Appunti lezioni a.a. 2021/2022 PDF

Title Appunti lezioni a.a. 2021/2022
Course Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Appunti presi alle lezioni del Prof. Masini...


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Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali 11 ottobre 800, in Inghilterra conflitto tra: a) Metallisti ( currency school): al fine di evitare il ribasso dei prezzi e le fughe di oro, ogni biglietto di banca doveva essere integralmente coperto da riserve auree b) Banking school: l'emissione di biglietti di banca non doveva essere limitata da alcuna legge, in quanto erano sufficienti i meccanismi automatici del mercato per regolare la quantità di moneta emessa. Il principio cardine del pensiero era la convinzione che i biglietti di banca vengono emessi solo su richiesta di coloro che necessitano di liquidità per le loro transazioni commerciali Nel 1844 il Bank Charter Act adottò definitivamente la posizione della Currency school e divise la Banca d’Inghilterra in due dipartimenti, in base ad una proposta già avanzata da Ricardo nel 1823: un primo dipartimento aveva funzioni esclusivamente creditizie e l’altro solo di emissione. In tal modo i rapporti economici con l’estero non avrebbero intaccato direttamente le riserve metalliche, poiché le fluttuazioni di queste ultime sarebbero state controbilanciate da variazioni nella circolazione. Il sistema monetario internazionale, dunque, si sarebbe dovuto fondare sulla parità bilaterale fissa di ciascuna valuta contro l’oro, poiché se il valore del mezzo di pagamento non fosse stato stabile, il commercio internazionale avrebbe rischiato di essere danneggiato: è la teoria alla base del Gold Standard. Adam Smith (teoria dei vantaggi assoluti): il profitto è cruciale per lo sviluppo di una nazionale, e si ottiene attraverso l’allargamento del mercato. Elabora una teoria della libertà commerciale, basata sul concetto di costo assoluto di produzione: se in un Paese produrre un bene costa di meno rispetto all’altro Paese, è preferibile non sprecare risorse e differenziare i Paesi nella produzione di beni, per poi commerciare tali beni tra loro. Ricardo, 45 anni dopo, modifica tale teoria ed elabora la teoria dei costi comparati (costo opportunità): se un Paese ha un vantaggio competitivo nella produzione di entrambi i beni, bisogna confrontarne il costo opportunità tra i due Paesi. In tal modo, l’apertura del commercio internazionale porta comunque vantaggi economici. Problema per Ricardo: le leggi sul grano (introdotte in Inghilterra nel 1815) includevano dei dazi all’importazione di grano da altri Paesi, i quali lo producevano a costo inferiore. Teoria della rendita differenziata: non tutti i terreni hanno la stessa fertilità, quindi abbiamo un terreno in cui la produttività è più elevata e altri terreni in cui è minore. Considerato l’aumento della popolazione (divisa in salariati, imprenditori e landlors, i quali vivevano di rendita), che premeva sulle risorse agricole, va considerata la distribuzione del prodotto tra le tre categorie: salari, profitti e rendite. I salari sono fissati al livello di sussistenza, in quanto l’offerta di lavoro era molto più alta della domanda. Il profitto sussiste anche sulla terra marginale, altrimenti nessuno la coltiverebbe, nella quale però la rendita è pari a zero. Il profitto è uguale su tutte le terre, perché siamo in concorrenza perfetta. La rendita aumenta passando a terre più fertili. È necessario quindi abolire i dazi sul grano.

Teoria dei costi comparati (Ricardo) 7 6 5 4 3 2 1 0

Terreno più fertile

Terreno meno fertile Salari

Terreno meno fertile

Profitti

Terreno meno fertile

Rendite

La teoria di Ricardo viene criticata da List, in quanto descrive realmente solo Paesi allo stesso livello di sviluppo economico: quando essi non solo allo stesso livello, il protezionismo è d’obbligo. La produzione agricola ha un’offerta limitata, per quanto ampia. Viceversa, la produzione industriale può arrivare a un’offerta teoricamente illimitata. Quindi, se un Paese è specializzato nell’agricoltura e un altro nell’industria, il gap tra i due Paesi sarà sempre più ampio. Di conseguenza, tale critica alla teoria ricardiana dice che in tal modo i divari tra i due Paesi si ampliano, anziché ridursi.

