Title | L\'avversario - Riassunto L\'avversario - L\'avversario |
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Author | Samuele Ravara |
Course | Letterature comparate |
Institution | Università degli Studi di Firenze |
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Riassunto del libro di Emmanuel Carrère...
L’avversario (Emmanuel Carrère) Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand uccide la moglie, i due figli, i genitorie tenta il suicidio. Emmanuel Carrère nel suo romanzo tenta di capire e ricostruire cosa abbia spinto l’uomo ad un gesto tanto scellerato, anche attraverso leparole di quelli che lo conoscevano. Il libro è narrato dal punto di vista di Carrère, che intraprende un rapporto epistolare con Romand e raccoglie le testimonianze degli amici intimi della famiglia dell’assassino, tra cui Luc Ladmiral. Carrère attraverso il processo e le testimonianze ricostruisce l’accaduto, Romand aveva sterminato la sua famiglia per coprire una bugia, una menzogna che continuava a ripetere da 18 anni; egli non era un importante e stimato medico ricercatore presso l’OMS come tutti quelli che lo conoscevano credevano, bensì non aveva neanche mai conseguito la laurea inmedicina. Nei 18 anni trascorsi a mentire aveva inoltre rubato ingenti somme di denaro ad amici e parenti improvvisandosi promotore finanziario, per poter garantire alla sua famiglia un tenore di vita consono alla sua brillante carriera. Il secondo capitolo si apre con il racconto di un episodio avvenuto recentemente nella vita di Carrere: una sua amicadinomeBea,malatadiAIDS, aveva subito delle gravi ustioni su circa la metà del corpo, ma il fuoco non l’aveva uccisa subito ed era sopravvissuta per una settimana. Carrere in quel tempo è angosciato dal pensiero di quella coscienza ancora viva in un corpo praticamente già morto, una coscienza però probabilmente distorta, non certo lucida. Questo è il particolare, se così si può dire, che collega quella vicenda e quella sua amica, Bea, all’orribile caso Romand, e alla mente di Jean Claude che ancora in coma, non aveva ancora affrontato il terribile momento del risveglio e del “faccia a faccia” con una realtà in cui lui, assassino di un’intera famiglia, era sopravvissuto. L’autore racconta poi come è nata in lui l’idea, diventata presto un bisogno, di scrivere questo libro: ciò che gli premeva non era raccontare i fatti, raccogliere testimonianze, fare il “giornalista” nel senso più stretto del termine, ma riuscire a capire cosa passasse per la testa a Jean Claude quando invece di passare giornate in ufficio, come tutti credevano, conduceva lunghe passeggiate nel bosco. Carrere decide quindi di iniziare una corrispondenza con Romand: inizialmente Jean Claude non gli rispondeeperciò lo scrittore si trova costretto a iniziare un romanzo di finzione, basato suquella storia, che però non conclude. Quando poi, a due anni di distanza, Jean Claude gli risponde egli si sente turbato: a quel punto egli si sente una grossa responsabilità, era come se lui fosse stato scelto da quella storia, da quella tragedia, e a parlarne provava anche un senso di vergogna. Allo stesso tempo però, Jean Claude dà molta fiducia a Carrere, come se in un certosensopotesse
distribuire su di lui un po’ del peso della sua terribile vita, come seCarrerefosse più importante di ogni psichiatra o di ogni avvocato. Carrère da grande importanza nel romanzo all’infanzia di Jean-Claude, trascorsa con i genitori in un piccolo centro rurale della provincia francese; già dalla più tenera età Romand aveva imparato a mentire ed omettere, spinto dal padre, per non dare preoccupazioni e dispiaceri alla madre malata. Il suo unicoconfidente era il cane: durante il processo questo fatto emerge accompagnato da una profonda crisi dell’imputato. Egli spiega il perchè: l’accenno al cane gli aveva ricordato tanti segreti della sua infanzia, segreti pesanti. Egli infatti ammette di essere stato sostanzialmente angosciato e infelice, ma di essere stato costretto a nascondere le sue emozioni per non deludere i suoi genitori che non lo avrebbero capito; da una bugia, aggiunge, poi ne nasce sempre un’altra, finchè non ti ci abitui e non riesci a fare altro. E così l’unico