Kuniyoshi, Il Visionario del Mondo Fluttuante - Menegazzo Rossella PDF

Title Kuniyoshi, Il Visionario del Mondo Fluttuante - Menegazzo Rossella
Author Ila Ria
Course Arti visive, spettacolo, design dell’Asia Orientale
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 16
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Summary

Kuniyoshi - Il Visionario del Mondo Fluttuante Libro per l'esame di arti visive, design, spettacolo dell'aria orientale della professoressa Menegazzo Rossella, presso l'Università Statale di Milano Appunti presi al pc corredati di immagini...


Description

UTAGAWA KUNIYOSHI IL VISIONARIO DEL MONDO FLUTTUANTE L’aggettivo descrive la straordinarietà di Kuniyoshi, artista affermatosi nella produzione di immagini ukioye sul finire del periodo Edo. Verso la metà dell’Ottocento, i primi sviluppi andavano risentendo sempre più, dei forti cambiamenti politici e culturali in corso, primo fra tutti l’arrivo delle potenze occidentali che chiedevano l’apertura dei commerci. A mano a mano che la città e i suoi centri di servizio, le infrastrutture e le offerte d'intrattenimento erano andati sviluppandosi il peso economico era scivolato dalle mani della classe politica samuraica al potere . Chi detiene il potere economico detta anche le regole e i parametri delle mode e i soggetti che diedero il via e resero tanto popolare il filone dell'ukiyoe corrispondevano ai gusti della nuova classe cittadina (chönin) dell'epoca, ai volti dei personaggi celebri che questa ammirava, attori di teatro kabuki e beltà femminili, soprattutto cortigiane e geisha delle case da tè del quartiere di piacere Yoshiwara nato nella periferia di Edo, ma anche ai paesaggi e alle vedute che rappresentavano quelle mete di viaggio, di svago, di pellegrinaggio e di interesse sempre più raggiungibili e frequentate dai cittadini o comunque conosciute attraverso la letteratura e la poesia. Fu anche grazie alla diffusione sempre più capillare di vedute di luoghi celebri (meishoe) nel formato ridotto della stampa policroma se si arrivò a una conoscenza e a una condivisione geografica del territorio fino alle province più lontane che segnò una prima consapevolezza di identità nazionale. Gli anni trenta dell'Ottocento videro l'apice di questo filone artistico che aveva coinvolto nel suo processo creativo centinaia di artisti e artigiani, editori, disegnatori, stampatori, intagliatori. Le Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai uscite a partire dal 1831, le sue serie sulle cascate, sui ponti famosi delle province, sempre sempre negli anni trenta, ma anche le Cinquantatré stazioni del Tokaido di Hiroshige del 1833-1834 e le tante edizioni successive da parte di altrettanti editori diversi, sonosolo la punta dell'iceberg di un mondo artistico vivacissimo che si esprimeva attraverso stampe in fogli singoli, ma anche libri e album illustrati, dipinti su rotolo e su paravento che trattavano sempre gli stessi soggetti e gli stessi luoghi. Cosa porta dunque di nuovo Kuniyoshi per farsi strada proprio negli anni in cui questi e altri capolavori venivano immessi sul mercato e riconosciuti come tali dal pubblico? Se si guarda ai soggetti, le sue silografie di paesaggio, pubblicate tra gli anni trenta e la fine degli anni quaranta, non fanno che ripetere temi di serie già note, "Vedute di Edo", Luoghi famosi della Capitale Orientale, vedute di località nelle province, Trentasei vedute del monte Fuji dalla Capitale Orientale. Anche da un punto di vista stilistico e compositivo percepiamo il forte legame con la tradizione, soprattutto nella quiete di paesaggi marini e lacustri. L'attenzione è focalizzata sull’azione quotidiana del popolo, messa in primo piano proprio come Hokusai aveva fatto nelle sue vedute del Fuji e catturata come in una istantanea fotografica. Kuniyoshi è anche abile nella resa di atmosfere di cui Hiroshige rimane comunque maestro. Si vede però anche la differenza nell'interpretazione di Kuniyoshi rispetto agli altri artisti, perché in ognuna di queste immagini dona un tocco di novità adottando espedienti pittorici occidentali che all'epoca erano sempre più utilizzati da artisti un po' eccentrici che amavano sperimentare. Anche la scelta di abbassarela linea d'orizzonte aumentando la sensazione di sviluppo in altezza dello spazio è da leggersi come una novità assimilata dalla pittura europea, cosi come la visione prospettica, evidentemente influenzata dai dispositivi sempre più utilizzati delle camere ottiche per aiutare il disegno. Effetti simili li aveva ottenuti anche Hirosige con close-up esagerati su dettagli di elementi in primo piano in contrasto con sfondi in cui si legge il paesaggio piccolissimo. Ma Kuniyoshi va oltre ed è chiaro che deve avere tenuto tra le mani e studiato testi e fonti illustrate europee per raggiungere la costruzione di immagini. Tra queste vi è sicuramente il volume del 1682 di Johan Nieuhof, Gedenkwaerdige Zee en Lantreize. Door de Voornaemste Landschappen van West en Oostindien dove si riscontra un'incisione corrispondente alla veduta realizzata da Kuniyoshi per la stampa che illustra l'undicesimo atto del Chüshingura dove si vede l'attacco notturno al palazzo.

