Riassunto - Bildung e Umanesimo PDF

Title Riassunto - Bildung e Umanesimo
Author Francesca Solimini
Course Filosofia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Genova
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Riassunto del libro Bildung e Umanesimo ...


Description

BILDUNG E UMANESIMO Hans-Georg Gadamer nacque a Marburgo nel 1900 e morì ad Heidelberg nel 2002. Egli rappresenta una delle voci più autorevoli del dibattito filosofico contemporaneo. Nel 1929 inizia la sua attività didattica, che lo vede insegnare prima a Marburgo, quindi a Lipsia, dunque a Francoforte e infine a Heidelberg. Gadamer entra in contatto con i più importanti esponenti della vita culturale tedesca come Hamann, Husserl, Scheler, Hannah Arendt.

HANS-GEORG GADAMER: SULLA VIA DELLA BILDUNG 1. Il concetto di Bildung in Gadamer: un problema ermeneutico Gadamer coglie nell’ermeneutica non già l’espressione di una filosofia specifica, bensì il concretizzarsi della filosofia medesima. La sua indagine entra in un rapporto fondativo e insieme discutivo con le questioni inerenti il circolo ermeneutico. La cornice complessiva dell’ermeneutica filosofica gadameriana viene a delinearsi quale filosofia ermeneutica ossia, una filosofia pratica sostanziata da un impianto teoretico, capace di porre in atto una critica allo scientismo, all’epistemologismo e ai dogmatismi delle ideologie novecentesche. La Bildung diviene uno humanistischer Leitbegriff, vale a dire un concettoguida umanistico la cui rilevanza si decide anzitutto ponendo in atto un’appropriata attribuzione di significato all’idea stessa di Bildung. L’idea di Bildung secondo Gadamer, corrisponde alla formazione armonica dell’uomo e non già al suo portato culturale. Il rischio, consiste nell’impedire di cogliere non solo un passaggio decisivo del pensiero di Gadamer, ma anche i plessi costitutivi della sua ermeneutica che, come si vedrà, non sono affatto estranei alla storia della Bildung tedesca. Il concetto di Bildung consolida in Gadamer, l’originarietà della sua matrice neoumanistica. Esso diviene, in Gadamer, il presupposto da cui muovere per legittimare l’ermeneutica quale filosofia e per avvalorare la conoscenza propria delle scienze dello spirito. Attraverso Gadamer, la Bildung si configura come un presupposto per un’ermeneutica capace di porre in atto un’indagine all’interno della cultura contemporanea. Si affacciano a questo punto alcune domande: a) Quale interpretazione è corretto sviluppare di fronte al concetto di Bildung? Il concetto di Bildung va anzitutto collocato all’interno della sua storia, che dalla mistica medioevale giunge fino al classicismo tedesco di Goethe. La Bildung si dà nella forma del divenire che è sempre processo e mai risultato. Essa evoca cioè, attraverso la radice Bild (immagine), una naturale tensione alla perfezione, quindi la possibilità di un miglioramento che dall’interno s’irradia e si riflette verso l’esterno. La Bildung non è neppure riconducibile alla sola Kultur, sebbene con la “cultura” sia strettamente intrecciata. La Bildung ha il proprio fine in se stessa. La Bildung non è propriamente un obiettivo, un risultato o uno scopo, ma l’intimo e soggettivo processo attraverso il quale e nel quale l’uomo si forma. Per di più nel divenire della Bildung nulla scompare e tutto si conserva, proprio come accade in natura. Così, la Bildung è un compito dell’uomo che solo lui stesso, in se stesso, può assolvere. L’essenza della Bildung non è da cercarsi né in un’immagine (Bild), né in un