con cui Jean Claude si esprimeva liberamente era proprio il suo cane; il suo confidente un giorno è scomparso, e tanto era d’abitudine la bugia a fin di bene in quellafamiglia,che Jean Claude bambino ha sempre pensato che in realtà suopadre avesse ucciso l’animale domestico con il fucile. Nella sua prima giovinezza egli si trasferisce a Lione, dove si iscrive alla facoltà di medicina. Inizialmente , racconta l’imputato, per lui quella era stata una scelta di ripiego, mentre il suo vero sogno era quello di vivereneiboschi,di fare il forestiere come il padre. In realtà, secondo gli psichiatri, egli aveva talento per la medicina, e ciò che più lo attraeva, non era tanto curare i malati, ma riuscire ad acquisire conoscenze sulle malattie. Forse, per un bisogno inconscio di comprendere la malattia della madre, chealungohasegnatolasua vita. A Lione inoltre conosce due persone importanti, Florence, che poidiventeràsua moglie, e il suo migliore amico, Luc Ladmiral. Romand a quel tempo viene descritto come il classico secchione,nonsimpatico, ma neanche antipatico, semplicemente insignificante, uno che “fa da tappezzeria”. Anche quella che poi sarebbe diventata sua moglie non sembra trovarlo molto interessante, tanto da lasciarlo dopo soloqualche appuntamento. Alla rottura con Florence Jean-Claude reagisce con una depressione che lo spinge a chiudersi in casa per mesi. Nel periodo di distacco da Florence, prima dell’inizio del nuovo anno universitario, avviene una sera prima delle vacanze estive un evento premonitore: Jean Claude si trovava con degli amici, tra cui Luc, in discoteca. Si allontana per un po’ dicendo di dover prendere lesigarette in macchina e quando tornato in discoteca gli amici lo vedono ricoperto di sangue. Jean Claude racconta di aver subito un’aggressione da parte di alcuni sconosciuti, ma diciotto anni dopo J C ammette di essersi inventato quell’ aggressione per rendersi interessante. Il fatto strabiliante è che dopo la bugia, Jean Claude non riesce più a ricordare se quell’episodio era veroo erafalso,ela cosa ancora più strana era che egli aveva raccontato spontaneamente
quell’avvenimento, aveva fatto una confessione che non era tenuto a rilasciare. Probabilmente, ciò che aveva turbato Jean Claude era la“noncuranza”concuii suoi amici avevano accolto il racconto della sua aggressione, probabilmenteera sempre, anche adesso, un tentativo di attirare l’attenzione. Romand il giorno del suo esame di ammissione al terzoannodi medicina non sentì la sveglia, o finse di non sentirla; tuttavia pur essendo un problema facilmente risolvibile, egli non si ripresentò neanche al successivo,mentendoad amici e familiari, cominciando così il suo castello di menzogne Quando durante il processo gli viene chiesto il perché del suogesto, della sua bugia, della sua entrata nel tunnel della disperazione egli rispondechenonlosa, anche se si è interrogato in proposito per quasi 20 anni. Dopo aver annunciatoil buon esito dell’esame Jean Claude si è chiuso in un monolocalechegliavevano comprato i suoi genitori, passando lì alcuni mesi senza andare all’università, senza andare a trovare i suoi genitori e senza vedere amici. Poco tempo dopo l’episodio dell’esame fu tentato di raccontare tutto al suo amico Luc, che avrebbe potuto aiutarlo a risolvere la situazione, ma all’ultimo momentodecide di mentire ancora, e gli dice di avere un cancro: dire la verità avrebbe fatto si che Luc facesse all’amico domande sul perchè avesse fatto una tale pazzia, domanda a cui lo stesso Jean Claude non sapeva rispondere; il cancro invece sarebbe stata un’ottima soluzione, in fondo un esame mancato non è niente in confronto a una malattia del genere. Questa nuova bugia fa si che Florence, forse mossa da compassione, si riavvicini a lui. Jean-Claude non sosterrà mai l’esame per il terzo anno di medicina, siiscriverà al secondo anno per 12 anni consecutivi; negli anni dell’università eglicontinua a fingere con i suoi amici di studiare medicina, va a lezione, compra i libri, usando energia pari a quella che avrebbe usato frequentando realmente. Durante l’istruttoria del processo tutti si domandano come mai nessuno, tra i suoi amici e familiari, abbia mai sospettato nulla; Jean-ClaudeRomandfingeva