Economia aziendale - Bruno De Rosa PDF

Title Economia aziendale - Bruno De Rosa
Author Alessia Antoniazzi
Course Economia Aziendale
Institution Università degli Studi di Trieste
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Summary

Prima parte del corso tenuto dal prof. Bruno De Rosa.
Concetto di azienda, capitale, fasi del processo produttivo....


Description

AZIENDA L’AZIENDA può essere definita in due modi: -

Organismo (teorie organicistiche): un complesso di parti che lavorano assieme, costituito da diversi apparati (membra) che devono funzionare congiuntamente, quindi c’è una visione unitaria delle parti dell’organismo. Questa definizione consente di immaginare le fasi di vita di un’azienda: nascita, fase iniziale in cui si deve sviluppare, fase di maturità e fase di declino. Lungo il ciclo di vita può andare incontro a delle patologie (crisi); si parla di stato di salute dell’azienda.

-

Sistema (modalità sistemica): un insieme di elementi in iterazione gli uni con gli altri. Si devono definire le sue componenti e ciò che lega questi elementi e il sistema. In questo caso si parla di equilibrio del sistema.

Esistono due tipi di sistemi: naturali e creati dall’uomo. Ciò che li distingue è la finalità: i primi non ne hanno una (o, almeno, non la conosciamo), mentre i secondi sono stati creati per perseguire uno scopo, che qualifica il sistema. Il sistema aziendale è un sistema creato dall’uomo che ha come finalità il soddisfacimento di bisogni umani, ossia creare utilità, quindi valore a favore di un singolo individuo o di una collettività di individui. Per soddisfare i bisogni umani, creare utilità e valore bisogna agire: lo svolgimento di un insieme più o meno complesso di attività, determinato al raggiungimento di uno scopo, si chiama PROCESSO PRODUTTIVO. Processo = insieme di attività Produttivo = crea valore, ossia utilità, in quanto soddisfa dei bisogni Il processo produttivo richiede che vengano consumati degli INPUT, delle risorse, che devono essere distrutti affinché il processo si possa realizzare. Il risultato del processo, invece, sono degli OUTPUT, risorse che servono, in maniera diretta o indiretta, per soddisfare i bisogni. INPUT



PROCESSO PRODUTTIVO



OUTPUT

Il sistema azienda è aperto: riceve input da un ambiente di riferimento, li trasforma, e li restituisce all’ambiente in cui opera. Questi output modificano potenzialmente l’ambiente in cui vengono inseriti. Si parla di equilibrio dinamico: al modificarsi delle condizioni dell’ambiente di riferimento, il sistema deve cambiare l’equilibrio delle sue componenti per potersi adattare; per esempio, le stesse condizioni possono determinare il successo o l’insuccesso a seconda delle condizioni dell’ambiente circostante. Un sistema chiuso, invece, non interagisce con l’ambiente circostante, non riceve input e non produce output, dunque ammette un equilibrio che, solitamente, una volta raggiunto, si conserva nel tempo, è perpetuo. Situazione di equifinalità: si può raggiungere l’equilibrio partendo da situazioni diverse e perseguendo strade e strategie diverse tra di loro, non c’è un unico modo corretto.

Componenti essenziali di un’azienda: -

Soggetto personale

-

Capitale (ricchezza)

-

Organizzazione

SOGGETTO PERSONALE SOGGETTO PERSONALE Se c’è un’attività da svolgere, deve esistere il soggetto agente che la svolge: possono essere una o più persone, il che implica che il concetto di azienda ha a che fare, rispettivamente, con la psicologia e la sociologia. Il processo produttivo prevede due tipi di attività: -

attività decisionale: svolta dai soggetti decisori (detti colletti bianchi), che decidono cosa fare, con quali risorse, quale destinazione dare a ciò che si produce. Per fare ciò hanno bisogno di informazione sull’ambiente esterno, sulle risorse usate, ecc. Devono guidare i comportamenti delle persone che agiscono all’interno dell’azienda, fornendo obiettivi comuni per indirizzare i comportamenti lungo le direttive scelte.

-

attività operativa: è svolta da coloro che agiscono, pongono in atto le decisioni prese (detti tute blu).

