Lazio antico - Civiltà dell\'Italia preormana PDF

Title Lazio antico - Civiltà dell\'Italia preormana
Course Civiltà dell'italia preromana
Institution Sapienza - Università di Roma
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Appunti di Civiltà dell'italia preromana
Panoramica sul Lazio Antico...


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LEZIONE 8 - Il Lazio antico: un’introduzione Il Lazio Antico: un'introduzione

Il Lazio può essere definito in più modi, sia dal punto di vista culturale sia per quanto riguarda i confini, - in base tutte le regioni augustee (lazio e campania raggruppate insieme); - senza confini veri e propri, togliendo la Campania e osservando i numerosi popoli che ne facevano parte (vedi cartina).

Ancora una volta discorso dei confini ricorre preponderante. Nella compagine latina, almeno nel periodo più antico, ci deve rientrare anche Roma che è a tutti gli effetti una realtà connotabile in vario genere, a seconda dei periodi; ma, prima della Repubblica, va considerata parte dell’universo latino, per quanto riguarda gli aspetti culturali e linguistici. Fa dunque parte dell’Italia preromana. Come sono organizzate queste popolazioni? Non è un caso che i latini vengano considerati come realtà pre - protourbane e urbane poi, organizzate in una lega di tipo federale-religioso, le stesse leghe di carattere religioso che ritroveremo successivamente per Etruschi e Sanniti. Si tratta dunque di un modello culturale (vedi modello torelli) che funziona sia per l’Italia a maggior velocità, sia per l’altra parte che non ha ancora una struttura di ordine urbano ma piuttosto di tipo “pagano-vicanico”; popolazioni, quindi, che si raggruppano e che trovano

un loro fulcro culturale in ambito religioso. Santuari che svolgono questa funzione sono: -

Fanum voltumnae (Etruria); Monte cavo (Latini) Santuario di Pietrabbondante (compagine sannitica) Lucus Feroniae (Capenati, presso Monte Soratte)

I latini non occupano tutto il Lazio, ma abbiamo Ernici, Aequi e in parte i Sabini. Il caso dei Volsci è analogo al caso dei Campani. Ricordiamo che il popolamento della campania ha uno spessore cronologico, nella fase del V secolo caratterizzato dall’invasione dei Campani, dagli areali etruschi e del popolamento greco. Lo stesso avviene per quanto riguarda i Volsci, che calano nel Lazio da realtà montane (calata dei Volsci) andando a scapito della realtà latina (vedi Satricum). Satricum: ci troviamo in terra pontina, città che ci parla della capacità di riconoscere attraverso le fonti archeologiche il movimento di un popolo da un areale all’altro. Substrato culturale più antico su cui si vanno ad insediare man mano i vari popoli è quello di ambito latino. Ciò che accade qui nel V secolo è lo stesso che osserviamo in tutte le altre varie regioni italiche dove abbiamo uno spostamento di parte del popolo. Si creano delle falle in ambito storico, economico e politico in ambito costiero e così dalle aree meno progredite si muovono gruppi di popolazioni verso l’areale costiero. Che tipo di movimenti sono? Meccanismo di piccoli movimenti che potrebbe giungere dal ver sacrum. Ovviamente il Lazio ha gli etruschi in casa (una delle due rive del Tevere è etrusca), è dunque chiaro che nel Lazio va a scegliere come confine di riferimento il Tevere anche se poi verrà valicato, per un certo periodo, dagli stessi etruschi.

Il Tevere è un confine - non confine, di tipo liquido, che si travalica facilmente essendo navigabile e connettendo metà Italia (per 3/4 navigabile nel periodo antico). Capiamo allora perché le note coppe a semicerchi penduli verranno ritrovate a Faleri, Cività castellana, nell’Etruria interna, e la linea di commercio che le ha portate sarà proprio quella tiberina. Possiamo quindi mettere un confine politico attraverso il Tevere, ma ben altra cosa è parlare di confine culturale. Colonna ci dice a riguardo:

