Catullo Carmi 8, 72 PDF

Title Catullo Carmi 8, 72
Author Alessandra Di Meglio
Course letteratura latina 1
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Analisi testuale dei carmi 8 e 72 di Catullo. ...


Description

Catullo, Carme 8 o carme del discidium Avviene qui la prima rottura tra Catullo e Lesbia: si tratta quindi, per il poeta, della prima delusione. Nel testo, la rievocazione del passato si attua mediante alcune caratteristiche particolari: innanzitutto, alla storicità delle azioni, ben impresse nella mente del poeta, corrisponde un'atmosfera più da favola che da realtà per quanto riguarda le determinazioni temporali (i tempi sono vaghi, non ben definiti: quondam, tum, cum, ibi). Inoltre, la nota dominante fino al v. 8 è la luce: il passato è stato per Catullo luminoso, radioso; per questo si susseguono notazioni cromatiche per indicare lo splendore di quell'amore che ora, nel presente, non c'è più. Ancora, il poeta fornisce precise informazioni sulla sua relazione amorosa, ormai considerata trascorsa: dal testo apprendiamo che Catullo è/era folle, si recava spesso da Lesbia ( ventitabas v. 4) ed era completamente nelle sue mani (quo puella ducebat v. 4), provava un amore autentico, profondo, esclusivo (v. 5); inoltre, sono riportati alcuni indizi anche sulla natura degli incontri amorosi: i giochi d'amore erano vari (multa iocosa fiebant v. 6) e condivisi da entrambi (v. 7). Infine, quel futuro che è inserito già al v. 5 (amabitur) fa la sua comparsa definitiva al v. 13, per divenire il fulcro temporale e tematico dell'ultima parte: il poeta proietta nel futuro ciò che ha vissuto nel passato: la ricerca (requiret v. 13), la preghiera (rogabit v. 13), l'incontro (adibit v. 16) la contemplazione della bellezza (cui videberis bella v. 16), il sentimento d’amore (amabis v. 17) il possesso (cuius esse diceris v. 17), i baci (basiabis v. 18) i giochi d'amore (labella mordebis v. 18). Pertanto, la sua speranza di resistere, vuole proprio cancellare questo ricordo, sempre persistente anche nello sguardo rivolto al futuro. Questo si potrebbe definire il carme del lamento, della nostalgia e dell'ostinazione: in pochi versi si passa da uno stato d'animo all'altro, la poesia non è dettata dalla razionalità, ma dal sentimento del poeta. Tra passato, presente e futuro c’è una perfetta circolarità temporale, che si riflette nella struttura ad anello (o Ringkomposition): il testo si apre e si chiude con l'apostrofe per nome a se stesso ( Catulle v. 1 e v. 19); i due versi 3 e 8, quasi identici, descrivono il ricordo del passato; il poeta si autodefinisce "infelice per amore" al v. 1 e successivamente si autoinvita a non esserlo più (miser vv. 1 e 10); lo stesso ammonimento a resistere occorre due volte, significativamente al centro del carme, dopo la nostalgia del passato (obdura v. 11), e alla fine, dopo le domande angosciose sul futuro di Lesbia senza di lui (obdura v. 19). È importante la ripetizione di parole e di versi simili in un carme breve (vv. 3-8; vv. 12-19), usati per accentuarne il tono di doloroso lamento. Il carme presenta una sintassi spezzata: le proposizioni sono brevi, le congiunzioni sono quasi del tutto assenti, dominano i segni d'interpunzione forti, il linguaggio è essenziale e ripetitivo. La forma poetica è quella del soliloquio: il poeta si parla offrendosi la possibilità di sondare a fondo il proprio animo, effettuando introspezioni psicologiche nuove nella letteratura latina.

Miser Catulle, desinas ineptire, et quod vides perisse, perditum ducas. Fulsere quondam candidi tibi soles, cum ventitabas, quo puella ducebat amata nobis, quantum amabitur nulla! Ibi illa multa tum iocosa fiebant, quae tu volebas nec puella nolebat. Fulsere vere candidi tibi soles. Nunc iam illa non vult: tu quoque, inpotens, noli

nec, quae fugit, sectare nec miser vive, sed obstinata mente perfer, obdura. Vale, puella. Iam Catullus obdurat nec te requiret nec rogabit invitam. At tu dolebis, cum rogaberis nulla: scelesta, vae te! quae tibi manet vita? quis nunc te adibit? cui videberis bella? quem nunc amabis? cuius esse diceris? quem basiabis? cui labella mordebis? At tu, Catulle, destinatus obdura. Traduzione: Povero Catullo, smettila di vaneggiare, e ciò che vedi perduto, consideralo come perduto per sempre. Un tempo brillarono per te luminosi giorni, quando eri solito venire dove voleva la ragazza da me amata quanto nessuna sarà mai amata. Allora davvero avvenivano quei molti giochi d'amore che tu volevi e che la ragazza non disdegnava. Veramente brillarono per te luminosi giorni. Ormai ella non vuole più: anche tu, pur se incapace di dominarti, cessa di volerlo e non inseguire lei che fugge, e non vivere come un infelice, ma con animo saldo resisti, tieni duro. Addio, ragazza. Ormai Catullo tiene duro e non verrà a cercarti né ti pregherà, se tu non vorrai. Ma tu sì che te ne dorrai, quando non ti saranno rivolte preghiere: sciagurata, guai a te! Quale vita ti resta? Chi ora si avvicinerà a te? A chi sembrerai bella? Chi ora amerai? Di chi si dirà che tu sia l'amata? Chi bacerai? A chi morderai le labbra? Ma tu, Catullo, ostinato resisti.