modello (Vorbild) imposto e standardizzato, né nella formazione professionale (Ausbildung), bensì compiendo un ritorno a se stessi. b) In che modo la categorai di Bildung è significativa per le scienze dello spirito? Bisogna soppesare anzi tutto il rapporto tra Bildung (formazione dell’uomo) e scienze dello spirito (o scienze umane). È Gadamer stesso a scrivere: « Bildung è un autentico concetto storico, e proprio questo carattere storico di “conservazione” è quello che importa per la comprensione delle scienze dello spirito». Gadamer concorda circa il fatto che «la filosofia ha nella Bildung la condizione della sua esistenza», ma aggiunge come ciò valga anche per le scienze dello spirito poiché l’essere dello spirito è essenzialmente connesso con l’idea di Bildung. L’uomo supera e oltrepassa il costitutivo stato di natura corrispondendo ad una tensione all’universalità insita nella sua parte spirituale e nella sua essenza, e lo fa coniugando la Bildung teoretica con il comportamento pratico. Cioè conoscendo. La Bildung è, dunque, un elemento dello spirito il quale presuppone un modo di essere che si è formato secondo un principio di libertà. Ciò che costituisce le scienze dello spirito come scienze si capisce di più in base alla tradizione del concetto di Bildung che in base all’idea di metodo della scienza moderna. c) È possibile riconoscere un nesso gnoseologico fra ermeneutica e Bildung? Se le scienze dello spirito si contraddistinguono per la stretta correlazione con il concetto di Bildung e se il problema ermeneutico riguarda la comprensione e l’interpretazione dell’umana esperienza del mondo nonché i rapporti dell’uomo col mondo, l’ermeneutica è allora ciò che consente di meglio studiare e cogliere l’esperienza di verità che oltrepassa l’ambito sottoposto al controllo della metodologia scientifica. L’ermeneutica diventa quella “lente” focale che permette alle scienze dello spirito di scorgere l’essenza della Bildung umana. L’ermeneutica figura come una sorta di “potenziatore” che coadiuva le scienze dello spirito nel sondare l’Erlebnis, ossia quell’intima esperienza vissuta che, non avendo nulla di oggettivo, può essere colta solo per il tramite dell’interpretazione. L’ermeneutica si identifica quale disciplina del domandare e del ricercare, che garantisce verità. Questo è l’aspetto universale dell’ermeneutica: cogliere il darsi del vero anche là dove non giunge la misurazione della scienza. Per disporsi entro tale angolazione conoscitiva è tuttavia necessario formarsi. d) In che modo la crisi dell’idea di Bildung è connessa con le logiche del potere che governano la società moderna? Il concetto di Bildung costituisce l’elemento nel quale vivono le scienze dello spirito, anche quando non sono capaci di giustificare dal punto di vista gnoseologico la loro posizione. Dal XIX secolo, la costruzione dell’identità delle scienze umane è stata completamente dominata dal modello delle scienze della natura. Le scienze dello spirito hanno in un certo qual senso rinunciato alla loro identità e differenza per avvicinarsi al modello positivistico della scientificità. Privandosi della propria specificità, hanno smarrito anche la possibilità di pervenire alla conoscenza della Bildung che, come ricorda Gadamer, è l’elemento del quale vivono e la condizione della loro stessa esistenza. In una società compiutamente organizzata ogni gruppo di interessi si fa valere nella misura del suo potere economico e sociale. Essa giudica anche la ricerca scientifica sulla base del fatto che i suoi risultati possano portare utilità o danno al proprio potere.

