Secondo Capitolo - Riassunto Nati sotto il segno dei libri: il bambino lettore nei prime mille giorni di vita PDF

Title Secondo Capitolo - Riassunto Nati sotto il segno dei libri: il bambino lettore nei prime mille giorni di vita
Author Lucrezia Offidani
Course Letteratura per l'infanzia
Institution Università degli Studi di Macerata
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SECONDO CAPITOLO – CHI RISPECCHIA CHI? I NEURONI SPECCHIO E LA LETTURA A seguito della scoperta dei neuroni specchio, si è sviluppato un campo di analisi e di ricerca su un particolare tipo di cellule cerebrali, i neuroni della lettura. Stanislas Dehaene, docente di psicologia cognitiva sperimentale al College de France dimostra che “il nostro cervello non è fatto per la lettura, ma che in un modo o nell’altro vi si riconverte”. Il cervello non nasce con la capacità di leggere, non è predisposto per la lettura, ma riesce ad adattarsi ad essa. Dehaene postula una sorta di “riciclaggio neuronale”, che avrebbe riconvertito per nuovi usi neuroni in precedenza deputati ad altre funzioni. I circuiti corticali del bambino, originariamente destinati al riconoscimento degli oggetti, si “riciclano” per decifrare i diversi caratteri usati per scrivere. Negli individui una sola regione cerebrale, quella occipitale temporale sinistra impara a riconoscere le forme visive delle parole. Tale area cerebrale svolge un ruolo determinante e universale nel riconoscimento delle parole scritte. Se da un lato l’apprendimento della lettura comporta l’arricchimento del codice fonologico e migliora la memoria, dall’altro il riciclaggio neuronale provoca la perdita di alcune capacità cognitive possedute dai nostri antenati e la perdita di talenti visivi dei quali ora ignoriamo perfino l’esistenza. Dehaene ha dimostrato che il cervello del bambino fino a 5-6 anni non è pronto e non possiede le competenze necessarie per decodificare i segni verbali e i fonemi. La psicologia cognitiva è contraria all’idea di insegnare la lettura con un metodo globale o ideovisivo perché non corrisponde al modo con cui il nostro cervello riconosce le parole. Occorre spiegare al bambino che ogni suono ha il suo “vestito”, la lettera o il gruppo di lettere, come i grafemi. I neuroni specchio sono stati scoperti nel 1996 da un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma guidato da Giacomo Rizzolatti. Scoprirono nelle scimmie la presenza di una speciale classe di neuroni, nella corteccia prefrontale e parietale posteriore del cervello, che si attivavano sia durante l’esecuzione di alcuni semplici gesti della mano eseguiti da una scimmia, sia alla vista della stessa azione compiuta da un altro soggetto, come lo sperimentatore. Successivamente lo studio venne esteso all’uomo, trovando numerose conferme sperimentali. I neuroni specchio entrano in funzione anche quando semplicemente udiamo il racconto o immaginiamo una data azione. Si può facilmente immaginare la particolare importanza giocata dai neuroni specchio nello sviluppo psicofisico del bambino. Ad esempio, è grazie al sistema di rispecchiamento, che non richiede nessuna elaborazione concettuale, che il bimbo è in grado di distinguere nell’espressione di un volto le emozioni e le intenzioni. Tali scoperte hanno contribuito a mettere in discussione la tradizionale concezione dei processi mentali e cognitivi prevalsa fino al recente passato, che prevedeva la netta separazione tra le aree sensoriali del cervello preposte alla decodifica degli stimoli sensoriali visivi, somatosensitivi e uditivi, e le aree motorie preposte all’organizzazione dei movimenti. La lettura di un libro ormai non può più prescindere dalle scoperte sui neuroni specchio e sui neuroni della lettura....


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