SOGGETTO GIURIDICO Chi ha il potere formale – sulla base di un determinato sistema giuridico - di prendere decisioni in merito al processo produttivo di un’azienda. Il contesto normativo condiziona ciò che il soggetto giuridico può decidere. Può essere una persona che, in realtà, riceve ordini dall’esterno, ma serve a nascondere il nome di chi decide davvero (PRESTANOME).

SOGGETTO ECONOMICO Chi ha la capacità di prendere le decisioni più importanti relative a una determinata realtà aziendale, è il fruitore delle informazioni necessarie per creare ordine all’interno della realtà economica aziendale. Soggetto economico e soggetto giuridico possono essere individuali o collettivi, a volte coincidono.

RISORSE ECONOMICHE Se svolgo qualsiasi attività, devo impiegare delle risorse. Sono i mezzi della produzione, detti FATTORI PRODUTTIVI, di cui si necessita per svolgere attività, che vanno acquisiti dall’esterno. Le risorse vengono consumate, impiegate, distrutte (si tratta di “distruzione creativa”: serve per svolgere qualcosa di utile). Possono essere consumate integralmente, cedono la loro utilità in un unico istante (A FECONDITÀ SEMPLICE), oppure gradatamente, in un certo periodo di tempo (A FECONDITÀ

RIPETUTA, CAPITALI FISSI). Questi mezzi: -

Possono essere tangibili (che hanno consistenza fisica) (BENE) oppure intangibili (SERVIZIO).

-

Sono utili, servono a qualcosa, quindi possono essere impiegati nel processo produttivo.

-

Devono essere limitati: se non sono disponibili liberamente, acquistano valore, anzi, più limitati sono, più valore assumono; se sono illimitati, al contrario, perdono valore.

Ogni attività economica richiede che vengano impiegati diversi fattori produttivi. Ciò che viene prodotto ha ancora natura di bene o servizio. Il risultato del processo produttivo assume il nome di PRODOTTO: sono le risorse economiche che vengono conseguite. Lo stesso bene può essere fattore produttivo per qualcuno e prodotto per qualcun INPUT



ATTIVITÀ



OUTPUT Consuma Impiega Ottenuti Distrugge

collegate tra loro in termini di processo

Allestiti

produttivo

FATTORI PRODUTTIVI: altro.

Per consumare una risorsa, in precedenza ho dovuto in qualche modo acquisirla: l’azienda si approvvigiona all’esterno delle risorse di cui ha bisogno molto spesso qualche tempo prima del necessario. Ci si può approvvigionare di risorse secondo diverse modalità: -

Il soggetto da cui acquisto le risorse di cui ho bisogno è il FORNITORE, l’insieme delle attività che mi legano al fornitore si chiama CICLO PASSIVO. I fornitori possono essere di materie prime o di lavoro, di capitale.

-

Se l’azienda è venuta in possesso del fattore produttivo senza acquistarlo, cioè le è stato “regalato”, si dice APPORTO DI FATTORE PRODUTTIVO.

-

Il fattore produttivo che viene consumato potrei averlo costruito io stesso; in questo caso si parla di COSTRUZIONE DI FATTORI PRODUTTIVI IN ECONOMIA.

Esempio: In famiglia la mamma crea dei pasti, quindi soddisfa i bisogni della famiglia usando fattori produttivi (farina, uova, …), come un ristorante. In famiglia, però, il prodotto viene consumato immediatamente per il soddisfacimento dei bisogni (aziende NON IMPRESE). Al ristorante, al contrario, il prodotto ottenuto viene scambiato con soggetti chiamati CLIENTI in cambio di un corrispettivo (solitamente denaro), che viene poi utilizzato per soddisfare i bisogni (aziende IMPRESE).