Kuniyoshi riprende le stesse architetture e l'effetto chiaroscurale originale e trasforma il tutto in una visione notturna al chiaro di luna che fa risaltare i bianchi, sostituendo i personaggi e aggiungendo il colore.

“L’imperatore in ritiro invia i suoi seguaci a salvare Tametomo” L'illustrazione fa parte di quel genere storico che celebra episodi di guerre ed eroi del passato  racconto della battaglia di Högen del 1156. Si vedono gli spiriti grigi, alati e con il becco (tengu) inviati dall'imperatore Sutoku in soccorso a Tametomo da una parte, il figlio Sutemaru che cavalca l'alligatore-squalo in alto al centro, mentre sulla destra in basso la moglie Shiranui si getta nelle acque in sacrificio. Tutto appare surreale. Kuniyoshi riesce definenire le forme e le squame con accuratezza scientifica che con ogni probabilità ha preso da uno dei tanti tanti manuali di animali importati che gli studiosi di cose occidentali (rangakusha) andavano copiando, allo stesso tempo aggiungendovi però una raffinatezza decorativa

“La principessa Takiyasha risveglia il fantasma mostruoso del palazzo di Soma” Cattura lo sguardo in modo assoluto facendo dimenticare tutto il resto della composizione: è vitale nei movimenti della mano, nell'inarcamento della colonna vertebrale e del collo, così come sono copiati con accuratezza i fori delle ossa del cranio evidenziat o dalle ombreggiature.

“Miyamoto Musashi uccide una balena gigante” Considerata tra i capolavori di Kuniyoshi e mostra il famoso episodio di Miyamoto Musashi emblema dell'etica del samurai (bushido) mentre cattura, come spiega anche il cartiglio, un'enorme balena. Nel primo caso prevale l’eleganza del manto della balena, nero quasi laccato nella parte superiore che va slumando con un abilissimo bokashi nel bianco inferiore, e poi con piccoli pois bianchi e sulla pinna tanto da apparire quasi un tessuto che la avvolge. Anche i tratti del muso sembrano quasi umani con il piccolo occhio dolcissimo e il lungo segno rosso che ne traccia la bocca. L’unica cosa spaventosa di questo animale rimane la dimensione di fronte al a quale il "grande" Musashi quasi scompare, ritratto piccolissimo sul dorso dell’animale, nel foglio centrale mentre estrae la sua spada circondato dai flutti di un mare agitatissimo e increspato.

Oniwakamaru attacca una carpa gigante” Rappresenta l'eroe Oniwakamaru, altra figura simbolo di coraggio, divenuto braccio destro di Minamoto no Yoshitsune e noto con il nome di Benkei dopo aver preso i voti buddhisti, tradizionalmente raffigurato mentre attacca una carpa mostruosa Nel secondo caso sono il movimento e il guizzo del pesce gigante a prevalere: una sensazione ottenuta in parte con la curvatura del corpo del pesce che cerca di circumnavigare le rocce, occupando la parte bassa dei tre fogli appena sotto la superficie dell’acqua e con la coda che emerge dall’altra attraverso la rappresentazione dell’acqua stessa che sembra scorrere veloce in ampie fasce stampate in varie gradazioni di blu e nero ottenute con la tecnica di abrasione della matrice (itabokashi), che interrompono orizzontalmente il corpo marrone-rossastro della carpa, lasciando percepire la velocità.

