Riassunto sirene PDF

Title Riassunto sirene
Author Vittoria Auriemma
Course Antropologia culturale
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Sirene. La seduzione dall'antichità ad oggi

ANTROPOLOGIA DEI SIMBOLI Si parla dell’incontro avvenuto tra Ulisse e le sirene, nell’Odissea. Si ha un “faccia a faccia” con l’eroe, un uomo capace di assumere mille forme, e le incantevoli seduttrici, cioè coloro che sono figlie del canto, dell’incanto. Il libro quindi prende come riferimento Ulisse e il suo viaggio oltre le sirene, l’autrice si chiede come sia avvenuto il passaggio da donna con le ali a donna con la coda di pesce (medioevo). Accosta le sirene alla figura di Adamo ed Eva, che presentarono il peccato originale mangiando la mela, frutto proibito, in quanto per le sirene è il sapere che loro posseggono. Le sirene nel corso del loro tempo, cambiano figura di generazione in generazione, ma cosa rappresentano? Queste vogliono rappresentare che nella cultura greca e latina, non si parla soltanto di seduzione che viene dal copro, ma di seduzione di conoscenza. La ragione della loro capacità di attrazione sta nel desiderio umano di sapere, sperimentare, conoscere, incontrare. Le sirene nel loro corso del tempo,cambiano forma,figura, ma non cambiano il loro nome. CAPITOLO 1 – Per i Greci le sirene sono “famose” per la loro voce, coloro che sono immortali, ma a tempo determinato = Se le ignori, non sopportando la sconfitta, si buttano in mare e si uccidono. Quindi se si riesce a sfuggire da loro, si determina la loro morte. Resistono al canto delle sirene:  Ulisse, facendosi legare all’albero maestro e riempiendo di cera le orecchie dei compagni, dettato dalla maga Circe. Orfeo, con la forza del contro-canto. Morendo, le sirene fondano le città (Partenope - Napoli), e nel Medioevo vi fu il passaggio dal canto – conoscenza, al corpo – seduzione. 1. LE SIRENE OMERICHE E LA RESISTENZA DI ULISSE Nel libro dell’Odissea vi furono due passi che parlano dell’esistenza delle sirene. Nel primo ci fu la maga Circe che volle avvisare Ulisse del pericolo che stava per affrontare. La voce delle sirene è all’origine del loro stesso nome, si forma a partire dal radicale semitico “sir” da cui provengono parole come canto, suono. La loro voce ha il potere di sedurre gli uomini; depistano l’eroe. Il canto di queste “donne a metà” è fatto sia di suono che di senso, cioè sia di significante che significato. Vennero chiamate “donne a metà” dalla rappresentazione di Ovidio in “La metamorfosi”, in quanto diceva che dalla vita in su hanno un aspetto di fanciulle, in giù di un uccello. Le sirene cantano cose sensate, però il contenuto è sconosciuto, neanche Omero lo sa, quindi non conosciamo la ragione per cui Ulisse voleva farsi slegare. Le sirene dicono di sapere cosa è accaduto sotto le mura di Troia, di conoscere il futuro. Queste non sono un’invenzione di Omero, già nell’ 11° secolo a Creta compaiono. La maga Circe aggiungeva anche che, colui che ascolta non fa ritorno a casa. Perde gli affetti della vita e la vita stessa. Adescati dal dolce canto i marinai, le sirene non dovevano fare nient’altro che continuare a cantare, e i marinai non riuscivano a svincolare da ciò, a fuggire, né ad uccidere. I cadaveri contribuiscono a rendere l’isola candida. Inoltre, la maga Circe, quasi sotto rassegnazione, dice a Ulisse “Odila tu se vuoi”, quasi come se leggesse nel pensiero dell’eroe, non gli dice di cambiare rotta. Sa che se non glielo fa fare, lo farò ugualmente ed è impreparato a morire, facendo in questo modo almeno se gli dice cosa fare lui non muore. Alla storia delle sirene si accostano numerose interpretazioni filosofiche:  Ovidio, le chiamerò dotte sirene, coloro che costituiscono il sapere universale.  Pitagora, vede le sirene come le Signore degli intervalli. Venivano viste dai pitagorici come figura sacra, rappresentavano l’origine di tutte le cose. Un triangolo perfetto che contiene il mondo intellettuale e materiale. Ci fu anche Calcide, che nella “Summa pitagorica” scrisse, l’oracolo di Delfi è la tetrade, l’armonia dove abitano le sirene. Quindi, pensa siano coloro che custodiscono il sapere della Tetrade, è contenuto che movimenta terra ed astri, ciò avviene in armonia quasi aritmetica e i segreti di questa armonia li hanno le sirene.  