Tesina Sociologia su Nicklas Luhmann PDF

Title Tesina Sociologia su Nicklas Luhmann
Author Alessia Forfori
Course Pedagogia sociale
Institution Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium
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Summary

la tesina tratta degli aspetti principlai della vita e del pensiero di Luhmann collegandolo anche agli autori che lo hanno sostenuto e contraddetto per introdurre ad un'analisi critica del suo punto di vista....


Description

Università SED Corso di laurea triennale Scienze dell’educazione AA 2017/2018 Tesina di sociologia: Nicklas Luhmann

Forfori Alessia

INDICE

pag. 2

-INTRODUZIONE

-BIOGRAFIA DELL’AUTORE

pag. 3

-PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL SUO PENSIERO

pag. 4

-CONFRONTI CON SCUOLE E AUTORI CONTEMPORANEI

pag. 7

-PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA DEL SUO PENSIERO

pag. 9

-CONCLUSIONI

pag. 11

-BIBLIOFRAFIA

pag. 13

-INTRODUZIONE

1

Nel seguente elaborato viene approfondita la teoria sistemica di NicklasLuhmann(1927-1998), partendo dalla sua biografia per ambientarlo come personaggio storico-sociale e capire così la sua formazione e le sue esperienze. La sua teoria è basata principalmente su 4 dei concetti principali: -

Ambiente: inteso come tutto ciò che non fa parte del sistema Senso: principio attraverso il quale gli individui danno significati agli eventi e agli oggetti di cui fanno eesperienza e metodo attraverso cui risolvere la complessità della società Complessità: principio per il quale la società sarebbe complessa nel suo complesso per essere compresa così com’è Sistema:effettiva selezione e realizzazione di determinate possibilità).

Secondo la teoria dell’interazionismo simbolico, gli esseri umani agiscono nei confronti delle cose sulla base dei significati che tali cose hanno per loro; il significato di tali cose è derivato dall’interazione sociale che il singolo ha con i suoi simili o sorge da essa. Questi significati sono elaborati e trasformati in un processo interpercettivo messo in atto da una persona nell’affrontare le cose in cui s’imbatte. La teoria generale dei sistemi nasce con Parsons: sostiene che il sistema è più che la somma delle parti; ogni sistema per sopravvivere è obbligato a rispondere a dei bisogni e mettere in gioco delle funzioni per soddisfare tali bisogni poiché l’adattamento all’ambiente circostante, il conseguimento degli scopi, l’integrazione, la latenza sono le cose che muovono il soggetto agente. Il primo bisogno p quello di adattare il sistema con l’ambiente esterno alla velocità del mondo esterno per ottenere degli obiettivi che ci mettono in relazione con esso: nasce così la dimensione economica come compito di far circolare strumenti pratici utili alla sopravvivenza del sistema mentre la politica si occupa di problemi esterni. Il sistema sopravvive grazie all’aspetto economico e politico per raggiungere obiettivi alti. Per un sociologo la domanda fondamentale diventa dove fermarsi, vista la discontinuità tra micro e macro attraverso lo studio degli atti sociali: l’atto comprende l’attore, la teleologia dell’atto e una situazione di partenza nel quale l’attore è immerso e che fornisce mezzi, opportunità e condizioni. Parsons passa così dallo studio del funzionalismo in senso stretto a occuparsi dell’uomo come essere sociale, aprendo strade nuove per la lettura dei nostri atteggiamenti in funzione degli altri. Luhmann sviluppa così a parlare di contingenza, nel senso che ogni azione comporta sempre un rischio nel mettersi in gioco, e di doppia contingenza nel senso che quando le azioni di un soggetto sono dirette a un altro, il primo deve tener presente che ha a che fare non solo con le proprie aspettative ma pure con le aspettative dell’altro: in questo senso si può parlare anche di aspettative delle aspettative nel senso che ci si attende che l’atro si attenda uno specifico comportamento da parte nostra. Il rischio di fallimento dell’azione dipende anche dal fatto che alter sceglie a sua volta e può anche scegliere in modo diverso da quello dell’ego( concetti che saranno spiegati in seguito). Possiamo parlare di “soggetto” solo sulla base di un precostituito concetto di senso: l’autore in questione non nega che per la costituzione del senso sia necessario un sistema psichico ma afferma che esso non è più necessario di un sistema sociale. Distingue all’interno del sistema della società alcuni fondamentali sottosistemi ed ognuno di questi ha un determinato strumento di comunicazione: Economia  denaroFamiglia  amoreScienza  veritàPolitica  potere Tutto questo parte per Luhmann da una generale evoluzione.