In entrambi i casi l'immagine risulta riempita dalla dimensione dell'animale inquadrato. È chiaro che Kuniyoshi puntava all'effetto sorpresa, a costruire immagini che lasciassero il pubblico a bocca aperta invitandolo a comprare quelle sue opere spettacolari diverse da tutte le altre. Le carpe giganti sono tra i soggetti preferiti di Kuniyoshi, che le utilizza nelle stampe legate al teatro kabuki, abbinando gli attori nelle vesti dei personaggi che portavano in scena, riconoscibili per i nomi scritti nei cartigli e per gli stemmi dei loro abiti. L’abbinamento di eroe e carpa, unici protagonisti insieme all’acqua, si trova ancora nella splendida immagine della carpa di “Sakata Kaidomaru”, eroe identificato anche con il bimbo prodigio noto con il nome di Kintaro o Kintoki, ritratto a figura intera con il pesce che lo supera in altezza sott’acqua. La coda della carpa che cerca di sfuggire verso l’alto alza schizzi bianchi simili a fuochi d’artificio, mentre le ampie campiture di blu che li circondano riempendo il foglio sono punteggiate di bolle d’aria bianche. L'acqua è un elemento centrale nelle illustrazioni di Kuniyoshi, tantissime sono le scene marine e acquatiche. Riesce a trattare l’acqua in infinite forme, rifacendosi in parte all'insegnamento di Hokusai

Capolavoro in questo senso è la cascata di Nachi sotto cui il monaco Mongaku eseguì il suo rito di penitenz. Si svolge in verticale in quattro distinte qualità di linee e di colore: la caduta ripida della cascata è ottenuta con fasce verticali di colore nei toni del blu, che sfumano l’una dall’altra con la tecnica del bokashi; scendendo, l'acqua della cascata si apre in sottili linee bianche trasversali dove incontra la testa del monaco, e qui si percepisce la potenza dell'acqua; in basso, la figura del monaco seduto a gambe incrociate, è circondata da strati di onde strette e arrotondate, una fascia celeste più stretta intorno e un bordo esterno bianco che le fa percepire come un magma mentre intorno al corpo un minimo senso di movimento è dato da piccole onde e spruzzi di schiuma bianca che fanno risaltare ancora di più la tenacia di Mongaku nell’acqua.

Kuniyoshi raggiunse il successo proprio grazie a questi espedienti grafici, utilizzati per la prima volta nella serie Uno dei 108 eroi del popolare Suikoden pubblicata nel 1828-29. Sulla scia di questa serie ne segui, nel 1831, un'altra, Uno degli 800 eroi del Suikoden del nostro Paese, sviluppata secondo le stesse modalità compositive. Ogni foglio ritrae un singole eroe che si batte contro un avversario o contro una bestia mostruosa Sono messi in evidenza i muscoli, le abilità marziali ma anche le espressioni facciali tese e concentrate nella lotta; le posizioni di combattimento sono talmente complesse, avvolti e contorti tra loro come sono, a un primo sguardo i combattenti si rendono quasi illeggibili e indistinguibili l'uno dall'altro. Movimenti vorticosi d'acqua o di nuvole, foglie sparpagliate, talvolta lunghe iscrizioni riempiono lo sfondo senza lasciare alcuno spazio incontaminato intorno alle figure, mentre i corpi stessi sono coperti da tessuti e vesti che seguono i movimenti del corpo, con colori sfarzosi e descritti nei motivi con cura maniacale.

Alcuni di questi eroi portavano con sé nelle descrizioni anche dei tatuaggi, quasi tutti caratterizzati da motivi che ne riflettevano il carattere e i punti di forza, che Kuniyoshi seppe trasformare naturalmente in ulteriore punto di fascino, eseguendo nei dettagli i disegni che riempivano il corpo avvolgendoli come abiti.

“Kuumonryõ Shishin”, al centro del grande trittico, fa roteare il bastone (bö) sopra la testa mentre con un piede schiaccia a terra il suo avversario; il suo busto e i polpacci scoperti lasciano intravedere un minuzioso tatuaggio in inchiostro nero e rosso con motivo di drago e nuvole che scende come una manica lunga fino al polso e si divide lasciando libero il torace e il ventre

“Tengan Isobei” lancia a terra l'avversario con un'abile tecnica marziale. Il nostro eroe è inquadrato di spalle con il braccio teso verso l'alto e il piede opposto piantato a terra che occupa trasversalmente da angolo ad angolo il foglio con il bellissimo tatuaggio che lo distingue, con motivo di fiore di ciliegio e drago che si espande fino alle natiche e a metà manica, lasciato a vista dal solo fundoshi indossato.

