Letteratura Italiana II Modulo - Prof. Rondena PDF

Title Letteratura Italiana II Modulo - Prof. Rondena
Course Letteratura Italiana
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 21
File Size 423.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 39
Total Views 131

Summary

Appunti di tutte le lezioni...


Description

LETTERA TERATURA ITALIANA LET TERA TURA IT ALIANA 2 LA BAN BANAL AL ALIT IT ITÀ ÀD DEL EL M MAL AL ALE E NELLA LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO

Ci sono due pretesti che hanno portato alla scelta del testo: 1. Siamo a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale 2. Ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali, diffuse nel 1938. OTTO ADOLF EICHMANN Era il principale organizzatore della deportazione degli ebrei, fu il braccio destro Hitler. L’11 maggio 1960 viene arrestato a Buenos Aires, dove era scappato, dopo l’apertura dei campi di concentramento. Così come Hitler si era chiuso nel suo bunker, Eichmann si era nascosto a Buenos Aires sotto falso nome. Saranno poi degli amici del figlio a capire che in realtà otto ( nome che si era dato per scappare) era Eichmann. Venne trasmesso in tutte le televisioni il processo ad Eichmann nel tribunale distrettuale di Gerusalemme. Fu condannato a morte nel 15 dicembre 1961, il 22 maggio 62 inizia il processo d’appello, nel 31 maggio del 1962 fu impiccato. Colpì moltissimo come lui si pose durante l’intero processo, e i particolare rimase colpita Anna Arendt. La Arendt scrisse: “le origini del totalitarismo”, “Vita activa, condizione umana”, “La banalità del male”. Era una filosofa, allieva di Heidegger, ebrea. Aveva fiutato l’imminente tragedie ed era scappata con la famiglia in Francia. Insegnò nelle università più importanti del mondo, e le fu chiesto di seguire il processo di Eichmann come reportage. Il male è come un fungo che devasta tutto… Anna Arendt era riuscita a intravedere un uomo anche nella figura di Eichmann, motivo per cui era stata largamente criticata. “Da socrate e Platone in poi …” La banalità del male —> Anna Arendt fu colpita dalla volontà di Eichmann e degli ufficiali delle SS di rinunciare totalmente alla loro facoltà di pensiero. Fu criticata perché sembrava sminuire le azioni di Eichmann . PRIMA GUERRA MONDIALE 1914-1918

All’inizio del XIX secolo, alla fine dell’Ottocento dopo le tre guerre di indipendenza, si diffonde l’idea di una possibile rinascita Errata previsione: Hearst definisce il diciannovesimo secolo come un nuovo Rinascimento, e “il XX secolo vedrà probabilmente la fine delle guerre e tutte le razze barbare saranno civilizzate”. È anche vero però che l’inizio del Novecento fu lo sfondo della Belle Epoque, che vide l’accelerazione del progresso e della tecnologia ( costruzione della torre eiffel, le automobili, il cinematografo dei fratelli Lumiere, la radio…). Iniziano in quel periodo molte rivoluzioni anche nella vita quotidiana, negli abiti (primi pantaloni per le donne), grandi cene e pranzi, balli. Nonostante i trionfi della Belle Époque sulle potenze europee si addensano i conflitti regionali tra il 1870 e il 1914. Nel mondo extraeuropeo si diffonde però ancora l’espansione coloniale. -

Attentato di Sarajevo 28 giugno 1914. Gravi lo Princip uccide l’arciduca Ferdinando e la moglie in visita ufficiale ai territori annessi all’impero nel 1908

-

Ultimatum austriaco

-

Scoppio della guerra: Triplice intesa VS triplice alleanza

Tra l’agosto del 14 e il maggio del 15 l’Italia è divisa tra interventisti e neutralisti - Interventisti: futuristi ( papini, Soffici, Marinetti) esaltano la guerra sulla loro rivista “Lacerba”, D’Annunzio prese parte alla prima guerra mondiale, era convinto che la guerra fosse la palestra per mostrare la volontà di potenza, Nazionalisti ( Coppola, Federzoni) pensavano fosse un’opportunità per una vocazione imperialista, Irredentisti (Battisti, Stuparich, Slataper) volevano riscattare i territori italiani ancora sotto il dominio austriaco dopo la terza guerra di indipendenza. -