La critica di Graam risale invece al 1923: a un certo punto, il Paese specializzato nell’agricoltura dovrà concentrarsi a produrre, per tutto il mondo, solo beni industriali, e viceversa per l’altro Paese.

Chart Title 6 5 4 3 2 1 0 Categoria 1

Categoria 2 Serie 1

Categoria 3 Serie 2

Serie 3

3.5

3

2.5

2

1.5

1

0.5

0 0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

Infine, nella valutazione dei costi comparati abbiamo ipotizzato che lo scambio tra i due Paesi sia alla pari, ma non è detto che sia così. Per affrontare il tema del prezzo a cui i beni vengono scambiati sul piano internazionale, bisogna attendere le teorie di Mill prima e Marshall poi. Grafico: due curve con convessità opposta (asse Y: grano; asse X: abiti). Il punto di intersezione indica il prezzo tra le due merci, inteso come il rapporto tra l’uno e l’altro. La retta che parte dall’origine e arriva al punto di intersezione definisce il prezzo relativo tra i due beni nel mercato internazionale.

12 ottobre Gold standard Ipotizziamo di avere un disavanzo commerciale: quando aumenta il reddito aumentano le importazioni, e così peggiora la bilancia commerciale e tendenzialmente anche la bilancia dei pagamenti. Problema però con i cambi fissi a livello internazionale (gold standard): quando la bp non è in equilibrio tende ad esserci un afflusso/deflusso di metalli preziosi, che preme sul cambio. Come reagire? a) Diminuzione dell’offerta di moneta, grazie a cui diminuiscono i prezzi. Però possono volerci mesi, o anche anni, per garantire nuovamente la convertibilità. b) Aumentare i tassi d’interesse, il che compensa (attraverso un afflusso di oro) la diminuzione della componente commerciale nella bilancia dei pagamenti Le banche centrali invece hanno sterilizzato gli effetti provenienti da altri Paesi, evitando di modificare il tasso di interesse e agendo tramite operazioni di mercato aperto (acquisto/vendita di titoli). Solo la sterlina però è riuscita, e non sempre, a rimanere nel gold standard.

[La condizione di Marshall-Lerner e la curva a J (grafico pag. 49) Sotto quali condizioni un deprezzamento della moneta migliora la bilancia commerciale? Parità dei poteri d’acquisto] Rosa Luxemburg applica gli schemi di Marx al concetto di imperialismo: è vero che la teoria economica si basava su modelli teorici, ma allora come si giustifica l’imperialismo dilagante tra 800 e 900? Ci saranno dietro delle ragioni economiche? Per Luxemburg esiste un modo per sfuggire alla caduta tendenziale del saggio di profitto nel mercato capitalista: esattamente l’imperialismo