Così le pressioni dell’economia e le seduzioni del potere fanno sì che i finanziamenti giungano a quelle scienze capaci di corrispondere agli interessi del mercato dietro i quali si nascondono sempre gruppi di potere. Per Gadamer la scienza moderna è segnata da dogmi e la cultura è soffocata da ideologie. Senza davvero conoscerne il motivo si assegna alle scienze sperimentali una superiorità nella conoscenza in virtù della quale si crede poi che esse siano le uniche depositarie della ragione e della verità. L’ermeneutica può denunciare come dogmatico questo stato della scienza e della cultura moderne solo se si rende consapevole del problema della Bildung. La fertilità del processo ermeneutico si decide nel rapporto con i concetti che adopera. L’uso dei termini richiede consapevolezza e rigore. L’interpretazione di un testo collima non con la costruzione o l’assunzione assiomatica di concetti, bensì con la ricezione del loro originario contenuto e della loro originaria collocazione all’interno della storia dei concetti. Tra ermeneutica e Bildung s’instaura dunque una circolarità virtuosa, in ragione della quale l’interpretazione si rende necessaria la Bildung, che a sua volta abbisogna dell’interpretazione per essere autenticamente compresa. La Bildung può configurarsi quale condizione ermeneutica proficua per sviluppare una critica della cultura e della società contemporanee. Tale condizione ermeneutica è da intendersi in un triplice senso: 1) la Bildung è una condizione dell ’ermeneutica; 2) la Bildung è una condizione nell’ermeneutica; 3) la Bildung è una condizione per l’ermeneutica. 2. Sette saggi sulla Bildung: una questione pedagogica Dal 1944 al 1992: questo è l’arco temporale in cui si collocano i sette saggi gadameriani. Questi attestano come il problema della Bildung e la questione dell’ Humanismus siano una costante del pensiero di Gadamer. 1. Il saggio Umanesimo e oggi? Pubblicato nel 1992 ha come perno centrale il nesso tra Bildung e Humanismus. Il titolo del saggio palesa l’intento finalizzato a soppesare la plausibilità e la legittimità di una Bildung umanistica nell’età contemporanea. All’interno del quadro delineato da Gadamer, dove tutto sembra essere più importante della formazione dell’uomo, quale contributo può ancora offrire la Bildung umanistica? La risposta alla domanda lascia spazio ad una lucida analisi della realtà entro cui cogliere che cosa davvero la Bildung possa e debba significare per noi oggi. Per noi: è questa l’espressione che Gadamer utilizza. Noi che costituiamo la realtà umana e comunitaria, noi che siamo la società umana, noi che rappresentiamo l’intera umanità. A Gadamer preme rendere consapevole l’uomo circa il rilievo assunto dalla Bildung per la vita umana e nella potenzialità medesima dell’umano. Parlare di Bildung umanistica sul crinale tra vecchio e nuovo millennio non significa abbandonarsi ad un pensiero utopistico, ma giungere veramente al punto decisivo coscientizzando la perdita della formazione umanistica dell’uomo in quanto pericolo diffuso. L’attenzione di Gadamer si focalizza sull’esistenza umana costretta, nella modernità, fra burocratizzazione e regolamentazione. C’è nella società una

preoccupante tendenza all’adattamento che ha nel tempo sospinto l’uomo ad atrofizzare la propria facoltà di giudizio. La storia dell’umanesimo ha insegnato che abbiamo il dovere morale di guidare il progresso dell’umanità come lotta in difesa della libertà e, al contempo, combattere contro tutte le forme del nostro sapere, potere e agire che minacciano la nostra libertà. Il rilievo dell’umanesimo e della Bildung umanistica risiede allora nel rendere l’uomo consapevole di un pericolo incombente, che nell’opinione pubblica non sembra ancora affatto visibile a sufficienza: l’incapacità di pensare. L’uomo può imparare a pensare e, pensando, promuovere un corretto processo di civilizzazione nella società, affinchè tutti possano sentirsi più liberi. Occorre che i percorsi educativi posti in essere dalla scuola e dall’università compiano una presa di coscienza: insegnare non significa trasmettere delle informazioni ma vuol dire insegnare e giudicare, a scegliere, ad avere la percezione di che cosa occorra studiare. La Bildung umanistica consegna all’uomo contemporaneo una facoltà di cui ha estremo bisogno: quel coraggio di domandare che si fonda sulla consapevolezza per cui una domanda non è mai un quesito a cui si sa dare una risposta. Questo è il compito che abbiamo in qualità di educatori ed educandi: non già investire sulla capacità di adattamento, ma sulla spontaneità e il coraggio di formare un giudizio proprio. Il senso della Bildung umanistica si coglie, pertanto, laddove impariamo a giudicare pensando e in tal modo promuoviamo la libertà dell’uomo. 2. Il saggio Che cos’è l’uomo?, pubblicato nel 1944, ritorna sul tema della Bildung e dell’Humanismus. Qui il fine è riflettere sull’essere dell’uomo; la riflessione procede attraverso domande, ora implicite ora esplicite. Questo testo getta luce su un aspetto culturalmente paradossale: proprio la civiltà occidentale che attraverso la religione, il mito, la filosofia e la scienza ha, nel tempo, dato voce alla domanda sull’essere dell’uomo è venuta poi abdicando alla possibilità di corrisponderle, lasciando nell’oblio quella forma culturale d’esistenza che è chiamata umanesimo e ponendo in dubbio la Bildung stessa. Considerata la Bildung un’inservibile categoria del passato, l’uomo non ha più la capacità di conferire forma e guidare la vita dandole un ordine. È disorientato e alienato; eppure non soltanto la filosofia, ma la vita stessa esige una nuova risposta a questa domanda. Obliare la domanda e disattendere la risposta hanno un’unica conseguenza: la condizione di debolezza e cecità in cui, per mancanza di guida, versano i tempi più recenti. La cecità è data dal non vedere come l’umanesimo rappresenti la tradizione culturale capace di conferire all’uomo libertà e criticità del pensiero. La domanda sull’essere dell’uomo prende la forma di una domanda sull’essenza dell’uomo. È una domanda, chiarisce Gadamer, che distingue il singolo dalla massa anonima e pertanto non può avere una risposta univoca, vincolante per tutte le persone. Per questo, è una domanda che rimane aperta. 3. L’uomo come essere di natura e portatore di cultura, pubblicato nel 1989, richiama concetti che risultano meno frequenti, ma non per questo privi di un carattere autobiografico. Affrontando il rapporto che nella vita dell’uomo si instaura fra la natura e la cultura, Gadamer dichiara di essere un vecchio

