Riassunto -Perchè narrare le fiabe Cristofaro PDF

Title Riassunto -Perchè narrare le fiabe Cristofaro
Course Letteratura per l'infanzia
Institution Università degli Studi dell'Aquila
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PERCHE’ NARRARE LE FIABE Giuseppe Cristofaro Introduzione Bruno Bettelheim,nel suo libro “Il mondo incantato” espone che un ruolo essenziale affinchè si dia un senso alla nostra vita è svolto dalla fiaba. Così risulta fondamentale per la formazione del bambino. Lo studioso ritiene che,affinchè una storia riesca veramente ad attirare l’attenzione del lettore,deve essere in grado di divertirlo ed incuriosirlo. La fiaba avrebbe però anche l’enorme capacità di arricchire la vita del fanciullo,stimolando la sua immaginazione e il suo intelletto,chiarendo alcuni dubbi che egli può incontrare durante le prime fasi della vita,incoraggiandolo,armonizzandosi con le sue ansie e le sue difficoltà e proponendo soluzioni ai tanti problemi che lo assillano nel corso della sua evoluzione. La funzione della fiaba è dunque un po’ quella di fare ordine nel caos interiore che contraddistingue la psicologia infantile. Le fiabe vennero raccolte da racconti dei narratori popolari e trascritte a partire dal Seicento. Il primo che possiamo citare è Giambattista Basile che nel 1634 scrisse “Lo cunto de li cunt” ovvero ‘lo trattenemiento de peccerille’,noto anche come Pentamerone,una raccolta di 50 fiabe in dialetto napoletano. L’opera fu tradotta in italiano grazie a Benedetto Croce e successivamente fu trasposta in film con il titolo “Il racconto dei racconti”,ciò a dimostrazione di come le fiabe,anche a distanza di anni,continuano ad appassionare il lettore e lo spettatore.  si vede anche come in effetti la fiaba non sia stata scritta per i bambini,ma bensì per un pubblico adulto. La più antica favola è considerata “La storia dei due fratelli”,ma certamente ci è più noto Esopo con “La volpe e l’uva” e “La cicala e le formiche”. Ritornando alla narrazione,si può dire che raccontare storie ai bambini è sempre una buona prassi:la fiaba è affascinante attività ricreativa,ma può essere opportunamente trasformata in strumento educativo e anche “terapeutico”.( fiaboterapia ) L’utilizzo della fantasia aiuta a sviluppare le abilità immaginative e di comprensione della vita quotidiana,ma può anche sostenere lo sviluppo della personalità e l’abilità di padroneggiare le emozioni. La fiaba può inoltre aiutare il bambino a sintonizzarsi con il presente trovano delle similitudini tra le sue “paure” e quelle vissute dal protagonista. La lettura di una fiaba è un momento magico in cui tra il lettore e il bambino si stabilisce una reciproca intesa che qualsiasi interruzione può irrimediabilmente rompere. Per tale motivo è importante la scelta del momento e del luogo nel quale viene proposto il racconto di una fiaba.  per raccontare una fiaba bisogna che ci sia : piena disponibilità , attenzione ,capacità e bravura nel creare l’atmosfera … presupposti affinchè il bambino possa essere partecipe della narrazione ,in quanto l’interazione piena ed esclusiva con l’adulto deve offrire al bambino la sicurezza che la sua presenza non sia solo fisica. Capitolo primo : L’importanza di lasciarsi trasportare dalle fiabe 1. Emozioni in fiaba Le fiabe rappresentavano un divertimento anche per gli adulti,ed avevano una grande importanza per la vita della comunità. La fiaba ha una funzione importantissima: conduce ad un mondo parallelo che non è tanto quello delle fate,dei re delle magie,ma è quello della nostra interiorità. Raccontare fiabe non significa allora soltanto descrivere fatti e vicende,ma è qualcosa d’altro; raccontare fiabe mette in moto tantissimi meccanismi interiori.