-BIOGRAFIA AUTORE 2

NiklasLuhmann nato a Lüneburg, in Bassa Sassonia nel 1927, ha studiato legge a Friburgo in Brisgovia, dopo essere stato arrestato durante la seconda guerra mondiale per essere un membro della Luftwaffe,che ha terminato nel 1949; nel 1954 diventa un funzionario pubblico e viaggia negli Stati Uniti(1961) dove inizia a studiare sociologia come studente di Talcott Parsons a Boston, presso l’università di Harvard. Questi anni hanno influenzato molto il suo modo di pensare: nel 1965 entra all’università di Münster dove finisce con lo studiare sociologia politica; nel 1968 si stabilisce a Bielefeld, dove inizia a lavorare come professore di università, ruolo che resterà della sua carriera fino al 1993 . In occasione del XVI Congresso tedesco di sociologia inizia un intenso dibattito teorico con JürgenHabermas; nel 1986 pubblica "ÖkologischeKommunikation, Kann die moderne GesellschaftsichaufökologischeGefährdungeneinstellen?"; entra a far parte della rivista ZeitschriftfürSoziologie (Stoccarda) come montatore e ottiene il premio Hegel nel 1988; nel 1997 riceve il premio europeo Amalfi di sociologia e scienze sociali da Die GesellschaftderGesellschaft. La sua teoria non ha avuto molto impatto sulla sociologia americana, ma è stata presa in considerazione con un grande impatto in Germania, Giappone ed Europa orientale( Russia inclusa) perché la traduzione del suo lavoro è stata un compito difficile per la sua scrittura molto complessa che pone una sfida per tutti i lettori di lingua tedesca e per i sociologi in generale; è ben noto in Nord America per il suo dibattito con il teorico critico JürgenHabermas sulle potenzialità della teoria dei sistemi sociali. Ha scritto diversi libri su vari argomenti tra i quali legge, economia, politica, arte, religione, ecologia, mezzi di comunicazione e amore. Ha una preparazione filosofica eha prestato una certa attenzione ai problemi teorico-epistemologici della sua disciplina. Il suo pensiero si può considerare come uno sviluppo del pensiero di Parsons: si è sforzato di sviluppare prospettive metodologiche nuove nel tentativo di far corrispondere alla complessità sempre maggiore e variabilità delle società moderne. È stato uno dei protagonisti più autorevoli e originali del pensiero sociologico tedesco contemporaneo. Morì nel 1998 all’età di 71 anni -PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL SUO PENSIERO 3

Luhmann elabora la sua teoria abbandonando il casualismo ontologico poiché pensa che non si possa spiegare un fenomeno sociale in base a un rapporto causa-effetto perché si finirebbe per cadere in una concezione deterministica o ontologico-metafisica dell’ordine sociale essendo, i sistemi sociali senza nessuna causa o pluralità di cause e produce un solo effetto. Afferma con Parsons che i fenomeni sociali vanno studiati in rapporto con la funzione che essi svolgono per il mantenimento del sistema: è il più grande teorico dei sistemi e, in generale, si può considerare uno sviluppo del pensiero di Parsons poiché lui sosteneva che quello che manca alle scienze sociali moderne è la comprensione del fenomeno sociale nelle sue determinazioni più generali. Vuole capire quali sono le funzioni svolte dalle determinate strutture nel tentativo di mantenersi in equilibrio con l’ambiente, in particolare distingue tra: -