Neutralisti: Pirandello

Giuseppe Prezzolini “La Voce”: Marinetti : “noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna” Gabriele D’Annunzio, a quarto pronuncia un discorso commissionato per inaugurare una statua che metteva in primo piano le imprese eroiche di Garibaldi “accesa è tuttavia l’immensa chiusa fornace, o gente nostra, o fratelli: e che accesa resti vuole il nostro Genio, e che il fuoco ansi e che il fuoco

fatichi, sinchè tutto il metallo si strugga, sinchè la colata sia pronta, sinché l’urto del ferro apra il varco al sangue rovente della resurrezione […]”. PIO X nel Deum Europa scrive BENEDETTO XV “inutile strage”. Dalla epistola Ai capi dei popoli belligeranti come se scrivesse ai capi di quei comandanti di cui scriverà Lussu. Il primo agosto il papa manda la lettera in cui Era la prima volta che il papa scriveva un testo cosi diretto

CESARE DE LOLLIS Prende posizione contro l’intervento e inizia a scrivere sul giornale d’italia e in seguito su “Italia Nostra”. Era certamente contro la guerra La vera guerra secondo De Lollis era quella riguardo la decisione di entrare in guerra o meno, decide infine di partire per il fronte spinto dal suo sentirsi italiano, rifiutando le posizioni più alte dell’esercito e rimanendo tra le fila. RENATO SERRA Divenuto importante per lo scritto “esame di coscienza di un letterato” scritto in soli sei giorni e rivisto di fretta la fronte. Nei luoghi in cui era proibito avere carta e penna, nei momenti tragici, non si perde la caratteristica tipica dell’uomo di raccontare quello che sta vivendo. “La guerra è un fatto come tanti altri in questo mondo”

EMI EMILI LI LIO O LLUSS USS USSU U Si oppone al fascismo dalla marcia su Roma, viene confinato a Lipari, ma riesce a evadere dal carcere con altri due antifascisti con cui va a Parigi dove fonda “Giustizia e Libertà” Scrive la marcia su Roma e dintorni Viene ricoverato in svizzera per una malattia polmonare presa nel carcere. È in questo periodo che scrive Un anno sull’altipiano, testo che fa riflettere su quanto accaduto. Rientra in Italia e partecipa alla guerra. Fonda il partito sardo di azione con il partito socialista. Muore a Roma nel 1975 8 agosto 1935 lussi scrive all’amico Salvemini Ha già deciso la struttura del suo libro prima ancora di iniziare a scriverlo. Il suo è il primo libro che tratta la prima guerra mondiale, dal momento che lussu ha combattuto la guerra interamente.

Ricopia appunti costanza Un anno sull’altipiano I prefazione nel 37 senza titolo, una decina di righe per il lettore. II prefazione dal 60 in poi, Lussu spiega al lettore nello specifico la ragione del suo testo. La prefazione è tipica degli autori del 900. Il libro è suddiviso il 30 capitoli, il quindicesimo, centrale è quello più importante che parla dell’assalto. Il libro ha uno stile asciutto, non della bella forma, ma è molto schematico e non si perde in nessun particolare. Molto ricco e intenso. Grandi descrizioni paesaggistiche. La brigata Sassari deve combattere sull’altipiano di asiago durante la spedizione punitiva degli austriaci . Tutto il libro di Lussu è farcito di letteratura, rimandi classici, a Omero, Baudelaire… su tratta quindi di un autore di una certa cultura. Tutti i libri sono prosopografici, pieni di persone, il lettore fa fatica a capire quante persone sono. CAPITOLO XXV Il capitolo dell’assalto è centrale nell’opera di Lussu, in quanto è fondamentale per capire tutti gli attimi dell’assalto. Lussu stesso dice di aver impiegato molto a scriverlo anche se poi l’evento in sé è durato solo pochi secondi. Questi soldati venivano mandati al macello, incitati da uomini come Papini che volevano la guerra. Lussu avrebbe voluto intitolare questo libro “i miei generali”, vi si legge un dialogo: L’autore denuncia la guerra e tutti i generali che danno ordini e quelli che non li hanno dati. Viene messa in discussione la ragione e la verità, è ribadita l’incapacità dei capi politici e militari. “Le scarpe non sono che un inezia, ma il terribile è che hanno verniciato la nostra stessa vita hanno stampigliato sopra il nome della patria e ci conducono al massacro come delle pecore” Sulle suole delle scarpe di cartone dei soldati c’è scritto “viva l’Italia”, paradossale visto l’uso che ne viene fatto dai soldati. Infine Lussu decise di cambiare il titolo in “un anno sull’altipiano”, titolo più conveniente rispetto a quello precedentemente scelto poiché denunciare i capi e gli uomini politici significava denunciare anche tutti coloro che avevano voluto la seconda guerra mondiale. CAPITOLO XXX