Platone, vede le sirene come divinità musicali. Le inserisce in un’immagine poetica per raccontare come funziona il mondo. Vede le sirene come necessità. In entrambe si tratta di una figura metaforica, che descrive un mondo invisibile, sono la chiave per spiegare il mondo. Ci sono otto sirene, ognuna sta in un cerchio e ruotano intorno al cosmo, stretto tra le ginocchia della dea necessità. Ogni sirena emette un suono e le 8 note creano un’armonia. Accanto alle sirene ci sono le Moire, vestite di bianco, cantano con loro. La dea necessità, le sirene e le moire, sono chiave della conoscenza del mondo e fanno sì che tutto sia armonioso e vado entro i limiti. Le sirene sono presenti ovunque, raffigurati su vasi, esistono anche le sirene funerarie che sono amiche degli uomini, hanno un viso dolce, pieno di lacrime, mani tra i capelli in segno di disperazione. Fanno le accompagnatrici del morto verso l’Ade. Quindi, le sirene non appaiono solo in modo negativo. 2.RESISTERE AL CANTO,OVVERO UCCIDERE LE SIRENE. Certa è l’esistenza dell’Iliade e Odissea, i poemi omerici era onnipresenti. Dal quarto secolo in poi vicino agli scritti iniziarono ad accostarsi anche le immagini, ed è per questo che alle idee si arriva ad avere le leggende, una sorta di interpretazione di ciò che leggiamo. Se la storia è univoca, il mito è plurale. Il mito invece non ha limiti. La storia non va interpretata, in mito si e nel tempo subisce varie interpretazioni. A raccogliere questa idea fu Licrofone in “Alessandra”, 4° secolo, dove racconta cosa succede alle sirene dopo che Ulisse si

allontana vittorioso dalla loro isola. Non appena le sirene si accorsero di essere state beffate dall’eroe greco, compirono il KATAPONTISMOS, cioè un salto in mare che conduce alla morte per acqua. In questo racconto, vi furono tre sirene, non due come nell’Odissea, ed Ulisse in questo racconto è il carnefice. La prima sirena approda a Falero, Napoli, dove i suoi abitanti seppelliscono il corpo nel porto dove oggi sorge Castel dell’Ovo.  La seconda, Licosa, approda presso la città greca di Poseidonia.  La terza sirena, Lighea, approda in Calabria. A Napoli, ai tempi, il comandante della flotta dell’Attica (Cuma), inaugura per la sirena Partenope una fiaccolata. Questa ha fondato due volte le città, quando fu distrutta la prima Partenope, fonda Napolis. I napoletani, i partenopei, prendono la sirena come SIMBOLO DELLA CITTA’, coniano la moneta con la sua faccia da un lato e dall’altro quella di Acheloo. Quindi, il brano di Licrofone mescola racconti mitici con avvenimenti storici allo scopo politico di ribadire tramite Diotimos, cioè il comandante della flotta dell’Attica, la supremazia di Atene sul Mar Tirreno, che veniva considerato a tutti gli effetti lo scenario del villaggio di ritorno di Ulisse. 3.IL SUICIDIO DELLE SIRENE Successivamente si parla del suicidio delle sirene, questo venne rappresentato sul celebre “stamnos” (vaso) ritrovato nel 480 – 470 a. C. L’incontro fatale tra l’eroe e le sirene è sintetizzato in nove figure e qui vi sono tre sirene:  La prima è imbozzolata tra le ali, come avvolta in un mantello di piccole piume che termina in una cosa. La testa di donna mostra il tipico naso greco, ha una frangetta di riccioli scuri mantenuta da una coroncina. Un ricciolo scende davanti all’orecchio e si poggia sulla spalla. Gli occhi fissano l’eroe, come gli occhi di una civetta nella notte. La bocca è aperta, canta. Le zampe alla roccia bianca bilanciano il corpo propenso in avanti.  La seconda sirena, si trova anch’essa su uno scoglio di fronte e canta. Gli occhi erano fissi sull’eroe, ma meno attenti, perché l’eroe in questo caso si trovava di spalle. Aveva le ali aperte, il corpo scoperto, la coda all’indietro e il petto svuotato di fiato. Le zampe sembravano sul punto di scivolare dalla roccia.  