Lo scambio con i clienti avviene in una fase detta CICLO ATTIVO. L’ATTO VENDITA è la cessione di un prodotto dietro corrispettivo a TERZE ECONOMIE, soggetti indipendenti rispetto a quello considerato. Nelle aziende non imprese il prodotto ottenuto è utilizzato immediatamente, in via diretta, per il soddisfacimento dei bisogni per i quali è finalizzata. Nelle aziende imprese la produzione è rivolta al mercato, dunque i bisogni vengono soddisfatti impiegando il corrispettivo ottenuto in cambio del prodotto. INPUT imprese FORNITORE

P. PROD.

---

fattori  produttivi = imprese

OUTPUT immediatamente

 prodotti

= non

--- mercato moneta ------

  i l i i l i Si usa il concetto di prevalenza: può essere che un’azienda impresa impieghi direttamente una parte del proprio prodotto al suo interno, ma solo una piccola parte, così come un’azienda non impresa può vendere una piccola parte dei propri prodotti sul mercato. Tra le aziende imprese ci sono le cooperative: per statuto, non hanno scopo di lucro, quindi non necessariamente devono ricavare un valore differenziale. Né la definizione di azienda, né la definizione di impresa implica necessariamente la finalità di lucro.

PROCESSI PRODUTTIVI: 1. PROCESSO INDUSTRIALE O MANIFATTURIERO 

Avviene una trasformazione fisica di alcune materie in prodotto, che viene poi venduto.



Le materie prime normalmente perdono la loro identità perché si ritrovano incorporate nel prodotto finale, si consumano integralmente per trasformarsi fisicamente in qualcos’altro. Dunque si ottiene un bene diverso dalle materie prime impiegate.



Si utilizza del lavoro, dei macchinari e altri fattori produttivi (come i brevetti).



Il processo industriale permette di creare prodotti che possono essere venduti non immediatamente, quindi consente la creazione di magazzini.

2. PROCESSO MERCANTILE O COMMERCIALE Il MERCANTE o COMMERCIANTE acquista un bene, detto BENE MERCE, che è in parte fattore produttivo (viene acquistato), in parte prodotto (viene venduto), il quale viene successivamente venduto al cliente. Non c’è stata trasformazione fisico-tecnica, ma c’è una trasformazione definita nel tempo e nello spazio: ad esempio, le fragole a febbraio sono rese disponibili perché importate da Israele.

Molte aziende svolgono contemporaneamente un processo manufatturiero e mercantile: ad esempio, il ristoratore compra e prepara la pasta, ma vende anche una bottiglia di vino. Il mercante deve avere anche altri fattori produttivi per svolgere questo processo: ad esempio, un ristoratore deve avere un frigo per il vino, un cameriere, un tavolo, ecc. che non entrano nel valore del bene scambiato (la bottiglia), ma dalla vendita deve ottenere un valore differenziale sufficientemente alto per recuperare il valore degli altri fattori produttivi che è comunque costretto a impiegare. Il valore è un’entità soggettiva: per lo stesso bene, diverse persone sono disposte a pagare prezzi diversi in momenti diversi. Per questo motivo, l’intermediario può creare valore per ben tre parti: se stesso, il venditore e l’acquirente. Esempio: Un’amica è disposta a vendermi il suo orologio per €100. Lei ci guadagna: dà più valore a €100 piuttosto che all’orologio. Una compagna è innamorata di quell’orologio ed è disposta a darmi €150 per acquistarlo: lei ci guadagna perché ritiene che quel bene valga più della cifra spesa. Io ci ho guadagnato €50. 3. PROCESSO DI ALLESTIMENTO DEI SERVZI Per ottenere un servizio, non ci sono materie prime: non si integrano nel prodotto, che è intangibile, anche se a volte trova fisicità nello strumento che serve per veicolare il servizio (come la carta su cui si stampa un atto notarile), eppure produce ugualmente un valore. EFFICIENZA Il valore attribuito all’output prodotto deve essere maggiore del valore attribuito all’input consumato (efficienza nei sistemi = rapporto tra output e input). val (O) > val (I)

EFFICIENZA =

O I

EFFICACIA Un soggetto è efficace quando è in grado di raggiungere gli obiettivi (TARGET) che si è imposto. Si misura in termini di differenza tra output raggiunto e output prefissato. Per giudicare l’efficacia, devo darmi degli obiettivi, budget e poi verificare i risultati. EFFICACIA =

OE OT

Si deve raggiungere un buon livello di efficienza ed efficacia contemporaneamente.