umanista, nonché un uomo cresciuto in Europa, all’interno della cultura della Bildung europea, desideroso di comprendere la realtà che lo circonda. Gadamer sottolinea anche come la sua formazione di uomo sia da ricondursi a quell’idea di Bildung che nel mondo tedesco ha avuto il suo atto di nascita. La riflessione si colloca nel solco di una tradizione che è attenta all’uomo e alla sua formazione. Il dibattito scientifico ha consegnato una visione della scientificità piuttosto contrastante. Da un lato, come si sa, vi sono le scienze naturali e, dall’altro, le scienze dello spirito. Le prime conseguono la spiegazione e la misurazione del reale; le altre l’interpretazione e la comprensione del mondo. Se le scienze della natura godono di una piena legittimità scientifica, le scienze dello spirito sono costantemente accusate di mancanza di rigore scientifico. La natura e lo spirito non sono fra loro in un rapporto oppositivo, bensì dialettico. In quanto umanista, Gadamer è attento anzitutto all’uomo e solo successivamente alla scienza. Gadamer non è certo distratto rispetto al problema della formazione dell’uomo. Di quest’uomo sonda l’essenza, che è fatta all’un tempo di natura, spirito e cultura. Scrive Gadamer: «nella cultura vi è in verità un intreccio stretto e peculiare con la natura e con ciò che noi siamo in quanto esseri di natura». Gadamer si richiama al mondo dell’agricoltura dove l’ambiente naturale diviene produttivo con l’intervento del lavoro umano. l’uomo dovrebbe coltivare in se stesso ciò che gli è dato dalla natura servendosi di quanto la cultura gli offre. Nel rapporto fra natura e cultura, la vita dell’uomo si apre alla trasformazione, come pure all’equilibrio e all’armonia. Ogni possibilità di salvezza non si raggiunge soltanto attraverso il potere, l’armamento e il disarmo, ma insegnando agli uomini che detengono il potere a non abusarne. Gadamer lascia trasparire la necessità di educare l’uomo al proprio potenziale umano, permettendo così che la sua Bildung si sostanzi di natura e si arricchisca nella cultura. La natura consegna un’originaria forza vitale, mentre la cultura reca il dono del domandare per il cui tramite l’uomo procede nell’interpretazione di se stesso e del mondo. Entro l’armonia di natura e cultura, l’uomo ritrova il sentimento del suo sentirsi a casa, ossia percepisce di essere abitatore di se stesso e non a sé estraneo. Pensare l’uomo come essere di natura e testimone di cultura significa riconoscere la natura come elemento necessario della vita dell’uomo e la cultura quale condizione di bellezza che si aggiunge al necessario. 4. In L’idea di Università: ieri,oggi e domani, pubblicato nel 1988, l’accento viene posto sulla dimensione identitaria dell’università e in particolare della HumboldtUniversitat di Berlino. Qui la categoria di Bildung ha un ruolo centrale. La Bildung si configura, nel testo gadameriano, non solo quale elemento costitutivo della realtà universitaria, ma anche come presupposto della ricerca scientifica. Rievocando la fondazione della Humboldt, nel 1810, Gadamer scrive: «Humboldt fondò l’università sull’idea della Bildung. Ciò che intendeva indicare con questa parola non era l’opposizione rispetto a chi non fosse istruito, bensì si pronunciò contro l’orientamento dell’università come scuola professionale: con quella parola intese quindi il contrario di specialista. Bildung indicava il distacco da ogni cosa utile e utilizzabile». E continua: «Prendere parte alla ricerca scientifica non significa prepararsi ad una professione nella quale la scienza

