Schema sul bilancio con dati a scelta - economia aziendale anno 5 AFM PDF

Title Schema sul bilancio con dati a scelta - economia aziendale anno 5 AFM
Course Economia Aziendale
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Schema di possibili modi per redigere un bilancio con dati a scelta (utile per la seconda prova dell'Esame di Stato per l'indirizzo AFM)...


Description

IL BILANCIO CON DATI A SCELTA Iniziare dall’anno di cui abbiamo un maggior numero di informazioni. Prestare attenzione ad eventuali piani di marketing proposti e all’eventuale loro realizzazione. La traccia ci fornisce alcuni vincoli e indici come: 

Margine di struttura (positivo o negativo)  CAPITALE PROPRIO – IMMOBILIZZAZIONI



Patrimonio circolante netto (positivo o negativo)  ATTIVO CORRENTE – PASSIVO CORRENTE



UTILE (perdita) D’ESERCIZIO



Valore dei RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI



DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE



Numero e valore delle azioni che formano il CAPITALE SOCIALE In questo caso potrebbe essere necessario dare un valore preciso alle RISERVE, il cui totale può essere vicino al capitale sociale, anche se generalmente tende ad essere del 50%. Bisogna fare considerazioni sulla vita dell’azienda perché minore è la vita e minori sono le riserve accantonate. Totale impiegh i Capitale proprio



Leverage 



ROE



RIGIDITÀ DEGLI IMPIEGHI 



INDICE DI ROTAZIONE DELL’ATTIVO CORRENTE 

Risultato economico % Capitale proprio attivoimmobilizzato totale impieghi

%

ricavidi vendita attivo corrente

Conoscendo uno dei valori solo dei valori che formano gli indici è possibile, attraverso formule inverse, ricavare tutti gli altri. Tra i primi valori cerco di determinare l’UTILE D’ESERCIZIO per metterlo subito nel Conto economico e per determinare il RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE e le IMPOSTE DELL’ESERCIZIO. Dal ROE è possibile determinare l’importo del CAPITALE PROPRIO (capitale sociale + riserve). Capitale sociale  di solito l’80% del capitale proprio Riserve  di solito il 20% del capitale proprio

Suddivisione delle riserve:  Riserva legale  1/5 del totale riserve  Riserva statutaria 2/5 del totale riserve  Riserva straordinaria 2/5 de totale riserve (assicurarsi sempre che la RISERVA LEGALE non superi il 20% del capitale sociale). Nel caso di PERDITA D’ESERCIZIO le riserve devono essere utilizzate per coprirla. Si utilizzano per prime le riserve più alte (fino alla chiusura) e poi si procede con l’utilizzo di quelle più basse. Risultato aperativo % (il risultato operativo corrisponde ad A-B solo se non Totaleimpieghi abbiamo plusvalenze e minusvalenze). Di solito il ROI supera il ROE di 2 punti percentuali. Conviene sempre verificare l’uguaglianza  ROI = ROS * rotazione degli impieghi Si ipotizza il ROI 

Oneri finanziari . Capitale didebito Se ROI > ROD significa che conviene continuare l’attività aziendale. Se ROI < ROD è bene aumentare il carico fiscale per far diminuire gli oneri finanziari. Carico fiscale  si può portare anche al 45% perché l’azienda ha sostenuto molti costi non deducibili, tra i quali ad esempio degli ammortamenti che superano il limite fiscale.

Quando si ipotizza il ROI è consigliabile fare la prova del ROD 

Ricavi di vendita (se si conosce il totale degli Totaleimpieghi impieghi si può determinare il valore dei ricavi di vendita). Se l’impresa è rigida 1 o 2, se è elastica anche 3 o 4. Impresa industriale pesante: anche attivi. Possono tranquillamente essere uguali tra un anno e l’altro. Si aggirano intorno a 15.000/20.000 euro.

PASSIVO Il totale attivo (TOTALE FONTI) corrisponde ovviamente al TOTALE IMPIEGHI determinato con il leverage o con altri indici di bilancio.

A) PATRIMONIO NETTO I.

Capitale Lo determino in base al CAPITALE PROPRIO (di cui è circa i ¾ ). Quando si aumenta il CAPITALE SOCIALE e questo non supera i 400.000 è quasi sempre conveniente raddoppiarlo (o circa) perché i costi sono di solito molto elevati. Se aumenta cerco di metterci un SOPRAPPREZZO (0,50 euro vanno bene) e formo la RISERVA

II.