Mondo: come molteplicità e complessità del reale

-

Ambiente: come la delimitazione delle possibilità concretizzabili che si danno in una particolare situazione

-

Sistema: intende un gruppo con la sua organizzazione e la sua persistenza nel tempo come effettiva selezione e realizzazione di determinate possibilità poiché il mondo si pone come infinita complessità è impossibile orientarsi in esso senza una: 1) riduzione della complessità che costituisce il concetto centrale di tutta la teorizzazione e accanto al quale si sviluppa pure quello di una contingenza nel senso che l’azione comporta sempre un rischio che si attuino possibilità diverse da quelle previste; 2) quello di doppia contingenza nel senso che quando le azioni di un soggetto sono dirette a un altro soggetto, il primo deve tener presente che ha a che fare con le proprie aspettative e con quelle dell’altro: in questo senso si può parlare anche di aspettative delle aspettative, ci si attende che l’altro si attenda uno specifico comportamento da parte nostra. Inoltre il rischio di fallimento della propria azione dipende anche dal fatto

4

che Alter

faccia

scelte

che

possono

essere

diverse

da

quelle

dell’Ego.

La società nel suo complesso tende a differenziarsi in una serie di sistemi particolari: con l’evoluzione tende a diventare sempre più complessa e, proprio quella maggiore complessità, implica la formazione di sistemi differenziati al suo interno nei quali la legittimità è garantita dal rispetto di determinate procedure. Distingue all’interno della società alcuni fondamentali sottosistemi, ognuno con un determinato strumento di comunicazione: l’economia ha come strumento il denaro, la famiglia l’amore, la scienza la verità, la politica il potere. Tutti i sistemi si situano in un ambiente complesso e multidimensionale con il quale devono fare i conti per poter sopravvivere: considera ambiente tutto ciò che non fa parte del sistema.L’ambiente può essere percepito dal sistema solo per un effetto di risonanza, cioè di disturbo della comunicazione: senza comunicazione non esiste nessuna forma di sistema sociale. È caratterizzato da tre dimensioni fondamentali( quella temporale, materiale e simbolica) attraverso un codice binario per ogni punto; Luhmann concepisce la realtà sociale come un intreccio di mere correlazioni tra sistema e ambiente, il cui gioco, progressivamente sempre più complesso, resta aperto a possibilità infinite; sostiene che nelle moderne società differenziali e complesse i veri protagonisti degli eventi e dei processi sono i ruoli e le funzioni. L’altra parola chiave della prospettiva luhmana è la complessità vista come la totalità degli eventi possibili; riprende da Arnold Gehlen l’idea di una discrepanza fra ciò che i soggetti immaginano e comprendono del mondo e le possibilità effettivamente offerte alla loro azione. Questa discrepanza crea la complessità che porta alla formazione di sistemi e che, a loro volta, comportano che un 5

