganno, travestimento, scambio di persona, coscienza, pentimento, redenzione, blasfemia, spettro, inferno.

Riassunto: Don Giovanni è un nobile cavaliere con una passione sfrenata per le donne; pur di conquistarle, ricorre a qualsiasi mezzo, compreso l’inganno e la menzogna. Nelle sue imprese coinvolge anche il suo servitore Leporello, il quale è ormai abituato alle follie del suo padrone. La povera Donna Elvira, da lui sedotta e abbandonata, spera ancora di redimerlo; Donna Anna, invece, vuole vendetta: Don Giovanni ha tentato di violentarla e le ha anche ucciso il padre. Don Giovanni intanto si mette a corteggiare la contadinella Zerlina, suscitando la gelosia di Masetto, il suo promesso sposo. Si invaghisce anche della cameriera di Donna Elvira, e per conquistarla mette in atto l’ennesimo inganno; si scambia gli abiti con Leporello. A causa di questo scambio di vestiti, Masetto, Zerlina, Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio (fidanzato di Donna Anna), vedendo Leporello, lo scambiano per Don Giovanni e lo vogliono uccidere; ma lui riesce a fuggire. Leporello e Don Giovanni si ritrovano al cimitero, proprio vicino alla tomba del Commendatore, il padre di Donna Anna. Don Giovanni sfida la sua statua e la invita anche a cena. La statua accetta, e quella sera stessa si presenta a casa di Don Giovanni: gli chiede più volte di pentirsi, ma lui risponde sempre di no. Allora una grande voragine di fuoco si apre sotto i suoi piedi, e Don Giovanni precipita all’Inferno.

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Don Giovanni, trama dell’opera Atto I Leporello sta facendo da sentinella al suo padrone, Don Giovanni, che è entrato in casa di Donna Anna per sedurla; per riuscire nell’impresa, si è travestito da Don Ottavio, il suo findanzato. Leporello si lamenta della sua condizione di servitore (Notte e giorno faticar), quando ad un certo punto gli strilli di Donna Anna, che si è accorta dell’inganno e cerca di reagire alla tentata violenza, svegliano il Commendatore suo padre, che accorre in suo soccorso e sfida Don Giovanni a duello. Don Giovanni dapprima non vuole accettare, ma il Commendatore insiste, e lui lo uccide con la sua spada. Donna Anna chiede a Don Ottavio di vendicare il sangue di suo padre, e insieme vanno proprio a chiedere aiuto a Don Giovanni, che intanto è fuggito con Leporello e si è imbattuto casualmente in una sua passata conquista, Donna Elvira, che sta ancora piangendo per lui. Don Giovanni è in imbarazzo e si defila, mentre Leporello tenta di consolarla dicendole che non sarà né la prima né l’ultima, e le legge la lista delle conquiste del suo padrone (Madamina, il catalogo è questo). Intanto Don Giovanni si invaghisce della contadinella Zerlina, benché sia promessa sposa di Masetto. Don Giovanni dice a Leporello di preparare una festa, in modo da allontanare Masetto e gli altri contadini; rimasto solo con Zerlina, tenta di sedurla con mille lusinghe (Là ci darem la mano), ma proprio quando la giovane sta per cedere, Donna Elvira arriva appena in tempo per avvisarla dell’inganno (Ah, fuggi il traditor). Proprio allora si presentano Donna Anna e Don Ottavio, chiedendo a Don Giovanni di aiutarli a trovare l’assassino del Commendatore; Donna Elvira continua intanto a dirne di tutti i colori a Don Giovanni che, imbarazzato, si giustifica dicendo che Donna Elvira è matta. Intanto Donna Anna ha capito dalla voce che è proprio Don Giovanni l’uomo che l’ha aggredita e che le ha ucciso il padre, e lo dice a Don Ottavio (Don Ottavio … Or sai chi l’Onore), il quale si ripromette di scoprire la verità per amore suo (Dalla sua pace). Masetto è arrabbiato con Zerlina perché stava per cedere a Don Giovanni, ma lei gli assicura che non è successo niente, e gli dice che se vuole può pure picchiarla, purché dopo facciano pace (Batti, batti, o bel Masetto). Intanto Don Giovanni organizza un ballo (Fin ch’han dal vino) per far festa a Masetto e Zerlina, e invita tutti; anche Don Ottavio, Donna Anna e Donna Elvira partecipano mascherati, in modo da non farsi riconoscere. Mentre Leporello distrae Masetto, Don Giovanni prende in disparte Zerlina per sedurla, ma la giovane grida e tutti corrono a soccorrerla. Don Giovanni per trarsi d’impaccio accusa di tutto Leporello. Ma Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira non gli credono, gettano le maschere e lo accusano apertamente. Don Giovanni, però riesce a fuggire.