La terza sirena, compì il gesto estremo. Viene raffigurata a testa in giù, che scende verso il mare. Il dorso è girato verso l’eroe, che non la degna di uno sguardo. Le ali sono aperte all’indietro, come un ventaglio. La bocca è schiusa, incamera aria. La creatura sembra avere paura e chiude gli occhi. Il canto è finito. 4. NELLE “ARGONAUTICHE”: LA RESISTENZA DI ORFEO Nell’opera Argonautiche – canto di Orfeo, di Aponinio Rodio. Vede Giosone sul viaggio al ritorno scontrare le sirene. Apollonio ci racconta le loro origini. Sono figlie di Acheloo, al servizio di Persefone, ella viene rapita e le tre fanciulle chiedono agli dei di poter avere le ali per cercare la loro amata amica, soltanto che non la trovarono e rimangono per sempre con le ali sugli scogli appollaiate a cantare. Nel poema si racconta Orfeo: Il canto vivace di Orfeo, l’uomo che comanda la natura, riesce a competere con la voce delle creature. Il suo suono ridondante ottura le orecchie dei compagni, che pensavano di aver superato il pericolo, quando invece si accorgono che un loro compagno, Bruto, stava nuotando verso la loro direzione. Questo viene però salvato dalla dea Afrodite e così le sirene si suicidano. Anche qui, c’è il suicidio delle sirene, l’opera è molto simile a quella di Ulisse e ci fa pensare che fosse la stessa nave e che le sirene siano morte solo una volta. 5. PARTENOPE,LA SIRENA CHE FONDò NAPOLI Partenope quando morì,sconfitta da Ulisse,Venne trasportata dalle onde fino alla costa campana dove gli abitanti le dedicano un culto. Partenope su la fondatrice della città di Napoli,la quale ha portato il canto che ha caratterizzato la città ancora oggi. Essa viene raffigurata in vari luoghi: al TEATRO DI SAN CARLO o in PIAZZA SANNAZZARO. Il sepolcro più antico della sirena fu l'isolotto di megaride spostato al centro della Neapolis. Durante gli anni partenope è stata rappresentata in vari modi per far capire,come scrive Matilde Serao,che ella non è morta vive ed è la luce della nostra città piena di passione. Ci sono state molte storie sulla fondazione di Napoli, una viene da Lutazio Dafnide,il quale racconta che la città di Napoli viene fondata da un gruppo di coloni greci provenienti da Calcide,i quali dopo aver fondato Cuma si erano allontanati dai loro cittadini per creare una nuova città,intitolandola a Partenope,venerata prima del loro arrivo. I cumani preoccupati della nuova città e di qualche concorrenza scacciarono i vecchi cittadini,ciò però non poteva non infastidire la sirena,infatti poco dopo ci fu una pestilenza sulla polis cumana. Più tardi si costruì un oracolo per ricostruire las città e i culti dedicati a partenope. Cuma fonda l'URBS, la cosiddetta Neapolis. Cuma però perde di significato superata dalla nuova città nella Magna Grecia. Ciò che rimane intatto è il nome degli abitanti “PARTENOPEI” il quale rimane intatto nella storia a differenza di altre città italiane che si identificano con il nome del patrono. I napoletani,però,non si identificano con il nome del patrono “San Gennaro” perché rimane ancora oggi un culto cristiano. 6.PARTENOPE ALL'OPERA Durante gli anni l'identità di Partenope è cambiata, ma nonostante ciò il racconto della Napoli incantatrice non viene interrotto. All'inizio del 600 Antonio Giovanni Summonte scrive nella HISTORIA DELLA CITT À e REGNO DI NAPOLI che Partenope era solo una donna che proveniva da una famiglia nobile di ecisti,i quali erano fondatori di città e per tale motivo anch'essa fondò Napoli. La interpreta come una regina,poichè secondo Summonte la figura della donna-uccello era solamente un errore degli antichi che non avendo conoscenza e ragione dovevano solo parlare di figure. Tale comportamento è stato seguito dai poeti, i quali usavano la figura della donna- uccello e il suo canto come un'immagine che suscitato fascino come lo stesso Golfo di Napoli affascina i visitatori solo a guardarlo. Quindi secondo Summonte Partenope viene vista in due