sistema complesso è in grado di assumere più di uno stato disponendo di una pluralità di possibilità: la pluralità non è più considerata come l’essenza vera e propria di un sistema ma la stabilizzazione di un sistema che viene colta come problema da risolvere in presenza di un ambiente mutevole per il quale è indispensabile un costante orientamento verso altre possibilità. La stabilità viene concepita come una relazione fra sistema e ambiente. L’idea di fondo è che l’invarianza deve sempre essere strappata a un ambiente avverso ricorrendo alla combinazione particolare di prestazioni sistemiche e che esse restino in tal modo problematiche: tutto questo implica minore rigidità e maggiore apertura dell’analisi sistemica ai problemi dei mutamento. La crescita del sistema può avvenire solo mediante la differenziazione perché il sistema si automatizzi in sottosistemi con propri confini: tale autonomia significa che la sensibilità del sottosistema rispetto a determinati problemi si aggiunge l’indifferenza per gli altri( in questo si allontana molto dalla teoria di Parsons e dalla sua idea di nucleo dell’integrazione sociale e gerarchizzazione cibernetica dei sistemi). Per questo esso deve mantenere un elevato livello di fluidità combinando e bilanciando motivazioni diverse in modo che si realizzi un’accettazione spontanea e quasi priva di motivazioni delle decisioni vincolanti. Per il sistema politico è vitale mantenere il massimo di apertura e indeterminatezza compatibile con la sua stabilità: questo può avvenire se l’ordinamento giuridico è diventato tanto complesso da non poter essere cambiato e attraverso una ristrutturazione che parta dall’ordinamento esistente. Per lui uno dei limiti della teoria di Parsons è di che ha privilegiato il concetto di struttura rispetto a quello di funzione: il problema sta nel capire quali sono le funzioni svolte da determinate strutture nel tentativo di mantenersi in equilibrio con l’ambiente. Nel rapporto sistema-ambiente si pongono una serie di problemi che possono essere affrontati attraverso vie differenti ed equifinali; proprio per la sua apertura, è difficile trovare nell’universo sociale i punti di appoggio e di attacco per un intervento consapevole degli attori sociali. L’apertura riguarda solo la struttura e non l’organizzazione in quanto gli organismi biologici scambiano materia ed energia con l’ambiente, mentre la loro autoreferenza organizzativa, per la quale intende un sistema che produce e riproduce da sé gli elementi di cui è costituito, rimane circolare e quindi chiusa. L’autoreferenza è la condizione di tutte le operazioni sistemiche che devono avvenire in sintonia le une con le altre: ne consegue che tutto quello che il sistema può fare è determinato da considerazioni interne al sistema. Per deduzione la realtà è una costruzione( fiction) interna ad un dominio puramente descrittivo e che non esiste alcun oggetto di conoscenza: la dinamica sociale è data dall’interazione di ruoli, sistemi, ambienti e aspettative degli attori. Ognuno di noi è un sistema autopoietico in quanto è sufficiente che ci sia un collegamento tra sistemi per fr sì che questo sia possibile. Per come è composto, il paradigma autopoietico, prende il posto di quello classico del rapporto sistemaambiente di Bertalanffy: l’autoreferenza è la condizione di tutte le operazione sistemiche che devono avvenire in sintonia tra loro. Ne consegue che tutto quello che il sistema può fare è determinato da considerazioni interne al sistema che si costituiscono in se stesso; questo è possibile solo se nei rapporti con l’ambiente si mantiene sempre intatto e funzionale un ordine di produzione autoreferenziale: ritiene opportuno che la politica si sottoponga a una autolimitazione funzionale e si concentri sulla soddisfazione del bisogno di decisioni collettivamente vincolanti e si ritiri nella propria modalità di azione specificamente funzionale. In opposizione a Parsons, non crede che i sistemi organizzativi richiedano consenso su valori o norme( ha soprattutto in mente la società globalizzata che comprende tutti i sistemi di comunicazione e organizzazione), ma rimane comunque centrale la tensione tra sistema e ambiente. Parla di legittimazione attraverso procedure alludendo a una prestazione tipicamente circolare: i partiti legittimano se stessi intervenendo sulle motivazioni dei cittadini, plasmando le loro aspettative creando consenso: così i cittadini si 6