Atto II Leporello è arrabbiato con Don Giovanni perché lo ha accusato ingiustamente e perciò decide di andarsene. Ma Don Giovanni sa come prenderlo, e alla fine lo convince a rimanere con lui e ad aiutarlo in un’altra delle sue imprese amorose; vuol conquistare la cameriera di Donna Elvira, e per farlo deve togliersi gli abiti da signore e indossare quelli di un servitore; perciò propone a Leporello 2

di fare uno scambio d’abiti. Donna Elvira vede Leporello e lo scambia per Don Giovanni; lei pensa che lui si sia pentito. Don Giovanni dice a Leporello di assecondarla, così lui potrà agire indisturbato con la cameriera; va sotto il suo balcone e comincia a cantarle una serenata (Deh, Vieni alla finestra). Ma arriva Masetto con altri contadini, che stanno cercando proprio lui per ucciderlo. Don Giovanni, grazie ai suoi abiti, non ha difficoltà a farsi passare per Leporello: con un trucchetto disarma Masetto e, sapute le sue intenzioni, lo picchia ben bene; poi fugge. Passa di là Zerlina, e vedendo il suo Masetto ferito, corre a ristorarlo ( Vedrai, carino); lui le dice che è stato Leporello a picchiarlo. Invece il povero Leporello, ignaro di tutto, sta cercando di divincolarsi da Donna Elvira. Ad un certo punto arrivano Don Ottavio, Donna Anna, Masetto e Zerlina; vedendolo così vestito, lo scambiano per Don Giovanni e lo vogliono uccidere. Allora Leporello rivela la sua vera identità e dice che lui non ha colpa del comportamento del suo padrone. Don Ottavio parte per cercare Don Giovanni, risoluto a far vendetta (Il mio tesoro). Ma comunque per Leporello le cose non si mettono bene: Donna Elvira lo accusa di averla ingannata, Donna Anna lo accusa di essere complice di Don Giovanni, e infine Zerlina lo accusa di aver picchiato il suo Masetto. Leporello riesce a fuggire, e intanto Masetto chiarisce che non è stato lui a picchiarlo, ma Don Giovanni, che indossava il suo vestito. Donna Elvira, ripensando a come si sia lasciata di nuovo ingannare da Don Giovanni, è furente e addolorata (In quali eccessi… Mi tradì quell’alma ingrata). Intanto Don Giovanni e Leporello si ritrovano al cimitero e si rimettono ciascuno il proprio vestito. Don Giovanni racconta a Leporello dell’avventura che gli è capitata nel frattempo: mentre indossava ancora l’abito del suo servitore, ha trovato una donna che lo ha scambiato proprio per Leporello, e lo ha baciato e abbracciato. Leporello è stizzito perché quella donna forse era sua moglie. Don Giovanni trova il tutto molto divertente e ride forte. Ma all’improvviso si sente una voce terribile: la statua del Commendatore ha parlato! Si trovano infatti proprio vicino alla tomba in cui è sepolto il padre di Donna Anna, ucciso da Don Giovanni. Leporello muore di paura, mentre Don Giovanni non si mostra affatto intimorito, anzi, trova la cosa divertente e dice a Leporello di invitare la statua a cena. Intanto Don Ottavio chiede a Donna Anna di sposarlo, ma lei gli spiega che è troppo addolorata; lo sposerà solo quando la morte del padre sarà vendicata (Crudele? Troppo mi spiace … Non mi dir). Don Giovanni sta mangiando di gusto la sua cena ( Già la mensa è preparata) quando arriva Donna Elvira per supplicarlo un’ultima volta di pentirsi. Don Giovanni, ovviamente, non ci pensa nemmeno. Donna Elvira se ne va amareggiata; poi torna indietro, spaventata, scappando via di corsa. Leporello va alla porta e vede che c’è la statua del Commendatore! (Don Giovanni, a cenar teco m’invitasti). Inorridito, si nasconde sotto il tavolo. Don Giovanni non ha paura della statua, e le stringe anche la mano. La statua gli chiede più volte di pentirsi, ma Don Giovanni risponde sempre di no. Alla fine arrivano i diavoli, si spalanca una voragine e Don Giovanni viene inghiottito tra le fiamme dell’Inferno. Arrivano Don Ottavio, Donna Anna, Donna Elvira, Masetto e Zerlina per acciuffare Don Giovanni; Leporello spiega quanto è successo, e tutti concludono che ha avuto quel che si meritava. Donna Elvira decide di ritirarsi in convento; Zerlina e Masetto vanno a cenare; Don Ottavio chiede a Donna Anna di sposarlo, ora che tutto è finito, ma lei gli chiede di aspettare un altro anno; e a Leporello non resta che andare all’osteria a cercare un altro padrone.