COMPETENZA ECONOMICA

Per giudicare l’efficienza di un processo produttivo devo concentrare l’attenzione sui fattori produttivi effettivamente consumati, non su quelli acquistati. Il costo d’acquisto dei fattori produttivi, ovvero la sofferenza che devo subire per poter acquisire dei fattori produttivi, non è un costo di competenza; infatti, non forma il risultato economico, perché viene neutralizzato dalla variazione della rimanenza dei fattori produttivi.

PRODUTTIVITÀ Rapporto tra output misurati in maniera fisica e gli input misurati in maniera fisica. Consumo e allestimento si riferiscono a periodi di tempo: ha senso parlarne solo se si stabilisce il periodo di riferimento da esaminare. L’output fisico si riferisce alla produzione allestita in un periodo t, l’input fisico si riferisce alle risorse consumate in un periodo t. Esempio: Un motorino non consuma solo benzina, ma anche altri fattori produttivi: pneumatici, apparati meccanici, freni, lubrificanti, lavoro del conducente (servizio), servizio manutenzione e riparazione, assicurazione, bollo, fattori produttivi di carattere immateriale.

OMOGENEIZZAZIONE MONETARIA Diversi fattori produttivi si misurano con unità di misura diverse, ma questo complica il mio calcolo del consumo effettivo del motorino, perciò, per renderli sommabili, devo trasformare i dati espressi in termini fisici in dati espressi in termini monetari applicando il criterio di stima. Per esprimere l’output, si può indicare la velocità oraria, il comfort di guida oppure l’accelerazione, ecc., dunque c’è un problema di eterogeneità anche di output. La soluzione è trasformare tutto in euro. Inoltre alcune misure sono convenzionali, come le ore di guida, e possono essere valorizzate in maniera diversa: ad esempio, la guida di un operaio costa meno di quella di un AD, a parità di benzina consumata.

CONSUMO TOTALE Costo di consumo di tutte risorse impiegate.

FATTURATO COMPLESSIVO Prodotto dei pezzi venduti per il prezzo a cui sono stati venduti. È la misura di tutto l’output.

ECONOMICITÀ o EFFICIENZA ECONOMICA Nuova misura dell’efficienza costituita dal rapporto tra la somma degli output (stimati in euro) e la somma degli input (stimati in euro).

Σ O€ Σ I€

efficiente se

>1

CONTO ECONOMICO Valore della produzione allestita. I bilanci sono costituiti da due prospetti che si riferiscono a cose diverse: l’output viene espresso sulla destra, l’input sulla sinistra.

COSTO CONSUMO COMPLESSIVO DELLA PRODUZIONE ALLESTITA

VALORE GLOBALE DELLA PRODUZIONE ALLESTITA

Se il valore della produzione allestita > costo della produzione, l’azienda ha un utile, ha creato valore. Esempio: due taxisti X e Y che vanno da Trieste ad aeroporto Ronchi (50 km) X fa andata e ritorno e percorre 100km (consuma 10l benzina) Y fa andata e ritorno, ma si perde: percorre 180km (consuma 18l) L’output si può misurare rispetto alla produzione allestita o rispetto alla produzione venduta: entrambi hanno venduto 50km (ritorno a vuoto)

X:

50 km 10 l

=

50 km 100 km

*

100 km 10 l

Y:

50 km 18 l

=

50 km 180 km

*

180 km 18 l

Con questo schema metto a paragone due efficiente diverse: l’efficienza a livello produttivo con l’efficienza in termini di capacità di vendita. L’efficienza delle aziende imprese è data dall’efficienza nella gestione del processo produttivo e dalla capacità di vendere ciò che ha prodotto.

Dunque la produzione può essere vista in termini di: -

produzione allestita: livello di prodotto effettivamente realizzato, intero ammontare della produzione in determinato periodo output = ciò che ho allestito input = ciò che ho consumato per allestire l’intero output  prevalentemente per aziende non imprese e imprese in Paesi europei e Australia

O ALLESTITO I CONSUMATO

-

produzione venduta: numero prodotti venduti output = ciò che ho venduto input = costo del venduto  prevalentemente per aziende imprese in Paesi anglosassoni

O VENDUTO I (VENDUTO ) COSTO DEL VENDUTO Il sacrificio fatto per vendere ciò che ho venduto (mi sono privato di beni che prima erano miei), il consumo che sono costretto a sostenere per produrre ciò che vado a vendere.