Analisi morfo-sintattica: desinas: congiuntivo esortativo, proposizione principale (regge l’infinito ineptire) quod vides: proposizione subordinata relativa con antecedente ‘id’ sottinteso (regge l’infinito perisse) et… ducas: congiuntivo esortativo, coordinata copulativa alla proposizione principale Fulsere: proposizione principale, fulsere sta per fulserunt cum ventitabas: proposizione subordinata temporale esplicita (ventitabas è un frequentativo del verbo venio, indica un’azione reiterata nel tempo) quo … ducebat: quo è avverbio di moto a luogo e introduce una proposizione subordinata relativa amata: participio perfetto congiunto a puella quantum … amabitur: proposizione subordinata comparativa fiebant: proposizione principale quae tu volebas: proposizione subordinata relativa con antecedente multa iocosa nec … nolebat: coordinata alla subordinata relativa fulsere: proposizione principale, fulsere sta per fulserunt

non vult: proposizione principale noli: coordinata per asindeto alla principale, noli = imperativo di nolo nec … sectare: coordinata alla coordinata per asindeto, sectare = imperativo di sector quae fugit: proposizione subordinata relativa con antecedente sottinteso ‘ea’ nec … vive: coordinata alla coordinata nec … sectare, anche vive = imperativo di vivo sed … perfer: coordinata avversativa alla principale, perfer = imperativo di perfero obdura: coordinata per asindeto alla coordinata avversativa, obdura = imperativo di obduro Vale: proposizione principale Obdurat: proposizione principale nec requiret: coordinata alla principale nec rogabit: coordinata alla coordinata alla principale tu dolebis: proposizione principale cum rogaberis: proposizione subordinata temporale Quae … manet?: proposizione interrogativa diretta Quis … adibit?: idem Cui videberis?: idem Quem… amabis?: idem Cuius… diceris?: idem esse: infinitiva oggettiva retta da diceris Quem basiabis?: interrogativa diretta Cui … mordebis?: idem Obdura: proposizione principale, imperativo di obduro

Catullo, carme 72 È questo il carme in cui Catullo fa la differenza (di cui parlammo in classe) tra amare e bene velle: Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. “Qui potis est?”, inquis. Quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.

Traduzione: Dicevi una volta, o Lesbia, di conoscere solo Catullo, e di non volere tenere Giove al posto mio. Allora ti amai non solo come la gente ama un’amica, ma come un padre ama i figli e i generi. Ora ti ho conosciuta: perciò anche se ora brucio più ardentemente, tuttavia sei per me molto più spregevole e insignificante. “Com’è possibile?”, dici. Poiché una tale offesa costringe l’amante ad amare di più, ma a voler meno bene. Commento: L’epigramma è costituito da quattro distici (unione di due versi). Faccio questa distinzione perché ogni distico rappresenta un traccia evolutiva del rapporto tra Catullo e Lesbia, nonché la sua trasformazione temporale: Catullo prospetta due omenti diversi e tra loro separati nel modo in cui la vicenda d’amore tra lui e la donna si è sviluppata. Da una parte un passato in cui Lesbia prometteva fedeltà, senza mantenersi fedele, dall’altra un presente in cui la delusione ha preso il sopravvento. A rimarcare i due momenti ‘amare’ e ‘bene velle’. All’amore solo sensuale che il poeta ora prova per Lesbia si opponeva in passato un affetto ben più profondo, di intensità pari a quella del padre di famiglia per figli e generi. Qui c’è un’attenzione psicologica agli stati d’animo (di cui parlammo) che è tipica in Catullo: il poeta riflette sul diverso modo di intendere l’amore uscendo dagli schemi correnti, che relegavano l’amore passionale alla sfera dei rapporti extramatrimoniali, ben distinti dai legami familiari, fondati (se ricordate) su accordi, foedus e fides. Catullo invece attribuisce a una relazione adulterina i caratteri morali propri del matrimonio tradizionale (quindi foedus e fides). Lesbia però li trasgredisce e alla fine il poeta sembra arrendersi ad accettare la logica comune: l’amore adulterino è solo amore passionale.

Analisi morfo-sintattica: dicebas: proposizione principale solum te nosse Catullum: infinitiva retta da dicebas (nosse sta per novisse) nec velle tenere: coordinata alla subordinata infinitiva retta da dicebas Dilexi: proposizione principale ut vulgus amicam: proposizione subordinata modale con sottinteso il verbo diligit (che sta al verso successivo) sed…. ut diligit: coordinata avversativa alla subordinata modale Cognovi: proposizione principale etsi … uror: proposizione subordinata concessiva es: coordinata per asindeto alla principale cognovi est?: interrogativa diretta Quod … cogit: proposizione subordinata causale (regge l’infinito amare)

sed bene velle: coordinata avversativa ad amare, anche velle è retto dalla causale quod … cogit...


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