Il dialogo molto semplice e veloce, in un momento di silenzio in cui giunge un'altra missione, vengono spostati, ciò significa che continueranno a combattere. Il Brindisi finale non è di gioia, ma è un Brindisi per dimenticare e per trovare la forza di ricominciare la guerra. Ci sono numerosi rimandi alla letteratura in generale nel libro di Lussu, inoltre durante un assalto in una capanna abbandonata i soldati trovano dei libri (alcuni testi di Baudelaire). È un chiaro e il primo esempio di chi, davanti a una situazione tragica, prova a trovare una soluzione: i soldati si caricavano zaini pieni di libri anche se non era necessario alla sopravvivenza, ciò significava cercare di rimanere uomini, di rimanere attaccati alla vita, al contrario di molti che invece si arrendevano.

PI PIERO ERO JAH JAHIE IE IER R Nasce a Genova. Il padre era un pastore, e avendo avuto una relazione extraconiugale e non riuscendo a sopportarne il peso, si toglie la vita. Piero essendo il maggiore decide di trasferirsi con la famiglia in Toscana, dove iniziò a lavorare nelle ferrovie. Inizia a studiare la teologia valdese, come il padre, ma abbandona subito. Prenderà due lauree, la prima in Legge ai primi del 900 e poi molto più avanti in Lettere francesi. Nel 1909 conosce Prezzolini, con cui collabora al giornale “La Voce”. Nel 1915, scrive Risultanze in merito alla vita e al carattere di Gino Bianchi e decide di partire volontario, schierandosi dalla parte degli interventisti. Era pero un interventista molto diverso poiché sosteneva che se queste erano le sorti del mondo, allora lui sarebbe stato in prima linea. Durante i momenti di guerra pubblica e cura il giornale di trincea “L’Astico”. Nel 1919 esce Canti alpini. Antifascista, viene imprigionato e perseguitato. Nel dopoguerra svolge attività di traduttore fino al momento della morte a Firenze nel 1976 Mentre con Lussu siamo di fronte a un’edizione che non viene più toccata dal momento della pubblicazione, con Jahier ci troviamo davanti a un opera che verrà continuamente modificata è aggiornata. Jahier scrive all’amico Casati, 18 agosto 1915 L’autore non ha potuto resistere, vuole trovare se stesso e parte per la guerra. “Sto per ricevere il decreto per la patria per me” a indicare quanto questa fosse per lui una questione personale. Il sacrificio ha sempre uno scopo e lui ha uno scopo per andare a combattere, non ci si può tirare indietro ora che tutta l’umanità è coinvolta. Jahier scrive all’amico Cecchi, 14 marzo 1916 Si trova già al fronte ma è “felice nel fango” perché sta facendo il proprio dovere.

Racconta al suo amico di riuscire a fare il soldato e a lavorare allo stesso tempo al suo spirito. Non si tratta di un super uomo, Jahier soffre e fatica ma ha portato con se tutti i suoi pensieri e ci deve lavorare sopra. Il manoscritto fu inviato durante la disfatta di caporetto. Con me e con gli alpini Torna il “me” che già si era visto nella lettera a Casati. Jahier è sullo stesso piano di tutti gli alpini di tutto il popolo che ama e con cui vuole fare questo cammino. Tematiche principali: - Rapporto con gli umili: fondamentale per l’autore - Ricerca della purezza e della verità: non vuole dimenticarsi di cosa è accaduto, ma vuole comunicarlo con chiarezza. - Amore per la montagna - Volontà pedagogica - Guerra Lo stile è retorico, aulico in prosimetro, in alcuni punti quasi testamento. Il libro è composto da una dichiarazione e 45 brani di poesia e prosa che non sono numerati, ma hanno solo un titolo che a volte e l’inizio della prima frase. Si chiude con una dedica posta come un’epigrafe rivolta a un suo caro amico. ➔ Dichiarazione Funzione per tutti quelli che moriranno per la storia dell’Italia e forse qualcuno può anche risolverci la propria vita —> lui non fugge da qualcosa ma è una fuga verso qualcosa. Lui va per fare compagnia, al suo popolo, che è digiuno perché non sa il motivo per cui combatte. “Mi vuol bene” —> Si sente voluto bene dal popolo con il quale sa che andrà a morire. Tanti altri moriranno e saranno ricordati, ma lui per questo popolo illetterato (si mette continuamente vicino, accanto al popolo) Alcuni moriranno per l’Italia, alcuni per le medaglie, altri per la vita, ma Jahier per il suo popolo. La sublime materia è proprio il popolo che dovrebbe essere aiutato a combattere per la libertà. ARRIVO Jahier passa la notte con un uomo che è malato, ma è fiero perché certamente è ancora vivo —> tema della vita che primeggia (Ricorre molto la parola morte, ma che la parola vita). E LA CITTÀ DELLA GUERRA Parla di una città sporca, piena di rifiuti, di uomini pronti a partire. Non sono città ferme, ma continuamente in fermento, consumate.