LA FIGURA DI DON GIOVANNI La figura di Don Giovanni ha sempre ispirato le menti di scrittori, musicisti e drammaturghi, perché è un personaggio poliedrico e ricco di sfumature che fanno la gioia di critici e psicologi. Ma la

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profondità del don Giovanni creato dal connubio della penna di Da Ponte e della musica di Mozart è assolutamente originale e ineguagliata. Don Giovanni sfida le convenzioni sociali e le più basilari regole etiche, vive il presente come se non avesse un futuro e agisce come se le azioni non avessero conseguenze. Mente, tradisce, usa le persone, non ha alcun riguardo per i sentimenti degli altri. Allora perché, con tutta la buona volontà, non si riesce a odiarlo? La contraddizione si spiega perché il Don Giovanni è un’opera piena di ambiguità, dove nulla è ciò che sembra, a partire dai personaggi. Il primo di essi a comparire sulla scena è Leporello, il servo di don Giovanni. Leporello si collega direttamente all’Allegro, che conclude l’ouverture senza tuttavia dissipare le nubi dell’ Adagio iniziale, e comincia a cantare in Fa maggiore un’aria da basso comico, in canto sillabato, con cui rivela immediatamente tutto di sé: è il servo di don Giovanni, lui sta seducendo una “bella” per ora non meglio specificata e l’ha lasciato fuori a fare da palo, con sua grande frustrazione. È molto significativo che Leporello sia il primo personaggio a comparire in scena. Il servo è un ruolo prettamente comico e piuttosto stereotipato, ma Leporello è molto più complesso di così. La prima cosa che ci dice è che nutre dei sentimenti contrastanti verso don Giovanni . Da una parte lo odia, dall’altra lo ammira; e pare che sia l’ammirazione a prevalere, al punto da spingerlo ad accettare più o meno supinamente tutte le assurdità che don Giovanni gli impone. Ma questo non è l’unico motivo. Il rapporto tra don Giovanni e Leporello è strettissimo, molto più di quello offerto da altri esempi coevi di coppie servo- padrone. Un esempio per tutti: la Contessa di Almaviva che sorride all’idea di poter essere “agitata e confusa” per la sua cameriera. Leporello si lagna che don Giovanni lo dia per scontato, e s’infuria e protesta per il trattamento che riceve – ma rimane sempre al suo fianco. D’altronde, don Giovanni, a parte lo sfruttamento, non si comporta con lui come ci si aspetterebbe da un padrone col servo. Si confida con lui come si fa con un amico, non con un sottoposto. Don Giovanni e Leporello vivono in simbiosi: Leporello è la parte migliore di don Giovanni, don Giovanni è la parte peggiore di Leporello. Tant’è vero che Leporello si permette grosse libertà col suo padrone, che don Giovanni, in fin dei conti, accetta (nessuna delle minacce che fa a Leporello si traduce mai in atto). Il fatto è che Leporello confusamente intuisce un disagio esistenziale di don Giovanni, e altrettanto nebulosamente sa che senza di lui don Giovanni, privo dell’unico punto fermo della sua vita, crollerebbe. Ecco cosa veramente gli impedisce di andarsene. Finita l’aria di Leporello, sulla scena irrompono don Giovanni e donna Anna, avvinti l’uno all’altra in un duetto appassionato e vorticoso. Donna Anna è la prima donna ad apparire sulla scena. È subito presentata come una personalità focosa e volitiva: ha inseguito in strada l’uomo che ha cercato di abusare di lei e lo trattiene per vedere chi è. Dal modo in cui Mozart gestisce la musica, è piuttosto chiaro che esiste una certa attrazione di donna Anna verso don Giovanni, che spiega la freddezza con cui tratta il fidanzato ufficiale nel resto dell’opera; don Giovanni rappresenta una libertà che lei vuole disperatamente, ma che si scontra e soccombe alla legge morale incarnata in suo padre e nel suo fidanzato. Anche don Giovanni mette subito in chiaro…che nulla su di lui sarà messo in chiaro . È entrato in scena da un minuto, e si sta già nascondendo in tutti i modi possibili e immaginabili. Si copre il volto, dice a donna Anna: “Chi son io tu non saprai”, e canta mantenendosi scrupolosamente sulla linea melodica di donna Anna . Inoltre, sta tentando di fuggire. Don Giovanni ha sempre molta fretta, come se pensasse di non avere tempo. Non riesce mai a stare fermo troppo a lungo nello stesso posto o con le stesse persone, e la sua parte musicale ne risente: ha da solo unicamente tre arie, la cui durata cumulativa non eccede i sei minuti, e in nessuna delle quali dice 4