La fiaba è uno strumento educativo prezioso,un punto di riferimento per la vita interiore del bambino e per la vita relazionale dello stesso con l’adulto. Il bambino ha bisogno di un’educazione morale che velatamente gli indichi i vantaggi del comportamento morale,non mediante concetti astratti,ma tramite qualcosa di concreto e quindi di significato riconoscibile.  nelle fiabe non è importante tanto il contenuto manifesto,esplicito,quanto il significato simbolico comune in qualsiasi società ed epoca. La fiaba è il modo di mettere davanti agli occhi del bambino il mondo reale con le sue contraddizioni,con le sue insidie,con i suoi vizi e le sue virtù. È in questo modo che gli si dà la possibilità di crescere e di apprendere. 2. La fiaba come forma d’arte Le fiabe sono un racconto che segue uno schema narrativo molto semplice e lineare,presenta di solito una situazione iniziale in cui vengono delineati brevemente i personaggi principali,il luogo e il tempo della storia. Ben presto emerge un problema,una situazione da risolvere,la complicazione attorno a cui si costruirà l’intera fiaba. Quindi avviene lo svolgimento della vicenda,fino a giungere a una conclusione,a un lieto fine in cui si superano le difficoltà e si risolvono i problemi. Le fiabe trattano problemi reali e in esse è presente un significato profondo che bisogna saper cogliere per capire la natura umana e comprendere meglio le proprie storie individuali. CARATTERISTICHE DELLE FIABE: (slide prof) Il tempo della fiaba ha le sue caratteristiche particolari che presentano analogie con il sogno : astorico,fluire solitamente irregolare. Tutte le fiabe hanno in comune molti personaggi e narrano fatto molto simili,ma da una lettura attenta si scopre che esse rivelano culture differenti. 3. L a morfologia della fiaba di Propp Analizzando le fiabe non si può omettere lo studio svolto da Vladimir Propp che in “Morfologia della fiaba” (1928) ha individuato elementi costanti che si presentano nel testo secondo un determinato ordine. Egli ha messo in luce come i personaggi delle fiabe possano essere innumerevoli e diversi,ma le azioni che gli stessi compiono sono poche e ripetitive. Egli è giunto a formulare 3 principi: a) gli elementi costanti sono le funzioni dei personaggi; b) il numero delle funzioni che compaiono nelle fiabe è limitato; c) la successione delle funzioni è sempre uguale; Le funzioni di Propp sono 31 ed esse bastano a descrivere la forma delle fiabe. ( prime 7 parte preparatoria della favola) 9) Mediazione –> la sciagura o mancanza è 1) Allontanamento resa nota,ci si rivolge all’eroe con una 2) Divieto preghiera o ordine. Viene messo un 3) Infrazione del divieto bando con un richiesta di aiuto,cui segue 4) Investigazione l’invio dell’eroe. 5) Delazione –> il personaggio riceve da 10) Reazione qualcuno informazioni che gli servono per 11) Partenza –> l’eroe abbandona la casa e danneggiare l’eroe parte per compiere la sua missione. 6) Tranello Solitamente incontra un personaggio,il 7) Connivenza –> la vittima cade nel tranello donatore, che gli procura l’oggetto e ciò favorisce involontariamente il magico per portare a termine la missione nemico 12) Prova –> l’eroe è messo alla prova 8) Danneggiamento –> l’antagonista arreca 13) Reazione dell’eroe –>l’eroe affronta la danno a uno dei membri della famiglia. prova e la supera Questa funzione è di straordinaria 14) Fornitura del mezzo magico importanza ,poiché con essa ha inizio l’azione narrativa vera e propria

23) Arrivo –> l’eroe arriva in incognito a casa 15) Trasferimento –> l’eroe si trasferisce,è o in un altro paese senza farsi riconoscere portato o condotto sul luogo in cui trova 24) Pretese –> l’antagonista cerca di prendere l’oggetto delle sue ricerche il posto dell’eroe 16) Lotta 25) Compito –> all’eroe viene proposto un 17) Marchiatura –> all’eroe è imposto un compito difficile segno particolare 26) Adempimento 18) Vittoria 27) Identificazione 19) Rimozione –> rimozione della sciagura o 28) Smascheramento mancanza iniziale,l’eroe raggiunge lo 29) Trasfigurazione –> l’eroe assume nuove scopo sembianze 20) Ritorno 30) Punizione –> l’antagonista viene punito 21) Persecuzione 31) Nozze –> lieto fine. 22) Salvataggio Naturalmente non in tutte le fiabe sono presenti tutte le funzioni,possono avvenire dei salti,delle sintesi,che però di fatto confermano l’analisi proposta da Propp. 