Concettualmente la questione è che il Tevere ha fatto da ponte per alcune realtà culturali, che ufficialmente, stando sulla riva destra, dovrebbero essere parte dell’Etruria ma in realtà etrusche non sono. I Sabini parlano una lingua di tipo italico, lo stesso vale per Falisci (parlano dialetto latino) e Capenati. Questo piccolo microcosmo, che si trova sulla riva destra del Tevere, è un enclave culturale latina. L’etichetta “latini” significa relativamente poco, in quanto dovremmo spostarla anche a parte dell’Etruria dove abbiamo popolazioni che parlano latino (anche se dialettale e di tipo arcaico) fino al II secolo a.C. Ciò ci dà l’idea di quanto il Tevere, per un lungo periodo, sia stato molto permeabile e di quanto l’idea di confine vada riletta. Il fatto che queste popolazioni (Falisci) non parlino un latino evoluto di tipo classico, ma una forma dialettale piuttosto arcaica, ci dice che i loro contatti con l’ambito latino ad un certo punto si interrompono e guarderanno più verso la realtà etrusca, specialmente dall’orientalizzante in poi. Tutt’altra storia sono le popolazioni che fanno parte della realtà Osco-Umbra, che arriva fino al tevere con i Sabini, con cui i Capenati condivideranno la lingua. Possiamo quindi asserire che tanto i Falisci - a nord del tevere - appartenerono ad un’enclave latino, quanto Capena fu parte dell’enclave culturale sabina che guardava al di là del tevere.

Chi sono i Latini? Consideriamo i Latini relativi all’età del ferro e orientalizzante. Il nome dei latini deriva dal loro paese - Lazio -, il loro etnico attestato presso gli etruschi a partire dalll’orientalizzante, grazie alle prime iscrizioni. Troviamo infatti:

Latimna: è interessante il suffisso appollaiato "na" è di tipo gentilizio, che è indice di famiglia. Quindi stiamo parlando di qualcuno che se familiari come famiglia. Laithe: (quegli del Lazio) cadde degli Auguri 530 aC, usati da designare personaggi di basso rango sociale. Quindi chi sono i latini? Sono una compagine riconosciuta come tale, reed dai vicini. Còèè quanto emerge per ciò che riguarda le fonti dirette epigrafiche. Cosa successo con le fonti storiche indirette? In this Caso siccome STIAMO Parlando dei Latini, ha finito "indirette", per Quanto riguarda l'Fonti storiche, DEVE Essere letto in modo Diverso Parzialmente. Effet l'Fonti storiche Latina, per i latini, Dirette suono. A'altra domanda che chiederci è: tratta di fonti latino o romane? Cast storica scritta in latino, informazioni sul sistema culturale latino pre-repubblicano? E il sistema culturale latino? E 'Necessario ragionarci sopra di Caso en Caso, sicuramente fusione Sarà Più diretta per I Latini Che per etruschi o Sanniti. Fonti storiche:

Aborigeni: ab origine, se dichiarata nel finale la loro estrema antichità. Migranti di stampo egeo: Arcadi di Evandro, Elei di Eracle. Dato molto significato Eracle arroccato arrivato Praticamente ovunque Nella penisola italiana. E 'di cui la adottato non venire Casualmente lastra eroe-divinità eroe parleremo particolarmente per Quanto riguarda Sanniti i E che VIENE popolazioni italiche. Per l'Fonti etnogenesi ha Luogo nel Lazio costiero (Non E Un caso), ed ha epicentro ha Lavinio città Fondata da Enea. Quanto ha valore questa tradizione? Lo stesso valore delle altre fonti mito-storiche; quind sicuramente ne prendiamo atto, ma che ci sia un chiaro filo conduttore tra mito-storico e storia è alquanto impossibile. Si tratta di due ambiti completamente diversi, non sono sovrapponibili. E non sono neppure sovrapponibili dati storici e archeologici.

Dimentichiamo per un momento la cronologia utilizzata finora per l’Italia romana, in quanto la cronologia del Lazio funziona in modo diverso. Quando parliamo di Lazio arcaico bisogna usare quest’altra cronologia perché è stato riletto inizio anni ’80 in modo complessivo ed è stata creata una cronologia ad hoc in quattro periodi laziali, dopo i qual il resto della cronologia funziona normalmente. Ciò che non regge è il bronzo finale, l’età del ferro e l’orientalizzante. Quarto periodo laziale, ad esempio comprende fine età del ferro e tutto l’orientalizzante, ed è divisa in due momenti. Di questa cronologia ci interessa soprattutto la fase IIA e IIB (metà dell’età del ferro), IV A e IV B (che racchiudono le tre fasi dell’orientalizzante antico, medio e recente). Cos’abbiamo dal punto di vista archeologico? La nostra conoscenza si basa soprattutto sulle necropoli, ci sono scavi di abitato ancora oggi minoritari rispetto a quanto sappiamo delle necropoli. Le necropoli hanno una caratterizzazione ben precisa con fossili guida. Il fossile guida per la fase più antica del Lazio è l’urna a capanna, sebbene si tratti di un fossile guida relativo.