qualcosa su di sé. Don Giovanni non rivela mai la propria interiorità come fanno gli altri personaggi, ma assume una maschera diversa a seconda di chi ha di fronte, come uno specchio. Siccome al momento del contatto con l’altro capisce immediatamente cosa ci si aspetta da lui e si regola di conseguenza, gli viene accordata immediata fiducia e anche una certa dose di idealizzazione, che lo mette al di sopra di ogni sospetto. È lo schema che adotta con Zerlina, e si può supporre che l’abbia fatto anche con gli altri. E’ per questo che a nessuno viene il dubbio che possa essere stato lui a uccidere il Commendatore finché Anna non ne riconosce la voce ( e anche tardivamente!); la prima reazione di don Ottavio è di sorpresa e rifiuto, e non si convincerà fino a metà del secondo atto; Zerlina, nonostante gli avvertimenti di donna Elvira, si lascia avvicinare e non si rende conto di essere nelle spire di un serpente a sonagli finché don Giovanni non cerca di sforzarla, e anche la sua reazione è di sorpresa. Raramente dunque si mostra nei propri panni. È mascherato all’inizio dell’opera; si nasconde con donna Anna e don Ottavio sotto un “manto d’amicizia”; continua a scambiarsi l’identità con Leporello, il che non è solo uno scaricare le proprie colpe sugli altri, ma è indicativo della diversità del suo rapporto con Leporello rispetto a quello con gli altri personaggi. Con tutti si chiude in se stesso e mette fuori una maschera, in modo che sia un fantoccio a esporsi a un’interazione con l’altro percepita come pericolosa, sotto l’insegna di un’estrema diffidenza che porta don Giovanni a cercare di controllare gli altri, in modo da poter prevedere e prevenire la minaccia che rappresentano ( pare ragionevole supporre che questa minaccia sia il rifiuto e/o l’abbandono), e per buona misura mette in mezzo una latra di vetro dietro alla quale solo a Leporello è permesso accedere. Don Giovanni si fida di Leporello non solo al punto da non mentirgli mai (è l’unico tra i personaggi a cui don Giovanni dice sempre la verità) ma addirittura al punto da affidargli la propria identità più volte, come quando lo lascia a scusarlo con Elvira, o lo mette a sedurla. O anche quando lo accusa del tentato stupro di Zerlina (il rovescio della medaglia del godere della fiducia di don Giovanni). La maschera di don Giovanni, all’atto pratico, è la parola. Come sapeva già il Riccardo III di Shakespeare, la parola è insieme un’arma e uno scudo. Il fascino di don Giovanni è costituito essenzialmente dalle sue parole; è con l’eloquenza che si difende; la sua maestria nel parlare bene gli permette di conquistare, ferire, fingere, fuggire, cosa quest’ultima che fa regolarmente, dopo aver scatenato un putiferio, nascondendo le proprie tracce. Nella prima scena, il putiferio incombe, ma la situazione rimane bloccata (il canto di don Giovanni, Leporello e donna Anna continua a girare su se stesso come un disco rotto) finché non arriva il Commendatore. Il padre di donna Anna è il personaggio che canta di meno in tutta l’opera, eppure le sue apparizioni costituiscono altrettanti punti di svolta della vicenda. La sua uccisione mette in moto il conto alla rovescia del tempo rimasto a don Giovanni e fa iniziare la caccia di Anna e Ottavio, e parallelamente la corsa contro il tempo di Leporello e donna Elvira per salvarlo (sono frequentissimi gli appelli di Leporello, che diventano nel secondo atto aperti tentativi di ostacolare il cammino di don Giovanni verso l’autodistruzione). Il Commendatore rappresenta la perfetta antitesi di don Giovanni: è un padre di famiglia, cosa che don Giovanni non potrebbe mai essere; è l’allegoria dell’ordine sociale, e, se vogliamo, del potere divino che don Giovanni sfida in continuazione. È lui a chiudere l’opera, offrendo a don Giovanni l’ultima possibilità di salvezza, sprezzantemente rifiutata. Don Giovanni è costretto a passare sul cadavere del Commendatore per fuggire. Donna Anna, addolorata oltre che in preda all’ira perché senza più una figura paterna a tutelarla sarà obbligata a sposare sul serio don Ottavio, fa giurare vendetta al fidanzato. Don Ottavio soffre molto il confronto con don Giovanni, ma, a suo onore, va detto che il suo amore per Anna è sincero e paziente. Non le si impone, non le mette fretta, e, respinto in continuazione, perde la sua sovraumana pazienza solo alla fine dell’opera, salvo poi venire subito placato dal rondò di donna Anna Non mi dir bell’idol 5