4. La fiaba nelle interpretazioni di Bettelheim Bruno Bettelheim nel suo libro “Il mondo incantato” propone un metodo per imparare a destreggiarsi nella vita e superare quelle che per lui sono realtà sconcertanti,il bambino ha bisogno di conoscere se stesso e il complesso mondo in cui vive. Gli occorrono un’educazione morale e idee sul modo di dare ordine e coerenza alla dimensione interiore. La fiaba popolare trasmette messaggi sempre attuali e si adegua perfettamente alla mentalità infantile. Le situazioni fiabesche esorcizzano incubi inconsci,placano inquietudini,aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali,insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita. Le fiabe hanno poco da insegnare circa le esperienze dell’odierna società in quanto non rispondenti alla descrizione dei luoghi attuali e tantomeno vicina ai personaggi di oggi. Ma nonostante ciò possono essere rivelatrici e istruttive circa i problemi interiori degli esseri umani e le giuste soluzioni alle loro difficoltà in qualsiasi società il bambino si trovi. Bettelheim si chiede come mai le fiabe popolari siano più gradite delle altre storie per l’infanzia da tutti i bambini con o senza problematiche. La risposta che viene data è che le fiabe presentano al bambino delle soluzioni ai loro problemi,soluzioni la cui lettura mette in moto l’inconscio. Il messaggio che le fiabe comunicano al bambino in forme molteplici è che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile,è una parte intrinseca dell’esistenza umana,che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine uscirne vittorioso. Contrariamente a quanto avviene in molte storie moderne per l’infanzia,nelle fiabe il male è onnipresente come la virtù. Praticamente in ogni fiaba il bene e il male s’incarnano in certi personaggi e nelle loro azioni,così come il bene e il male sono onnipresenti nella vita e le inclinazioni verso l’uno o l’altro sono presenti in ogni uomo. Le scelte di un bambino non dipendono tanta da una presa di posizione in favore del bene contro il male,ma da chi suscita la sua simpatia e la sua antipatia. 5. L’interpretazione analitica delle fiabe Per quanto riguarda l’interpretazione della fiaba va considerata alla stregua di un sogno. La fiaba si differenzia dal sogno per le elaborazioni e le strutturazioni consapevoli,ma allo stesso tempo è una fantasia emersa spontaneamente dall’inconscio,il cui sfondo reale è tanto esiguo da risultare praticamente irrilevante. Per l’interpretazione di una fiaba la Von Franz la divide nei vari aspetti iniziando con l’introduzione,e cioè il tempo e il luogo. Nelle fiabe questi sono sempre evidenti,e la classica frase iniziale

“C’era una volta” indica che essi si collocano fuori dal tempo e dallo spazio. In seguito si analizzano i personaggi,di cui si deve considerare il numero all’inizio e alla fine. Poi si analizza l’esposizione o inizio del problema,infatti all’inizio della storia vi sono sempre delle difficoltà. Segue poi la peripezia,che può essere breve o lunga. Infine si arriva al punto culminante nel quale l’intera vicenda si sviluppa in tragedia o si risolve facilmente. Le formule conclusive delle fiabe sono una sorta di rito: una fiaba conduce nel lontano mondo onirico infantile dell’inconscio collettivo, dove non è possibile rimanere ma è necessario uscire. La possibilità di comprendere i personaggi della fiaba o del sogno è basata sulla capacità della psiche umana di operare proiezioni. Le fiabe,in quanto prodotti fantastici dell’inconscio collettivo vengono considerate come sogni,costituiscono per così dire un dramma interiore che si svolge all’interno del soggetto. Una visone interessante è quella di Lewis, il quale afferma che associare la fiaba e il fantastico all’infanzia è solo un pregiudizio,perché le fiabe di fatto non sono state scritte esclusivamente per i bambini. Lewis difende la fiaba dall’attacco che spesso i genitori fanno affermando come le stesse possano causare nei bambini ansie e paure con i boschi oscure, le streghe,i nani e quant’altro; ma