SCARPE Erano scarpe “aspettate”: le scarpe per andare a combattere le dava il fronte, la patria. Jahier aveva fiducia nel fatto che la patria avesse preparato scarpe migliori per i propri soldati. Ma quelli che hanno confidato nella patria hanno sbagliato quelli che hanno confidato nel ciabattino erano nel giusto, combattere non era infatti una cosa bella. La scarpa è onesta, nel senso che chi l’ha indossata era gente onesta, contadini. Le scarpe che la patria ha dato sono scomode, si bagnano e corrodono con gli acidi della conciatura. CONSOLAZIONE DEL MILITARE / ETICA DEL MONTANARO La più importante è l’eredità che possono avere i nostri figli, che non hanno combattuto la guerra ma ai quali possiamo raccontare. Educazione intesa non solo come qualcosa che si immette dentro ma come qualcosa che ci fa andare avanti e conduce fuori. Noni si può definire un diario di guerra ma un cammino che Jahier fa con i suoi compagni, con atteggiamento paternalistico riconoscendo l’uguaglianza che sussiste tra di loro e che fa venire meno l’ostilità. DOMANDA ANGOSCIOSA CHE TORNA La vera domanda angosciosa è: Perché bisogna morire? Perché c’è questa banalità del male, perché non esiste una risposta. Se la guerra ha valore morale e deve riportare ubbidienza perché devono combatterla coloro che già si trovavano in condizione di miseria e che non desideravano altro se non la salute? Le strofe sono rese ridondanti dall’anafora “perché?” Manca la punteggiatura —> tratto che diventerà distintivo di Ungaretti RITRATTO DEL SOLDATO Uno dei testi più prosopografici Descrive un soldato, Luigi Somacal, “cretino dalla nascita e manovale fino alla chiamata”. Non è fisicamente adatto alla guerra e non sa fare nessuno dei compiti che gli affidano. Viene descritto come un “fardello di ossa tribolate”. Jahier descrive la postura di Somacal che si rivela essere l’esatto contrario di quanto prevede la posizione di attenti. Descrivendo la posizione del soldato e come un uomo come Somacal non potrà mai assumerla. Somacal non è un soldato, ma è un burattino che viene comandato da altri. Ma in fondo tutti quelli che combattono questa guerra sono burattini perché si limitano ad eseguire gli ordini. Somacal, storpio, cretino, vestito come un burattino, che non riesce a chiudere un solo occhio, mettendosi una benda, riesce a sparare e anche in modo perfetto. Così il tenente chiama Somacal “amico” perché come lui consce la fatica di “imparare la vita”

MA QUESTA GUERRA La distruzione, la guerra, non può essere una lezione. Quella di Jahier non è una fuga da, ma è piuttosto una fuga per trovare qualcosa di buono anche in questa circostanza, se si hanno gli occhi e l’animo per scovarlo. ➔ TA-PUM

PAD PADRE RE AG AGOST OST OSTINO INO GE GEMELL MELL MELLII I CANTI DEL NOSTRO SOLDATO Il soldato canta di continuo, perché è l’unico modo di esprimere i propri sentimenti. Quando viene ripreso, si giustifica dicendo di averlo fatto senza pensare. È uno dei modi in cui l’uomo trova la forza di superare queste situazioni di estrema difficoltà.