13 ottobre Prima guerra mondiale: prima globalizzazione e grande crescita del commercio internazionale e dell’interdipendenza tra i Paesi. Londra era al fulcro di questo sistema: convertibilità e stabilità della sterlina in oro che garantiva fiducia e aspettative positive. La Prima guerra mondiale mette in discussione tutto questo. Dopo la Guerra: conferenza di Versailles, per mettersi d’accordo sulle riparazioni di guerra. Dopo una lunga discussione: la Germania deve pagare una somma irrisoria, e che non avrebbe comunque mai potuto pagare. Keynes partecipa, in rappresentanza dell’Inghilterra, a tale conferenza. E vive molto male la decisione finale (scriverà “Le conseguenze economiche della pace), perché la Germania non avrebbe mai potuto pagare questo dazio, se non: a) Stampando moneta, aumentando l’inflazione e mettendo in discussione la tenuta sociale di un Paese che si sta faticosamente riprendendo b) Chiedendo continuamente di rinegoziare il debito, rimettendolo in linea con le potenzialità produttive della Germania stessa. Succedono, dal 1922 in poi, entrambe le cose. E proprio nel 1922, nel periodo dell’inflazione, il prezzo del pane lievita in modo vertiginoso. L’Inghilterra inizia a pensare, dopo la sospensione bellica, di tornare nel gold standard, per tornare ad avere un ruolo di dominio. Keynes avverte però che non è possibile tornare al tasso di conversione precedente, in quanto la situazione economica era ben diversa, e ne conseguirebbe una caduta dei prezzi molto importante. Bisognerebbe invece dare respiro all’economia con un vasto programma di lavori pubblici. Tuttavia, tali idee vengono bocciate dal governo inglese, in una visione dell’economia molto ortodossa, contro la quale poi Keynes continuerà a combattere. La visione del Tesoro era la seguente, e parte da alcune considerazioni di carattere macroeconomico: a) Domanda aggregata= consumi + investimenti + spesa governativa  Possiamo ragionevolmente ignorare gli scambi con l’estero b) c) d) Inoltre, ricordiamo che (equilibrio macro-economico generale) e) Deficit di bilancio = spesa pubblica – tasse 

Secondo il Tesoro, per finanziare tali lavori pubblici bisogna, in alternativa: a) aumentare le tasse, che mantengono invariato il deficit di bilancio ma diminuiscono il reddito disponibile e quindi il consumo. Quindi la manovra è totalmente inutile b) stampare moneta, in modo da aumentare la spesa pubblica senza aumentare le tasse, e peggiorando quindi il saldo di bilancio. Il nuovo deficit va collocato sul mercato, tramite l’emissione di titoli, che però divengono in concorrenza con i titoli degli operatori privati. Motivo per cui va alzato il tasso di interesse, ma ciò porta a diminuire gli investimenti privati. Si ha quindi un effetto spiazzamento, in quanto la spesa pubblica sostituisce quella privata. Stampare moneta, inoltre, impedirebbe di tornare alla convertibilità aurea. Keynes cerca di smontare tale teoria consolidata, iniziando a costruire la propria che fosse completamente alternativa ad essa. Innanzitutto, cerca di smontare l’equazione secondo cui I = S. Secondo Keynes l’investimento non dipende dal costo del denaro, ma dalle aspettative di ogni singolo imprenditore rispetto all’efficienza marginale del capitale, ossia lo schema di aspettative sull’andamento dei flussi di cassa attesi dall’investimento, rispetto al tasso d’interesse. Non esiste quindi un “livello oggettivo” di investimenti che guida le decisioni degli imprenditori. Si rischia inoltre di ritrovarsi nella trappola della liquidità: anche abbassando il tasso di interesse, le persone preferiscono non investire. Inoltre, siamo sicuri che il risparmio dipenda dal costo del denaro? Il risparmio infatti, secondo Keynes dipende dalla disponibilità di reddito e non dal costo del denaro (tasso d’interesse). Prima di mettere i soldi in banca, bisogna averli. Il risparmio, quindi, dipende unicamente dal reddito, e non dal tasso d’interesse.

18 ottobre AD = AS 3

2.5

2

1.5

1

0.5

0

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

Il risparmio è un problema, perché significa togliere soldi dal sistema economico. Viceversa, l’effetto moltiplicatore può essere infinitamente enorme.