Cosa ci dice questo fossile? Innanzitutto ci parla del tipo di sepoltura caratterizzato dal rituale dell’incinerazione. Ci dice, inoltre, che è un costume tipicamente laziale, perché a livello quantitativo abbiamo trovato urne a capanna soprattutto nel Lazio. Tuttavia dobbiamo ricordare che esistono urne di questo tipo anche in Etruria, non solo nel Lazio. Possiamo avere certezza che questa sia stata trovata nel Lazio? Chiaramente no. C’è un 5% che ci dice che possa essere proveniente dall’Etruria.

Diverso è il discorso per quanto riguarda l’immagine sopra, dove l’intero corredo parla in modo inequivocabile di cultura laziale. Siamo a rocca di papa, nella prima fase laziale. Cosa c’è di particolare che salta subito all’occhio? Tutto il vasellame e il corredo ha funzionalità pari allo zero, infatti si tratta di miniature. E’ un corredo che ha tutto ciò che serve per il cibo, per contenere liquidi (vino?) e a conservare alimenti. Si tratta di un qualcosa di simbolico che non può essere utilizzato.

Se poi aggiungiamo anche questa immagine, al 100% si tratta di cultura materiale proveniente dal lazio, e non solo in base alle dimensioni, ma anche dal tipo vascolare tipico, per l’appunto, dell’areale laziale. Cosa posso ricavare da questo tipo di testimonianze (si ricorda che si tratta tutto di impasto)? Lo uso come fonte per l’interpretazione di qualcosa di cui mi mancano i dati materiali. Al di là della realtà funeraria, ottengo informazioni sulle strutture abitative. Recuperiamo quindi quei dati sull’architettura che non abbiamo. A livello di architettura domestica, ho recuperato l’alzato di una capanna, che quando vado a scavare per quanto riguarda l’ambito etrusco, non ritrovo. Riesco a restituire esattamente come erano le abitazioni, la pianta era ovale o sub ovale, interessante il fatto che anche nelle tombe a capanna studiate da gilda bartoloni si parte della forma ovale alla forma che tende sempre più al rettangolo, può essere dotata di struttura porticata e c’è sempre lo zoccolo di base che può essere ricavato nel masso naturale. Quando la struttura sarà costruito in blocchetti con materiale mitico locale, troviamo poi l’intelaiatura per tenere insieme il mattone crudo (cotto a sole) ( le pareti - alzati sono fatti di fango e cannucce 50:17). In virtù di questo tipi di alzati ricavo il tipo di copertura del tetto, abbiamo i segni delle travi lignee (columen e ?) ma questo tipo di strutture che tipo di copertura? Ha una copertura di tipo stramineo, le tegole sono un fenomeno molto successivo (fase precedente dell’orientalizzante). Precedentemente è tutta copertura strapiena. L’urna ci dà anche l’idea della decorazione.