l’autore risponde a questi genitori affermando che ciò significherebbe nascondere ai bambini il fatto che sono nati in un mondo dove ci sono la morte,le violenze,gioie e dolore nonché eroismo e vigliaccheria,bene e male. Per quanto riguarda invece il discorso sulle fobie,secondo Lewis non possono nascere con la lettura delle fiabe in quanto vengono a formarsi insieme alla persona stessa. Sarebbe bello se nessun bambino nel suo letto si spaventasse ma di fatto le paure accompagnano la crescita del bambino,pertanto è preferibile pensare che il bambino si spaventi di più pensando ai draghi,ai giganti e alle streghe piuttosto che ai ladri,ai rapinatori, etc. Capitolo secondo: Paure e fiabe 1. Il bambino tra paura e fobie Con il termine ‘paura’ si identificano stati di diversa intensità emotiva come il timore,l’apprensione,la preoccupazione,l’inquietudine o l’esitazione sino ad una polarità patologica come l’ansia,il terrore,la fobia o il panico. Altre costanti della paura sono la tensione che può arrivare fino alla immobilità e la selettività dell’attenzione ad una ristretta porzione dell’esperienza. Tale focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno,ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici e può generare insicurezza e desiderio di fuga. Non c’è una fase della vita che sia priva di paura : ogni età è contraddistinta da un modo differente di vedere la vita e di vederla e quindi,anche rispetto alla paura,c’è un’evoluzione. Ciò che noi percepiamo è la paura che nasce in un determinato momento,in una determinata situazione,ma l’emozione che blocca è sempre legata ad aspetti del passato. La paura nasce con l’uomo,appartiene necessariamente ad esso e lo accompagna nel corso della vita,nelle diverse fasi esistenziali. In tal senso si parla di ‘paura archetpica’,paura che nasce appunto agli albori della vita e che,nel corso dei millenni,si è sedimentata nella psiche umana ed è per questo che non si può prescindere da essa. Il pensiero razionale ha aiutato l’uomo nella gestione delle paure e dell’ansia,in quanto strumento attraverso il quale approdare alla riflessione e alla consapevolezza. Nell’inconscio si sedimentano le paure che poi sfociano prepotentemente nella vita di ogni giorno e si vanno a sommare con le paure arcaiche. La paura archetipica non abbandona l’uomo,ma lo accompagna per la vita,e se ben conosciuta e ben governata,diviene utile compagna nell’individuare i reali pericoli da cui doversi difendere. La paura si caratterizza nel possedere due facce : a) paura nei limiti,diviene positiva in quanto indica a ciascuno come valutare un determinato evento e,di conseguenza, consente di scegliere quale

comportamento adottare per affrontare meglio la situazione e non essere sopraffatti dalla paura stessa ; b) emerge quando si viene sopraffatti e in questo caso è compagna malevola poiché nonconsente di vivere con piacere il proprio cammino. Ed ecco allora che possiamo differenziare tra paure reali e paure immaginarie. Le prime sono legate ad eventi esterni che presentano dei pericoli oggettivi che quindi vanno affrontati per l’incolumità personale. Le seconde sono legate a traumi,abbandoni,legami affettivi poco soddisfacenti o inesistenti ed altro. Ecco allora aprirsi il varco della “paura nera”,di quella paura che se non affrontata nelle sue radici non permetterà di vivere serenamente. Ansie,paure e angosce,entrano nel mondo inconscio e determinano il malessere dell’individuo,pertanto le fiabe risultano uno strumento attraverso il quale mostrare la possibilità di un percorso di luce,partendo dal buio. Il tempo dell’infanzia è dedicato alla costruzione della propria persona,alla formazione e quindi è il tempo della semina: il bambino,come un campo,raccoglie i semi che vengono gettati dalle mani di coloro che vivono con lui o che ruotano attorno a lui e se non si ha la fortuna di incontrare buoni oggetti e buone relazioni,le possibilità che nascano delle potenti paure è molto forte : paura di non essere amati,di essere abbandonati,paura di non essere in grado di gratificare le figure affettive di riferimento … La paura di essere lasciato solo e la paura di essere abbandonato sono le paure più forti nel bambino