mio. Anche don Ottavio si pone come anti – don Giovanni, ma in modo diverso rispetto al Commendatore: egli non incarna la legge morale, ma si sottomette ad essa con una placidità venata appena di codardia: promette fiumi di sangue e stragi a donna Anna per vendicarla, ma appena scopre che il colpevole è don Giovanni, afferma: “un ricorso vo’ fare a chi si deve”. Infatti, quando ha effettivamente la possibilità di uccidere don Giovanni, quando gli sta puntando contro una pistola carica alla fine del primo atto, non spara. Sarebbe ridicolo immaginare don Giovanni battuto da don Ottavio. La locandina per la seconda rappresentazione, a Vienna. Dopo i primi due della serie di inutili tentativi con cui Leporello cerca di far ragionare don Giovanni, i due si imbattono nella temibile donna Elvira. La preminenza anche formale di donna Elvira su donna Anna è un fatto. Nel primo atto ha due arie, contro l’unica di donna Anna, e la sua estensione vocale arriva al si bemolle alto, contro il la di Anna; ed è sempre Elvira ad aprire i numeri in cui cantano tutte e due. Elvira è una dama di Burgos, sposata da don Giovanni è abbandonata dopo tre giorni, che ora sta dando la caccia al suo ex marito per strappargli il cuore (sic). Sebbene quest’Erinni vendicatrice sia stata definita addirittura antipatica da alcuni interpreti, è un personaggio fondamentale, caratterizzato da un dinamismo psicologico non inferiore a quello di don Giovanni e Leporello. Infuriata (giustamente) con don Giovanni, lo insulta, lo minaccia di morte e gli rende la vita impossibile, ma è chiaramente innamorata di lui, e, cosa molto interessante, prova per lui “pietà”. È questa una parola chiave del personaggio, usata, a partire dall’inizio del secondo atto, cinque volte, una per ogni scena in cui compare donna ...


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