Kuniyoshi sfruttò la moda dello horimono (letteralmente "cose incise") già in essere in Giappone riportando sugli eroi i motivi classici del tatuaggio giapponese con attenzione estrema, ma allo stesso tempo i suoi eroi tatuati divennero essi stessi ulteriore di soggetto dello horimono e continuano a essere fonte di ispirazione in questo senso ancora oggi.

L'altro mondo illustrato attraverso la parodia di animali è quello del teatro: i volti degli attori più famosi nei panni dei personaggi acquisirono le sembianze di gatti, ranocchie o di pesci e tartarughe con una qualità antropomorfica tale da renderli per il pubblico di allora immediatamente riconoscibili. Agli animali dello zodiaco cinese Kuniyoshi dedica diverse stampe mentre gioca con i pesci rossi a formare caratteri calligrafici in sillabario fonetico corsivo (hiragana) per scrivere nomi di pesci e piatti per loro prelibati: tako (polipo), unagi (anguilla), fugu (pesce palla). Sempre ai gatti Kuniyoshi affida giochi di doppi sensi impostati sui tanti omofoni e suoni simili della lingua. Doppi sensi che utilizza in modo raffinatissimo e forse anche per pochi intenditori in una serie di beltà in cui è la geomanzia cinese con gli otto segni del trigramma a diventare oggetto di intrigo. L'immagine mostra una donna che porta sulla schiena il suo bimbo mentre osserva un bipede nero che potrebbe essere un casuario o un tacchino in un ambiente in cui erano esposti uccelli rari come era di moda in epoca Edo. Il titolo porta il simbolo del trigramma Tui, in cinese, o Da, secondo la lettura giapponese associato all'elemento del lago.

Le composizioni di Kuniyoshi fatte di piccole figure, animali, uomini, erbe, oggetti, che nell'ombra proiettata ne creano altre più grandi sono esilaranti, ma sono i suoi volti di uomini e donne la cui fisiognomica viene costruita attraverso l'assemblaggio ad averlo reso famoso i tanti piccoli omini in fundo come l'"Arcimboldo del Giappone".

“Una giovane donna che appare come un’anziana donna”, un uomo che fa paura, un uomo che ha raggirato uomini, uno composto da tanti uomini, tutti con iscrizioni ironiche che accompagnano le figure. Non abbiamo prove del fatto che Kuniyoshi avesse visto l'opera di Arcimboldo, anche se non è da escludere, vista la sua vicinanza e il suo interesse per le cose occidentali d'importazione tra cui alcune sicuramente incisioni italiane.

Kuniyoshi di se non lascia traccia scritta, solo tanti episodi raccontati dagli allievi e alcuni ritratti e stampe. Due ritratti risalgono al 1861.

“Ritratto commemorativo di Ichiysai Kuniyoshi” Realizzato dall’allievo Yoshiiku. Kuniyoshi è raffigurato in abiti eleganti da vero Edokko. Nelle mani tiene un pannello, una pietra d’inchiostro e la carta nella mano sinistra. Il testo conferma la sua morte in quell’anno, il 5 marzo, all’età di 65 anni. Le tre iscrizioni sono affidate a tre amici: lo scrittore Arindo, il disegnatore Robun e il calligrafo Genyo.

“Ritratto commemorativo di Ichiysai Kuniyoshi” Il secondo ritratto commemorativo di Yoshitomi conferma la morte il 4 marzo, differentemente dal primo. Kuniyoshi indossa veti da viaggio ed è in compagnia dell’allievo Ipposai Yoshifusa. Nella mano sinistra il maestro tiene una scatola da tabacco con tetuske in forma di gatto mentre i versi scritti sono dell’amico poeta di kyoto Umenoya. Realizzare ritratti commemorativi per la morte del maestro era diventato uso tra gli artisti di epoca Edo. - Eitaffio realizzato nel 1873, per il 12° anniversario della morte, presso il santuario di Mimeguri Inari a Mokokjima dai suoi discepoli - Commemorazione del 3 dicembre 1900 per il 17° anniversario, avvenuta in forma di ritrovo artistico presso il ristorante Ibumuraro di Ryogoku. Qui, si sarebbero incontrati un gran numero di allievi, artisti e personalità legate all’ukiyoe che avrebbero dipinto in continuazione mettendo in mostra una ventina di dipinti di fantasmi.