piccolo, il quale teme di essere separato dalla madre,o dalle persone che sono per lui un punto di riferimento,e nutre angosce collegate con l’abbandono stesso. Si tratta di paure che spesso poi sfociano in problematiche legate all’insonnia,a disturbi alimentari, a problemi di comportamento,di ansia e di depressione e di apprendimento scolastico. È stato più volte ribadito da numerosi studiosi come molte paure con lo sviluppo scompaiono spontaneamente. Per quanto concerne i genitori e gli insegnanti,è importante non creare da subito situazioni di preoccupazione nei confronti delle paure ,ma allo stesso tempo neanche sottovalutare le paure che spesso sono il sintomo di disagi nascosti. Nulla di ciò che avviene nella mente è casuale,anche le paure più bizzarre hanno una motivazione nascosta che spesso sfugge. È importante sapere che le paure non dovrebbero mai arrivare alla soglia nella quale potrebbero bloccare o rallentare lo sviluppo del bambino interferendo con le sue quotidiane attività. Tale soglia indica il limite tra normalità e patologia,per cui la paura potrebbe facilmente trasformarsi in fobia. Per evitare l’emergere di problematiche patologiche è bene sottolineare alcuni aspetti che possono aiutare genitori e insegnanti: a) Affrontare la paura di petto in modo graduale; b) Ascoltare il bambino e le sue motivazioni dando importanza ai suoi vissuti; c) Spiegare che uno situazione non è pericolosa tramite degli esempi; d) Utilizzare fiabe e racconti che aiutino il bambino a tradurre le loro emozioni in immagini; e) Lasciare libero il bambino di esprimersi attraverso il gioco e il disegno; f) Cercare di comprendere se si tratta di una paura o di una fobia,rivolgendosi eventualmente ad uno specialista. Con il crescere ed in particolare nell’adolescenza i paradigmi infantili vengono stravolti e si va alla ricerca di una nuova dimensione. Se l’adolescente è solo e manca di figure di riferimento emotivamente predisposte all’ascolto,faticherà a trovare la soluzione ai problemi inerenti la paura di affrontare la vita. 2. La valenza “terapeutica” della fiaba Analizzando le paure dei bambini possiamo asserir che uno dei migliori modi per aiutarli è quello di servirsi della fantasia attraverso le fiabe e ciò può sembrare paradossale se pensiamo che spesso è proprio la fantasia a scatenare le paure nei bambini.

Studiosi come Bettelheim e Propp hanno dimostrato come esista una sorta di corrispondenza tra la struttura delle fiabe e lo sviluppo psicologico,così: a) Nelle fiabe ogni elemento interagisce con gli altri,anche quelli inanimati,i quali possono anche parlare ed hanno qualità e caratteristiche umane. Per il bambino non esiste una linea netta che separa gli oggetti dagli esseri viventi,per cui per il bambino è ragionevole attendersi delle risposte da quegli oggetti che suscitano la sua curiosità; b) Non esistono spazio e tempo. Ogni fiaba ha una legge a sé stante dove tutto è possibile. Tale realtà offre al bambino un piccolo strumento per analizzare la società in cui vive. L’esperienza che il bambino ha del mondo è caotica per cui mentre egli ascolta una fiaba,riceve delle idee su come mettere ordine in quel caos che è la sua vita interiore; c) In tutte le fiabe si ripetono formule come “… e vissero felici e contenti. “ che sono una sicurezza per il bambino. Anche nei momenti più difficili della storia sa che prima o poi arriverà il lieto fine. Infatti,come sostiene Tolkein, tutte le fiabe non devono mancare dell’aspetto consolatorio che si caratterizza nel lieto fine,poiché in assenza di tali felici conclusioni il bambino ascolta la storia ma sentirebbe di non poter sperare nella possibilità concreta di superare situazioni di difficoltà della sua vita. d) Il protagonista della fiaba è spesso solo ad affrontare l’avventura,ma viene aiutato da agenti esterni che intervengono se si trova in grave pericolo,come fanno i genitori con il proprio figlio; e) Nelle fiabe la lotta tra il bene e il male,forte e debole,buono e cattivo è sempre al centro della storia. Ed è sempre il bene a trionfare,il debole ha la meglio sul prepotente tramite l’astuzia e l’impegno ponendosi come esempio per i...


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