Bergson riassunto PDF

Title Bergson riassunto
Author Giada Mondelli
Course Scienze umane
Institution Liceo (Italia)
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Riassunto della vita e del pensiero di Bergson...


Description

BERGSON Vita e Opere Henri Bergson nasce a Parigi nel 1859, si laurea in filosofia e in matematica. Nel 1881 diventa professore presso il liceo di Angers e nel 1883 si trasferisce al liceo "Blaise Pascal" di Clermont-Ferrand, dove rimane fino al 1889, quando si sposta definitamente a Parigi. Nello stesso anno pubblica: - "Saggio sui dati immediati della coscienza" => dà voce al suo progetto di porre in evidenza e descrivere la dimensione originaria della coscienza. Ottiene molto successo. - "Materia e memoria" (1896) => approfondisce i rapporti tra corpo e spirito. - "L'evoluzione creatrice" (1907) => celebra l'essenza della vita come "slancio vitale", energia spirituale che si irradia a tutti i livelli della realtà, interpretata come organismo unitario. E' questo il suo capolavoro. - "Le due fonti della morale e della religione" (1932) => applica le sue idee alla società. E' la sua ultima opera. Premio Nobel per la letteratura => 1928. Muore nel 1941 durante l'occupazione nazista della Francia, dopo aver conosciuto, in quanto ebreo, gli orrori delle leggi razziali.

Pensiero Il progetto di Bergson consiste nel dare voce a tutti quegli aspetti che la visione positivista della scienza aveva trascurato. Il primo elemento che il filosofo individua come incompreso e inesplicato dalla scienza è il concetto di tempo. Secondo lui la scienza non riesce a cogliere nè la continuità nè il movimento reale della vita, ininterrotta produzione di novità. Questo è il limite intrinseco della scienza. Essa opera mediante processi che astraggono dalla realtà vitale, infatti "immobilizza" il suo oggetto di studio riducendolo a parti facilmente classificabili e operando secondo la logica del calcolo. Occorre quindi riaffermare la peculiarità e dignità della filosofia, riconoscere la presenza di un'intelligenza intuitiva (non basata sul calcolo) in grado di cogliere dall'interno la dinamica del reale. Così facendo si potrà comprendere la singolarità dei fenomeni della storia e dell'esistenza. Bergson, facendosi interprete della nuova mentalità filosofica novecentesca, apre la strada che poi sarà percorsa dalla fenomenologia, dallo storicismo e dall'esistenzialismo: tutti movimenti che prendono le distanze dallo scientismo e rivalutano il carattere "singolare" e "spirituale" dell'esperienza umana.

Concetto di tempo Bergson si accorge che il tempo, secondo la visione della scienza, è "privo di durata", la caratteristica che ne definisce l'essenza. Il tempo della scienza, infatti, è un tempo spazializzato, una successione

misurabile e omogenea di istanti, raffigurabile su una linea retta costituita da una serie infinita di punti, tutti uguali. Nulla dei momenti del passato viene conservato. Questo tempo ha una grande utilità pratica, perchè è grazie al suo carattere di misurabilità che è possibile l'organizzazione della vita sociale. Quindi il tempo della scienza è utile e necessario. Ma non è l'unico tempo esistente. Infatti, sulle orme di Sant'Agostino, che aveva definito il tempo come una "distensione dell'anima", fondandolo sull'interiorità della vita vissuta, Bergson individua il tempo della coscienza che non è fatto di singoli istanti separati tra loro, ma è concepito come flusso continuo, movimento incessante degli stati di coscienza in cui passato, presente e futuro si fondono. Questo tempo è dato dal confluire del passato nel presente, grazie alla memoria, e di questo nel futuro, attraverso l'anticipazione (progettualità).

Caratteristiche del tempo interiore Il tempo dello spirito ha varie caratteristiche: - è il tempo della durata => che dura, il passato che è presente e che è futuro - è il tempo della vita => delle cose che hanno significato per ciascun individuo singolarmente, che rappresentano la vita vissuta - è un tempo qualitativo => perchè non misurabile e ha senso in ragione della qualità del ricordo che suscita in noi - è un flusso continuo => non segmentato in parti separate tra loro Coscienza significa memoria.

Lo slancio vitale e l'evoluzione creatrice Per Bergson la vita non procede per aggregazione di elementi materiali, ma si origina da un unico impluso iniziale, detto "slancio vitale", un'energia che crea di continuo e in modo imprevedibile, perchè libera e non necessitata, una grande varietà di forme. Essa non è scomponibile nè reversibile, ma implica la conservazione integrale del passatto. Si tratta di un'energia spirituale e invisibile, la quale trabocca nel mondo, concepito come un unico organismo vivente di cui tutte le cose e gli organismi sono partecipi. Questo slancio si espande nell'universo, irradiandosi in ogni direzione, ma con una intesità ed energia variabili, il che spiega la differenziazione degli esseri e delle specie, in particolare quella tra mondo vegetale e mondo animale. Essi corrispondono a due diverse diramazioni dell'unica vita che sorregge la realtà. L'unità del processo evolutivo, però, non implica un disegno precostituito, come in una visione finalistica. La vita è possibilità di divenire tutte le cose, che gradualemente si attualizza e si specifica. Bergson afferma che avremmo potuto essere qualcosa di diverso, ma la contingenza ha fatto in modo che fossimo così: non per necessità, ma per la libertà dell'energia vitale. Per esprimere il fatto che l'evoluzione non implica alcuna realtà data, ma solo una "realtà in movimento" che si manifesta e si