modi: da un lato come una donna dalla nobile stirpe e dall'altra come una figura mitica. 7. DAL CANTO AL CORPO: SIRENE CRISTIANE Alla fine del 500 la chiesa cristiana prova a sostituire Partenope con Santa Patrizia, figlia di Imprenditore cristiano e Sant’Elena. Però solo nel medioevo si erano identificate da Proclo tre tipi di sirene di cui però non sappiamo la forma originaria del corpo; egli le divide in: -SIRENE CELESTI sotto il dominio di Zeus -SIRENE PURIFICATRICI sotto il dominio di Ade -SIRENE TENTATRICI sotto il dominio di Poseidone,il quale solo da quest'ultimo si riconosce ila funzione simbolica della seduzione. Nonostante non si conoscessero i corpi i primi a parlare dei veri corpi della sirene furono appunto i medioevali i quali si ritrovano di fronte ad una duplice forma: un a è quella legata all'acqua con la donna-uccello,l'altra è legata ad Adelmo il quale vede le sirene con forma di pesce. Si dice che le figlie di Acheloo siano diventate pese dal momento in cui Ulisse non venne trasportato dal loro canto,quindi dovettero per forza gettarsi in mare diventando così sirene pesce. CAPITOLO 2 – Quando parliamo delle sirene pesce subito pensiamo all’epoca medioevale è poichè in quell'epoca vi era la figura delle “donne cadute” e l’influenza del nord Europa. Vi è l’influenza della Dea “Siria”, la quale era vista come un'unione tra le sirene-uccello e quello con coda di pesce. Si dice che il padre di queste creature sia Acheloo,dio del fiume,mentre il ruolo materno viene rappresentato da tre figure: una musa,una donna e la madre terra,le quali sono nipoti di Zeus e di Mnemosine. Zeus è il padre di tutti gli dei mentre ella è la personificazione divinizzata della memoria. Oltre a questa discendenza le sirene ne hanno un'altra raccontata da Apollodoro il quale ci racconta che il padre Acheloo viene affiancato da Sterope,il quale nome era attribuito a personaggi femminili. Esiodo racconta Strope aveva due sorelle,con le quali aveva imparato le arti delle muse con le ninfe rifiutando i doni di Afrodite. Sterope quindi aveva già dato inizio alla seduzione,al canto e alla bellezza delle sirene. Un'altra discendenza fu quella che la madre delle sirene fosse stata Gea,la quale distanzia il legame delle sirene con l'acqua,il canto,i ricordi ecc.. Euripide nel 4° secolo nella sua opera “L’Elena” fa apparire le sirene, siamo alla contesa tra Achei e Troiani in cui Elena è considerata la causa della guerra di Troia e delle sventure. In realtà Euripide dice che Elena non si recò mai a Troia, perché era in Egitto, mentre una donna uguale a lei prende il suo posto a sua insaputa. Questo poi fu riferito ad Elena,vuole raggiungere la Grecia per risolvere il problema,nonostante la odiassero tutti. Intanto in Egitto si era fatta una vita con un uomo che le permette di andare lì solo per far finta che Menelao fosse morto e lui dovesse salutarlo rendendogli onore. Il Re d’Egitto accetta, lei fa tutti i rituali per apparire vedova. Sale poi sulla nave invocando le sirene alate, quelle funesti,rappresentate come figlie di Gea. Si dice che Acheloo fosse il dio del fiume perché nel 4° secolo D.C si racconta che Ercole doveva sposare una Deianira,figlia di Oineo, di cui però si innamora anche il fiume Acheloo,però il padre della fanciulla decise di creare uno scontro per avere la ragazza. Lo scontro però fu finto da Ercole poiché sottrasse un corno dall'acqua e il sangue che scorreva nel fiume venne così accolto da Gea e ne nacquero così le sirene. Il fiume Acheloo era infatti molto importante per i Greci a causa della sua abbondanza d'acqua. Sofocle parla delle sirene anche come figlie di Forco, figlio di mare e terra. Si dice che Forco sia padre solo di una serie di mostri dagli accoppiamenti incesti con le sorelle. Infatti le sirene essendo loro figlie fanno parte di questa serie di mostri perdendo la loro sensualità e seduzione. Da questa paternità possiamo anche ricavare il tema del rumore delle onde il quale lo riprenderà Carlo Celano il quale fa discendere il nome “sirena”.Dalle penne alle pinne, il passaggio da uccelli a pesci avvenne in modo graduale, abbellendo le sirene e facendole diventare fanciulle. Ci furono tre reperti che dimostrano le influenze da cui le sirene nascono:  in Grecia - ciotola di Megaride, ad Atene. Su cui è raffigurato l’incontro tra Ulisse e le sirene che hanno la coda di pesce. Lui è sulla zattera legato all'albero