di lavorare all’OMS di Ginevra, spesso infatti si recava lì, fingendo di andarea lavoro, restando nelle aree dei visitatori, o il più delle volte faceva lunghe passeggiate solitarie sul Giura, nei luoghi della sua infanzia. Quandofingevadi andare alcuni giorni all’estero per lavoro in realtà trascorreva le giornate in un hotel, e comprava poi souvenir dei paesi lontani nei negozi dell’aeroporto. Carrère ripercorre spesso i luoghi testimoni delle lunghe e vuote giornate di Romand, tra cui anche le sponde del lago lemano, cercando di immedesimarsiin lui, di comprendere i suoi stati d’animo mentre si aggirava per quei luoghi. In tutti gli anni di doppia vita Jean-Claude non ha mai confidatoanessunodella sua doppia vita; subito dopo il matrimonio mantiene se stesso e la moglie attingendo ai conti dei suoi genitori e di uno zio. Successivamente dovendo mantenere moglie e figli e un tenore di vita consono ad un medico di fama internazionale accetta di investire denaro anche per i suoceri,maovviamentelo spende per se stesso. Durante il processo viene posto il dubbio sul suo
coinvolgimento nella morte del suocero, caduto dalle scale mentre era solo in casa con lui, che subito prima gli aveva chiesto di riavere indietropartedel suo patrimonio (ovviamente già speso da Romand), ma lui nega di averlo ucciso. E soprattutto egli dichiara di non averlo ucciso in nomedi Dio, aggiungendoche, se così fosse, lo confesserebbe, perchè comunque a quel punto “uno più uno meno non farebbe differenza”. Secondo l’autore invece la differenza c’è eccome: da un punto di vista morale e di immagine pubblica, a cui Romand tiene molto, è ben diverso essere l’artefice di una tragedia, spinto da cause oscure, dall’essere invece un imbroglione che ha commesso un omicidio a scopo di lucro. In realtà Romand è entrambe le cose , ma per lui è molto più difficile accettare di essere un imbroglione piuttosto che confessareunaseriedi omicidi la cui mostruosità gli conferisce una dimensione tragica. Tra i numerosi imbrogli di Jean-Claude Romand figuraanche lavicendadiuno zio di sua moglie Florence che era malato di cancro, Romand approfittò di lui vendendogli a caro prezzo capsule di un farmaco sperimentale; ma anche in questo caso egli prova a mentire adducendo mille scuse diverse e contraddittorie. Dopo la morte del suocero nessuno ha più parlato di ritirare il denaro investito, al contrario la suocera dopo aver venduto la casa gli affida i proventi. Successivamente nel paese di Prevessin, dove Jean Claude era tornato a vivere in una fattoria, si trasferisce una coppia di medici che entrano a far parte della cerchia dei Romand e di Luc Ladmiral: si tratta di Remi Hourtin , psichiatraedi sua moglie Corinne, psicologa. Non ci volle molto per capire che la coppia faceva acqua e che attorno a loro si respirava aria di libertinaggio.LucLadmiral, che era un bell’uomo e subiva il fascino di Corinne era riuscito a tirarsi indietro in tempo, ma ormai Corinne si era fatta la fama di mangiauomini. In seguito, dopo aver chiuso col marito, la donna si trasferisce a Parigi con le figlie, ma ormai è diventata oggetto delle attenzioni di Jean-Claude,che ha una cotta per lei. Da quel momento Romand viaggia spesso a Parigi, corteggiando la donna con gioielli, cene e alberghi di lusso, raccontandole bugie sulle sue ricerche, suscitando l’ammirazione di lei, che tuttavia non prova nessun tipodiattrazione per quell’uomo, infatti quando lui le dichiara il suo amore lo respinge. È a questo punto che vi è un cambiamento nella storia, un’ accelerazione, Jean-Claude non trascorre più le giornate seduto in macchinaocamminandonei boschi, si crogiola invece nel pensiero di Corinne, di una vita con lei, pianificai suoi viaggi a Parigi per vederla, e inizia a spendere denaro (per altrononsuo)a ritmo vertiginoso. Ciò che più lo stimolava a fare tutto ciò era soprattutto la speranza che un giorno, confessando a Corinne tutta la sua menzogna, lei avrebbe potuto capirlo e perdonarlo. In questo modo, nei suoi sogni ad occhi aperti, Jean Claude otteneva la sua salvezza. Ma in realtà egli sa bene che questo sogno non si sarebbe mai potuto realizzare: nessuno avrebbe potuto amarlo per ciò che era veramente.