“Il fiero Kuniyoshi con il suo stemma di paulonia” Il ritratto più bello che ci rimane di Kuniyoshi è il bellissimo trittico in cui ritrae se stesso insieme ai suoi allievi durante il festival Sanno del santuario di Hie. Kuniyoshi è in prima fila di spalle e non mostra il suo volto. I suoi allievi tengono in mano un ventaglio con il suo nome stampato. Anche gli ombrelli di e i ventagli rotondi parlano di Kuniyoshi in bella mostra. Kuniyoshi è una mente geniale in cui non esiste divisione evidente tra reale e immaginifico, tra mondo visibile e mondo invisibile, tra bestie vere e fantastiche, tra spettri, fantasmi e comparse in carne e ossa, perché tutto ciò che disegna lui lo vede davvero e gli sgorga dal pennello. E questa la sua forza e la sua originalità artistica, contagiosa e accattivante tanto allora quanto oggi.

LO SHUIHU ZHUAN IN CINA E NEL GIAPPONE Come nascono le stelle Prima metà del XII secolo, Cina nordorientale  epoca segnata dal malgoverno dei burocrati incaricati dalla dinastia dei Song settentrionali. Song Jiang si mette a capo di un gruppo di fuorilegge, fa del monte Liang il proprio quartier generale e con loro muove una rivolta che verrà infine repressa dalle truppe imperiali. Le vicende di Son Jiang dei 36 briganti suscitano l'interesse della gente, tanto da costituire la base semi-storica per un nucleo narrativo di storie di criminali e ribelli, che culminerà nella compilazione del romanzo in lingua vernacolare Shuihu zhuan "Cronache sul bordo dell'acqua". I 36 briganti diventano. La tradizione testuale del romanzo non è univocamente interpretata, né semplice da districare. Una delle versioni più celebri, anche se temporalmente lontana dalle prime, consta di settanta capitoli ed è opera dell'intellettuale Jin Shengtan, dove si racconta di come molti dei 108 personaggi siano diventati dei fuorilegge e di come si siano riuniti. Il preambolo racconta di come un ufficiale corrotto abbia inconsapevolmente spostato una stele di pietra liberando 108 stelle, spiriti imprigionati, che si sarebbero reincarnati nei 108 fuorilegge. In questa celebre versione, poi, il curatore decide di concludere l'opera facendo cadere su Song Jiang e i suoi commilitoni la scure della giustizia: il personaggio di Lu Junyi sognerà l'esecuzione capitale di tutta la banda per mano delle forze imperiali. Le diverse edizioni differiscono nella scelta degli sviluppi narrativi e inoltre non è sempre omogenea la quantità di informazioni e digressioni guardo ciascun filone narrativo e la qualità artistica. Le versioni trecentesche del romanzo non sono arrivate sino a noi: l'edizione integrale più antica risale alla fine del XVI secolo e non si ha certezza che rispecchi fedelmente le versioni precedenti. Alcune edizioni successive testimoniano gli eroi e giustizieri ricoperto dai fuorilegge del romanzo che però non agiscono sempre per difendere i più deboli o per contrastare ufficiali corrotti. La fortuna dell'opera in Cina è testimoniata non solo dalle numerosissime edizioni, alcune delle quali finemente illustrate, ma anche dai diversi sequel scritti già a partire dal XVIl secolo, che proseguono o riambientano in contesti storici diversi le avventure dei briganti e dei loro discendenti.

La letteratura in vernacolo cinese in Giappone. Periodo Edo  il romanzo conosce un profondo e diffuso apprezzamento, venendo introdotto nel XVII secolo a Nagasaki. Con la comparsa della prima versione a stampa annotata in giapponese Chügi suikoden "Cronache di lealtà e rettitudine sul bordo dell'acqua" e soprattutto della traduzione in giapponese Tsūzoku chügi suikoden "Cronache popolari di lealtà e rettitudine sul bordo dell'acqua che l'opera comincia ad acquisire notorietà e reputazione. L'imponente lavoro di traduzione semplifica le complesse strutture ritmiche del cinese. Seconda metà del XVIIl secolo  l'universo narrativo dello Shuihu Zhuan si impone nell'immaginario della letteratura popolare giapponese, che trarrà ispirazione non solo dalla struttura del romanzo cinese, ma anche dallo stile e dai singoli filoni narrativi . Fine del XVIIl secolo  il mercato librario giapponese a Edo vanta, un'offerta editoriale molto variopi...


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