Altra cosa di interesse sostanziale: la statuetta nell’atto di porgere qualcosa. Se fossimo in una cronologia successiva lo definiremmo un offerente, in quanto è il classico gente che dall’età orientalizzante recente e poi nella bronzista a carattere votino è quello dell’offrire qualcosa. Cosa significa questo gesto nel nostro caso’ Ancora non ci è dato saperlo. Potrebbe raffigurare il defunto che rappresenta se stesso, l’offerente che porge qualcosa al defunto stesso o una figura divina o semidivina. Abbiamo anche armi miniaturistiche (scudo, lancia, pugnale) che non arrivano ai 20 cm, e in quanto miniaturista, per definizione, simbolica. La lavorazione del metallo necessita del know-how talmente alto che necessita di strutture artigianali particolarmente specializzate. Non possiamo pensare che tutti i piccoli centri avessero un fornitore o un artigiano dedito a ciò, il modello di reperimento è quindi quello dell’artigianato itinerante. Ciò funziona per le fasce cronologiche più alte. Dall’età del ferro in poi, tale ipotesi comincia un po’ a vacillare perché le testimonianze materiali sono talmente tanti che è più naturale pensare che l’artigiano sia piena espressione della comunità. Se ho un artigiano che è specializzato in un particolare ambito, a livello sociale mi avvicino a quel modello urbano che è in grado di garantirmi la sussistenza di coloro che non praticano attività relative alla sussistenza (non lavora i campi, eppure ha bisogno anche lui di pasti). Ciò significa che c’è una fascia sociale che garantisce un surplus destinato al sostentamento. E’ indice di complessità sociale non ancora di stratigrafia sociale. Queste tombe infatti mostrano una sostanziale uniformità, sebbene facciano parte della parte alta della società. Indicatori di sesso o genere: in linea di principio in italia preromana ed etruria si è sempre detto armi=uomo, strumenti per la tessitura=donna. Ma è capitato che venisse trovato un coltello in to,mie femminili (gestione della cucina della casa?). La determinazione di sesso su indicatori archeologici non è mai stata messa molto in discussione negli ultimi 50-60 anni. Proprio l’anno scorso c’è stata una giornata di studi in cui si sono prese in considerazione le tombe dell’età del ferro della necropoli di Veio, dove le indicazioni femminili-maschili erano state date dagli indicatori di genere, come da tradizione. Sono state poi analizzate le ossa, e gli indicatori di genere non hanno mantenuto la loro validità, in quanto sono state scoperte molto tombe con armi legate a figure femminili, e viceversa oggetti da telaio o orecchini in tombe maschili. Indicatori di genere devono sempre essere presi con le pinze. E’ l’analisi antropologica che deve dare il sesso, ci sono delle linee di tendenza ma la realtà è sempre molto più complessa. Quindi prima di dare un’indicazione di gente dal corredo, bisogna avere modo e tempo di analizzare le ossa. Due modi di analizzare le ossa: analisi antropometrica (sicura fino ad un certo punto): si fa su morto inumato, i dati presi in considerazione sono il bacino (largo nelle donne, stretto nelle donne), la conformazione delle ossa (lunghe, corte). Il dato che si ricava non è certo al cento per cento. Diversa è l’analisi del DNA, che è sempre certa ma molto costosa. La cosa migliore da cui estrarre il DNA sono i denti (quindi si può fare anche quando ci troviamo davanti ad incinerazione). L’indicazione sessuale su base culturale è piuttosto incerta. Trovo fuseruola in tomba spiccatamente maschile, entra in gioco la possibilità che sia stata la moglie a metterlo in tomba o una possibile nonna che crede abbia una valenza magico-religiosa, etc. Se faccio il DNA di un corpo antico cosa comprendo? Cause della morte, malattie, ma soprattutto i legami parentelari.

Fase IIA Continuano ad esserci le urne a capanna, il pozzetto però è trasformato e ricoperto, e all’interno viene messo un dolio (che si trova spesso anche in ambito domestico). L’urna a capanna viene posizionata all’interno del dolio. Sotto abbiamo una statuetta spezzata

Sono statuette che rimandano all’ambito religioso e lo capiamo perché molte di esse sono spezzate, quasi defunzionalizzate all’atto della sepoltura. Quest’uso miniaturistico tende a scomparire gradualmente, nella fase IIA percepiamo una distinzione sempre più netta di ciò che accade dentro e fuori l’abitato (ricordiamo la macro divisione tombe fuori - abitato dentro). Siamo in ambito latino, nelle leggi delle dodici tavole si dice di porre attenzione a mettere le sepolture fuori l’abitato. Se c’è la necessità di ricordarlo è perché tale distinzione non era sempre rispettata. I sepolcreti sono articolati in gruppi coerenti di 20-30 tombe, per cui si è detto che in questi gruppi di tombe si può riconoscere una serie di realtà familiari. Si noti il caso di Osteria dell’Osa:

Caposaldo della cultura laziale. (vedi in biblioteca i tomi sull’osteria dell’osa, necessari per comprendere come si lavora su una necropoli). Finora abbiamo parlato di realtà latina, è una realtà davvero così omogenea? Nella slide vediamo una visione ben poco omogenea, infatti se prendiamo in considerazione i colli albani la cremazione è esclusiva mentre se ci spostiamo all’osteria dell’Osa i cremati non superano il 13%, a Roma la situazione si avvicina a quella dei colli albani - i cremati sono i 2/3 del totale e sono i maschi . Abbiamo centri in cui tutti seguono lo stesso rito funerario ed altri in cui il rito varia. Ciò è significativo, ci porta a chiederci se un determinato rito funerario viene scelto per determinati settori sociali, o famiglie che seguono determinate tradizioni? I materiali delle tombe sono gli stessi, le tombe sono coeve, ma il rituale cambia anche se siamo nella stessa realtà etnica. Tomba ad inumazione: fossa tagliata dentro incavo naturale, ci si mette defunto e corredo divisibile in corredo personale e di accompagno. Corredo personale (tutto ciò che si ha addosso), corredo di accompagno: ciò che non riguarda la persona ma oggetti di uso particolare (es: vasellame).

In questo caso rientriamo nel problema di identificazione di genere (vedi conocchia/fuseruola); si tratta di maschio o femmina? In questo caso è femmina secondo l’analisi antropometrica, tomba femminile.

Fase III: problematica. - Siamo tra 770 - 730-720 (colonizzazione greca), nel Lazio assistiamo al processo di articolazione del corpo sociale che si fa sempre più consistente. La complessità sociale è riconoscibile attraverso il record funerario (ho corredi più ricchi di altri). - Si riconosce l’emergere di un’aristocrazia (usato per descrivere chi possiede) gentilizia (struttura sociale ben chiara= gens). Gens: famiglia allargata con regole precise per noi codificate in ambiente romano. Quanto è possibile usare tale concetto di gens all’areale italico è una questione su cui interrogarsi. Nel saggio di torelli troviamo usato il termine gentilizio senza problema, poiché Torelli sostiene il fatto che la struttura gentilizia è un cardine della società etrusco-italica. Usiamo tale termine per i romani, per l’ambito latino a causa della comunanza etnica, ma per quanto riguarda l’ambito etrusco la professoressa non è d’accordo ad applicarlo. C’è chi ha messo in discussione l’utilizzo stesso del termine gens per la Roma arcaica (C. Smith), le fonti ci parlano di struttura gentilizia da un certo momento in poi, prima possiamo usare il termine gens? Viene citato il termine clans = strutture di tipo antropologico più giustificabili per la roma arcaica rispetto alla gens.

IV periodo

Il quarto periodo - diviso in fase IV a e IV b - abbiamo contesti che possono essere definit come “principeschi”, cambiano strutture sepolcrali da to,mia a fossa a tomba a camera. Si passa a strutture monumentali (non solo tombe a camera) anche per quanto riguarda le tombe a fossa entro circolo di pietre che viene ricoperte da tumulo. La differenziazione sociale va anche in base a quanto posso permettermi di spendere per costruire la tomba (ho pagato qualcuno specializzato nella costruzione di tali strutture).

Il caso di Satricum

Ricordiamo che le necropoli stanno fuori (vedi aree puntante). C’è un’area necropolare che sta fuori, un’area in parte cinta da una struttura muraria difesa da un fossato che delimita un' area urbana. E’ importante notare il fatto che da una fase cronologica alta trovo la distinzione tra città dei vivi (fortificata) e città dei morti. All’interno cosa trovo? In nero le capanne protostoriche; In rosso i primi sacelli (tempio 6-5 secolo); In verde la fase volsca e romana. Notiamo Che in nero ABBIAMO di Altre tomba 150 anni Più Recenti. ABBIAMO cade di Settimo-Sesto Secolo, quello di 150 anni DOPO Sono tomba fossa Semplici con ceramica quasi inesistente, di tipo Diverso RISPETTO un Quella Prodotta ha Satricum e con mong diversificata RISPETTO ciò che ha locali. Il mio Soprattutto vediamo Che Si impostano sul Tempio (Sono di Secolo 6). E 'giustificabile uno scenario racconto in Una Realtà Urbana Così Formata? Chi sono costoro? Archeologicamente e Stato Detto Che Sono i Volsci Calati All'interno di Satricum E che non riconoscono la forma urbana Latina venire entità statale. Arrivano, conquistano la città e posizionano i morti colomba più consono alla Loro cultura....


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