Riserva da soprapprezzo delle azioni Esiste se vengono emesse azioni sopra la pari

III. IV.

Riserva di rivalutazione Riserva legale

V. VI. VII. VIII. IX.

Riserve statutarie Altre riserve distintamente indicate (es. STRAORDINARIA) Riserva per operazioni dei flussi finanziari attesi Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) d’esercizio Generalmente si ricava dal ROE

X.

redditod ' esercizio capitale proprio

Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio

B) FONDI PER RISCHI E ONERI Evitare di mettere 0 se si mette già 0 nei debiti per TFR. il valore del fondo varia in base alle dimensioni dell’azienda. Piccole dimensioni  10.000/20.000 euro Grandi dimensioni  90.000/100.000 euro È importante rispettare gli accantonamenti che emergono dal Conto economico, quindi si stabilisce una quota fissa da accantonare ogni anno. 1) Per trattamento di quiescenza e obblighi simili 2) Per imposte, anche differite 3) Strumenti finanziari derivati passivi 4) Altri Per gli accantonamenti per le manutenzioni programmate

C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Più di 50 dipendenti  è la situazione migliore perché non devo creare il fondo Meno di 50 dipendenti  più complesso TFR dell’anno = n. di dipendenti * mensilità media TFR annuo∗anni di attività aziendale DEBITI PER TFR = 2 Il 2 a denominatore indica una media aritmetica

D) DEBITI il totale dei debiti si determina sempre per differenza. TOTALE FONTI – PATRIMONIO NETTO – FONDI RISCHI E ONERI – RATEI E RISCONTI. 1) Obbligazioni

Metterli solo se imposti dai vincoli. Importo: almeno 1.000.000 euro Il prestito obbligazionario può arrivare fino al doppio del capitale sociale 2) Obbligazioni convertibili 3) Debiti verso soci per finanziamenti 4) Debiti verso banche Di solito ¼ del totale dei debiti, ma si determina per differenza. Si può spiegare che si tratta di un MUTUO PASSIVO da rimborsare a quote costanti. Si deve specificare la parte di debito esigibile nell’esercizio successivo. A breve  quota costante da rimborsare nell’esercizio successivo A lungo  il resto Il valore di n-1 si determina aggiungendo a quello di n la quota rimborsata. 5) Debiti verso altri finanziatori 6) Acconti 7) Debiti verso fornitori Si può ipotizzare un INDICE DI ROTAZIONE DEI DEBITI COMMERCIALI  ( acquisti+ servizi ) +IVA = giorni di dilazione. debiti v/fornitori È bene che i giorni di dilazione sugli acquisti siano superiori a quelli sulle vendite (es. 90 giorni). Conoscendo i giorni di dilazione si determina quante volte in un anno bisogna pagare. Dividendo (acquisti + servizi) + IVA e dividendo per le volte in cui si paga si determina il valore dei debiti v/fornitori da iscrivere nello Stato patrimoniale. Specificare se una parte è esigibile nell’esercizio successivo (ma possono anche essere tutti a breve). 8) Debiti rappresentanti da titoli di credito debiti verso imprese controllate 9) Debiti verso imprese controllate 10) Debiti verso imprese collegate 11) Debiti verso controllanti 11 bis) debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti 12) debiti tributari Debiti IVA Calcolare l’IVA a credito sugli acquisti, sui servizi e su eventuali canoni di leasing. Calcolare l’IVA a debito sulle vendite. Fare la differenza DEBITO – CREDITO. Se emerge un debito si divide per 12 e il risultato si iscrive in Stato patrimoniale.

Debiti per ritenute sulle buste paga Si considera l’IRPEF delle ultime due mensilità con aliquota media del 27% (2 * mensilità media * n. dipendenti) * 27%. Debiti per imposte Circa il 10% del valore delle imposte iscritto in Conto economico. Debiti per ritenute da versare Per differenza, cercando di arrotondare. 13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale si considerano i contributi (circa il 45%) a carico dell’impresa e dei dipendenti per Dicembre e per la tredicesima. (2 * mensilità media * n. dipendenti) * 45% 14) altri debiti

E) RATEI E RISCONTI Generalmente maggiori di quelli attivi. Se ci sono particolari operazioni che li modificano si può evitare di rispettare la regola passivi > attivi. Possono tranquillamente essere uguali tra un anno e l’altro. Si aggirano intorno ai 20.000/25.000 euro....


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