GI GIUSE USE USEPPE PPE UNG UNGARET ARET ARETTI TI Fu fondamentale per la sua poetica e l’innovativo uso della parola. Cenni biografici: - Nasce ad Alessandria d’Egitto e ci vive fino al 1912 - La sua vita è caratterizzata da numerosissimi luoghi e culture diverse - Una delle amicizie più importanti è quella di Moammed Sceab - Si trasferisce a Parigi, dove conosce Apollinaire, Picasso, Boccioni, Marinetti… tutti nomi legati al periodo del futurismo, quindi a un nuovo modo di fare letteratura e di interpretare la parola - Nel 1914 si arruola volontario e combatte sul Carso - Dal 18 al 21 vive a parigi lavorando all0ambasciata italiana - 1936-42 si trasferisce in Brasile dove insegna letteratura italiana - Nel 1939 muore il figlio Antonietto di soli 9 anni - Tornato in Italia ottiene la cattedra di letteratura contemporanea a Roma UNGARETTI SCRIVE ALL’AMICO PREZZOLINI, OTTOBRE 1915 Tutto ciò che Ungaretti ha scritto fa parte della sua vita. Le opere più significative di questo percorso sono: 1916: Porto sepolto 1919: Allegria di naufragi 1931: l’Allegria 1933; sentimento del tempo 1947: il Dolore 1959: Terra promessa 1960: il Taccuino del vecchio

1963: Ungaretti commenta Ungaretti 1969: Vita d’un uomo. Tutte le poesie. Nel 33 ritornerà sull’inizio della sua produzione: nel momento in cui uno si trova in trincea (così come per Jahier) deve appuntarsi tutto ciò che pensano in fretta. Si hanno pochi istanti per scrivere. In quei momenti in cui il tempo non può aspettare , bisogna dire tutto con precisione, e lasciare tutto come se fossero le ultime volontà, perché ogni assalto può essere l’ultimo. Questa condizione di precarietà, fa si che ogni parola diventi testamento. Ungaretti trova in queste circostanze la sua forma di espressione della parola. La poesia ci fa tornare all’inizio, bisogna ritrovare quella parola di quando ancora non si sa parlare, da lì Ungaretti riparte per costruire la propria poetica.

IL PO PORTO RTO SEPO SEPOLTO LTO È un diario di guerra, che porta sempre scritto il luogo e la data di ogni composizione. Composto da 32 liriche, tutte composte in trincea. Il titolo è una metafora che prende le mosse da una leggenda, che ad Alessandria d’Egitto doveva esserci un porto sepolto in mezzo al mare, negli abissi. Così l’esperienza della guerra è quella di andare in profondità, l’uomo è come un palombaro che va agli abissi per tornare poi alla luce. Quello che immagina Ungaretti è un viaggio a “U” una discesa e poi una risalita. Stile sinfonico, evocativo, non cìè alcuna punteggiatura, ma solo spazi bianchi. La parola per come è disposta deve essere un grido. VEGLIA Il verso è libero. Ungaretti e uno dei primi che lo usa in questo modo. Ricorre il suono dentale della T. Nessuna parola è a caso.

PELLEGRINAGGIO Ungaretti percorre un cammino cercando di trovare un meta, sa che non è facile arrivare. Si definisce un nomade. “In nessuna terra mi posso accasare”. Il suo viaggio è il suo esistere, fa sempre questa sorta di viaggio a U, una discesa per poi fare una risalita. La prima grande discesa è quando si trova a sostenere l’esperienza della guerra. È un viaggio che sempre l’uomo si trova a dover rivivere, infatti tutte le poesie che comporranno Vita di un uomo, ripropongono il tema del viaggio, poiché nella vita di ogni uomo ci saranno moltissime diverse esperienze che lo rimetteranno davanti a un altro viaggio. È una raccolta dove non vengono messe in ordine casuale le poesie DISTACCO Poesia enigmatica, parla di un uomo, forse il poeta, o tutti gli uomini che si trova di fronte, che hanno un uniforme, simbolo della guerra che stanno combattendo. È il lettore che fa la pausa tra uomo e uniforme, perché non c’è la punteggiatura ma Ungaretti mette il lettore nella posizione di scegliere come interpretare.

È un uomo senza volto, impassibile, perché in realtà ha i volti di tutti, vorrebbe svegliarsi da questo sogno, ma non è semplice, perché il desiderio di svegliarsi si spegne continuamente. ITALIA Nel momento in cui sceglie di andare al fronte Ungaretti si trova in un momento di fatica di vivere, pe...


Similar Free PDFs