CAPITALE (RICCHEZZA) RICCHEZZA LORDA, CAPITALE A DISPOSIZIONE Insieme più o meno esteso delle risorse economiche (beni, servizi e crediti) a disposizione di un soggetto per fare un determinato processo produttivo. Non può esistere un’azienda che non abbia ricchezza investita, capitale a disposizione, altrimenti le sarebbe impossibile svolgere il processo produttivo.

CREDITO Bene o servizio che un soggetto ha diritto ad ottenere in futuro sulla base di un rapporto giuridico. Può essere una parte della mia ricchezza attualmente presente che ho prestato ad altri e che, quindi, mi deve essere restituita (investita in beni o servizi) oppure un bene o un servizio che ho pagato in anticipo e non ho ancora ricevuto.

DEBITO Ho ottenuto della ricchezza che ora è investita nel mio patrimonio, ma è solo temporaneamente a mia disposizione. Essendo investita in beni o servizi, prima o poi dovrò cedere beni o servizi per restituirla.

PATRIMONIO Costituito da beni e servizi che il soggetto ha a disposizione nel momento dell’analisi oppure che ha il diritto di ottenere in futuro sulla base di rapporti giuridici. La definizione di ricchezza si riferisce a un istante, ma il capitale è un concetto dinamico, che muta nel tempo, anche se la sua rappresentazione è statica. È molto importante capire in quale momento viene “fotografato” il patrimonio. Tuttavia, non è sempre possibile avere una rimanenza di un determinato bene o servizio: succede per i SERVIZI DI USO NON DUREVOLE, che si consumano nel momento stesso in cui vengono forniti dal fornitore, dunque non possono essere “fotografati” nel patrimonio, ciò che è stato acquistato viene consumato integralmente, quindi la rimanenza è nulla. I servizi di uso non durevole ammettono rappresentazione patrimoniale solo sotto forma di crediti di servizi, cioè sono stati acquistati ma non sono ancora stati forniti. Si chiamano RISCONTRI ATTIVI. I SERVIZI DI USO DUREVOLE ammettono rimanenza perché è possibile rappresentarli dal punto di vista patrimoniale. Per un giurista, ma anche per un economista, il servizio è una prestazione di fare. Il concetto economico-aziendale di servizio, invece, comprende anche ciò che i giuristi chiamano beni immateriali, che costituiscono in parte dei servizi di uso durevole. Esempio: PATRIMONIO 5 * €10 1 + 1 libro (€40)

----- 4 banconote -----

La ricchezza si trova inizialmente investita in 5 banconota da €10, poi si scorpora da 4 banconote e si incorpora in un nuovo bene. Il patrimonio ha mutato il suo aspetto qualitativo, ma non quello quantitativo: ho sempre a disposizione €50 (passaggio permutativo). Il concetto di ricchezza (= potere d’acquisto generico, capacità di acquistare qualcosa) è diverso dal concetto degli elementi in cui essa si incorpora: la ricchezza è un concetto astratto, si incorpora temporaneamente in una serie di beni o servizi, dunque non può circolare, essere trasferita se non tramite beni o servizi.

CRITERIO DEL COSTO STORICO Attribuisco ai nuovi elementi patrimoniali che ottengo un valore pari alla sofferenza che ho sostenuto per acquistarli. Esempio’: PATRIMONIO 5 * €10 1

----- 4 banconote

+ 1 libro (€40) 1 libro (€40)

-----

€50

----

-----

La ricchezza è mutata qualitativamente e quantitativamente: ho €60 (passaggio modificativo). Se, invece, acquisto il libro per €40 e credo valga €50, la prima variazione è subito modificativa (+€10). Quando un bene che entra nel mio patrimonio, gli attribuisco un valore di entrata che (a meno che non sia deficiente), d...


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