L’andamento ciclico del sistema economico dipende da un gap che si viene a creare tra due variabili: a) iN ossia il tasso di interesse naturale, dove domanda e offerta si incontrano b) iM ossia il tasso di interesse di mercato, cioè quello richiesto dagli operatori economici, che di solito non corrisponde affatto a quello naturale Nelle fasi espansive dell’economia, gli operatori economici premono sul sistema bancario per ottenere liquidità, per cui Il problema è che poi, nelle fasi depressive, Trappola della liquidità: anche se iM è talmente basso (con iN negativo) gli investimenti non si riprendono. Ecco perché serve la spesa pubblica secondo Keynes. Secondo Hayek invece la situazione è esattamente opposta: la crisi è arrivata in un momento in cui il tasso naturale è più elevato di quello di mercato. Keynes quindi preferisce stabilizzare i prezzi interni, mentre Hayek il tasso di cambio. Le Banche Centrali mondiali seguono la tesi di Hayek, almeno inizialmente: e così i prezzi interni iniziano a fluttuare. Mont Pelerin Society, due protagonisti dell’orientamento neo-liberale: a) Hayek, secondo cui il sistema economico e il mercato siano la migliore difesa della libertà individuale. Tale mercato è messo fortemente in pericolo dalle interferenze della politica (soprattutto negli autoritarismi degli anni ’30). Il mercato quindi va difeso dalla politica, e il miglior modo per farlo è creare delle istituzioni, sia a livello nazionale che sovra-nazionale, che consentano a quel mercato di operare al meglio possibile. In particolare, la libertà è tutelata meglio da organismi sovra-nazionali che non cercano il consenso nazionale. Hayek quindi vuole togliere spazi di potere pubblico, a livello nazionale, per metterli nelle mani di agenzie-sovranazionali che non rispondono ai cittadini e alle democrazie. E tale idea non è molto diversa dalla realtà di oggi, anzi. b) Robbins, secondo cui gli spazi pubblici non possono essere considerati a somma negativa, tuttalpiù a somma zero, anche se dovrebbero essere a somma positiva. La sua idea della ripartizione delle competenze è la seguente: è necessario creare ogni livello di scelta collettiva per ogni bisogno collettivo tra cittadini. Secondo Robbins lo Stato nazionale non dovrebbe essere il monopolista delle decisioni sull’economia, ma devono esistere diversi livelli di governo (democrazia multi-livello, es. federazione).

19 ottobre Il sistema keynesiano funziona perfettamente se è un sistema chiuso. Non a caso, nella prima edizione della Teoria generale in lingua tedesca (1937), Keynes evidenzia come la Germania sia nelle condizioni migliori per testare il suo impianto economico. Tale sistema infatti si basa essenzialmente sul moltiplicatore (1/1-c), secondo cui è fondamentale aumentare i consumi per soddisfare la domanda interna, e non quella esterna, perché altrimenti aumenta il reddito di altri Paesi (considerato che siamo in un sistema chiuso, Seconda guerra mondiale).

Secondo Keynes, per ripartire dopo la Guerra (conferenza di Bretton-Woods) era necessario che tutti i Paesi (tra cui i leader, UK e USA) sottoscrivessero un accordo per intervenire analogamente nelle singole economie nazionali. C’è un problema intanto di ricostruzione del tessuto produttivo e di un sistema internazionale di scambi che consenta di reggere l’impatto della crescita delle economie nazionali. È necessaria quindi, secondo Keynes una fonte globale di liquidità, ossia una banca mondiale che: a) fornisca un servizio di cleaning internazionale (sistemazione dei conti tra gli Stati che non fosse più bi-laterale, perché ciò aveva conseguenze negative sulla valuta nazionale). Serve quindi un cleaning multi-laterale: a fine anno si guardano e si regolano solo i saldi finali. b) emetta una valuta internazionale (virtuale), convertibile nelle singole valute nazionali, che possa evitare ripercussioni sui singoli mercati nazionali ed evitando preoccupazioni sulle singole bilance dei pagamenti. La teoria di Keynes, che rappresentava il Regno Unito, viene però sovrastata da quella di White, in rappresentanza degli USA (che avevano vinto la Guerra e “salvato” gli altri Paesi): a) ripristino del gold standard, e convertibilità solo col dollaro americano b) obbligatorietà di commerciare in oro o in dollari c) tassi di cambio fissi White però recepisce da Keynes (ma con altri fini) la creazione della Banca mondiale (interventi strutturali) e del Fondo monetario internazionale (tamponamento dei deficit della bilancia dei pagamenti, derivante dall’aumento delle importazioni e dalla necessità di tenere fisso il tasso di cambio). Ogni Paese ha una quota di voti in queste due istituzioni. Le decisioni vengono adottate con una maggioranza qualificata pari all’85% dei voti. Gli USA però, detenendo una quota maggiore del 15%, detengono un diritto di veto e assumono il controllo del sistema monetario e finanziario internazionale. Le cose ad oggi non sono cambiate, nonostante il peso (economico e commerciale) dell’UE e della Cina. Fino al 1957, tutti erano convinti che ci sarebbe stata una restrizione di dollari, in quanto se tutti i Paesi crescono di reddito e quindi c’è bisogno di finanziarne il deficit della bilancia dei pagamenti, ciò chiederà uno sforzo enorme di dollari e non ce ne saranno più abbastanza per finanziare la ripresa economica a livello internazionale. Secondo l’economista Triffin, membro del Fmi, ciò invece avrebbe consentito agli USA di stampare tutta la moneta necessaria, creando piuttosto un potenziale problema di inondazione di dollari. Tale sistema creato a Bretton-Woods dura fino all’inizio degli anni ’70: l’oro è uno stock fisso, mentre i dollari possono essere stampati continuamente, e quindi aveva ragione Triffin. Iniziano quindi a crearsi due mercati paralleli, e il dollaro inizia a deprezzarsi di circa il 40%. [is e lm]