Successivamente Jean Claude confessa all’amico Luc della sua relazione con Corinne. In preda a una crisi di panico Jean Claude è quasi sul punto di raccontargli di tutte le sue menzogne, fin dal principio, ma la risposta diLuclo fa desistere: l’amico infatti era rimasto indignato dalla confessionediCorinnee che da lui non se lo sarebbe proprio aspettato. Infine Luc insiste affinchè ilsuo amico confessi alla moglie Florence del suo tradimento, altrimenti, lo avrebbe fatto lui stesso.. Per tutta risposta lui parte per Roma conladonna,laqualedopo un weekend disastroso lo lascia, Jean-Claude tenta il suicidio gettandosi da un dirupo, ma non muore, e per giustificare le escoriazioni con la moglieinventadi aver avuto un incidente d’auto poiché era sconvoltodopoaversaputocheilsuo capo all’OMS era appena morto di cancro; vedendo la perplessità della moglie cambia versione e dice che il cancro che lo aveva colpito 15 anni prima era tornato, stessa scusa che rifilerà a Luc per suscitare la sua compassione. Per diverse settimane si chiude in casa, adducendo come scusa il cancro e la chemioterapia, mentre in realtà annegava nella depressione; successivamente riallaccia i rapporti con Corinne, e ricominciano i soggiorni a Parigi, i regali,ei viaggi all’estero. Durante una vacanza a Leningrado la donna lo lascia nuovamente, e lui per tutta risposta le dice di avere il cancro per suscitarelasua pietà e non perderla. Nei mesi successivi Corinne, dopo aver venduto il suo studio medico, si fa convincere da Romand ad affidargli i 900mila franchidella vendita, sempre con la solita scusa dell’ottimo rendimento nella bancasvizzera; in realtà Romand aveva urgentemente bisogno di quel denaro a causa del suo stile di vita sconsiderato, ma sapeva che, prendendo i soldi di Corinne, la catastrofe sarebbe diventata sempre più imminente. Trascorre l’ultimo anno nella paura incessante che il suo imbroglio venga scoperto da un momento all’altro, e in un gesto quasi da autolesionisti,continua a spendere denaro ad un ritmo sempre maggiore, tra auto di lusso e spese folli, cercando invano una soluzione, una scusa per quando tutta la faccenda gli sarebbe esplosa in faccia; pensa di fingere la sua morte, di scappare all’estero, ma alla fine si convince che il suicidio sia l’unica soluzione. Nel frattempo Corinne chiede di riavere indietro il suo capitale, e lui conunaserie di scusela convince ad aspettare qualche mese. A questo punto Romand si fa coinvolgere nelle attività della scuola dei figli, in cui vi era appena stato uno scandalo che aveva creato una spaccatura tra i genitori e contrapposto lui e Florence a Luc Ladmiral; per la prima volta Jean-Claude ha una vita sociale vera, e questo gli piace, non si nasconde più come faceva un tempo, anzi si fa coinvolgere sempre di più nellafaccendafino a tenere dei veri e propri comizi davanti alla scuola. Il suo comportamento, per una volta attivo e non passivo, ha fattosìchelagente iniziasse ad interessarsi a lui, aumentando le possibilità che tutti i suoi segreti venissero alla luce.A farlo piombare nella più cupe angoscia è stata una notizia portata da un vicino: Serge Bidon, un altro membro del consiglio scolastico,
aveva minacciato di spaccargli la faccia. Romand infatti aveva sempre avuto pauro, più di tutto, della violenza fisica e aveva cercato per tutta la vita di circondarsi di persone in cui quell’istinto dello scontro fisico si era atrofizzato. Stando a chi lo conosce, Serge Bidon è l’uomo più mite del mondo e certo la sua minaccia non era da prendere alla lettera. Nonostante ciò Jean Claude moriva di paura. In effetti le cose iniziano a precipitare, la moglie inizia a sospettare di lui, un conoscente, che aveva bisogno di parlare conluiaproposito della faccenda della scuola, cerca il suo contatto telefonicoall’OMS ma non lo trova. Nonostante le cose si stiano avvicinando alla fine lui non si suicida subito, e neanche confessa, anzi continua a prendere insensatamente tempo. Corinne gli chiede con fermezza i suoi soldi e lui le dice che glieli ridarà(purnonavendoli più) e la invita ad una cena nella residenza di un prestigioso medico(cheluinon conosce): la cena si sarebbe svolta il 9 gennaio, e perciò, Jean Claude sarebbe dovuto morire prima di quella data. Tergiversa ancora sul suicidio,decidendodi aspettare dopo natale per non rovinare le feste,poi rimanda a dopo capodanno, inizia a meditare di non uccidere solo se stesso, ma anche la sua famiglia, perché non debbano scoprire il castello di bugie che era la sua vita elaloro,per risparmiargli la sofferenza. Successivamente durante il processo dichiara di non aver premeditato di sterminare ...