dimostrano disposti a obbedire senza particolari motivazioni, ma questo è possibile solo se viene soddisfatta l’esigenza di mantenere il sistema aperto a un ceto numero di alternative( lo sviluppo della complessità sociale comporta una diminuzione relativa dell’attenzione consapevole da parte del pubblico). Le istituzioni sono legittimate in quanto quasi tutti ammettono che sono d’accordo: l’ordine sociale si basa sul mantenere latenti la maggior parte delle deviazioni e su una sopravvalutazione strategica della ciance di consenso; Per lui lo stato di diritto è la forma più sviluppata dell’autonomia e dell’assolutezza(sciolto da ogni legame): il soggetto appare in grado di autolegittimarsi da sé, senza più alcuna necessità di far passare il riconoscimento del proprio essere attraverso l’effettivo consenso dei cittadini. L’attività della comunicazione conduce le persone a selezionare qualcosa dal nostro attuale orizzonte di senso rifiutando qualcos’altro(legame con le teorie sistemiche e con la concezione di Pierce del segno ma in modo inverso perchè non è il processo negativo differenziale a costituire il senso della comunicazione ma processo produttivo dal punto di vista dell’osservatore). La comunicazione funziona virtualmente come un codice binario che distribuisce dei Sì e NO in uno scambio simbolico: si raccomanda ricorsivamente a se stessa per generare una successione di operazioni, dette anche atti comunicativi. Si richiama all’intenzione degli attori e spiega in cosa consiste l’elemento sociale nelle intenzioni: parla di strutturazione della comunicazione come un insieme estremamente variegato e complesso di atti comunicativi la cui logica trascende dalla volontà degli individui.Nella teoria dei sistemi sociali la comunicazione è costituita da 3 processi: 1. l’atto comunicativo o azione da parte di un soggetto detto emissione 2. l’osservazione o comprensione dell’atto da parte di un altro soggetto definito comprensione 3. un’informazione riguardante un contenuto di senso che si è trasmesso nell’atto comunicativo intenzionalmente. Per lui l’attività della comunicazione conduce le persone a selezionare qualcosa dal nostro attuale orizzonte di senso rifiutando qualcos’altro(legame con le teorie sistemiche e con la concezione di Pierce del segno ma in modo inverso perchè non è il processo negativo differenziale a costituire il senso della comunicazione ma processo produttivo dal punto di vista dell’osservatore). Vede la semantica come un deposito, non di pensieri e idee, ma delle forme di una data società, delle regole di elaborazione di senso. La comunicazione funziona virtualmente come un codice binario che distribuisce dei Sì e NO in uno scambio simbolico: si raccomanda ricorsivamente a se stessa per generare una successione di operazioni, dette anche atti comunicativi. Si richiama all’intenzione degli attori e spiega in cosa consiste l’elemento sociale nelle intenzioni: parla di strutturazione della comunicazione come un insieme estremamente variegato e complesso di atti comunicativi la cui logica trascende dalla volontà degli individui. Introduce la nozione di “equivalenza funzionale” che da un rapporto di relativa invarianza tra fenomeni: parte dal mondo con la sua complessità e la riduzione di essa, possibile attraverso la formazione di insiemi di azioni dotati di senso. Una delle nozioni fondamentali del suo pensiero è quella di senso come concetto plurisemico e dalla difficile interpretazione, è il principio attraverso il quale i sistemi sociali si costituiscono: è attribuendo 7

senso

che i sistemi sociali riducono la loro complessità del mondo delimitandosi rispetto

all’ambiente esterno. Non nega che sia necessario un sistema psichico ma afferma che esso non è più necessario per un sistema sociale; il concetto di senso è strettamente legato a quello di selezione, necessaria per la riduzione della complessità: per costruire il senso è necessario selezionare alcune specifiche possibilità e attuarle, ma mai definitivamente( implica sempre di porsi nuove

possibilità

da

cui

selezionare).

-CONFRONTI CON SCUOLE E AUTORI CONTEMPORANEI Luhmann si trova a dover fare i conti con la crisi della razionalità che si trascina ormai da parecchi anni: da questa mentalità di crisi si sviluppano diversi pensieri a partire da differenti autori che vedremo in confronto diretto con l’autore preso in esame. SaskiaSassen parla di disuguaglianza come fattore inevitabile all’interno dei sistemi complessi e altamente differenziati, ma ammette che si è estremizzata: non si può più parlare di esclusione sociale, ma addirittura di espulsione, come scrive ne “Le disuguaglianze globali”. Attraverso il suo pensiero si può arrivare appunto alla situazione di cui parla Luhmann della complessità delle società: si deve tutto alla profonda divisione sociale tra individui che stanno all’interno della società e che non hanno contatti stretti tra di loro. Questo concetto è ripreso anche da Talcot Parsons quando parla delle famiglie nu...


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