genera da se stessa, espandendosi e modificandosi di continuo, Bergson parla di "evoluzione creatrice". In virtù di tale concetto è possibile superare il dualismo tradizionale tra materia (passiva) e spirito (attivo). Per Bergson la realtà è unica: all'origine vi è l'energia vitale che nel momento in cui esaurisce la propria forza tende a manifestarsi come materia, che non è, quindi, qualcosa di esterno che ostacola lo sviluppo, ma costituisce, appunto, l'esito dell'estinguersi della propulsività dello slancio.

Il problema della conoscenza Come è possibile, all'uomo, la conoscenza di se stesso e dell'universo di cui è parte? Bergson sostiene che la conoscenza umana può essere di due tipi: - possiamo conoscere un oggetto dall'esterno, descrivendone i singoli caratteri e avvalendoci di simboli per rappresentarli. Possiamo compiere una "analisi" dell'oggetto, per ricomporre poi, "sinteticamente", i diversi aspetti ottenuti mediante il procedimento analitico. Si tratta della modalità prorpia dell'intelligenza, che isola e irrigidisce gli aspetti della realtà considerata, offfrendone una immagine "razionale", ma necessariamente parziale e astratta. E' una forma di conoscenza rivolta all'azione, subordinata al bisogno di adattamento dell'uomo all'ambiente. Una conoscenza che, secondo il filosofo, non ha valore dal punto di vista teoretico, ma soltanto da quello pratico; - è possibile conoscere l'oggetto inserendosi nella sua interiorità, cioè compiendo un atto di "identificazione simpatetica" e rinunciando a ogni rappresentazioe di esso. In questo modo l'oggetto non è scomposto o analizzato, ma viene colto immediatamente nella sua totalità. Tale forma di conoscenza è l'intuizione, la sola che consenta una comprensione piena della vita e della coscienza, perchè ne rispetta l'integrità.

La morale e la religione Nella sua ultima opera "Le due fonti della morale e della religione", Bergson applica alla società le categorie che aveva adoperato per descrivere la dialettica tra slancio vitale e materia. Egli identifica due tipi di organizzazione sociale: - la società chiusa => autoritaria, in cui l'uomo è spinto ad identificarsi coon il gruppo sociale e ad accettare i suoi rigidi valori. In essa prevalgono le esigenze di coesione sociale, di staticità e di mantenimento dello status quo e dominano il conformismo e la paura del cambiamento; - la società aperta => promuove la libertà e la creatività degli individui. L'obiettivo è lo sviluppo di sempre nuove modalità di convivenza e collaborazione volte al progresso sociale. A queste due forme di morale corrispondono due atteggiamenti religiosi: - la religione statica => che si serve dei miti e delle superstizioni per proteggere l'uomo dalle sue paure e dargli una speranza consolatoria;

- la religione dinamica => che si identifica con la vita dei mistici e quindi è abbastanza rara. Consiste nella partecipazione, grazie all'amore, allo slancio creatore della vita e nell'unificazione con Dio, dal momento che tale slancio creatore "è di Dio, se non Dio stesso". Identificato lo slancio creatore con Dio e Dio con l'amore, Bergson vede nella mistica l'unico rimedio ai mali morali e sociali.

SCHEMA

Scienza => non comprende il concetto di tempo - non ne coglie la continuità, quindi è privo di durata, cioè della sua essenza - opera attraverso processi di astrazione della realtà - immobilizza l'oggetto - lo spazializza, cioè lo riduce in una successione omogenea di istanti (raffigurabile attraverso una serie di punti infinita, tutti uguali = giustapposti) - ha una utilità pratica - è misurabile, quindi può organizzare la vita sociale - non conserva i momenti passati = tempo della scienza

Filosofia => vuole riconoscere "l'intelligenza intuitiva" - coglie dall'interno la dinamica del reale comprendendo la singolarità dei fenomeni dell'esistenza - non separa i singoli istanti - è un flusso continuo tra presente, passato e futuro che si fondono: passato nel presente => grazie alla memoria presente nel futuro => anticipazione, progettualità = tempo della vita, coscienza

Perdere la memoria => è come perdere la propria identità La nostra vita interiore, attraverso l'esperienza, cresce. Le esperienze che facciamo si influenzano tra loro. Ci modificano, infatti siamo sempre in cambiamento, non siamo mai identici a noi stessi. Nulla di quello che viviamo nella nostra coscienza va sprecato. = divenire come accrescimento....


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