20 ottobre In caso di aumento della spesa pubblica, a parità delle altre condizioni la curva IS si sposta verso l’alto e a destra: aumenta il reddito ma aumenta anche il tasso d’interesse. Viceversa, in caso di aumento dell’offerta di moneta la curva LM si sposta verso il basso e a destra.

Se il reddito attuale è minore al livello di piena occupazione, è possibile aumentare la spesa pubblica e spostare la IS. Ciò aumenta anche la domanda di moneta, e quindi la LM dovrebbe spostarsi sempre verso il basso e a destra. Tuttavia, nel modello manca la bilancia dei pagamenti, come fanno notare Mundell e Fleming. La bilancia dei pagamenti deve rimanere in pari, in quanto i tassi di cambio sono ancora fissi. Ma negli anni ’60 il dogma dei cambi fissi viene messo in discussione, tramite la rappresentazione IS-LM-BP. Non è vero infatti che nel mondo la mobilità dei capitali è libera e illimitata: tale modello però viene attuato in quanto gli investimenti si spostano verso il Paese che garantisce il rendimento maggiore. C’è quindi un tasso di interesse internazionale che tiene fermo il tasso di cambio, e che deve essere mantenuto. Con cambi fissi

Chart Title 12

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0

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Spostamento LM con cambi flessibili: efficace 12

IS

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Nel 1971, il Presidente USA Nixon inizia ad abbandonare il gold standard per passare ad un sistema di cambi fissi, che a livello internazionale prenderà piede durante la crisi petrolifera (1973). Si diffonde la critica di Triffin secondo cui non funziona un sistema egemone di convertibilità dollari-oro: è quindi necessario creare una specie di “moneta-paniere”, rappresentativa di altre monete, che serva per regolare il deficit della bilancia dei pagamenti. Ad oggi abbiamo 5 monetepaniere: dollari, euro, sterlina, yen e yuan. Rappresentano le valute più forti al mondo. Con la crisi finanziaria del 2008 e l’ascesa finanziaria della Cina, tale sistema ha preso quota dopo essere stato irrilevante per oltre 40 anni.

25 ottobre Triffin parla di integrazioni regionali, ossia di aree regionali in cui mantenere i cambi fissi al proprio interno e di attuare invece cambi flessibili con il resto del mondo. Quest’idea evolve a partire da un contributo del 1961 di Robert Mandel che diventerà famosissimo: Mandel immagina che l’area monetaria ottimale non sia quella dello Stato-nazione, e cerca dei criteri economici per definire un’area monetaria ottimale. Prova a dare delle risposte, che avvieranno un dibattito durato quasi 40 anni. Il problema dell’area monetaria unica è che non si può svalutare la moneta se ci sono problemi della bilancia dei pagamenti relativi a quell’area. L’unico altro modo per risolverlo è utilizzare la mobilità del lavoro o la flessibilità del salario. Altri economist...


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