maestro mentre il timoniere dirige la nave. Dal movimento che fanno sirene,appoggiano le braccia alla nave ed essere graziose,ci fa capire che non sono esseri mostruosi ma al contrario sono dotate di bellezza e seduzione,ed è per questo motivo che Ulisse viene attaccato all'albero maestro della nave.  in gran Bretagna - Lampada romana, Royal Museum, al centro Ulisse occupa tutta la scena, a poppa c’è il timone, a prua i marinai con le orecchie coperte,mentre la vela è sgonfia a causa dell'ipnosi delle sirene. Notiamo che la sirena aveva le mani e la coda sulla nave. Da questo comportamento Ulisse appare incuriosito poiché non è solo la voce delle sirene a colpire, ma anche la loro bellezza, poiché appaiono seminude. Queste hanno un aspetto più piacente. Mentre prima ci si basava sulla voce, ora il fisico porta alla seduzione, si pensi infatti che è proprio il passaggio da uccello a pesce a renderle seduttrici e non vocaliche. In questa lampada le sirene sono viste da tutti, non solo da Ulisse che le ascolta.  Nel terzo reparto abbiamo come una congiunzione tra le sirene con la coda di pesce e quelle con la coda di uccello. Vi sono alcuni reperti archeologici che vengono illustrati,spiegando le varie forme e i vari comportamenti delle sirene. Una prima illustrazione è l’anello di congiunzione fra le sirene alate e quelle con le pinne,in cui è rappresentata una sirena proveniente dalla zona del nord del mar nero,con un viso umano,sereno,i capelli ricci e dorati che cadono sulle spalle,e le mani tengono le ali. Nella stessa immagine vengono anche raffigurate una sfinge e un vaso colorato a forma di Sirena,sulla testa ha una corona di fiori e la coda si allunga dietro le zampe. Al sfinge ha il viso ovale,petto nudo e prosperoso. Quindi in sostanza sappiamo che il Mar nero ha dato una testimonianza sulla sovrapposizione delle immagini delle due sirene,quelle con le ali e quelle con le pinne. Ovviamente ci sono stati altri reperti che hanno mostrato il passaggio dalle sirene uccello a quelle di pesce,infatti possiamo descrivere il reperto in cui la sirena canta la

nascita di Elena. In cui si nota Leda che è in compagnia di suo marito Tindaro,re di Sparta,che assistono all’apertura dell’uovo in cui esce Elena,la madre è menzionata mentre il padre é perplesso da una tale bellezza di un corpo metà uccello e metà umano. Con la mano sinistra regge un timpano da menade mentre nella destra un contenitore con una colomba. Il tema centrale è quello della seduzione nei suoi molteplici aspetti. Infatti vengono raffigurate Afrodite dea dell’amore,che in uno scontro con era e Atena bisognava scoprire chi era più bella tra loro,quindi paride gli promette di assegnare a lei il ruolo della più bella in cambio di Elena,vediamo poi anche Zeus e Dioniso,quindi possiamo notare che è un’illustrazione di seduzione a tutti gli effetti. Un’altra illustrazione nel quale vengono citate le sirene è il vaso in cui Ulisse ascolta il canto delle sirene. In questo caso l’eroe è attaccato all’albero maestro mentre guarda nel palmo delle sue mani. Ci sono due sirene alate sospese che lo sollecitano suonando la lira e il timpano,i compagni di Ulisse tentano di sfuggire velocemente alla seduzione,due di loro alzano lo sguardo ma sembra che non vedano le sirene,come se fossero ciechi. Una di queste due ha il seno nudo,un’altra è di spalle e indossa un corpetto rosso,ha un’aria umana. In sostanza le sirene tentano di ammaliare Ulisse con il loro canto. Un’altra rappresentazione è Ulisse che viene incantato dalle sirene in cui i marinai cercano di remare dalla parte opposta del canto. Ci sono 3 sirene con le zampe nere,ma hanno un viso grazioso,una suona il flauto,una è seduta e l’altra canta,così da incarnare profondamente il suono. Esistono,però,ancora altri tipi di sirene come per esempio le sirene funerarie le quali vengono rappresentati con artigli,e con aria triste e capelli arruffati dovuti alla disperazione. 3. LA PRIMA DONNA-PESCE VIENE DALLA SYRIA. La prima donna pesce della Siria – Hierapolis, luogo della Siria da dove la...


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