giunge all’applicazione, bensì vuol dire Bildung». I criteri della società industriale, secondo Gadamer, hanno pervaso anche l’università, dove è emersa la distinzione tra ricerca degli scopi e ricerca dei fondamenti. Gadamer vede nell’università contemporanea l’estrinsecarsi della Bildung autoestraniantesi, ovvero il delinearsi di una formazione che diventa estranea a se stessa. L’intero cammino della civilizzazione è per Gadamer contraddistinto da un fenomeno preoccupante: l’aumento delle prestazioni specialistiche nella ricerca ha sospinto verso una Bildung di livello scadente. Così, l’università moderna non è più luogo di Bildung, ma fucina per le future professioni. In questo modo l’università ha smarrito il suo scopo originario: contribuire alla formazione dell’uomo. I primi a subire i contraccolpi del tracollo dell’università sono i giovani che vi si recano nella speranza di prepararsi a una professione e trovare un’occupazione. Per costoro viene configurandosi il compito nuovo di una autoeducazione non supportata da un’istituzione. L’università non è più una Universitas Scholarum dove la dimensione della conoscenza si nutre del rapporto autentico tra docenti e studenti. E non è neppure una Universitas Literarum, poiché il frazionamento e la divisione in Dipartimenti, diventata inevitabile a causa della grandezza numerica, hanno irrimediabilmente frammentato l’unità del sapere in aree specializzate. Infine, l’università non è più l’espressione di una libera vita nelle idee. Il panorama è cambiato, negativamente. Fare ricerca vuol dire Bildung, con buona pace di chi considera Bildung un’astrazione vuota, priva di alcuna concreta utilità. 5. La Bildung umanistica è un bene dell’umanità: tale è il cardine attorno a cui ruota la conferenza, del 1947, Studenti-operai e Università, pubblicata nel 1994. Non più istituzione elitaria, alla quale possono iscriversi solo i figli della borghesia, ma luogo aperto al popolo, l’università dev’essere resa accessibile a tutti, anche ai figli degli operai. Se la scienza è un bene comune dell’umanità, l’università può diventare un luogo d’incontro dei differenti strati della popolazione. Tale apertura non deve implicare un abbassamento del livello culturale nelle università tedesche. Diviene necessario superare differenze e diffidenze, affinchè ciascuno si senta un cittadino universitario. All’interno di questa configurazione della realtà universitaria, dove per altro viene a delinearsi la nuova Facoltà di Scienze dell’Educazione, è necessario operare un faticoso lavoro educativo finalizzato a sospingere l’uomo, qualunque uomo, alla piena espressione di se stesso. Dunque, una università democratica per una umanità senza classi, capace di avvolgere la Bildung quale bene comune dell’umanità. 6. Sempre l’università, còlta nei suoi rapporti con l’idea umanistica di Bildung, è il contesto tematico più ampio entro il quale si sviluppa il saggio, pubblicato nel 1989, La professione quale esperienza creatrice. Gadamer sferra un attacco all’idea moderna di professione e alla presunta vocazione che essa richiederebbe. Gadamer non intende negare che, in casi del tutto particolari, l’uomo possa avvertire dentro se stesso una voce interiore capace di guidarlo verso un determinato percorso, ma rileva come la scelta professionale possa essere in realtà l’esito di un condizionamento prodotto in primo luogo dalla famigl...


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